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Uniti nel decennio successivo, con la nascita, nel 1976, della American Society for Environmental History e di

riviste come Environmental History. In Europa, nonostante la presenza di numerosi cultori, la fondazione

della European Society for Environmental History avvenne solo nel 1999, sebbene la rivista europea

Environment and History fosse attiva dal 1995.

Il Ruolo Centrale dell'Uomo e l'Oggetto di Studio: La EH si occupa essenzialmente dei condizionamenti

reciproci tra uomo e ambiente. La relazione tra uomo e ambiente è considerata biunivoca, permettendo di

studiare i condizionamenti da entrambi i lati. A essere centrale nell'EH è l'uomo, e non la "natura" in sé.

La disciplina si è concentrata su due macro-temi principali:

1.​ Il modo in cui l'ambiente ha influenzato l'attività umana nel breve, medio e lungo periodo, e, di

conseguenza, il modo in cui gli esseri umani si sono adattati all’ambiente.​

2.​ Il modo in cui gli esseri umani hanno determinato cambiamenti nell’ambiente per perseguire i propri

obiettivi, e, di conseguenza, il modo in cui gli esseri umani hanno adattato l’ambiente alle proprie

esigenze, volontariamente o involontariamente.​

Il punto di partenza per lo studio sono gli ecosistemi, che sono di per sé complessi e i cui equilibri risultano

molto fragili e bisognosi di controllo.

II. La Prima Grande Rivoluzione Economica: L'Agricoltura

Per decine di migliaia di anni l'uomo è rimasto nella condizione di cacciatore-raccoglitore, vivendo in piccoli

gruppi nomadi privi di differenze sociali. L'impatto sugli ecosistemi durante questa lunga rincorsa dell'uomo è

stato ancora trascurabile. La migrazione, cosiddetta“Out of Africa”, coinvolse ingenti gruppi di sapiens tra

60.000 e 15.000 anni fa.

Il momento di svolta, che segna la fine della fase nomade, è collocato tra la fine dell'ultima glaciazione (circa

11.000 a.C.), l'invenzione dell'agricoltura e l'addomesticamento degli animali (circa 8.500 a.C.). Questa è

considerata la prima grande rivoluzione economica della storia.

La Tesi di Jared Diamond sul Divario di Sviluppo

Jared Diamond, uno scienziato, offre una chiave di lettura di lungo periodo delle differenze di sviluppo tra le

diverse parti del mondo, partendo proprio dall’ambiente.

Secondo Diamond, l'ambiente gioca un ruolo fondamentale poiché, quando tutto ha avuto inizio, non tutte le

parti del mondo avevano le stesse possibilità. Chi poteva contare su un ambiente e un clima favorevole

aveva inizialmente una maggiore disponibilità di piante coltivabili e animali addomesticabili.

Diamond, riprendendo gli studi pionieristici dell'agronomo russo Vavilov, evidenzia che le zone dove fu

inventata l'agricoltura e da cui si diffuse erano poche: principalmente la Mezzaluna Fertile e la Cina, con

l'aggiunta di poche aree americane.

L'agricoltura iniziale si basò sui cereali, sebbene con piante dominanti diverse:

-​ Riso in Cina/Oriente

-​ Frumento nel Mediterraneo

-​ Mais nelle Americhe.

La Disparità Iniziale (A chi tutto e a chi niente):

Il Vicino Oriente, l’Europa e il Nord Africa contavano su trentatré piante e nove specie animali adatte

all’addomesticazione.

L'Asia orientale aveva dodici piante e nove specie animali.

L’Africa subsahariana, le Americhe e l’Oceania avevano tutte insieme solo diciassette piante e una specie

animale.

Le regioni tropicali risultarono particolarmente svantaggiate a causa di suoli meno fertili, un clima poco

favorevole, e soprattutto per la presenza di malattie endemiche dovute alla mancanza di una stagione

fredda capace di ridurre periodicamente la popolazione di parassiti, batteri e virus.

Queste differenze erano già evidenti 4.000 anni fa. La situazione venne in parte modificata solo dallo

scambio colombiano, quando l'Eurasia e il continente americano entrarono nuovamente in contatto dopo

millenni di separazione dovuta alla deriva dei continenti. Tuttavia, anche lo scambio colombiano portò alcuni

danni verso i luoghi già svantaggiati. Ad esempio, mentre l’Europa importò mais e patate, le Americhe

importarono bestiame e malattie che risultarono fatali per i nativi. Al momento della scoperta dell'America, le

aree più densamente popolate e con agricolture più produttive (come l'Europa e la Cina) non erano molto

diverse dalla situazione di 3.500 anni prima.

Il Vantaggio della Disposizione Continentale

Secondo Diamond, il grande vantaggio dello spazio eurasiatico deriva dal fatto di essere orientato lungo i

paralleli. Gran parte di esso è compreso nella fascia climatica temperata, rendendo molto più agevole la

diffusione di uomini, animali, piante, informazioni e idee, facilitando gli scambi. Al contrario, i continenti

americano e africano sono orientati prevalentemente nel senso dei meridiani, per cui spostarsi implica

imbattersi inesorabilmente nelle sfavorevoli zone tropicali.

III. Il Clima: Una Variabile Ineludibile

Le condizioni climatiche sono una variabile imprescindibile che influisce pesantemente sulle condizioni di vita

dell'uomo. Non a caso, già dall'antica Grecia, diversi pensatori (come Montesquieu con la sua teoria

sull'influenza del clima sul carattere dei popoli) ritenevano il clima una variabile esplicativa molto importante.

Esempi storici che dimostrano l'influenza del clima:

-​ Wolfgang Behringer fa dipendere il successo dei Romani e la ripresa economica basso medievale

da optimum climatici.

-​ John D. Post lega le gravi difficoltà europee del quadriennio 1816-1819 alle durissime condizioni

climatiche del 1816, il famoso "anno senza estate".

Nonostante il rapporto biunivoco tra uomo e ambiente, per millenni è stato l'ambiente a giocare il ruolo del

più forte. La consapevolezza che l'uomo si è dovuto adattare a ecosistemi e climi diversi spiega perché gli

esiti storici non siano stati univoci; nascere tra i ghiacci dell'Artico offre meno possibilità rispetto alla pianura

padana.

Ambiente e Istituzioni: Richiamare le condizioni ambientali non significa adottare un determinismo

geografico-ambientale esclusivo. L'ambiente favorevole è una ragione necessaria ma non sufficiente per il

successo economico e politico. Tuttavia, è logico riconoscere che l'ambiente e il clima, come causa,

precedono inevitabilmente l'effetto, e sono arrivati molto prima delle istituzioni.

Il Dibattito Contemporaneo sul Clima: Negli ultimi anni, il dibattito sul cambiamento climatico è molto

acceso, concentrandosi soprattutto sulla misura in cui è attribuibile all'impatto delle attività umane. Le

posizioni sono spesso conflittuali, anche a causa dei grandissimi interessi economici in gioco.

Un dato incontestabile è la velocità dei cambiamenti attuali, mai verificatasi prima, un esito non estraneo alla

crescita pluridecennale delle emissioni di CO . Le emissioni sono diminuite in Europa dopo Kyoto, mentre

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paesi come Cina, India e Stati Uniti mostrano ancora una fase di enorme crescita o livelli alti di emissioni.

IV. L'Impatto delle Catastrofi

Le catastrofi sono eventi imprevedibili e di grande portata che hanno significative ricadute economiche,

distruggendo capitale umano e/o fisso (necessitando quindi di ricostruzione). L'Europa occidentale sembra

godere di una condizione di grande vantaggio rispetto alle zone orientali per quanto riguarda le catastrofi

naturali.

Le catastrofi si distinguono in base alla loro origine:

1. Catastrofi di tipo Geofisico (Terremoti ed Eruzioni Vulcaniche):

Non dipendono dall'attività dell'uomo. I dieci terremoti che hanno fatto più vittime nella storia non hanno

coinvolto l’Occidente: nove sono avvenuti tra Asia e Vicino Oriente (quattro in Cina) e uno in America

centrale. Per trovare un terremoto catastrofico in Occidente bisogna scendere al dodicesimo posto (Messina

e Reggio Calabria, 1908). Similmente, delle sei eruzioni vulcaniche con più di 10.000 vittime, quattro sono

avvenute in Asia e due in America centro-meridionale.

2. Catastrofi di tipo Climatico (Alluvioni, Siccità, Uragani):

◦ La peggiore inondazione in Europa nel XX secolo (Mare del Nord, 1953) ha causato circa 2.000 morti.

◦ In Cina, le inondazioni del Fiume Giallo del 1887 e del 1931 hanno causato rispettivamente 1-2 e 3-4

milioni di morti.

◦ Cicloni e uragani più catastrofici si verificano prevalentemente in altre parti del globo (es. India 1839,

Bangladesh 1970).

3. Carestie (Spesso indotte dal Clima):

Anche in questo caso, l'Asia si trova in una situazione peggiore. Nella classifica delle dieci carestie più

catastrofiche per numero di vittime, solo una si trova in Europa, all'ultimo posto: la carestia irlandese del

1845-1853, che causò 1,5 milioni di morti e l'emigrazione di 2 milioni di persone.

4. Catastrofi di tipo Biologico (Epidemie):

Le epidemie, come la peste, sono quelle che avvicinano di più Oriente e Occidente, essendo le più

catastrofiche e impossibili da circoscrivere, causando milioni di morti (come dimostrato anche dal Covid).

5. Catastrofi di tipo Sociale (Guerre):

Sono le uniche che dipendono esclusivamente dall'uomo e non dall'ambiente o dal clima. L'impatto distruttivo

delle guerre è aumentato significativamente a partire dal XX secolo a causa del progresso tecnologico delle

armi; le prime sei guerre per numero di morti sono tutte nel Novecento (con la Seconda Guerra Mondiale in

testa con circa 70 milioni di vittime).

V. Le Conseguenze Rivoluzionarie dell'Agricoltura

L'invenzione dell'agricoltura è la prima grande rivoluzione economica della storia e ha prodotto due enormi

conseguenze che hanno cambiato il corso della storia.

1. Aumento Demografico:

Si è verificato un aumento senza precedenti della popolazione, anche se la causalità (se l'agricoltura sia

causa o conseguenza della crescita demografica) rimane dibattuta. È indubbio che un ettaro coltivato è in

grado di nutrire da 10 a 100 persone in più rispetto all'attività di caccia e raccolta. La popolazione mondiale,

che all'inizio dell'agricoltura contava 5-10 milioni, raggiunse i 200-240 milioni al momento della nascita di

Cristo.

2. Nascita delle Città:

La seconda conseguenza fondamentale, avvenuta circa 5.500 anni fa, è la nascita delle città. Le città

(come dimostra lo stendardo di Ur, che 4.500 anni fa contava oltre 20.000 abitanti) sono nate grazie a un

surplus agricolo e rappresentano la prima grande divisione del lavoro della storia.

La nascita delle città permise:

-​ La nascita di società sedentarie.

-​ Il delinearsi della stratificazione sociale.

-​ La diversificazione dell'economia.

-​ Lo sviluppo de

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Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gabriele.3vsan di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Mocarelli Luca.
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