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Leonardo si concentra sulla drammaticità psicologica del momento, mentre
Ferrari aggiunge un tocco di realismo domestico. Entrambe condividono una
struttura prospettica rigorosa, ma Ferrari adotta una visione meno idealizzata, più
vicina alla sensibilità popolare.
Antonello da Messina (1430-1479) - Annunciata di Palermo (1475)
Olio su tavola conservato nella Galleria regionale di Palazzo Abatellis, Palermo.
Questa Annunciazione si distingue per l’intimità e il minimalismo. La Vergine,
raffigurata con un velo leggero e uno sguardo assorto, è isolata in uno spazio
vuoto che amplifica la sua introspezione.
La luce, proveniente da sinistra, modella delicatamente il volto e le mani,
creando un effetto di tridimensionalità. Antonello dimostra una straordinaria
padronanza della tecnica a olio, che permette sfumature realistiche e trasparenti.
Guido Reni (1575-1642) - Atalanta e Ippomene (1615-1618)
Dipinto a olio su tela, conservato nel Museo di Capodimonte, Napoli. L’opera ritrae il mito greco di Atalanta e
Ippomene, immortalando il momento culminante della corsa. Reni utilizza una composizione diagonale che
trasmette dinamismo e tensione.
La posa dei protagonisti, caratterizzata da una grazia quasi scultorea, è arricchita da dettagli raffinati, come i
panneggi delle vesti, che sembrano mossi dal vento. La luce, calda e diffusa, modella i corpi, evidenziando la
tensione muscolare e la sensualità. Il mito è reso visivamente vibrante grazie alla combinazione di realismo
anatomico e idealizzazione classica.
STORIA DELL’ARTE (1)
Storiografia: La storiografia è la scienza e la pratica dello scrivere opere relative ad eventi storici del passato. Si
riferisce al complesso delle opere storiche scritte in un determinato periodo, relative a un argomento specifico
o basate su un determinato metodo.
Quattro indirizzi principali nella storia dell’arte:
Connoisseurship: analisi visiva e memoria per comprendere un’opera come un tutto.
• Ricerca formalista: studio di stile, struttura e ritmi per comprendere l’impianto creativo.
• Storiografia positiva: ancoraggio delle opere a fatti e fonti documentate.
• Storia dell’arte come storia della cultura: combinazione di analisi formale e comprensione
• contestuale.
Raffaello Sanzio (1483-1520) - La Scuola di Atene: Affresco
realizzato tra il 1509 e il 1511, situato nella Stanza della
Segnatura dei Musei Vaticani, Roma. Quest’opera rappresenta
il culmine dell’armonia rinascimentale. La prospettiva
centrale, con il punto di fuga verso l’arco centrale, dirige lo
sguardo verso Platone e Aristotele, epicentro concettuale
della composizione.
Ogni figura è caratterizzata da gesti espressivi e pose
dinamiche, creando un dialogo tra filosofia, scienza e arte. La
luminosità e la chiarezza della scena sono enfatizzate dalla
luce diffusa, che rende le figure plastiche e realistiche.
L’architettura, ispirata al classicismo, integra perfettamente le
figure nello spazio.
La Storia dell’arte come disciplina accademica: La storia dell’arte, come disciplina accademica, ha le sue
radici nell’Illuminismo e nel Neoclassicismo, quando studiosi iniziarono a sviluppare un interesse sistematico
per il passato culturale. Johann Joachim Winckelmann (1717-1768), considerato il padre della moderna storia
dell’arte, scrisse Storia dell’arte nell’antichità (1764), introducendo l’idea di un’evoluzione stilistica. Egli
sottolineò l’importanza del contesto storico per comprendere appieno un’opera d’arte.
Johann Joachim Winckelmann (1717-1768): Nato a Stendal, Germania,
e morto a Trieste, Winckelmann è considerato il padre della moderna
storia dell’arte. Nel 1764 scrisse Storia dell’arte nell’antichità, un testo
rivoluzionario che introdusse l’idea di evoluzione stilistica delle opere
d’arte e la necessità di contestualizzarle storicamente.
Villa Albani Torlonia - Cardinal Alessandro Albani (1692-1779): Situata a
Roma e progettata nel XVIII secolo, Villa Albani Torlonia fu un centro di
collezionismo e classicismo. Voluta dal cardinale Alessandro Albani, la villa
ospitava una vasta collezione di sculture antiche e opere che incarnavano
l’amore per il mondo classico, con spazi progettati per esaltare la bellezza e
l’armonia dell’arte antica. La sua struttura architettonica e decorativa riflette
l’ideale neoclassico di ordine e proporzione.
Anton Raphael Mengs (1728-1779) - Il Parnaso: Olio su tavola, conservato all’Ermitage di San Pietroburgo.
Questo capolavoro neoclassico rappresenta Apollo e le Muse sul monte Parnaso. Mengs utilizza una
composizione simmetrica e un’illuminazione chiara per esaltare l’armonia e l’eleganza delle figure. La
disposizione circolare guida lo spettatore verso il fulcro dell’opera, Apollo, simbolo di creatività artistica.
Raffaello Sanzio (1483-1520) - Il Parnaso: Affresco realizzato tra il 1510 e il 1511 nella Stanza della Segnatura
dei Musei Vaticani, Roma. L’opera rappresenta Apollo al centro, circondato dalle Muse e da poeti illustri come
Omero, Dante e Virgilio. La composizione è orchestrata con una perfetta simmetria e un uso magistrale della
prospettiva, che conduce l’occhio verso il monte Parnaso.Le figure, animate da gesti eloquenti, sono immerse
in un paesaggio armonioso. L’uso della luce diffusa crea un effetto di unità e serenità, esaltando la
connessione tra poesia e divinità.
Giorgio Vasari (1511-1574): Nato ad Arezzo e morto a Firenze, Vasari fu pittore, architetto e
storico dell’arte. La sua opera più celebre, Le Vite de' più eccellenti pittori, scultori e
architetti (1550, rivista nel 1568), è una pietra miliare per la biografia artistica e la
storiografia.
Cimabue (1240-1302) - Maestà di Santa Trinità: Tempera su tavola, Galleria degli Uffizi, Firenze. Cimabue
utilizza una struttura frontale e solenne per rappresentare la Vergine in trono, enfatizzando la monumentalità e
il significato sacro dell’immagine. Le figure, ancora legate alla tradizione bizantina, mostrano un uso
pionieristico del volume.
Giotto (1267-1337) - Madonna di Ognissanti: Tempera su tavola, Galleria degli Uffizi, Firenze. Rispetto a
Cimabue, Giotto introduce un realismo innovativo, con un trono prospettico e figure volumetriche. La Madonna
ha una presenza fisica più tangibile, grazie all’uso sapiente della luce.
Confronto tra Cimabue e Giotto
Cimabue rappresenta la transizione dalla tradizione bizantina al proto-rinascimento, mentre Giotto segna una
svolta verso il naturalismo. Entrambi usano la prospettiva e il chiaroscuro, ma Giotto raggiunge una maggiore
tridimensionalità e dinamismo.
Estetica e Iconologia
Estetica: è la disciplina filosofica che si occupa della natura del bello, dell'arte e del gusto, esplorando
• le emozioni e le percezioni legate all'esperienza artistica e alla bellezza. Si concentra sugli aspetti
soggettivi e universali del bello, indagando come viene percepito e apprezzato.
Iconologia: invece, è lo studio delle immagini e dei simboli in arte, focalizzandosi sulla loro
• interpretazione e significato. Esamina i soggetti rappresentati nelle opere d'arte, decifrando il loro
contesto storico, culturale e religioso.
L'estetica indaga il valore sensoriale e filosofico del bello, mentre l'iconologia si concentra sul
significato simbolico e narrativo delle immagini.
La PURA VISIBILITÀ e il FORMALISMO: A Konrad Fiedler (Öderan, 1841 - Monaco di Baviera, 1895), uno dei
massimi filosofi dell’arte vissuti nel XIX secolo va il merito di aver elaborato una delle teorie artistica
fondamentali, destinata a influenzare gran parte dei critici e dei connoisseur.
Esiste una realtà che prescinde dalle opere d’arte, e di conseguenza un artista, quando crea un’opera d’arte,
creerà un mondo nuovo, che sarà unicamente frutto delle sue percezioni e del suo gesto. Per Fiedler, l'arte non
ha il compito di rappresentare il mondo esterno o trasmettere messaggi morali o storici, ma piuttosto di creare
una esperienza estetica autonoma basata sulla visione pura.
Ogni artista sviluppa una propria coscienza artistica che si esprime nella attività dell’artista stesso. Un’attività
di libera creazione (e non di imitazione, dunque) che l’artista può condurre con il mezzo che ha a sua
disposizione per percepire la realtà: la pura visibilità.
L’arte visiva non dovrebbe essere interpretata attraverso contenuti narrativi o concetti esterni, ma
esclusivamente in termini di forme visibili e strutture interne. Fiedler sostiene che l’essenza dell’arte
risiede nell’atto percettivo stesso e nell’organizzazione delle forme e dei colori, indipendentemente da
eventuali significati simbolici o rappresentazioni realistiche.
L’attività conoscitiva dell’artista, che parte dal dato percepito, lo rielabora interiormente e lo organizza
sotto forma di strutture formali, e permette di giungere all’espressione artistica. Ciò che distingue
l’artista dall’uomo normale, dal non-artista, è proprio la capacità di trasformare l’attività conoscitiva in
espressione. E l’arte ha inizio laddove i dati che provengono dalla realtà e che vengono rielaborati dalla
mente si trasformano in gesto, prendono forma, diventano opera e creazione.
L’attività artistica è per Fiedler più importante della stessa opera in quanto è l’attività stessa il contenuto
dell’opera: “Nell’opera d’arte l’attività formativa trova la sua conclusione esterna, il contenuto dell’opera
d’arte non è altro che lo stesso formare”.
Il merito delle teorie di Fiedler consiste nell’aver spostato, a proposito dell’opera d’arte, l’attenzione dal
contenuto verso la forma. È da qui che si origina il metodo noto come formalismo, attraverso il quale una
vasta schiera di storici dell’arte iniziò ad approcciarsi alle opere e agli artisti indagando principalmente,
appunto, la forma, e assegnando al contenuto un ruolo di importanza inferiore. Heinrich Wölfflin
(Winterthur, 1864 - Zurigo, 1945), prese le mosse proprio dalla concezione fiedleriana dell’arte. Il pensiero
di Wölfflin trovò una sistemazione organica in un’opera fondamentale della sua maturità:
Kunstgeschichtliche Grundbegriffe, “Concetti fondamentali della storia dell’arte”, del 1915. Wölfflin
intendeva fornire un metodo per analizzare le forme visive dell’attività artistica: in sostanza, ciò che
interessa a Wölfflin non è tanto l’oggetto in sé, quanto il modo in cui l