Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La pedagogia di Don Bosco
Massimo esponente di questa pedagogia è Don Bosco (1815-1888): riguardo alla sua vita nascenel 1815 a Torino, città dove (dopo esser entrato in seminario e aver preso i voti) nei primi momenti di parroco incontra difficoltà di tipo sociale. Don Bosco vede la città popolata di numerosi adolescenti che vagano per le strade e che frequentano osterie rimanendone fortemente colpito dal fatto che questi ragazzi dopo il lavoro non avessero alcun tipo di riferimento. Inoltre rimane colpito dal fatto che la società si sta muovendo per i diversi bisogni educativi ma è poco attenta alla fascia della giovinezza perché si pensava che le famiglie avessero il compito di occuparsi dei bambini. In quel periodo con il fenomeno dell'urbanesimo, dove le famiglie si spostano dalle campagne alle città in cerca di lavoro, i figli perdono la rete di relazioni create nell'ambiente rurale e nessuno si occupa di loro; di conseguenza trovano come punto
Di aggregazione proprio leosterie. Di fronte a questa emergenza Don Bosco ritiene di dover creare dei centri di aggregazione in cui i ragazzi potessero stare insieme in modo controllato e lontani dai pericoli della strada, creando così l'oratorio (il primo venne creato a Valdocco, Torino).
Don Bosco quindi ebbe l'intuizione che l'unione tra l'istruzione religiosa e l'attività ricreativa porti a valorizzare gli adolescenti dal punto di vista educativo.
La particolarità di Don Bosco è che guarda la modernità con serenità e soprattutto ha valorizzato l'adolescenza in un momento in cui si erano create moltissime istituzioni educative ma nessuna era rivolta ai giovani.
Tutte le iniziative messe in atto di Don Bosco sono racchiuse nell'opera-testamento "Il sistema preventivo nella educazione della gioventù" (1877), e portate avanti da due congregazioni create da Don Bosco (i Salesiani, 1859, e le Suore Salesiane, 1872).
figlie di Maria ausiliatrice, 1872). Esponente francese della pedagogia cattolica fu Lucien Laberthonniere (1860-1932), membro della Congregazione dell'Oratorio, fu parte di quel movimento che si formò attorno a Maurice Blondel che fu il promotore del metodo dell'immanenza; secondo Blondel l'anima moderna non poteva accettare una presentazione oggettiva del credo ma poteva sperimentarlo e interiorizzarlo nella misura in cui esso si incontrava con la coscienza umana in forma di risposta agli interrogativi.
Sulla base di questa considerazione Laberthonniere affermò il primato della libertà all'interno dell'opera "Teoria dell'educazione" (1901) in cui si sviluppa il tema del rapporto tra l'autorità del maestro e la libertà del discepolo partendo dal quesito "Fino a che punto il maestro ha il diritto di esercitare l'autorità e quando è tenuto a fermarsi?".
Laberthonniere parte
dall'esaltazione della libertà dell'individuo, proclamata dal positivismo e dall'attivismo, ma afferma che è presente una contraddizione tra le teorie e le pratiche educative, cioè che era impossibile lasciare il bambino libero a sé stesso e salvaguardare l'integrità della coscienza del soggetto da qualsiasi autorità perché quando comincia l'educazione, il bambino non ha una coscienza già costruita che gli consente di agire. Secondo lui le due prospettive erano accomunate dalla concezione di una autorità intesa come un potere che viene dall'esterno ma questa si basava sull'astratto perché dimenticava che ogni autorità poteva cambiare a seconda dell'intenzione diventando: 1) Autorità liberatrice: volta al servizio degli altri, corregge l'altro nello stesso modo in cui corregge i propri errori. 2) Autorità asservatrice: volta a subordinare gli altri.Vede l'altro come affermazione del proprio potere. Da questa contraddizione Laberthonniere sostiene che la visione cristiana è la cultura che consente di vivere la cultura liberatrice in quanto fondata sul principio di carità.
Storia delle istituzioni educative
Pedagogia contemporanea
Nel periodo della Seconda guerra mondiale, dal punto di vista storico spariscono i totalitarismi (tranne il comunismo) mentre sul piano pedagogico incomincia, già a partire dagli anni '30, ad essere formulate numerose critiche verso il positivismo e soprattutto nei confronti dell'attivismo. Infatti, nel secondo dopoguerra, negli Stati Uniti le critiche verso l'attivismo si fecero ancora più forti a causa di un evento che sorprese la società statunitense: la vittoria dell'Urss per la conquista dello spazio (avvenuto nel 1957 con il lancio dello Sputnik). Di fronte a questo imprevisto, considerato dagli americani una grave sconfitta in quanto erano
Coinvolti direttamente nella Guerra Fredda, venne messo sotto accusa il sistema scolastico ritenendo che sia inadeguato alla formazione scientifica (la quale era necessaria per sostenere lo sviluppo tecnologico ed evitare il rischio di un grave gap). Così nel 1959 numerosi studiosi, provenienti da ogni facoltà, si riunirono a Woods Hole per studiare come procedere al rinnovamento del pensiero scientifico, dando vita alla conferenza di Woods Hole; in particolare nella conferenza, presieduta da Jerome Bruner, gli sforzi si concentrarono sullo studio dei processi di apprendimento e sulla individualizzazione di nuovi obiettivi in grado di rispondere ai bisogni di una società tecnologicamente avanzata. Un altro contributo alla definizione del nuovo ruolo che la scuola avrebbe dovuto assumere giunse dalla teoria del capitale umano: elaborata dagli studiosi della facoltà di economia, in questa teoria l'istruzione era considerata come un investimento produttivo.(ovviamente in quanto umano non poteva essere trattato come un bene patrimoniale) da cui si sarebbe potutoassicurare un grande contributo allo sviluppo economico e sociale.Questa tesi riscontrò un enorme successo nei paesi Occidentali tanto che nel 1961 si diede vitaall' OCSE (organizzazione di cooperazione e sviluppo economico) con lo scopo di portarel'istruzione in tutte le società (comprese anche quelle del terzo e del quarto mondo) e favorirnelo sviluppo; da quel momento l'OCSE svolse un ruolo attivo sul piano delle politichedell'istruzione allo scopo di rendere più efficienti i sistemi scolastici e diffondere tecnologiedidattiche.Un personaggio centrale non solo per il ruolo ricoperto alla conferenza di Woods Hole ma ancheper le sue teorie pedagogiche fu Jerome Bruner: nato nel 1915 e professore di psicologia pressola Harvard University, rivolse la propria attenzione alla continuità tra attività percettiva equella concettuale e contemporaneamente una attenzione verso le questioni educative, che si accentuarono durante il suo incarico nella conferenza, i cui risultati furono raccolti nell'opera "Dopo Dewey. Il processo di apprendimento nelle due culture". La particolarità di Brune si può cogliere attraverso le critiche rivolte a Dewey e Piaget (i due massimi esponenti dell'attivismo statunitense ed europeo): 1) Critica a Dewey: secondo Bruner, in merito al carattere di continuità che la scuola ha con la famiglia, se la scuola fosse stata solo una zona di transito dalla famiglia all'età adulta, il suo compito sarebbe stato più semplice, ma non è così perché il passaggio all'età adulta richiede un'introduzione ai nuovi campi di esperienza e quindi l'educazione non è solo una trasmissione di cultura ma è la formazione del pensiero che consente a ciascuno di costruirsi una.culturainteriore.
2) Critica a Piaget: mentre Piaget sostiene che la crescita e l'intelligenza siano cadenzate da tappe evolutive, elaborando una prospettiva genetica, Bruner critica questa prospettiva sostenendo che l'apprendimento si svolge attraverso tre fasi di conoscenza:
- Rappresentazione attiva: in questa conoscenza l'identificazione degli oggetti dipende dalle azioni.
- Rappresentazione iconica: è la conoscenza attraverso cui il soggetto è in grado di rappresentarsi il mondo mediante un'immagine.
- Rappresentazione simbolica: è la conoscenza che si organizza a partire da una forma primitiva per specializzarsi in sistemi diversi.
Questi modi di rappresentazione non sono successivi tra loro ma possono essere pronti in momenti diversi dell'attività e della vita dell'individuo; perciò sono decisivi non solo i programmi ma anche l'insegnamento attraverso cui l'allievo viene posto in grado di sviluppare le
rende gli studenti più coinvolti e interessati nell'apprendimento. La scuola dovrebbe quindi cercare di creare un ambiente motivante, stimolante e coinvolgente per gli studenti. 4) Apprendimento per scoperta: Bruner sostiene che gli studenti dovrebbero essere incoraggiati a scoprire e costruire il proprio sapere attraverso l'esplorazione e l'interazione con il mondo circostante. Inoltre, Bruner sottolinea l'importanza di un insegnamento che tenga conto delle diverse modalità di apprendimento degli studenti, adattando le strategie didattiche alle loro esigenze e preferenze individuali. In conclusione, secondo Bruner, la scuola dovrebbe puntare su un approccio strutturalista, promuovendo l'istruzione formale e sviluppando le capacità intellettuali degli studenti attraverso programmi a spirale, problem solving, motivazione e apprendimento per scoperta.attraverso la rassicurazione, è in grado di accelerare gli apprendimenti.- La formazione dei docenti: per Bruner è fondamentale preparare i docenti a padroneggiare 3 capacità:
- Capacità di conoscenza.
- Capacità di motivazione.
- Capacità di far sorgere quesiti che motivano l'apprendimento.
È plurale ma unitaria dove la conoscenza intuitiva non è né uguale né alternativa a quella logica ma contribuisce a rendere completa la conoscenza umana.