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VANTAGGI E CARATTERISTICHE DELLA MANIFATTURA DECENTRATA

L'estrema flessibilità di questo sistema sta nel fatto che i mercanti-imprenditori

pagano i lavoratori solo quando c'è lavoro disponibile. Se non c'è domanda, non vi

è alcuna spesa da sostenere. In caso di calo della domanda, i mercanti possono

semplicemente non dare lavoro e, quindi, non avere costi. Al contrario, se vi è un

aumento della domanda, il mercante può distribuire il lavoro a un numero

maggiore di lavoratori.

Questo sistema consente ai mercanti-imprenditori di organizzare la filiera

produttiva, distribuire il lavoro a domicilio e occuparsi del ritiro e del commercio

dei prodotti finiti, anche a livello internazionale. I lavoratori possono, inoltre, fare

contratti con altri mercanti-imprenditori. Più prestazioni svolgono, più lavoro

guadagnano.

PROBLEMA: Se il mercato tira tantissimo bisogna aumentare la produzione e allo

stesso tempo la produttività del lavoro. E qui nascono grossi problemi perché il

sistema della manifattura decentrata funziona bene solo se le oscillazioni di

mercato non sono elevate. Incomincia ad avere problemi nel momento in cui c’è

una forte crescita del mercato perché ognuno lavora a casa propria e non in

esclusiva per un solo mercante.

È un sistema:

• in cui il capitale circolante prevale su quello fisso perchè il mercante da

● lavoro, ma non possiede i mezzi produttivi perchè sono di proprietà di chi

deve svolgere il lavoro. Il mercante mette il capitale circolante, ovvero quello

necessario per far lavorare, ma non mette quello fisso, non ha delle spese

iniziali.

• Caratterizzato da un elevato rischio tecnico e commerciale perché sta

● producendo per un mercato estero e non sa come potranno andare le cose.

Una volta mandata e venduta la merce, passa moltissimo tempo prima che

il mercante riscuota il denaro della vendita.

Caratterizzato da una notevole dispersione territoriale perché ognuno

● lavora a casa propria

Caratterizzato da una marcata, ma non totale, arretratezza tecnologica. Il

● mercante non può controllare il lavoro, non sa se i suoi lavoratori lavorano

veramente, per quanto tempo e in che modo. Il sistema non è più efficace

ed efficiente quindi nel momento in cui il mercato si amplia enormemente

e c’è necessità di aumentare la produzione attraverso la produttività del

lavoro, sposta i lavoratori dal loro domicilio a un’unica sede comune,

passando così alla

FABBRICA ACCENTRATA.

In questo modo si possono controllare i lavoratori.

La produttività del lavoro aumenta immediatamente con il passaggio da un

sistema di manifattura decentrata a uno di manifattura accentrata.

L’accentramento è direttamente correlato alla necessità di rispondere a una

crescita del mercato molto più forte e ampia. (I mercanti iniziano a centralizzare

il lavoro)

IL LATO NEGATIVO: della fabbrica accentrata è la presenza di un salario, di un

pagamento fisso a ore, stabilito da un contratto e non più sulla base del lavoro

svolto.

In caso di crisi l’imprenditore ha elevatissimi costi perché deve comunque

pagare i lavoratori, nonostante non ci sia lavoro. Nella fabbrica accentrata

l’imprenditore ha il carico anche del capitale fisso e non più solo quello circolante.

Il passaggio dalla manifattura decentrata alla fabbrica accentrata è la

dimostrazione di un’economia europea che si sta espandendo sempre di più a

livello produttivo. La fabbrica accentrata è uno dei simboli della rivoluzione

industriale inglese. Alcuni sistemi di fabbrica accentrata erano già conosciuti nel

Medioevo. Esempi concreti sono l’ Arsenale (= entravano i tronchi in legno ed

uscivano le navi costruite di tutto punto. Era necessario avere la possibilità di

aumentare la produttività del lavoro in caso di emergenza bellica) e la Zecca (=

luogo fisico dove si coniano le monete) di Venezia. Questo sistema riduce la

flessibilità del lavoro , ma garantisce un maggior controllo sulla flessibilità.

5. TECNOLOGIA:

• Orologio meccanico

• Mulino idraulico

L’introduzione dell’orologio meccanico nelle città fu importantissimo.

strumento cambiò la percezione e l'uso del tempo, diventando essenziale

Questo

per scandire il ritmo del lavoro e degli affari. L'orologio meccanico, sebbene fosse

stato utilizzato prima in Asia, divenne in Europa uno strumento per organizzare il

lavoro e la produzione. A Chioggia, in Italia, si trova l’orologio meccanico

funzionante più antico d’Europa, nella Torre di Sant’Andrea.

All’inizio il processo di trasformazione avviene sfruttando l’energia muscolare

dell’uomo o di una bestia. Sia gli uomini che le bestie hanno però dei difetti: non

hanno moto continuo, si stancano, vanno quindi sostituiti o va interrotta la

produzione. Poi per poter lavorare e svolgere il proprio lavoro devono

necessariamente mangiare, se non mangiano non sprigionano energia quindi

determinano dei costi aggiuntivi.

In età preindustriale ci sono due forze naturali e inanimate che si possono

sfruttare per fini industriali di trasformazioni: il vento e l’acqua. (Il vento è presente

solo in alcuni luoghi o con forze magari non sufficienti).

In età preindustriale chi ha l’acqua può dare movimento agli impianti, ai MULINI.

I mulini non vengono utilizzati solo per la semplice molitura dei grani (moto

rotatorio generato da un corso d’acqua, una ruota idraulica e un albero motore).

Gia in età Medievale si sviluppa uno strumento tecnologico ulteriore che prende il

nome di “camma” che permette di trasformare il moto rotatorio in moto alternato

(su giu), adatto a una grande varietà di applicazioni.

In questo modo si possono fare tutte le operazioni (e non solo macinare i grani)

.Un esempio significativo è l'uso del mulino in Italia per la follatura dei panni e

per la lavorazione della carta, e in Normandia per la lavorazione del legname.

Lo sfruttamento dell'energia idraulica ed eolica attraverso i mulini è, quindi, un

esempio di tecnologia vincente. L’utilizzo in attività produttive che esulano dalla

semplice molitura dei grani inizia col X secolo e conosce un enorme successo.

Secondo alcuni storici, si può addirittura parlare di una «rivoluzione industriale»

medievale. Forse è esagerato, ma si tratta comunque di un fenomeno imponente.

Già nel XIII secolo, sono circa 300.000 le ruote idrauliche attive, destinate a

crescere nei secoli successivi.

Il mulino viene dunque utilizzato per un’estrema varietà di fini col duplice risultato

di ridurre l’impiego di manodopera e ottenere un rilevante aumento della

produttività.

Nonostante i progressi, la ruota idraulica ha un limite strutturale nella capacità di

generare energia: la sua grandezza e la velocità con cui l’acqua la fa girare. Questo

limite verrà superato solo con la rivoluzione industriale e l’adozione del vapore.

(Vicenza: fiume Retrone, va talmente piano che sembra vada all’indietro. È

perfetto come canale industriale in quanto, avendo un corso lento e costante, è

perfetto per dare movimento al mulino.

Bacchiglione: più infido, soggetto a piene ma comunque buono per dare

movimento alle ruote idrauliche)

Anche la produzione attraverso le ruote idrauliche ha dei difetti: la produttività che

può essere generata dalla ruota idraulica. La ruota idraulica non può generare

energia più forte della velocità del corso d’acqua che la fa muovere. Ha dei limiti

strutturali, oltre una certa velocità non può andare e non può generare un

movimento troppo veloce. (Vapore > forza energetica).

Attraverso la costruzione delle centrali idroelettriche e delle turbine si riesce a

velocizzare l’acqua, facendola tornare così alla sua “supremazia”.

6. COMPARTI FORTI e COMPARTI DEBOLI

Il settore manifatturiero prevalente, per numero di addetti, capitali impiegati e

valore della merce prodotta, in età preindustriale è il settore TESSILE. (Seta e lana)

I settori principali, base, sono tre e sono strettamente legati alle necessità primarie

dell’uomo:

• Settore agro-alimentare

• Settore tessile: setificio, lanificio, produzione di tessuti di lino, canapa, cotone..

•Settore dell’edilizia Il lanificio è quell’attività che produce il necessario per vestire

gli abitanti d’Europa.

Per quanto riguarda il tessile due sono i comparti più praticati e che hanno una

particolare rilevanza per il commercio internazionale: il LANIFICIO e il SETIFICIO.

Esiste anche la produzione di tessuti di lino, canapa, cotone o misti con un rilievo

più locale che internazionale.

Il setificio è altrettanto importante, ma produce dei beni molto più costosi della

lana quindi si rivolge a un segmento di mercato più limitato. Il cotone in questa

fase è poco importante, la gente si veste poco di cotone, non è un vestiario adatto

al clima europeo in età preindustriale. Il settore del cotone esploderà solo con la

rivoluzione industriale quando gli inglesi produrranno capi in cotone soprattutto

da esportare.

In Europa non si può coltivare il cotone neppure nelle zone più calde come la

Sicilia. Il cotone si ottiene da due aree: l’Egitto e la Siria. Solo a partire con il 500

anche in India. E solo dopo tra fine 700-800 le plantation americane degli stati

uniti del sud.

IL COTONE DIVENTERÀ IL PRODOTTO ALLA BASE DELLA RIVOLUZIONE

INDUSTRIALE INGLESE.

Non perché l’Inghilterra coltiva cotone ma la sua fortuna è che capisce che il

cotone è un prodotto globale(nel resto del mondo sono tantissime le persone che

non si vestono di lana per le condizioni climatiche).Gli inglesi decidono di

importare la materia prima, la lavorano in Inghilterra e la esportano all’estero.Una

delle maniere attraverso cui il mondo occidentale riesce ad avere la meglio dal

punto di vista economico.(COTONIFICIO)

LINO E CANAPA:

Lino e canapa sono comparti tessili che hanno un rilievo limitato perché non sono

adatti al vestiario di tutti giorni. Il lino viene usato quasi esclusivamente per la

produzione di biancheria intima. Il contadino del basso vicentino non si metteva

la biancheria intima e solo le fasce di popolazione più elevate si vestivano. La

canapa veniva utilizzata ma è un prodotto perfetto per la produzione degli

involucri. Per coprire altre merci destinate all’esportazioni.

Il LANIFICIO è il s

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A.A. 2024-2025
50 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher eleonora_0000 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Demo Edoardo.