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IL DECLINO INGLESE. L’ASCESA AMERICANA E GIAPPONESE

Il declino della Gran Bretagna.

Il declino inglese è il primo ad accadere durante l'età industriale e dimostra che essere stato il primo

stato a industrializzarsi ha presentato dei vantaggi non sufficienti per mantenere la posizione da

primato, inoltre ha anche motivazioni economico, sociali e culturali ma non politico-militari in quanto

la gran bretagna rimase sempre nella sua integrità territoriale e non ha mai perso guerre.

La gran bretagna ha continuato a crescere economicamente: è stato il primo paese a ridurre

notevolmente l'agricoltura a favore dell'industria, ma i tassi di crescita del reddito sono stati inferiori

rispetto a quelli degli altri paesi come gli Stati Uniti e il resto dei paesi europei i quali dopo la seconda

guerra mondiale riuscirono a pareggiare i propri redditi pro capite.

I fattori che vengono considerati colpevoli del declino inglese sono:

1. L'industrializzazione precoce, la quale ha portato sicuramente dei vantaggi dal punto di vista

competitivo ma anche degli svantaggi: i macchinari di prima generazioni raggiunsero ben

presto l'obsolescenza economica (non erano più efficienti e competitivi)

2. Le rigidità istituzionali: la gran bretagna aveva avuto una rivoluzione interna ma non notò le

innovazioni istituzionali dell'800, difatti non riuscì a creare un efficiente sostegno finanziario

per le imprese e la necessaria trasparenza informativa della borsa non era disponibile al

pubblico, non venne introdotto un sistema pubblico di istruzione e non si interessò

all'istruzioni tecnica, quindi i tecnici erano autodidatti e ciò non permise alla gran bretagna di

performare bene durante la seconda rivoluzione industriale, l’evoluzione verso forme di

organizzazione manageriale delle imprese fu molto più lenta che in Germania e negli USA ->

Lazonick nota che la fabbrica inglese non era organizzata secondo il modello taylorista e

quindi questa organizzazione del lavoro non poteva essere competitiva con quella tedesca o

americana, infine lo stato preferì investire diverse risorse nel colonialismo e non nello sviluppo

del paese.

3. Il peso della leadership: la leadership internazionale di un paese porta ovviamente ad un

sostegno dei suoi redditi, ma impone anche dei costi come i costi militari e amministrativi per

il mantenimento delle colonie, il sostegno del gold standard in quanto la Bank of England

amministrava le politiche monetarie per assicurarsi la stabilità internazionale (amministrò le

riserve giapponesi e statunitensi) non curandosi dell'interesse nazionale, inoltre gli interessi

della grande piazza finanziaria City prevalevano su quelli delle industrie inglesi. Infine, la gran

bretagna venne coinvolta in molte guerre con l'intento di bilanciare i poteri in europa, ciò

insieme al colonialismo portò ad eccessivi investimenti militari e perdite di capitale umano.

Il declino della gran bretagna fu fermato negli anni 30 e 40 e riprese inaspettatamente dopo la

seconda guerra mondiale.

L'ascesa degli Stati Uniti.

Il processo di sviluppo americano discende da quello europeo da cui riprende i valori di fondo,

mostra invece differenze nel modo di realizzazione e nel contesto in cui si inserisce.

Nonostante la colonizzazione degli Usa fosse iniziata nella prima metà del XVII secolo, il

popolamento europeo fu molto lento. Divenne indipendente dalla gran bretagna nel 1776 con la

Dichiarazione dei diritti e con la vittoria delle guerre d'indipendenza divenne un governo federale nel

1789. L'unico momento di conflitto tra gli stati americana si ebbe durante la guerra di secessione

(1861-1865) che oppose gli stati del nord a quelli del sud e portò alla vittoria dei primi e all'abolizione

della schiavitù.

Lo sviluppo industriale non iniziò rapidamente -> alla fine del 700 la maggior parte della manodopera

era impiegata nell'attività agricola. Le industrie iniziarono a diffondersi nell'800, i salari erano alti e la

tendenza alla meccanizzazione forte. Il vero decollo del paese è stato guidato dalle ferrovie nella

seconda metà del 800, le quali unificarono il mercato.

La crescita continuò fino alla crisi del 1929 e fu caratterizzante la grande impresa (corporation) nei

settori ad alta intensità di capitale. Quest'ultima portò al successo americano sull'europa per diversi

motivi:

1. Il rapporto tra risorse e popolazione: il vasto territorio americano era scarsamente popolato

da indigeni semi primitivi, i colonizzatori europei non trovarono difficoltà a marginalizzare le

popolazioni indigene e ad appropriarsi delle risorse presenti; questa abbondanza di risorse

segnò la mentalità americana in gran modo, essi da sempre trovarono il modo più efficiente

per gestire le risorse piuttosto che il modo per sottrarle ad altri posseditori. In europa la

scarsità portò a conflitti distributivi mentre negli stati uniti portò ad un migliore sfruttamento

delle risorse.

2. Implicazioni di una popolazione di emigranti: nel corso del 900 circa 30 milioni di europei

emigrarono negli stati uniti alla ricerca di impiego, quindi la popolazione americana era

formata da persone disposte al rischio per migliorare la propria condizione (self made man),

inoltre i migranti, avendo background culturali diversi, svilupparono valori americani che

venivano condivisi da tutti in un melting point che annullò il rischio di formazione di etnie

diverse, le quali erano fonte di scontri in europa. La proclamazione dello stato federale era

dovuto al fatto di dover fronteggiare la potenza britannica e organizzare i diversi stati

lasciandogli una vasta autonomia (decisione che poi risulta fondamentale per la realizzazione

di un mercato e una moneta unici).

3. Nuove leggi: il nuovo territorio mancava di popolazione e di cultura, ma anche di leggi. Le

nuove leggi vennero introdotte democraticamente ed erano coerenti alle esigenze di

produttività e efficienza nate con lo sviluppo dell'economia. Persino l'urbanistica delle nuove

città americane era più adatta all'industrializzazione di quanto lo era quella delle città

europee.

Per questo la grande impresa ebbe successo negli stati uniti. In America non vi erano mercati già

funzionanti o artigiani con una loro professionalità, gli immigrati avevano una scarsa istruzione e

quindi il miglior modo di sfruttare le risorse fu quello di creare imprese che controllassero l’intero

processo di produzione attraverso integrazioni. la grande impresa nacque a partire dalle ferrovie le

quali lunghezze comportavano un certo coordinamento che si realizzò grazie alla formazione di

un’efficiente struttura manageriale che comprendeva una line con responsabilità operative e lo staff

con responsabilità di pianificazione e attiva un sistema informativo basato sui reports che

permettevano una dettagliata analisi dei costi.

Vi fu poi l’ascesa dei telegrafi, dei telefoni, dell’acciaio, del petrolio, l'elettricità, e poi l’automobile

con Henry Ford che introdusse una catena di montaggio completa che consente di abbattere i costi e

i tempi di produzione (con il modello Ford T). L'unico settore a non primeggiare fu quello della chimica

che fece un gran salto di qualità con la petrolchimica. Il sistema economico americano era quindi

basato sulla grande impresa che era preferita allo stato perché espressione più diretta del popolo e

quindi assume anche diverse responsabilità sociali. Le banche erano mantenute piccole da una

legislazione restrittiva. Durante le guerre civili fu emanato il Banking act che impone alle banche

nazionali di avere un'unica sede senza filiali, a differenza di quelle interne ad ogni stato a cui era

permesso possederne qualcuna, inoltre esse non potevano concedere in prestito più del 10%del loro

credito ad unico cliente. Venne fondata la borsa e fu chiesto allo stato un certo protezionismo e una

legislazione anti trust. A fine 800 il reddito pro capite americano era maggiore di quello inglese e

l’economia americana divenne la più importante in termini assoluti.

Tuttavia gli europei non sentivano ancora la competizione degli americani in quanto essi erano più

concentrati sul mercato interno e non su quello estero e non sentivano la necessità di togliere la

leadership mondiale alla Gran Bretagna. Solo dopo la seconda guerra mondiale questa tendenza

isolazionista terminò.

Il Giappone, l'unico paese di cultura non europea riuscito a decollare.

Il giappone durante il corso della sua storia ha subito forti influenze cinesi, le quali hanno reso i

giapponesi una civiltà sofisticata e complessa e basata su un nazionalismo spinto, sviluppato per

distinguersi dalla Cina.

A differenza della Cina, aveva un imperatore che nel settimo secolo d.c. divenne costituzionale in

quanto conservava un potere simbolico ma non esercitava direttamente il potere, il quale venne

messo nelle mani del capo dell'aristocrazia militare, lo shogun. Il giappone pre industriale presentava

grandi città e mercati funzionanti, l'istruzione era riservata solo alle classi più elevate (samurai).

Tuttavia, come la cina, il giappone era chiuso all'influenza occidentale limitando il commercio a una

nave olandese all'anno (politica del paese chiuso). Per questo motivo non stette al passo con gli

sviluppi europei e americani.

Tra il 1853-4 avviene la penetrazione occidentale in Cina guidata da Matthew Perry, il quale una volta

sbarcato a Tokyo obbligò l’imperatore a cambiare la politica estera e a mantenere i dazi non superiori

al 5% con la minaccia di bombardare la capitale (patti ineguali). Salì al potere il giovane Mutsuhito

che attuò diverse riforme istituzionali (restaurazione Meiji) tra cui l’abolizione delle caste e i samurai

vennero più stipendiati e la burocrazia statale venne modernizzata. Molti giovani vennero mandati in

Occidente per studiare e dare alle riforme giapponesi un'ispirazione più occidentale, venne abolito il

sistema feudale e si adottò un governo centrale sul modello francese, la finanza seguì prima il

modello americano e poi quello tedesco, venne riformata l’istruzione e nel 1882 viene fondata la

banca centrale e nel 1889 venne diffusa la costituzione.

In questo momento il Giappone poteva avviare lo sviluppo industriale, il tentativo del governo Meiji di

creare imprese pubbliche fallì, esse vennero vendute e lo stato si limitò ad un ruolo di

coordinamento.

Non fu facile per il Giappone decollare a causa del suo territorio montuoso e della scarsità di materie

prime, era necessario importare diversi prodotti il cui costo doveva essere sostenuto con le

esportazioni della seta grezza di cui divenne un grande esportatore superando anche l’Italia. Siccome

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sbuccolieri di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Besana Claudio.
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