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LA GINNASTICA NEGLI ORATORI DOVEVA ESSERE PRATICATA PER L’UTILITÀ FISICA
DEI GIOVANI, PER L’UTILITÀ MORALE, SENZA DIMENTICARE L’APPROCIO GLOBALE
ALLA PERSONA SOSTENENDO UN’EDUCAZIONE GLOBALE, INFATTI L’ECO SCRIVEVA:
“Noi esigiamo che i nostri giovani in chiesa siano buoni confratelli, e in palestra
bravi ginnasti, come sul palcoscenico dei discreti artisti, ai monti facciano bravi
ginnasti, come sul palcoscenico dei discreti artisti, ai monti facciano l’alpinista”. Per
il cattolicesimo importante era inoltre favorire il clima di squadra e ripudiare lo
sport pericoloso come la box e l’automobilismo così come la speculazione 23
industriale. La chiesa si occupava anche di favorire l’educazione speciale per le
persone diversamente abili attuando anche per loro attività di carattere ginnico e
furono introdotte attività leggere di carattere preventivo per i giovani che facevano
parte della classe operaia costretti a sforzi disumane tutto il giorno in fabbrica.
Tuttavia verso il 1909 iniziò ad esserci così come testimoniava il periodo eco un
riavvicinamento tra chiesa e stato che consentì l’inserimento anche nella chiesa di
esercitazioni di carattere militaresco seppur sempre nei limiti del credo religioso
con lo scopo di fornire alla patria dei figli forti e valorosi attuando in questo modo
una rivisitazione della ginnastica patriottica testimoniando in questo modo
l’approccio globale della chiesa nei confronti della persone, che doveva essere
pronta e formata sotto ogni punto di vista.
IL MOVIMENTO SOCIALISTA
A differenza del movimento cattolico quello socialista si attardò nel riconoscimento
dell’educazione fisica come mezzo per favorire lo sviluppo integrato della persona,
poiché soprattutto inizialmente essi non vedevano nella pratica ginnica un mezzo
per soddisfare i reali bisogni primari della popolazione italiana. I socialisti
proponevano un intervento di tipo prettamente assistenzialistico attraverso
l’educazione fisica e non facevano di essa un mezzo per la cura educativa del
corpo, insomma facevano generici proclami a favore dell’educazione del corpo
come fattore di rinascita culturale, sociale ed economica del paese. Essi erano
fermamente convinti che la degenerazione fisica fosse causata dalla miseria e che
perciò era indispensabile intervenire per la soddisfazione dei bisogni basilari come
pane,scuola e pulizia adottando in tal modo una visione materialistica. I socialisti
italiani a differenza di quelli degli altri stati europei, vedevano nello sport un
fenomeno che andava combattuto e frenato, poiché esso è considerato come uno
strumento di ideologizzazione nelle mani della borghesia, la quale così incanala le
energie antagoniste e combattive del proletariato in pratiche ed iniziative
emotivamente coinvolgenti ma fini a se stesse.
SPORT come ESPRESSIONE della CULTURA BORGHESE-CAPITALISTICA: • è una
forma di alienazione che occulta i problemi sociali e concorre alla rovina della
specie • è uno strumento ideologico della classe dominante che mette a tacere le
forze antagoniste • è intriso di nazionalismo e bellicismo • le manifestazioni
sportive sono rappresentazioni dello spirito capitalistico (competitività) e servono a
favorire speculazioni industriali (pubblicità). 24
Tuttavia verso il 1900 iniziò una svolta nell’ambito dell’antisportismo socialista
infatti grazie al socialista Ivanoe Bonomi si iniziò a vedere nello sport uno
strumento di emancipazione e di aggregazione che poteva favorire lo sviluppo dei
valori politici socialisti all’interno del proletariato. Si iniziarono a creare delle unioni
sportive socialiste come quella degli escursionisti con lo scopo di combattere
l’alcolismo attraverso la cultura montana, ma soprattutto si formò ad Imola nel
1913 la federazione nazionale dei ciclisti rossi, la quale divenne un importante
mezzo di propaganda politica con finalità antimilitaristiche come accadde nel caso
della protesta svolta da più di settecento ciclisti a Bologna al congresso nazione
dei giovani socialisti, la cui protesta creò un grosso movimento ed un grosso
impiego di forze armate per stanarla.
DA PAGINA 147 A 154
La legge n. 684 del 15 marzo 1923 del ministro dell’istruzione Giovanni Gentile
apre il periodo del ventennio dell’allontanamento dell’attività motoria dalla scuola,
la quale sarà affidata all’ente nazione per l’educazione fisica, poiché le scuole
pubbliche non erano riuscite nel loro compito di insegnamento della pratica fisica.
Riforma della scuola (1923) • ruolo dello stato educatore • centralizzazione sistema
scolastico • impianto elitario e selettivo dell’istruzione • centralità della cultura
umanistica e soprattutto filosofica
Riflessione filosofica di Gentile sull’educazione del corpo Riflessione filosofica di
Gentile sull’educazione del corpo (unità dell’educazione) -“L’educazione fisica non
si aggiunge all’educazione dello spirito: è anch’essa educazione dello spirito. Essa è
parte fondamentale di questa educazione perché il corpo è il fondamento, nel
senso che abbiamo detto, della nostra spirituale personalità” -“Educativa non è la
ginnastica che fa dell’uomo non più un forte e agile animale (un atleta), ma che
dell’uomo fa un forte e agile uomo: forte al lavoro in cui si realizzano tutte le forme
della spiritualità, agile e pronto al dovere”.
La GINNASTICA doveva perciò essere praticata nelle società indicate dall’ente.
Tuttavia questo passaggio dell’insegnamento della ginnastica dalle scuole ad un
ente centralizzato alle dipendenze del ministero dell’istruzione non diede i risultati
sperati, nonostante i tentativi predisposti da Andrea Franzoni, Giugno Salvi e
Francesco Grazioli. Tutto ciò portò allo scioglimento dell’ENEF NEL 1927 e il
passaggio all’opera nazionale balilla. 25
L’opera nazionale balilla acquista la sua fisionomia definitiva nel 1929 grazie al
presidente Renato Ricci, il nuovo ente si rivolge soprattutto ai giovani,
considerando la missione educativa come fondamentale tra le sue funzioni. Il
ministero della pubblica istruzione sarà successivamente trasformato in ministero
dell’educazione nazionale che dovrà procedere al riordinamento del sistema
scolastico italiano, portando alla formazione anche grazie a Benito Mussolini della
citata opera nazionale balilla creata per l’assistenza e l’educazione fisica e morale
dei giovani. L’ente ha sede a Roma ed era così organizzato:
Età Maschi Femmine 6-8 anni Figli della lupa(dal 1933) Figlie della lupa (dal 1933)
8-14 anni Balilla- Piccole italiane (dal 1929) 14-18 anni Avanguardisti -Giovani
italiane (dal 1929), 18-21 anni Giovani fascisti -Giovani fasciste.
L’opera si prefigge l’obiettivo di infondere nei giovani il sentimento della disciplina
e dell’educazione militare, di provvedere all’istruzione premilitare e di curare
l’istruzione ginnico-sportiva la quale è completa da gite, escursioni, campeggi e
manifestazioni atletiche.
L’obiettivo primario dell’opera era però quello di creare degli strumenti umani
standardizzati modellati secondo le esigenze e gli interessi del potere politico ed
economico. Gli insegnati di educazione fisica erano principalmente ex militari
tesserati obbligatoriamente come fascisti.
Inoltre, dopo l’allontanamento dell’insegnamento dell’educazione fisica dalle scuole
con ENEF, si assistette ad una progressiva reintroduzione del suo insegnamento
nelle scuole proprio grazie all’opera nazionale balilla, si creò in questo modo un
nuovo indirizzo che prevedeva che l’insegnamento della pratica ginnica nella
scuola doveva essere integrato nelle sedi dell’opera.
ARTEFICE DEL NUOVO INDIRIZZO FU FERRAUTO:
Programmi di Eugenio Ferrauto(1928): •2 ore settimanali in orario scolastico +
sabato pomeriggio per esercitazioni • insegnanti: preferibilmente ex combattenti •
suddivisione in squadre, manipoli, centurie, coorti, legioni • approccio eclettico:
-ginnastico: base di esercizi metodici -ricreativo: proficuo impegno del tempo libero
- pre-sportivo: orientato alla futura pratica agonistica -sportivo: agonismo in
funzione nazionalistica - premilitare: propedeutico al servizio di leva. 26
La divisa dei Balilla -camicia nera -fazzoletto azzurro tenuto da un fermaglio a
scudo con l’effigie del duce -pantaloni di panno grigioverde -calzettoni di lana
grigioverde -cintura e fascia nera -copricapo nero, detto fez.
La divisa delle Piccole Italiane -gonna nera a pieghe -camicia bianca -cravatta
-piccolo copricapo nero.
IL regime fascista contribuì a dar lustro anche all’attività sportiva per il genere
femminile creando ad esempio l’accademia di Orvieto per dare la possibilità anche
alle donne di avere una formazione per quanto riguarda l’educazione fisica, dopo
che precedentemente era stata creata l’accademia di educazione fisica a Roma
rivolta ad un pubblico maschile. Il fascismo non dimenticò neppure le masse di
lavoratori istituendo l’opera nazionale dopolavoro con l’intento di promuovere il
sano e proficuo impegno delle ore libere dei lavoratori attraverso l’esercizio fisico.
Nel periodo fascista si formarono anche il gruppi universitari fascisti i quali
organizzarono competizioni sportive di ogni genere e che riscuoterono un enorme
successo come ad esempio i campionati mondiali universitari di Roma del 1927.
Inoltre, durante il regime fascista anche il CONI passa virtualmente sotto le mani
del partito nazional fascista, infatti, lo statuto prevedeva che il presidente dello
stesso coni e delle federazioni associate, sia nominato su proposta del partito
stesso, dal capo del governo.
LA GIOVENTÙ ITALIANA DEL LITTORIO E LA CARTA DELLA SCUOLA DI BOTTAI
È nata dalla fusione dell’opera nazionale balilla e dei fasci giovanili di
combattimento, si tratta di un organizzazione unitaria e totalitaria delle forze
giovanili del regime, alla stretta dipendenza del segretario del partito, che ne è il
comandante generale. Si creò in questo modo un’organizzazione totalitaria volta
alla costruzione dell’italiano nuovo, in cui vi era l’inquadramento di tutta la
gioventù italiana(dai 6 anni ai 21 anni di ambo i sessi) con iscrizione obbligatoria.
I compiti della GIL erano (dall’art. 5 del RDL 1837 del 27 ottobre 1937): a)
Preparazione spirituale, sportiva e premilitare; b) Insegnamento dell’educazione
fisica nelle scuole elementari e medie, secondo i programmi da essa predisposti di