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Estratto del documento

Nel XVII e XVIII secolo assume una connotazione negativa: ciò che è anticlassico, sproporzionato,

artefatto, imitazione dei grandi artisti moderni. Nel ‘900 vi sarà una rivalutazione del fenomeno

manierista, percepito come prima espressione d’avanguardia, verso la rottura degli schemi imposti

dall’accademia.

Andrea del Sarto – 1486/1530

È stato un pittore italiano e sorta di anello di congiunzione tra Michelangelo e

Raffaello con i primi manieristi.

Madonna delle Arpie – Andrea del Sarto – 1517 – Olio su tavola – Uffizi, Firenze.

Questo dipinto deve il suo nome singolare, secondo quanto narra il Vasari, ai

mostruosi personaggi marmorei posti agli spigoli del piedistallo sul quale sta la

delicata Vergine con il Bambino. A sinistra vi è San Francesco, mentre a destra San

Giovanni giovane. In quest’opera si percepisce la volontà dell’artista di rinnovare il

repertorio tradizionale, tuttavia, non ci troviamo ancora nella fase esasperata del

manierismo.

Dennis Cozzuto

Sebastiano del Piombo – 1485/1547 →

Sebastiano del Piombo nasce a Venezia dove iniziò ad appassionarsi all’arte (formazione artistica veneta

predilezione verso il colore). Nel corso della sua vita ebbe l’opportunità di conoscere e lavorare con

Michelangelo (influenza artistica).

Resurrezione di Lazzaro – Sebastiano del Piombo – 1516/19 – Olio su tela – National

Gallery, Londra

Il soggetto della pala è la resurrezione di Lazzaro, miracolo di Gesù narrato nel Vangelo di

Giovanni. Cristo visita la tomba di Lazzaro, morto qualche giorno prima, e lo risuscita. La

scena, che di per sé si prestava a una rappresentazione dinamica, mostra il Salvatore che,

rialzato leggermente su un gradino con un gesto eloquente, indica Lazzaro seminudo che

si ridesta togliendosi le bende che lo avvolgono, nella sorpresa generale. Gruppi si

accalcano sul primo piano, anche troppo affollato. Dal punto di vista stilistico emergono

tonalità vivaci e contrastanti.

Pietà – Sebastiano del Piombo – 1512/16 – Olio su tavola – Museo Civico, Viterbo

Riprende il soggetto per eccellenza di Michelangelo e lo reinterpreta in maniera

completamente diversa. Vi è rigidità. L’ambientazione notturna privilegia i toni scuri

tipici della pittura veneta di quegli anni che si fondono perfettamente con l’espressività

delle figure umane ispirata da Michelangelo (la Vergine risulta molto mascolina).

L’impostazione è piramidale, tuttavia, l’immagine non è dinamica ma immobilizzata.

Inoltre, rispetto all’iconografia tradizionale, ci troviamo davanti ad una separazione tra

la figura della Madonna e quella del figlio Cristo. Quest’ultimo, poggiato su un

panneggio bianco, è ben in contrasto nella scena. Si ritiene che quest’opera sia stata

realizzata da Sebastiano a partire da un cartone realizzato da Michelangelo stesso.

Pontormo – 1494/1557

È stato allievo di Andrea del Sarto insieme a Rosso Fiorentino. Pontormo rientra tra gli

artisti “eccentrici” del periodo manierista.

Deposizione – Pontormo – 1526/28 circa – Tempera a uovo su tavola – Chiesa di

Santa Felicita, Firenze

La scena ha un’ambientazione assolutamente innaturale e i personaggi sono disposti

secondo una tragica composizione teatrale. Ogni corpo è esageratamente esile,

snodato, allungato e le teste sono rimpicciolite, accrescendo così l’impressione di

slancio (esasperazione e sproporzione). Si crea un gioco di sguardi sia interno al

dipinto, sia con lo spettatore e con l’esterno. Le vesti sono come incollate ai corpi. Si

vedano, ad esempio, il busto del giovane in rosa in basso, la giovane donna in azzurro

in alto a sinistra e, soprattutto, il giovane in verde in alto a destra. Una grande novità è

anche l’utilizzo dei colori pastello. Le ombre appaiono per lo più inesistenti perché le tinte

sono così chiare e così simili, nell’intensità, che le parti in piena luce sono a stento

distinguibili da quelle appena in ombra.

Visitazione – Pontormo – 1526/28 circa – Affresco – Basilica della Santissima Annunziata,

Firenze

Maria incontra Elisabetta e si comunicano le rispettive gravidanze. Dietro di esse sono

presenti due figure che guardano direttamente lo spettatore. I piedi sono fluttuanti e il

Dennis Cozzuto

movimento dei panneggi è esasperato. Fu fonte di ispirazione per Bill Viola nel video The Greeting (1995),

che all'epoca venne anche presentato temporaneamente in una sala vicina alla chiesa.

Rosso Fiorentino – 1494/1540

Come il Pontormo, fu allievo di Andrea del Sarto e fu, sotto molti punti di vista, un ribelle alle costrizioni

classiciste ormai in crisi. Rosso Fiorentino rientra tra gli artisti “eccentrici” del periodo manierista

Deposizione dalla croce – Rosso Fiorentino – 1521 – Olio su tavola – Pinacoteca e

Museo Civico, Volterra

È tra le opere manieriste più riuscite e famose. È rappresentata la discesa del corpo di

Cristo dalla croce subito dopo lo stacco. Lo spazio limitato e compresso della tavola

conferisce un senso di squilibrio e disarmonia generale. La dinamicità, data dalla ricca

gamma di pose ed espressioni, si fonde perfettamente con l’emotività e la drammaticità.

Caratteristica preponderante di questo dipinto è l’uso del colore. Tinte complementari

sono spesso accostate, con effetti cangianti, e si stagliano con forza gli effetti

"fosforescenti" nei punti di maggiore luminosità, rispetto allo sfondo. In particolare, Il

colore con cui Cristo è reso è del tutto artificioso (esasperazione totale). Nicodemo

(vecchio affacciato dall’alto sulla croce) ha il visto contratto come una maschera

(deformazione artificiosa esasperazione dei copri e dei movimenti). Inoltre, a destra della

composizione, San Giovanni piangente ricorda l’Adamo di Masaccio.

Pala Dei – Rosso Fiorentino – 1522 – Olio su tavola – Galleria Palatina, Firenze

In quest’opera Rosso Fiorentino rispecchia un ordine più classico, tuttavia, porta

all’esasperazione la tecnica dello sfumato ripresa da Leonardo (→ le figure si sfaldano). Si

tratta di una sacra conversazione, con al centro la Madonna, che tiene in braccio il Bambino.

Attorno ad essa si accalcano ben dieci santi, che si dispongono a semicerchio ispirandosi

proprio alla Madonna del Baldacchino di Raffaello.

Pala Dei – Rosso Fiorentino – 1522 – Olio su tavola – Galleria Palatina, Firenze

Cristo (sproporzionato rispetto agli angeli), al centro della composizione, assume una

posa serpentinata, precariamente scivolosa, e mai così possente e sensuale. La posa è

assolutamente irreale poiché contraddice la forza di gravità stessa (si terrebbe in

equilibrio solamente con la punta del piede). Vi è un’esasperazione generale. In

quest’opera Rosso Fiorentino cita Michelangelo sia per l’elemento della torsione, sia per

il braccio cadente che fa assumere a Cristo. Inoltre, da un punto di vista iconografico,

mischia il profano con il sacro. Infatti, la presenza del corpo nudo in primo piano allude al

profano (Adone).

Ratto delle Sabine – Giambologna – 1574/80 – marmo – Loggia dei Lanzi, Firenze

Diversamente dal David di Michelangelo, traspare disequilibrio e dinamismo puro.

Pertanto, l’equilibrio classico e l’uso del chiasmo vengono completamente

scombussolati. Fu commissionata dalla Famiglia Medici. La statua è alta 4,10 metri e

rappresenta un giovane che solleva sopra la sua testa una fanciulla, mentre bloccato fra

le gambe del giovane un vecchio si dispera; per questo la statua è anche nota come le

tre età dell'uomo. Opera a 360 gradi (diverse prospettive).

Dennis Cozzuto

Giulio Romano – 1499/1546

Si formò con Raffaello, affiancandolo, soprattutto nella sua ultima fase, anche per gli affreschi per le stanze

vaticane. Alla morte di Raffaello si fece carico di completare le sue commissioni rimaste incompiute, come

la Sala di Costantino e la Trasfigurazione.

Battaglia di Costantino contro Massenzio – Giulio

Romano – 1520/24 – Affresco – Musei Vaticani

Ci si allontana dal rigore compositivo di Raffaello. Il

soggetto del dipinto è la battaglia di Ponte Milvio,

quando Costantino sconfisse Massenzio (evento

successivo al sogno premonitore). Al centro incede

trionfante Costantino su un cavallo bianco, che

macina i nemici sotto gli zoccoli. Gli si parano davanti le truppe avversarie, che si piegano però alla sua

inarrestabile avanzata. A destra si vede il ponte Milvio, strapieno di soldati; nel fiume le barche dell'esercito

di Massenzio vengono colpite e fatte rovesciare dagli arcieri, mentre altri soldati vi cadono per la spinta

della zuffa; tra questi, in basso a sinistra, si trova anche Massenzio a cavallo, riconoscibile per la corona in

testa, che è ormai inevitabilmente destinato alla sconfitta. In alto tre apparizioni angeliche confermano

l'esito divino della battaglia

Due amanti – Giulio Romano – 1523/24 – Olio su tavola –

Ermitage, San Pietroburgo

Il dipinto raffigura una scena erotica fra due amanti spiati da una

terza figura. Ricorrono temi già visti nel contesto veneziano come

la sensualità dei corpi. Tuttavia, i volti sono quasi tendenti al

grottesco (volto della serva). Gli accessori che esibisce

identificano la donna come una cortigiana.

La caduta dei giganti – Giulio Romano –

1532/35 – Affresco – Palazzo Te, Mantova

Opera che potrebbe essere ricondotta al

periodo Barocco per il forte dinamismo,

teatralità e illusionismo prospettico. È un

affresco che occupa un’intera parete del

Palazzo Te di Mantova Opera immersiva.

È raffigurato l’episodio di Giove che punisce i

giganti che gli erano ribellati. In particolare, secondo la mitologia, i Giganti, diedero l’assalto all’Olimpo.

Giove li colpì con i fulmini (scena raffigurata sulla cupola) facendoli precipitare e sprofondandoli, infine,

nelle viscere dell’Etna. Fonde la pittura con l’architettura.

Matrimonio di Amore e Psiche – Giulio Romano – 1532/35 –

Affresco – Palazzo Te, Mantova

Affresco che rientra nella Sala di Amore e Psiche di Palazzo Te di

Mantova. Fu commissionato dalla Famiglia Gonzaga. È

certamente un’opera più classicheggiante rispetto a La caduta

dei giganti. I due si trovano dislocati su un lato, in particolare su

un triclinio romano sulla destra. Nei soggetti profani i manieristi

Dennis Cozzuto

trovarono uno stile magg

Dettagli
A.A. 2023-2024
141 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dennis-cozzuto di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Accademia di Belle Arti di Napoli - Accademianapoli o del prof Troncone Alessandra.