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STATO DI NATURA
Per Locke gli uomini nello stato di natura non hanno lo ius in omnia, ma hanno dei diritti specifici che si distinguono fra:
Diritti primari: diritto di proprietà
Diritti secondari: creano problemi nello stato di natura
I diritti primari possono essere riassunti in un unico diritto: diritto di proprietà, sotto al quale comprende 2 diverse tipologie di diritti: diritto alla vita, alla libertà e ai beni.
Diritti secondari: contratto sociale e stato politico
- diritto di farsi giustizia da sé - Gli uomini escono dal contratto sociale perché i diritti secondari mettono a repentaglio il pieno godimento dei diritti primari.
- diritto di punire - Con il contratto sociale gli uomini cedono solo i diritti naturali secondari, e vedono invece confermati i primari. E per questo lo stato politico che nasce dal contratto sociale è liberale.
Perché detiene poco potere. Locke è un autore liberale e quindi è un grande difensore della proprietà privata.
PROPRIETÀ PRIVATA
Per Locke la proprietà privata è un diritto naturale. Locke però legge un salmo della Bibbia dove dice che la terra è stata data in comune agli uomini. Locke non è d'accordo e trova una soluzione e dice che gli uomini sono proprietari di se stessi, e quindi se sono proprietari di se stessi, quando lavorano estendono la loro proprietà alle cose che lavorano, e quindi il lavoro è quello strumento che permette di giustificare la proprietà privata.
COME SI LIMITA IL POTERE DELLO STATO?
Uno strumento essenziale è la divisione dei poteri:
- Il potere esecutivo deve essere detenuto dal re
- Il potere legislativo deve essere detenuto dal parlamento
Locke nel secondo trattato dice che il popolo è sovrano, quindi il potere legislativo è di tipo rappresentativo.
però non potevano votare tutti, difatti erano escluse all'esercizio del potere le donne e i poveri, e quindi anche qui abbiamo un limite classista. Nonostante lo stato che teorizza Locke è di tipo liberale, ciò non toglie che al potere possa ascendere un potere tirannico, e nei casi di tirannide, il potere ritorna al popolo, che ha il diritto di riprendersi la sua libertà originaria e provvedere alla propria sicurezza e libertà. Questo diritto si chiama "appello al cielo" ovvero il diritto che hanno gli uomini di ribellarsi.
PRIMA LETTERA SULLA TOLLERANZA uno scritto riguardante il principio di libertà religiosa. Per Locke la libertà religiosa è un diritto umano, e così Locke distingue la religione dalla politica, la chiesa dallo stato. Questa differenza tra Chiesa e stato è basata sul concetto di costrizione: Lo stato ha il compito di garantire i diritti, e può usare la costrizione, emettere
sanzioni. La chiesa invece non può costringere, le persone devono essere libere di aderire o meno alla chiesa. Esclusi dalla libertà religiosa:
- atei: non credono in Dio
- cattolici: fanno capo sia al papa, sia al sovrano e per questo non ci si può fidare.
8-MONTESQUIEU
Montesquieu non possiamo considerarlo un illuminista a tutti gli effetti, perché il suo obiettivo non era quello di riformare l'antico regime, ma di comprenderlo, fare dei miglioramenti. OPERE PRINCIPALI
- le lettere persiane
- le considerazioni dei romani
- lo spirito delle leggi
"Le lettere persiane" è un romanzo epistolare in cui emerge il tema del dispotismo francese, che viene raccontato attraverso un punto di vista esterno.
"Le considerazioni dei romani" riflette sulla storia della Roma antica e una delle tesi principali del libro afferma che la forma del governo è legata alla grandezza del territorio, prende come esempio Roma, dicendo che quando era uno
stato piccolo, è rimasto unarepubblica, poi quando si è un po' ingrandito, non va più bene la repubblica, ma la monarchia, poi se si ingrandisce ulteriormente non va più bene la monarchia, e lo stato assume i tratti di uno stato dispotico.
"Lo spirito delle leggi" è un'opera attraverso la quale Montesquieu evidenzia questa visione relativista per la quale le leggi devono adattarsi al contesto in cui vengono calate. Le relazioni che le leggi hanno con le cose formano lo spirito delle leggi, e in relazione alla politica, le leggi devono adattarsi alla forma di governo, che a sua volta è legata allagrandezza territoriale di uno stato (repubblica, monarchia, dispotismo).
REPUBBLICA: stato piccolo
MONARCHIA: stato medio
DISPOTISMO: stato grande
Montesquieu ritiene che la repubblica sia l'unica forma di governo in cui si governa, ma secondo la grandezza territoriale di uno stato si adatta la forma di governo che si esercita su un territorio.
Leggi fisse e prestabilite per limitare il potere e la partecipazione dei cittadini sono tipiche del dispotismo, mentre la monarchia non ha limiti nel suo esercizio. Tuttavia, quando si parla di repubblica, si fa riferimento al tempo passato.
Montesquieu afferma che per ogni forma di governo c'è un principio che muove i cittadini:
- Stato dispotico: terrore, paura
- Monarchia: onore legato all'appartenenza di classe
- Repubblica: virtù, amore per la patria
Nella sua opera "Lo spirito delle leggi", Montesquieu distingue tra stati moderati e stati non moderati. La differenza tra i due sta nella divisione dei poteri. Deve esserci almeno una divisione del potere.
Nello stato: almeno il giudiziario deve essere indipendente dagli altri due poteri. E se non c'è questa distinzione allora lo stato non è più moderato ma tende al dispotismo. All'interno degli stati moderati, ce n'è uno in particolare che valorizza la libertà, ed è la costituzione inglese.
Tema centrale di Montesquieu: La libertà. Per lui la libertà si ha quando il potere è limitato. E per limitare il potere non basta che il potere sia diviso, ma occorre che le leggi penali siano garantiste, ovvero lo stato deve far sentire al sicuro il cittadino. Lo stato deve proteggere il cittadino sia dalla delinquenza, ma anche dallo stato stesso che non deve avere troppo potere.
9-ROUSSEAU: proprietà privata. Opere importanti: IL CONTRATTO SOCIALE, EMILIO. Il tema della Purezza è per Rousseau un elemento positivo da ricercare, sia in quanto individuo sia come società, perché è convinto che le
società hanno sviluppato una impurità, una società corrotta, in cui si è persa l'idea di libertà e uguaglianza.
Per Rousseau l'uomo è buono, è puro, ciò che lo rende cattivo sono le istituzioni, e quindi tutto ciò che è marcio in questo mondo è colpa degli uomini stessi.
La visione di Rousseau è una utopia retrospettiva: è costantemente rivolto verso il passato in quanto rimpiange il momento dell'inizio legato alla nascita.
Rousseau nello stato di natura descrive la condizione dell'uomo naturale per dimostrare che la disuguaglianza è un prodotto dell'evoluzione storica e che non è presente in natura.
Pertanto, l'uomo dello stato di natura è descritto come buono, puro, non contaminato dal male.
Ma il dato principale è che l'uomo è libero e uguale, come gli altri uomini, non c'è una dominazione, non c'è
qualcuno che vuole comandare, fino a quando l'uomo non si associa con gli altri individui.
Quando l'uomo inizia ad associarsi con altri individui, l'uomo trasforma in maniera negativa l'amor di sé, che diventa amor proprio, e quindi tende a voler primeggiare, diventa egoista. E per questo l'amor proprio crea la disuguaglianza.
PROPRIETÀ PRIVATA
La proprietà privata per Rousseau dà origine alla società civile, ma è anche vero che crea la disuguaglianza, perché Rousseau lo descrive come quell'episodio in cui una persona recinta un territorio che prima era considerato comune, e lo rivendica come suo.
Quindi è vero che viene riconosciuto dalle altre persone, però manca la dimensione giuridica, manca la possibilità da parte del proprietario di difendere la sua proprietà, ed è quindi necessario un patto sociale, che Rousseau chiamerà "patto iniquo" in quanto serve
in grado di influenzare direttamente le decisioni politiche e di partecipare attivamente alla vita pubblica. Questo si realizza attraverso l'istituzione di un patto sociale che garantisca l'uguaglianza tra i cittadini e che permetta loro di esprimere la propria volontà comune. Nella società rousseauiana, l'individuo viene minimizzato e le sue pretese vengono ridotte al minimo. L'egoismo viene contrastato e gli effetti negativi della proprietà privata vengono mitigati. L'obiettivo è creare una comunità politica in cui ogni cittadino si senta parte integrante, annullando la distinzione tra stato e chiesa. La libertà, secondo Rousseau, non è intesa come semplice assenza di costrizioni, ma come partecipazione attiva alla vita politica. È una libertà positiva che permette al cittadino di essere coinvolto direttamente nelle decisioni che riguardano la comunità. Questo concetto di libertà si contrappone alla democrazia rappresentativa, in cui i cittadini delegano il potere a rappresentanti eletti. In conclusione, Rousseau propone un nuovo patto sociale che fondi una società basata sulla libertà e sull'uguaglianza. Questo patto permette ai cittadini di partecipare attivamente alla vita politica e di sentirsi parte integrante della comunità.“libero” nel senso che si dia le leggi da sé. L’inizio del processo di degenerazione dell’uomo avviene nel momento in cui si associa ad altri individui. Mentre l’inizio del processo di degenerazione della società avviene per via dello sviluppo delle scienze e delle arti, perché le persone smettono di avere fede, e smettere di avere fede mina la coesione sociale. RICORDIAMO SEMPRE CHE PER ROUSSEAU, IL PECCATO DELL’UOMO È QUELLO DI INDIVIDUALIZZARSI, PERCHÉ QUANDO L’INDIVIDUO COMINCIA A STACCARSI DALLA SOCIETÀ, INIZIA IL PROCESSO DEGENERATIVO! Di Fronte a questo processo degenerativo, Rousseau prospetta 2 percorsi per il recupero della purezza: uno individuale, e uno collettivo. Questi due percorsi sono spiegati all’interno delle sue opere:
IL CONTRATTO SOCIALE: percorso collettivo