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Il principe secondo lui è il grande libro dei repubblicani perché Machiavelli lì ha fatto vedere come non deve
essere un sovrano.
Autore estremamente innovativo anche nella tradizione repubblicana: secondo Shklar, studioso del 1900,
democratizza l’ideologia repubblicana, la estende in modo universale (su questo aspetto è un autore
democratico). In quanto autore repubblicano, dal punto di vista politico ha lo sguardo rivolto alla classicità e
alla repubblica di Roma. Nel tempo è divenuto una sorta di caposcuola che ha ribaltato il pensiero pubblico.
In Rousseau ci sono alcuni argomenti contrastanti:
politicamente guarda agli antichi,
⎼ in altri sensi è considerato un moderno, ha aperto la strada a molte idee attuali (es. nell’educazione).
⎼ stima e richiama molto lo stoicismo, corrente filosofica secondo cui si deve scoprire la propria
→Rousseau
natura per divenire saggi. Nella sua opera “Le confessioni” rievoca Sant'Agostino, autore di un’altra opera
omonima: Agostino aveva influenzato in modo molto profondo la ricerca di ognuno di noi e di Dio,
da ricercare nella profondità di noi stessi (interiorità dell’uomo, qualcosa di molto moderno: scoprire il Dio
dentro di noi, scoprire la nostra vera essenza).
Rousseau ritiene che per conoscersi sia necessario ascoltare e accostarsi alla propria natura, quindi distrugge
l’impalcatura della civiltà. Questo è un sentimento dell’esistenza che anticipa il romanticismo.
scrive nell’opera “Emilio”che gli antichi si occupavano molto dei costumi e delle virtù, mentre i
→Rousseau
moderni pensano solo alla ricchezza e al lusso quindi a qualcosa che porta alla corruzione dei costumi.
Distingue inoltre:
amore di sé, che consiste nel guardare dentro se stessi e cercare nella propria intima essenza;
▸ amor proprio, che rappresenta ciò che crediamo essere la nostra essenza ma che in realtà dipende
▸ dagli altri e da ciò che voglioni che diventiamo.
In Rousseau c’è una sorta di religione secolarizzata, dà delle interpretazioni più forti come se questa
religione fosse stata adattata alla vita politica (chiave di lettura dei moti rivoluzionari).
tornare alle origini dove tutto è bene, la natura diventa una sorta di paradiso terrestre: l’uomo
→Dovendo
vive in una condizione in cui non ha bisogno di niente (è libero, indipendente e uguale).
Sia Hobbes che Locke credevano in questa teoria ma pensavano anche ad un’interazione tra uomini. Per
Rousseau l’uomo nello stato di natura vive isolato, gli unici rapporti che ha con gli altri sono a scopo
riproduttivo: “l’uomo è un essere perfetto e isolato” cit.
Un allievo di Rousseau crea l’idea che la natura sia una tavola sufficientemente imbandita.
Secondo l’autore la prima volta in cui l’uomo ha fondato la proprietà privata è iniziata la disuguaglianza.
Per Rousseau la proprietà privata rappresenta il peccato originale, per superarlo c’è una sorta di terzo
momento. Rousseau va letto anche sotto il punto di vista del giusnaturalismo: molto originale perché per lui
non esistono solo due fasi (stato di natura e società civile), per lui ci sono tre momenti:
il primo è lo stato di natura ed è descritta come uno stato che non progredisce;
⟼ Scritto da Amanda Delia
il secondo è rappresentato dalla società civile che come elemento di progresso (in negativo) ha
⟼ l’invenzione della proprietà privata, ora gli uomini sono dipendenti uno dall'altro.
“Mito del buon selvaggio”: i selvaggi sono buoni, la società è cattiva;
il terzo è il superamento del secondo attraverso un contratto sociale che tutti devono creare.
⟼
Dal punto di vista astrattamente teorico in questo modo viene giustificata la democrazia, anche se Rousseau
la criticherà perché non vede l’esperienza delle democrazie antiche come tali ma come aristocrazie elettive.
Rousseau ci parla di due tipi di volontà all’interno del cittadino(riprende la tradizione repubblicana):
la volontà particolare: è la volontà di tutti, è l’insieme di volontà particolari che non seguono il bene
❖ comune;
la volontà generale: è il contratto sociale poiché segue il bene comune. Rousseau la carica di
❖ importanza definendola anche entelechia morale o concetto immanente.
Secondo l'autore il cittadino nel momento di una scelta dovrebbe ascoltare il suo intimo e cercare il bene
comune, anche se Rousseau guarda alla volontà generale come se provenisse da un’altra fonte. La volontà
generale infatti si manifesta con una dichiarazione: anche se è in noi dobbiamo dichiararla.
Se qualcuno si accorge di aver votato diversamente dalla volontà generale deve ripensarci e capire di aver
sbagliato, se non lo fa da solo saranno gli altri a convincerlo con un metodo coercitivo. Gli studiosi danno
due diverse interpretazioni a questa tesi di Rousseau:
1. alcuni considera la sua una visione di democrazia non liberale e lo vedono come il fondatore della
democrazia totalitaria che ignora le minoranze;
2. altri sottolineano l’aspetto repubblicano si questa tesi: siamo liberi perché sottoposti alle leggi e non
ad altri.
Concezione dello stato di natura: per lui l’uomo non è un essere sociale, dipende solo dalla natura che per
→
lui è abbastanza. Quando viene istituita la società nasce la società civile, come fa un essere perfetto e solitario
a diventare sociale? per Rousseau colui che ha creato i popoli è colui che deve aver cambiato la natura
dell’uomo. Il contratto sociale viene fatto tra tutti gli uomini come espressione della volontà generale, questo
dà un fondamento democratico allo Stato. Il contratto è legato alle forme di governo: l’autore crede che
l’unico stato legittimo sia reubblicano che quindi come base è democratico.
Alla forza, ovvero alla legge del più forte, si sostituisce il diritto. L'unica forma di associazione che risponde a
ciò è lo Stato democratico, che consente da un lato di riunirsi in una sola entità, ma dall'altro di conservare la
propria libertà e uguaglianza: nel nuovo Stato, il popolo è il Sovrano. Questo provoca uno "sdoppiamento" di
ogni membro del Corpo politico: esso è al contempo Cittadino e Suddito. ⤵
Cittadino (membro del sovrano), in quanto partecipa all’attività del corpo politico. Suddito in quanto
obbedisce alle leggi votate da questo corpo politico di cui è membro.
La sovranità proprio perché è l'esercizio della volontà generale, è quindi:
- inalienabile, essa può appartenere soltanto al popolo
- indivisibile, poiché la volontà di una parte non è che volontà particolare.
- infallibile, essa non può sbagliare in quanto il sovrano, per il solo fatto di esistere, è sempre ciò che deve
essere. Si tratta del postulato democratico.
La Legge: soltanto la legge, sacra per Rousseau, garantisce l’esistenza della giustizia e della libertà. Essa ha il
permesso di assoggettare gli individui per renderli liberi, di incatenare la loro volontà con il loro consenso.
Le leggi non possono essere ingiuste, perché è il Sovrano ad occuparsene. Nessun governante, poi, potrebbe
essere al di sopra delle leggi, perché ogni governante è un delegato del sovrano. Le leggi sono il registro
Scritto da Amanda Delia
delle nostre volontà, e quindi essere sottomessi alle leggi significa essere liberi.
Il popolo possiede il potere legislativo (o potere sovrano), quindi secondo Rousseau la distinzione tra i
governi avviene in base a chi detiene il potere esecutivo:
[la giustificazione dello Stato deve sempre comunque essere democratica]
nella monarchia il capo dell’esecutivo è il monarca, le decisioni vengono prese in modo veloce ed
╺ efficace da una sola persona;
l’ aristocrazia a sua volta si divide in tre tipologia:
╺ l’aristocrazia naturale è legata alla capacità naturale delle persone, al tempo di Rousseau non esiste
╍ questa tipologia ma è esistita nel passato
l’aristocrazia del sangue, che Rousseau odia in quanto repubblicano, è ereditario e da evitare (ispirata
╍ a Ginevra)
l’aristocrazia elettiva, che per Rousseau è la forma migliore dei governi antichi
╍ nella democrazia le scelte di forma democratica in passato erano l’estrazione e il sorteggio, quando
╺ Rousseau ne parla la considera la peggiore e quella impossibile da realizzare per due motivi:
impossibilità logica: il popolo possiede già il potere legislativo, avendo anche quello esecutivo deve
➙ applicare la volontà generale in casi particolari, quindi deve applicare la legge in situazioni concrete
specifiche;
impossibilità di fatto: se il potere esecutivo è in mano al popolo questo dovrebbe costantemente
➙ riunirsi.
[ I giacobini ispirandosi a lui riuniscono tante piccole assemblee prese dal popolo per cercare di creare una
democrazia rappresentativa]
Nell’ultima parte dell’opera “Il contratto sociale” auspica la possibilità di elaborare una religione civile,
→
prima però Rousseau fa un elenco delle tipologie di religioni esistenti in ordine cronologico:
[le prime due hanno sia pregi che difetti]
1. la religione del cittadino, l’autore pensa alle religioni dell’epoca classica/antica: le divinità erano
accostate allo Stato, la vita veniva sacralizzata. Si trattava di religioni politeiste e pagane che
Rousseau definisce false e intolleranti. La vera religione è quella cristiana;
2. la religione dell’uomo, richiama ai valori universali ed è il cristianesimo delle origini (apostoli). È una
religione senza altari e dogmi, spirituale e dedicata all’individuo;
3. la religione del prete, è la religione cattolica. Rousseau la pensa come Locke. l’obbedienza di un
cittadino inglese cattolico era messa a repentaglio perché il capo della Chiesa era anche capo dello
Stato.
Rousseau guarda alla religione anche da un punto di vista politico.
Al termine di questa divisione, Rousseau presenta la Religione Civile, ossia una formula che possieda tutti i
vantaggi della religione del cittadino antico, senza attentare alla libertà interiore dell’uomo, senza imporre
contenuti dogmatici, da cui derivi l’intolleranza. In questa religione ci sono solo due dogmi da rispettare:
dogma teologico: gli uomini devono credere in un unico Dio e devono credere che esista un premio o
➔ un castigo dopo la morte;
dogma politico: l’uomo deve credere nella sacralità del contrat