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La vita e l'espansione dell'Islam
Nel 632 il Profeta intraprese l'ultimo pellegrinaggio verso la Mecca; tornato in condizioni precarie di salute a Medina, qui morì l'8 giugno 632, fra le braccia della sua quindicesima moglie, la diciottenne 'Aisha. Alla sua morte, dopo una serie di battaglie e vittorie, Maometto (Muhammad) era ormai padrone di tutta la penisola arabica.
L'espansione
Dopo la morte del Profeta, la guida politica e spirituale della comunità islamica fu assunta dapprima da una linea di successione di califfi. Il termine califfo fu il nome dato ai primi successori di Maometto, che guidarono l'islam in sua vece, sostituendolo in tutti i ruoli, tranne quello di profeta. Il primo califfo fu Abu Bakr, che governò dal 632 al 634 e iniziò l'espansione militare verso la Persia. Nel 634 gli succedette 'Omar, che governò dal 634 al 644, quando fu assassinato; conquistò la Siria, nel 638 entrò in Gerusalemme, conquistò...
L'Egitto e la Nubia. Il terzo califfo, 'Othman, fece curare la prima edizione integrale del Corano, con lo scopo di preservare il testo da manipolazioni, creando così il testo ufficiale. Sotto il suo califfato l'islam conquistò l'isola di Cipro, si espanse fino al Caucaso e all'India. Dopo il suo assassinio, nel 656, gli succedette 'Alì, cugino e genero di Maometto che aveva sposato Fatima, la figlia prediletta dal Profeta. Sotto il suo califfato, che durò fino al 661, all'interno della comunità musulmana si formarono varie coalizioni in contrasto fra di loro. Le tensioni divennero così acute da sfociare in uno scontro aperto, che si consumò nel 661 nella battaglia di Siffin, che vide contrapposti i sostenitori di 'Alì e i sostenitori della dinastia degli Omayyadi guidati da Mu'awiya, allora governatore della Siria. Sconfitto 'Ali, Mu'awiya gli successe e tenne il potere.
Fino al 680. Spostò la capitale dalla Mecca a Damasco; nel 674 pose sotto assedio Costantinopoli, e pose fine al califfato, in quanto dopo di lui la successione divenne dinastica, prima con gli Omayyadi, dal 661 al 750, poi con gli Abbasidi, dal 750 al 1258. L'espansione dell'islam sembrava ormai inarrestabile: nel 711 i musulmani penetrarono in Spagna, nel 712 nell'Uzbekistan e nel 713 conquistarono Samarcanda. La loro espansione dalla Spagna verso la Francia fu arrestata nel 732 da Carlo Martello (682 ca.-741) che li sconfisse nella battaglia di Poitiers. In Oriente invece si estese fino in Afghanistan. In Spagna la presenza musulmana fu viva per molto tempo, dapprima con gli Omayyadi, dal 756 al 1031, poi fino al 1492, quando con la caduta di Granada, si ebbe la totale riconquista cristiana della Spagna, sotto Ferdinando II d'Aragona (1452-1516). Questo comportò la cacciata di musulmani ed ebrei che per secoli avevano convissuto creando un
Interessante sistema di integrazione fra culture e religioni diverse. Il titolo di califfato fu ripreso dai turchi ottomani (cosiddetti da Othman, il nome del primo sultano); infatti i loro sultani, dopo la conquista dell'Egitto nel 1517, si erano attribuiti tale titolo. Conquistati i Balcani, nel XIV secolo invasero l'Europa, ponendo sotto assedio Vienna per ben due volte, nel 1529 e nel 1683. Il califfato fu definitivamente abolito nel 1924 da Atatürk, fondatore e primo presidente della Turchia. Tra il XVII e il XX secolo, con l'espandersi del fenomeno del colonialismo, si ebbe il lento ma inevitabile restringersi del potere islamico, dopo la cacciata degli arabi dall'Europa occidentale, dei turchi dall'Europa orientale, dei moghul (imperatori musulmani dal 1526 al 1858) dall'India.
Il declino dei Merovingi e l'avvento dei Carolingi. Alla morte del re merovingio Clodoveo, nel 511, il Regno Franco fu diviso fra i suoi quattro figli: nacquero
così quattro nuove realtà politiche, geografiche ed etniche, la Neustria, l'Austrasia, la Borgogna e l'Aquitania. La frammentazione del regno e l'insofferenza dell'aristocrazia, che malsopportava la presenza di una forte monarchia, ebbero come conseguenza un periodo di gravi contrasti politici e lotte intestine. I Franchi dovettero infatti abbandonare le loro mire espansioniste e fronteggiare la pressione di popolazioni germaniche ancora non convertite al cristianesimo. Della crisi del potere merovingio approfittarono le aristocrazie dei singoli regni, le quali si rafforzarono a danno della monarchia. In questo clima di incertezza emersero i maggiordomi o maestri di palazzo, funzionari preposti alla gestione della terra e all'amministrazione della fiscalità regia. Nella seconda metà del VII secolo, tra i vari maestri di palazzo si imposero i Pipinidi d'Austrasia, dal nome del loro capostipite Pipino di Lande. Questi raggiunseroIl loro apogeo con Pipino II di Heristal, i quali riunificò il regno franco e rese ereditaria la carica di maestro di palazzo. Il potere dei Pipinidi fu consolidato da Carlo Martello, suo successore, il quale si distinse per la difesa della Cristianità. A Poitiers, nel 732, scongiurò il pericolo di un'incursione musulmana dalla Spagna verso occidente. La battaglia di Poitiers rafforzò il prestigio dei Pipinidi e contribuì a delegittimare i re merovingi, passati alla storia come "re fannulloni".
I primi carolingi Carlo Martello divise la responsabilità di maestro di palazzo del regno fra i suoi due figli, Carlomanno e Pipino il Breve. Carlomanno si ritirò nel monastero di Montecassino abdicando in favore del fratello Pipino, capostipite della dinastia carolingia. Nel 751 Pipino depose Childerico III, l'ultimo sovrano merovingio, facendosi acclamare re da un'assemblea di grandi dignitari e consacrare con l'olio.
Stefano II, compie due spedizioni militari in Italia contro i Longobardi. Il dominio longobardo si apprestava ormai al definitivo tracollo. Desiderio, infatti, fu costretto a complesse trattative diplomatiche, e per ingraziarsi i Franchi diede la figlia Ermengarda in sposa a Carlo, figlio maggiore di Pipino. Nel 771 Carlo, divenuto nel frattempo unico re, ripudiò Ermengarda, costringendola all'esilio a Pavia. I Franchi entrarono nuovamente in conflitto con i Longobardi. Nel 774 Carlo scese in Italia, conquistò Pavia e fece imprigionare Desiderio. La conquista franca segnò la fine del dominio longobardo in Italia, mentre Carlo aggiunse al titolo di "re dei Franchi" quello di "re dei Longobardi". A questa data l'Italia si presentava divisa in quattro zone d'influenza: l'Italia franca, corrispondente al vecchio regno longobardo; l'Italia bizantina, che comprendeva la Sicilia, la Sardegna, la Calabria e parte della Puglia; il
Patrimonio di San Pietro, corrispondente al territorio centrale controllato dal papato; il ducato longobardo di Benevento.
Conquiste territoriali e campagne militari di Carlo Magno
Carlo regnò dal 771 all'814. Le sue conquiste gli valsero l'appellativo di "Grande". Il suo esercito, senza rivali in Europa, poteva contare su potente e ben addestrata cavalleria, su un armamento "moderno" e sull'impiego di strumenti all'avanguardia per la preparazione di campagne belliche e strategie militari. Dal 772 al 785 i Franchi combatterono i Sassoni, una popolazione pagana stanziata nella Germania del Nord. Nel 784 il re annesse la Frisia settentrionale, le cui popolazioni avevano reagito ai tentativi di conversione da parte dei missionari cristiani. Nel 776 passò all'offensiva contro i musulmani di Spagna, dove fu istituita la marca di Spagna. Queste battaglie vennero poi celebrate dai poemi cavallereschi d'Oltralpe. Celebre
L'episodio cantato dalla Chanson de Roland, la battaglia di Roncisvalle del 778, quando l'armata franca al rientro in Francia fu attaccata dai musulmani. Anche se Roncisvalle fu un episodio di secondaria importanza, l'epopea franca contribuì a diffonderne la fama nel mondo cristiano.
Caratteri della conquista franca
L'espansionismo carolingio fu una strategia mirata alla fondazione di un impero europeo. Le campagne militari furono piuttosto la risposta agli attacchi che venivano da varie direzioni. Fu nelle tradizioni guerriere e nel forte ideale religioso la molla dell'espansionismo franco. Carlo Magno si riteneva artefice di una grande missione: convertire l'Europa al cristianesimo. L'ideale da perseguire era una sorta di guerra santa da combattere contro gli infedeli per l'affermazione della vera fede: fu questo il filo conduttore dell'espansionismo carolingio. La conversione dei nemici al cristianesimo era la premessa fondamentale.
per formare un solo popolo, obiettivo da raggiungere con qualsiasi mezzo, compreso il terrore. Al servizio della chiesa di Roma Nelle vesti di monarca cristiano Carlo Magno convocò e presiedette concili di vescovi. A differenza dell'imperatore di Bisanzio Carlo non pensò mai di sostituirsi ai vescovi e al papa, e non confuse ma il potere spirituale con il potere temporale. Egli si comportò come un fedele servitore di Roma, cui era riservato il compito di combattere i nemici della Chiesa, non quello della cura spirituale dei sudditi. Ma una netta separazione della sfera spirituale da quella temporale non era di facile attuazione. A quel tempo l'intreccio tra politica e religione era ineludibile. E quanto ciò fosse vero lo dimostra la celebre rivenda della notte di Natale dell'800. La nascita del Sacro Roma Impero Nella basilica di San Pietro papa Leone III incoronò Carlo dichiarandolo "l'augusto incoronato da Dio, grande e pacifico".imperatore di Romani”. Da Roma si diffondeva un nuovo messaggio: il prestigioso titolo di “imperatore di Roma” non era più una prerogativa riservata al sovrano bizantino. Per la prima volta dalla caduta dell’impero romano,