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La scuola sovietica del montaggio

Pratica decostruzionista degli anni '20. Il cinema sovietico rappresenta un momento di grande sviluppo.

La riflessione sul cinema sovietico è connessa alla situazione politica di quegli anni. Nel 1917 lo zar Nicola II viene deposto, il potere è nelle mani di un governo provvisorio, con a capo il partito riformista (menscevichi). Nell'ottobre dello stesso anno il partito radicale dei bolscevichi, capeggiati da Lenin, prende il potere e nasce l'URSS.

Il cinema è quindi figlio della "Rivoluzione d'Ottobre", rivoluzione che ritroviamo anche nelle arti, la cui parola d'ordine è infatti "Ottobre delle arti": c'era l'idea che la tradizione artistica borghese doveva essere cancellata a favore di un'arte del proletariato e della fabbrica. L'arte è una pratica sociale, capace di veicolare stimoli, emozioni, idee e modi di pensare politicamente. Questi sono anche gli anni

dellateorizzazione dei "formalisti russi" che concepiscono l'opera d'arte come una strutturae come tale si cerca di studiare la possibilità di sfruttarla per una riflessione estetica epolitica --> in questo studio è essenziale il montaggio. Il cinema è, quindi, come l'arteperché è l'arte del montaggio, dell'unire insieme dei pezzi.Il pioniere del cinema sovietico è considerato Lev Kulesov famoso per unesperimento, realizzato a partire da tre primi piani identici di un attore e tre diverseinquadrature, che dimostra come il senso ultimo del film derivi dal montaggio e vengaaggiunto dallo spettatore. L'effetto K. spiegato da Hitchcock: a seconda di ciò che sivede l'inquadratura può avere significati molto diversi; il significato dell'immaginederiva dal rapporto con le altre.. Molti dei registi di questi anni si ricollegheranno aquesta lezione, tra questi troviamo Ejzenstein,

Il suo allievo adopera il montaggio come conflitto, ossia, bisogna accostare inquadrature in contrasto tra loro per dare un risultato di shock e pensiero, il cosiddetto "cine-pugno". E. teorizza il montaggio delle attrazioni -> il montaggio deve anche suscitare una reazione psico-sensoriale nello spettatore, che lo conduca ad una presa di coscienza dei modi in cui è costruito il film, e quindi all'uscita da una posizione statica e passiva (estasi). Le attrazioni sono finalizzate alla ricezione di un messaggio ideologico, perciò il montaggio di E. è anche un montaggio intellettuale = idea di fondo è, dunque, che il cinema è uno strumento di lotta.

I suoi film rappresentano delle riflessioni sui momenti di lotta del proletariato russo.

  1. "Sciopero" (1925): ripercorre uno sciopero del 1912. È un film stratificato in cui confluiscono opzioni innovative diverse, cinema di situazioni collettive in cui è protagonista la massa.

degli operai. Famosa è la scena finale della strage degli scioperanti c'è un montaggio ellittico all'inizi; la macchina da presa è vicino ai volti, ai corpi ma in modo enigmatico - inquadrature shock; intravediamo il montaggio intellettuale nel momento in cui gli scioperanti vengono trattati come animali dalla polizia zarista e il bue viene squartato da un mattatoio; c'è una sorta di crescendo di ritmo fino all'esplosione finale per produrre un concetto, sorta di 'metafora filmata'.

2. "Ottobre" (1927) film in cui il montaggio intellettuale raggiunge i suoi risultati più compiuti, soprattutto nelle sequenze sulle tentazione autoritarie di Kerenski. La scena delle scale ripetuta continuamente ci rende l'idea dell'ascesa sociale del protagonista. Ci sono stacchi di montaggio molto carichi, grotteschi che servono a dare un'interpretazione politica. L'accostamento di inquadrature non serve a

costruire un racconto ma a produrre un'idea, si parla di "cinema eidetico" (1+1=3 perché si aggiunge un surplus di senso). C'è una riflessione molto elaborata di carica sul potere. IL NEOREALISMO ITALIANO È il punto cardine su cui si struttura il cinema italiano (1943-1945/48 anche se la chiusura definitiva è nel 1952).- Dopo la 1a Guerra Mondiale ci sarà una crisi forte nel cinema italiano: la produzione è scarsa, il mercato italiano è invaso dai film stranieri e non c'è un rinnovo dei generi italiani, per cui alla fine del muto è un cinema bloccato. Prima del Fascismo, la rivista "Cinema" diventa fucina di idee innovative sul cinema e molti intellettuali vi aderirono. Con il regime fascista c'è una ripresa, con Mussolini e, in generale, con l'introduzione del sonoro c'è una rinascita. Nascono delle iniziative private come la "Cines" di Pittaluga, poi il

Fascismo prende il controllo del cinema e l'iniziativa subisce un contraccolpo perché gli studi vanno in fiamme proprio mentre si sta costruendo "Cinecittà" (1937) sul modello americano (inaugurata con "Scipione l'Africano").

Nel 1924 è stato fondato l'istituto LUCE (acronimo di "L'unione cinematografica educativa") che produrrà cinegiornali a partire dal 1927. Negli anni '30 ci si concentra sul cinema narrativo, di finzione; viene fondato il "Centro Sperimentale di Cinematografia" (1935) con a capo Luigi Freddi. C'è quindi da parte del regime fascista una progressiva attenzione al cinema: Mussolini dice infatti che "il cinematografo è l'arma più forte", idea di usare il cinema come arma politica. In realtà, Luigi Freddi, che era un intellettuale, intraprende dei viaggi per vedere come funzionano le cinematografie di diversi paesi, va in Germania e negli USA:

capisce che in Italia, il modello tedesco di propaganda è troppo esplicito e meno efficace perché il messaggio diretto non va bene per i film di finzione. Il modello americano, invece, è giusto perché è un cinema che fa passare contenuti ideologici, proponendo un'immagine della società.

Il cinema fascista è caratterizzato dalla produzione di commedie costruite sul modello di quelle americane, come "Accadde una notte". Cinema chiamato dei "telefoni bianchi", facendo passare l'immagine di un'Italia dominata da oggetti di lusso; si intravede l'ideologia fascista perché sono film fondati sull'elogio della piccola borghesia (base del fascismo), facendogli presagire un mondo di lusso. Le commedie sono chiamate anche "commedie ungheresi" perché spesso erano ambientate in Ungheria per evitare riferimenti diretti alla realtà fascista. Si tratta di un cinema che esclude

Un'altra parte della realtà dell'epoca (povertà, miseria materiale e morale del sud), cinema che nasconde delle cose per far vedere una realtà pulita, trasparente e senza disagi. Aspetto importante del cinema fascista è il protezionismo -> promuove l'idea che se un esercente vuole proiettare un film straniero deve pagare una tassa, per cui nessuno distribuisce più film stranieri in Italia dal 1938 al 1946. Tuttavia, nei circoli intellettuali i film stranieri continuavano ad arrivare, continuavano a praticare cosmopolitismo e comunicazione transnazionale. Con la caduta del Fascismo il cinema si guarda con disprezzo per tutto quello che aveva rappresentato, per questo motivo si è alla ricerca di un cinema nuovo.

NEOREALISMO: il termine ha origine nella letteratura degli anni Venti con alcuni romanzi di Moravia e Alvaro, scrittura legata all'esperienza del reale, suggestioni psicoanalitiche e lontananza dalle forme di perfezione linguistica.

La primaelaborazione tecnica si trova nelle pagine della rivista "Cinema" diretta dal figlio di Mussolini e organo di controllo che ospita firme di esponenti di sinistra. Questi promuovono una forma di realismo cinematografico che rielabora le teorie di Verga e le esperienze realiste europee, con una certa attenzione alle problematiche sociali emerse dalla lotta di classe. Il primo film definito neorealista, è un film del 1943 (anno in cui cade il regime fascista) di Luchino Visconti, chiamato "Ossessione"--> realizzato prima e proiettato prima per Vittorio Mussolini, figlio del duce, è un film che rompe con la rappresentazione stereotipata dell'Italia presentando una realtà più cruda. Si tratta di un adattamento di un romanzo americano "The Postman Always Rings Twice" (1934) di Cain. Visconti si allontana dall'originale ambientando il film nella Pianura Padana. Altri adattamenti sono delle narrazioni noir. Alla visione del film,

Il figlio del duce dice "Questa non è l'Italia" perché rappresenta una realtà scandita da corpi, desiderio, crimine, fatalismo, paesaggio. Il problema del film è:

  1. Ambientazione in un ex dogana considerata squallida, tutto è decadente, c'è un'attenzione al dettaglio del cibo, alla vita delle classi popolari, paesaggi (elemento che deve moltissimo al realismo poetico francese di cui ricordiamo il regista Jean Renoir);
  2. Sessualità e desiderio (il cinema di Visconti diventerà sempre più esplicito) corpi.

Dunque è un film che introduce un contesto squallido e la messa in scena del desiderio.

In un saggio sulla rivista "Cinema", Visconti parla del suo cinema come 'cinema antropomorfico' e sostiene che sia meglio scegliere interpreti non professionisti perché ciò che gli interessa è la verità umana, l'idea di un cinema che racconti.

partire da una trama predefinita, ma di lasciare che la realtà si svolga davanti alla telecamera. Gli attori non sono professionisti, ma persone comuni che interpretano se stesse. Le location sono spesso le strade e i quartieri popolari delle città, anziché i set cinematografici. Il neorealismo si concentra sulle storie di persone comuni, affrontando temi come la povertà, l'ingiustizia sociale e le difficoltà della vita quotidiana. Questo movimento cinematografico ha avuto un impatto significativo sulla storia del cinema, influenzando molti registi successivi.

tavolino ma di far entrare la vita nella sua imprevedibilità eseguire/pedinare l'uomo c

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Publisher
A.A. 2019-2020
68 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SaraCastlesea di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e critica del cinema e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Marmo Lorenzo.