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L'Imperium parthicum e le sue lingue
L'Imperium parthicum era un grande stato con molte etnie e culture diverse e lingue: medio-persiano, partico, sogdiano, corasmo e battriano in Iran, armeno, lingue caucasiche e babilonese in occidente e l'aramaico in Mesopotamia, il greco in città come Susa e Seleucia sul Tigri.
Il partico (idioma iranico occidentale della satrapia della Partia) era sotto gli Arsacidi la lingua di corte e dell'amministrazione, ma è poco attestato in epoca arsacide (di più in versioni partiche delle iscrizioni reali sasanidi).
Il medio-persiano era fino al III d.C. la lingua locale in Perside, poi in dinastia sasanide la lingua ufficiale veicolare del regno. Le testimonianze scritte sono gli oltre 2000 ostraka partici della residenza di Nisa (Turkmenistan), documentazione onomastica e amministrativa; le iscrizioni partiche nell'Elimaide, nel Kurdistan meridionale sono accompagnate da rilievi rupestri, e a Susa dove si presenta il Gran re Artabano IV e un suo.
funzionario; le legende in partico sulle monetearsacidi. Tra i testi aramaici le iscrizioni votive di Hatra e le epigrafi commemorative di Assur. Inlingua greca le iscrizioni a fianco ai rilievi di Mitridate II e Gotarze II a Bisotun, e le iscrizioni diSusa. Su una statuetta bronzea di Eracle da Seleucia sul Tigri un’iscrizione sulla coscia è partico-greca (bilingue) e testimonia l’equiparazione di dei ed eroi greci ed iranici (Apollo e Tir, Eracle eVahragn). Iscrizioni cuneiformi babilonesi di età partica sono a Uruk e Babilonia, come le effemeridiastronomiche che parlano delle lotte per il possesso di Babilonia dopo il 141 a.C., l’archivio diRahimesu con info sulla vita a Babilonia nel primo periodo partico, i documenti da Uruk che attestanol’attività templare intensa del 100 a.C. Per le fonti romane sulla storia partica, le Storie filippiche diPompeo Trogo (prima storia universale della letteratura romana) descrivono i parti (potenti
signoridell'oriente) come avversari di pari valore e a volte superiori ai romani, ma sobri, inclini al lusso e aldispotismo, proverbialmente crudeli. Poi la Geografia di Strabone e la Parthika di Arriano descrivonola Partia e gli inizi della sua storia. Strabone afferma che i parti sono e rimangono inferiori ai romaniper civiltà, politica e milizia. Tacito ci parla dei rapporti tra Partia e Roma nel I d.C. Polibio parladella spedizione in oriente del seleucide Antioco III contro i psrti. Flavio Giuseppe parla dei rapportiebraico-partici. Plutarco parla delle biografie di Crasso e Antonio, sconfitti dai Parti. Appiano eCassio Dione parlano dei rapporti tra Roma e Partia. Plinio il vecchio tratta della geografia storicadell'Asia. I poeti augustei qualificano i parti come seri neici per Roma, facendosi portavoce dellapolitica partica di Augusto. Tra gli storiografi cinesi, Sima Qian (Erodoto della Cina) scrive leNarrazioni storiche in cui parla di un'ambasceria
cinese inviata in Sogdiana e Battriana. Le tarde fontiiraniche (scritti zoroastriani ed autori arabo-persiani) disprezzano la grandezza dello stato partico edelle sue realizzazioni. Le fonti archeologiche: insediamenti partici in Partia (turkmenistan), Media,Xuzestan, a Nisa Vecchia (fortezza reale originariamente chiamata Mihrdatkirt, fortezza di Mitridateusata dal I); ostraca, statue di marmo e terracotta, rytha (manufatti in avorio) di produzione greca(sovrani partici filelleni). A bisotun Mitridate II e Gotarze II fanno collocare iscrizioni e rilievi.Nell’Elimaide i rilievi rupestri (anello di congiunzione tra l’arte achemenide e quella sasanide)trattano di temi regali come l’investitura, la caccia, i sacrifici, la concessione di onori di dignitarilocali e la dimostrazione di valore in battaglia. Poi le sculture di epoca partica, sui monti Zagrosmostrano abbigliamento del sovrano (diadema o doppio diadema, tiare ornate, abiti aperti davanti) etipicafrontalità delle figure. Sulle monete arsacidi (coniate ad Ecbatana e Seleucia sul Tigri) sul dritto il ritratto era sviluppato a partire dal ritratto del sovrano ideale di epoca seleucide (poi perde di importanza l'individualità e si riconoscono solo pettinatura e foggia della barba), di cui un criterio di classificazione erano le corone, sul rovescio le legende greche con le titolature e gli epiteti esornativi: erano in argento, localmente anche in rame (mai in oro), principalmente dracme di standard attico. I dinasti vassali avevano il diritto di battere seguendo il modello partico. Nell'arte romana i parti erano raffigurati in ginocchio, offrendo le insegne di guerra o portando/sostenendo qualcosa, esprimendo la loro inferiorità. Morto Antioco II nel 246 il regno seleucide cade in crisi interna ed estera, Seleuco II affronta le rivendicazioni dinastiche della matrigna egiziana Berenice e suo figlio Antioco III appoggiati dal fratello di lei Tolomeo III nellaTerza guerra siriaca, e le aspirazioni al trono del fratello e coreggente Antioco Ierace. Occupato in oriente, in occidente si resero indipendenti Battriana con Diodoto I che fonda un regno greco-battriano, Partia ribelle appoggiata dal satrapo Andragora. Questa poi cade contro i parni, che prendono controllo anche di altri territori. Questi, guidati da Arsace, conquistano l'Ircania (costa est del mar Caspio), dando inizio nel 247 all'era partica. Antioco III il Grande con l'espeditzione orientale ristabilisce la supremazia seleucide; poi perde contro Roma nel 188 e i parti si ribellano di nuovo: sotto Mitridate I conquistano l'Iran occidentale, la Mesopotamia e parte del regno greco-battriano (regno multietnico); dopo vani tentativi di Demetrio II e Antioco VII Mitridate II ripristina la potenza partica. Nel I a.C. i parti concludono una serie di trattati con Roma (Silla, Lucullo e Pompeo) con cui l'Eufrate è stabilito come frontiera. Crasso rompe i patti.
Attaccando i parti, ma fusconfitto a Carre. La spedizione di Cesare fallì per la sua uccisione. Antonio deve ritirarsidall’Armenia e dalla Media Atropatene. Fraate IV nel 20 a.C. riconosce l’autorità di Romasull’Armenia (gruppi scultorei con barbari in ginocchio), in un importante posizione geopolitica. Conl’accordo di Randeia nel 63 d.C. tra Nerone e Vologese I, il regno di Armenia divenne erede di quellopartico ma sotto la sovranità romana. L’invasione degli Alani e la ribellione dell’Ircania causaronoinstabilità politica interna ed estera. Traiano con la campagna orientale del 114-17 l’Armenia, laMesopotamia e l’Assiria sono nuove province dell’Impero Romano. Le rivolte in Mesopotamiacostrinsero Traiano a rientrare dal golfo persico, ma muore. Poi Adriano limita le sue ambizioni alladifesa del confine sull’Eufrate e all’influenza sull’Armenia. Con Antonino Pio oriente e Romarimasero
In contatti economici. I Parti tentarono ancora un offensiva su Artmenia e Siria romane, unapestilenza costrinse i romani alla ritirata. Nel III d.C. i sasanidi Papak e Ardaxsir si estendono sull'iransud-ovest, uccidendo l'ultimo arsacide Artabano IV nel 224.
La monarchia arsacide è una mescolanza di antichi elementi parni (privilegi aristocratici come proprietà e articolazione in classi di rango: megistanes e liberi/eleutheroi; parenti del re syngeneis che sedevano con i saggi sophoi e i magi magoi nel consiglio del re synedrion), componenti iranico-achemenidi (cerimonia dell'incoronazione, custodia delle memorie del fondatore del regno con accensione di un fuoco eterno e assunzione di un nome dinastico ufficiale; gli arsacidi assunsero il titolo achemenide di Re dei Re per cercare affinità) e principi seleucidi (ellenistici, come epiteti di epiphanes, colui che risplende e dikaios, giusto e philellen). L'articolazione in classi di rango
Descritta non significava che il re fosse un fantoccio nelle mani dell'aristocrazia. Il re si dotava di speciali paramenti e insegne reali come il doppio diadema e dimostrava la sua generosità alle compagnie di caccia, ai banchetti e ai ricevimenti. I re arsacidi si presentavano con qualità divine (antica idea iranica di sovranità per grazia divina e influsso ellenistico del culto del sovrano); le saghe eroiche dell'Iran orientale si sovrapposero alle tradizioni locali o regionali, causando la scomparsa dell'autentico ricordo delle vicende dei medi e degli Achemenidi (menestrello partico gosan). Plinio il Vecchio descrive il regno partico come un insieme di regna (regni vassalli dipendenti dal punto di vista fiscale e militare dal Re dei re con larga autonomia), e che questo sistema diede risultati politici positivi. Accanto a questi vi erano le praefecture, territori direttamente dipendenti dal Gran Re, poi territori di confine protetti da marchesi (mrzwpn).
I pelatai erano una popolazione autoctona della Partia soggetta a tributi e prestazioni di servizio; i douloi (servi) erano in stato di dipendenza più stretta, servi della gleba; i liberi erano dotati di armamento pesante e combatterono a Carre contro Crasso e in Armenia e Media contro Antonio. Città in fioritura economica e culturale in epoca arsacide furono la residenza reale di Ctesifonte o Seleucia sul Tigri. L'attività commerciale tra oriente e occidente si sviluppava sulla via della seta o attraverso golfo persico e mesopotamia. La forza dell'esercito era dovuta alla collaborazione fra cavalleria corazzata dei catafratti e la cavalleria leggera degli arcieri; il tiro partico era un nugolo di frecce scoccato dagli arcieri mentre cavalcavano all'indietro simulando la fuga. Oltre la fede zoroastriana erano permessi altri culti (gli ebrei erano stimati). Molte lingue diverse e vari sistemi di scrittura sono indice di multiculturalità e motivo delSuccesso dei parti. Gli ivan erano costruzioni in mattoni con stanze rettangolari e coperture a volta che si aprivano da un lato sul cortile centrale. Alla corte soggiornavano artisti greci: la lingua partica succedette alla greca negli usi giuridici e nelle legende monetali. Per l'epoca sasanide le fonti sono le iscrizioni bi-trilingue (medio-persiano, partico e greco, imitazione della politica linguistica dei predecessori arsacidi) del III sec. d.C. (res gestae di Sabuhr I ed epigrafe di Naresh); poi gli autori greci e latini (Cassio Dione, Erodiano per la prima storia sasanide, Ammiano Marcellino per il IV sec.), le fonti cristiane siriache (antiche cronache e storie ecclesiastiche), la tradizione manichea (scritti del medio Egitto in copto, testi medio-persiani, turchi e cinesi e testi su papiro e pergamena), gli storici armeni (da leggere con prudenza per la tendenza antisasanide), i testi medio-persiani, i commenti dell'avesta e la letteratura epica e poetica di corte.
Il libro dei signori (storia nazionale dell'Iran) narra le vicende della regione dal primo re universale Gayomard fino a Xusraw II (opera letteraria di intrattenimento e di ammaestramento sociale). Molte opere sono perse con la conquista musulmana o invasioni posteriori. Poi c'è