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LA CRISI DI BERLINO DE GAULLE, KENNEDY

- la seconda crisi di Berlino e la costruzione del Muro (1958-61)

Inizia nel 58 e si conclude nell’agosto del 61 con la costruzione del Muro di Berlino. La

seconda crisi ha a che fare con il fatto che Berlino è l'unica parte del territorio europeo

rimasto in uno stato di ambiguità. Berlino è rimasto in vigore teroricamento il Patto

Quadripartito per cui i cittadini di Berlino possono spostarsi tranquillamente in tutta la città

anche se la zona occidentale è controllata da USA, Gran Bretagna e Francia. Questo crea

seri problemi alla dirigenza della Germania est: volutamente le autorità occidentali hanno

investito nella ricostruzione delle parti occidentali di Berlino. A questo punto è ben visibile l

differenza tra la parte orientale e quella occidentale, ben ricostruita e molto più ricca. In

secondo luogo, il fatto che i corridoi autostradali e ferroviari siano ancora funzionamente fa

si che i cittadini provenienti dal mondo occidentale possano passare attraverso il territorio

.

della Germania es, questo è vissuto come una ferita alla sovranità della Germania est

L’atteggiamento generale nei confronti della DDR è molto duro, infatti non è riconosciuta da

nessun paese occidentale per espressa volontà del governo della Repubblica democratica

.

tedesca

La dottrina hallstein dice che vi è una Germania sola, solamente la Repubblica federale

tedesca, l’altra germania non è uno stato, è un pezzo di Germania che in questo momento

non è sotto il controllo dell’unico governo tedesco, ossia quello della Repubblica federale

tedesca. Dunque chiunque abbia relazioni con la DDR non può avere relazioni anche con la

Germania dell’ovest: tutti i Paesi occidentali dunque non avranno rapporti con la Germania

.

dell’est. La DDR è riconosciuta solo dalle Repubbliche Popolari

In questo contesto di libera circolazione tra le due Germanie (possibilità di espatriare) è una

ferita nella sovranità della DDR. Dal 1949 al 1961 (costruzione del muro) circa 2 milioni e

.

mezzo di tedeschi dell’est espatriano grazie agli accordi del Quadripartito

La DDR è uno stato fragilissimo, la cui dirigenza non ha alcuna legittimazione. A causa di

queste continue fughe la Germania dell’est chiede di riavere un minimo di controllo su

.

queste regole approvate dal comune accordo dei vincitori della guerra

Kruscev apre la crisi di berlino con un confronto con i Paesi vincitori della II guerra mondiale,

nel 1958 manda un ultimatum agli occidentali: se entro 6 mesi non si trova un accordo a 4

l’URSS cede la sovranità su queste questioni al governo della Germania dell’est che

prenderà le proprie decisioni, probabilmente chiudendo il passaggio tra la Germania est e a

Germania ovest. Gli occidentali respingono l’ultimatum e a partire dal 58 vi è l’inizio della

discussione anche se la situazione a Berlino è sempre più allarmante e pressante per il

governo tedesco. Kruscev da una parte però teme la Germania federale che ormai è

riarmata e teme possa essere dotata un domani di armi nucleari. La dottrina Hallstein ha un

corollario che prevede il non riconoscimento dei confini tra la Germania est ed ovest, questo

serve ad Adenauer anche ad accontentare le pressioni che vengono da una parte di

.

un’opinione pubblica, ossia di coloro che vennero espropriati, che richiedono un indennizzo

Questa non accettazione dei confini (di Polonia e di Cecoslovacchia) richiama antichi timori

sui quali Adenauer volutamente gioca, questo ricorda quello che Hitler aveva fatto prima

dello scoppio della II Guerra mondiale ossia l’idea di una Germania che vuole per una terza

volta ridiscutere i confini europei. Questo fatto crea sospetto e timore ai sovietici e alla

dirigenza della DDR. L’ultimatum del 58 trova in qualche modo un ascolto, inizia un dialogo

molto difficile poiché le posizioni degli Stati sono molto distanti. Il dialogo non porta a

soluzioni. Tra il 58 e il 59 vi è il primo viaggio di Kruscev negli Stati Uniti, invitato da

Eisenhower, che dimostra che la situazione è molto favorevole al dialogo. Dopo il viaggio di

Kruscev si decide di organizzare una conferenza a quattro che si deve tenere a Parigi nel

maggio del 1960 ma fallisce prima ancora di cominciare perché giunge la notizia di un

abbattimento di un aereo spia in territorio sovietico. Nel frattempo per il governo della DDR

la questione si fa sempre più pressante (media di 200 mila migrazioni all’anno). Dopo il

fallimento della Conferenza di Parigi, Kruscev adotta un atteggiamento molto duro nei

confronti di Eisenhower, dichiarando che tratterà dopo 8 mesi, ossia con il successore di

Eisenhower. Dopo Eisenhower i presidente sarà Kennedy. Con kennedy vi saranno altri

tentativi di dialogo che non portano da nessuna parte, nel giro di una notte dunque Kruscev

prende una decisione: vi è solo un modo per frenare le fughe, ossia la costruzione di un

muro tra DDR e Repubblica Federale. Nell’agosto del 1961 inizia la costruzione del muro di

.

Berlino. Le fughe a questo punto, dopo la costruzione del muro finiscono

Kennedy da ordine al Check point Charlie, alle forze armate di entrare a Berlino est poichè il

.

Patto quadripartito, ancora in vigore, prevede la libera circolazione degli alleati nel territorio

In qualche misura, durante la crisi di Berlino, anche nel caso della Conferenza di Parigi fallito

a causa dell'atteggiamento duro tra USA e URSS. L'atteggiamento di Kruscev si spiega

poiché all’interno del mondo sovietico vi sono delle pressioni nei suoi confronti le di una

parte del mondo dell’elite sovietica ossia il mondo dei militari, e all'esterno l’atteggiamento di

.

aperta ostilità da parte della Cina di Mao

- la politica estera di de Gaulle

Vi sono dei cambiamenti, il primo è l’elezioni di Kennedy che si insedia nel 1961, l’altro è un

cambiamento meno importante nel mondo internazionale ma importante a livello europeo

ossia l’ascesa di Charles de Gaulle in Francia. La Francia negli anni 50 è coinvolta in una

serie di guerre di decolonizzazione all’interno del suo Impero (indocina e Algeria). Sulle

coste mediterranee dell'algeria vivono 1 milione di coloni francesi bianchi, tant’è che nella

costituzione della II repubblica l’algeria è una provincia della Francia metropolitana secondo

la Costituzione francese. La decolonizzazione algerina è un fatto molto doloroso

caratterizzata anche da attacchi terroristici. La guerra d'Algeria finisce per trasformarsi in

una crisi nazionale senza precedenti: le truppe in Algeria protestano per la presunta

arrendevolezza del governo francese ed assumono un atteggiamento di minaccia di

possibile colpo di Stato. L’unica figura che può riportare la pace nazionale, che può essere

accettata anche dalle forze militari rivoltose è Charles de Gaulle, capo incontrastato della

resistenza durante la II Guerra mondiale. De Gaulle è un generale, viene chiamato al

governo come salvatore della patria e non appena sale al potere, una delle sue prime azioni

è una riforma costituzionale sul Parlamento, trasformando la Francia in una repubblica

semipresidenziale.Per secondo, De Gaulle inizia a regolare le questioni a carattere

coloniale: De Gaulle è un nazionalista, capisce che l’Impero vecchio stile non è più un

elemento di prestigio in un'epoca in cui si va verso il principio di anticolonialismo. L’azione di

De Gaulle è favorire la decolonizzazione arrivando nel 1962 a riconoscere l’indipendenza

dell’Algeria. Questa azione non verrà mai perdonata dall’estrema destra, tant’è che nel corso

del suo lungo governo sarà oggetto di moltissimi attentati alla sua persona. De Gaulle

dominerà la vita politica francese negli anni 60, dell’Europa occidentale nell’ambito della

CEE e che cercherà anche di avere una presa particolarmente importante nei rapporti in

seno del Patto Atlantico. De Gaulle è una figura pragmatica che ha ben presente quali siano

i nuovi canali del potere, De Gaulle è conscio che esitano vie diverse da quelle coloniale per

avere un peso a livello internazionale. Una via è la costruzione dell’arsenale militare

nucleare francese, che nel 1960 porta al primo esperimento nucleare di successo. L’idea di

DE Gaulle è quella di ridare peso alla Francia facendo leva sulla costruzione e integrazione

europea, iniziata dai suoi predecessori. In questo contesto la Francia ha potere d’azione

rispetto a Germania e Italia, poiché in quanto formale vincitore della guerra ha un seggio

permanente nel consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. De Gaulle vuole porsi come guida

politica, portavoce della costruzione dell’Europa. A De Gaulle non interessa un’Europa

federale, De Gaulle vuole un’Europa nella quale la sovranità nazionle di ciascun stato

membro sia riconosciuta, in cui la sovranità nazionale non deve essere intaccata da

organismi sovranazionali. De Gaulle propone di mettere sopra le comunità esistenti

(EURATOM E CECA) un meccanismo di consultazione tra i governi dei Paesi membri, con il

quale i Paesi periodicamente si consultino e cerchino di trovare delle posizioni comuni da

portare avanti nella politica internazionale anche sui grandi temi della politica di difesa ed

estera. De Gaulle vuole “un’Europa delle patrie” per cercare di far parlare l’Europa con una

voce sola sul piano della politica internazionale. (De Gaulle vuole che la Francia abbia un

ruolo di spicco).Nel 61 vi è un tentativo ufficiale di De Gaulle, con il Piano Fouchet, che

prevede l'istituzionalizzazione di incontri tra i vertici dei Paesi europei per coordinare la

politica estera e di difesa nell’intento di rendere la politica francese può autonoma nel campo

internazionale guidato totalmente dagli Stati Uniti. (dalla tutela degli USA). Questa è la

questione che regola tutta la politica estera gaullista: facendosi portavoce spera che la

Francia abbia maggior peso nelle decisioni anche nel contesto del Patto Atlantico. Il Piano

Fouchet fallisce nel 1962. Nel mentre vi è un’altra questione che si pone nel contesto della

CEE, ossia il governo britannico ha avanzato domanda di adesione alla Comunità, che viene

.

accettata all’inizio

- la politica estera dell’Amministrazione Kennedy

La presidenza Kennedy porta una serie di novità nella politica estera americana. Kennedy

vince alle elezioni di novembre 1960, in un’elezione molto in bilico. Kennedy vince nella

prima elezione moderna, poiché grazie alla televisione la battaglia di immagini diventa mol

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
73 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gigi1023 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle relazioni internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Mechi Lorenzo.