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SARNATH E MATHURA
La scultura è molto abbondante, molti capolavori sono mantenuti nei musei
locali; non possediamo edifici strutturali integri ma molta scultura che li ornava.
RAFFIGURAZIONE DEL BUDDHA SARNATH
Le caratteristiche di questa epoche:
Raffigurazione Buddha più famosa di
Sarnath, è una stele nella tipica pietra
Storia dell'arte dell'India 63
di Sarnath → arenaria Beige/chiara,
che permette una grande esecuzione
di dettagli. Il Buddha è seduto nella
mudra della messa in moto della
ruota della legge, dell'insegnamento
→ unione delle due mani, la destra
rivolto verso lo spettatore, il Buddha
sta insegnando, nel registro inferiore
è raffigurata la ruota di profilo con
attorno i discepoli che ascoltano e
due gazzelle.
Caratteristiche fondamentali → il prototipo nella pianura indogangetica
avevano un volto volitivo, era rivolto verso lo spettatori, nell'arte GUPTA
avviene un mutamento decisivo: il Buddha ha abbassato lo sguardo, verso
l'interno (espressione meditativa), è assolto nella propria interiorità. Un'altra
caratteristica è il trattamento della capigliatura: l'ushnisha e i capelli sono
coperti da riccioli molto ordinati, piccoli aspirali che si avvolgono verso destra
(buon auspicio).
Altra caratteristica sono le aureole → vi sono due esseri volanti, esseri celesti
che poggiano sull'aureola tonda percorsa da tralci di loto.
Una caratteristica è il trattamento della veste → copre interamente il corpo del
Buddha , completamente aderente al corpo.
MATHURA
altezza di 214 cm, il Buddha più bello
e famoso in assoluto.
Alcune caratteristiche Gupta →
aureola, i riccioli, espressione
meditante; grande differenza
nell'abbigliamento; la veste è fatta da
piegoline, non è liscia, potrebbe
rimandare al gandara.
Storia dell'arte dell'India 64
La veste è a piegoline e lascia intravedere l'anatomia del Buddha, il Buddha è
ASESSUATO, non sono riprodotte caratteristiche sessuali, in quanto il Buddha è
aldilà di ogni desiderio dei sensi; Buddha da Jamalpur (donato dal monaco
Yashadinna), dalla collinetta dove è stato rinvenuto. La mano è spezzata stava
probabilmente nel mudra del Non Temere.
IL SITO DI AJANTA
Storia dell'arte dell'India 65
Il sito di Ajanta, nel quale sorge un grande complesso monastico buddhista
scavato nella roccia, fa parte del regno dei Vakataca, massimi alleati dei Gupta.
Il sito è importante in quanto conserva la pittura dell'india antica scomparsa
altrove.
Si tratta di un complesso monastico scavato che comprende 29 grotte
maggiori di cui 4 sono chytiagrya, sale di culto, le altre sono Vihara, monasteri.
Ajanta è stata scoperta per caso nel 1819 da un ufficiale Britannico, Jonh Smith,
durante una battuta di caccia.
Si articolano intorno al torrente, si notano i Chytyagrya a pianta absidata e i
Vihara a pianta quadrangolare con colonne interne e celle per i monaci.
Il luogo ebbe una vita molto lunga e diverse fasi di realizzazione, i primi scavi in
questo luogo sono datati tra il 100 ac ed il 150 dc, ciò riflette
la fase più antica dell'arte Buddhista, fase aniconica → comprende due
Chytyagrya (il n10 ed io n9 e due Vihara piccoli (il 12 ed il 13, il 15a)
Storia dell'arte dell'India 66
Chaityagriha N 10 → Fase più antica del Buddhismo, aniconico, vi sono resti dei
dipinti.
Vihara N 12 → Fase più antica, ingresso Vihara, con decorazione esclusivamente
architettonica, finestre ad arco con all'interno le travi che probabilmente
dovevano essere in legno.
La seconda fase ci porta più avanti nei secoli, in un periodo che è legato ad una
forma di Buddhismo → il Mahayana, il Buddha è raffigurato e così anche i
Bodhisattva, questa seconda fase era fatta estendere fino al VII sec dc, oggi
invece si data nella seconda metà del V sec dc, ristretto.
Storia dell'arte dell'India 67
Chaityagriha N 19 → la facciata ha un portico sorretto da colonne e con una
grande finestra ad arco Gavaksha, occhio di Bovino); tutta la facciata è
occupata da sculture che riproducono guardiani ed una serie di Buddha in varie
posizioni.
Immagine esterno n19.
Diverse raffigurazioni del Buddha.
Particolare n19
Pannello che raffigura un principe naga, cobra → con la sua consorte e la sua
attendente femminile. Interno n19 → sala absidata che misura circa 16
m di profondità x 7 di larghezza, le colonne
dividono in 3 navate e lo stupa presenta (tratto
NUOVO un'immagine del Buddha sul suo corpo
centrale, non è più necessario che contenga
delle reliquie in quanto lo stupa ha il Buddha.
Il soffitto a volta di Botte riproduce nella pietra
quelli che dovevano essere i travetti
dell'architettura linea alla base di queste
architetture.
Particolare n19 → i capitelli e la fascia tra i
capitelli e la volta; vi sono molteplici Buddha.
CHAITYAGRIHA N26 → la facciata è rovinata, il portico è crollato, nonostante
ciò è il più straordinario ed elaborato.
Interno n26 → colonne sono più fitte
e più ornate, il fregio sovrastante è
ancora più ricco di dettagli e lo stupa
si è arricchito di rilievo; nel mezzo vi
è lo stupa con raffigurato un rilievo
del Buddha con postura
all'occidentale.
Storia dell'arte dell'India 68
La più grande scultura (misura 7
metri) è quella del Buddha al
momento della sua morte → è
raffigurato sotto un tripudio di esseri
celesti ma anche circondato di
discepoli tristi; il tutto si svolge sotto
alberi di Sciala, in quanto secondo la
leggenda avviene sotto questi alberi.
Vihara N6 non sono più soltanto luoghi di residenza per i monaci, ma hanno
anche loro una grande evoluzione: sul fondo di queste sale si aprono delle vere
e proprie cappelle, dove è raffigurato il Buddha; vi è un passaggio da mera
residenza a luogo dove si può esercitare la venerazione del Buddha.
Vihara N1 → sono importanti in quanto si sono conservati resti di pittura, le due
grotte che conservano gli esempi più importanti su larga scala sono il Vihara n1
ed il n17.
Particolare Vihara n1 → soffitto,
immagini floreali, vi sono grandi
narrazioni di Jataka o Vicende della
vita del Buddha, vi sono immagini di
Buddha e poi immagini di decoro.
Vihara n1 → PITTURA CON BODHISATTVA.
Storia dell'arte dell'India 69
Ai lati del vestibolo, sono due Bodhisattva, uno è Avalokiteshvara Padmapani
(colui che guarda giù) ed è l'emblema della compassione, la sua espressione è
di assoluta concentrazione, guarda verso il basso, ha il volto leggermente
piegato verso il basso → guarda verso il mondo degli uomini che si trova sotto
di lui, esprime anche una grande umiltà, combinazione di umiltà e compassione;
l'altro è Vajrapani (colui che tiene in mano il fulmine). I due sono raffigurati
come dei principi, ingioiellati con corone
LA TECNICA
Realizzati con pigmenti minerali, non sono affreschi → si pareggiava la pietra
con uno strato di terra, si passava intonaco e poi si dipingeva. Le pitture sono
spesso molto affollate ed alcune figure sono fatte risaltare tramite i cambi di
colore, non c'è una luce direzionale, viene utilizzato il bianco per dare spessore
ai personaggi → che sono naturali e fluidi.
VIHARA N17 → vi sono alcune parti dipinte ben conservate ne portico: esempio
tondo centrale circondato da animali fantastici e esseri celesti.
Altro dettaglio → Storia di Udayin, ci fa vedere come era fatto un palazzo
Parete Ovest → Dipinti narrativi che
raffigurano i Jataka, l'esecuzione ci fa
porre degli interrogativi. La modalità
Storia dell'arte dell'India 70
di narrazione rende difficile la
comprensione. Il principe generoso,
I serpenti restano tutt'ora oggetto di culto in India, sono divinità minori in
quanto concedono la fertilità e maternità. Vi sono delle pietre dei Naga,
collocate ovunque.
31/03, Quindicesima Lezione.
ARCHITTETURA TEMPLARE
Periodo intorno all'anno Mille.
L'edificio templare è la massima realizzazione artistica indiana, inizia con edifici
semplici e termina con edifici complessisimi, è la massima realizzazione anche
dal pdv scultoreo, la scultura dell'india antica NON è mai indipendente da edifici
→ non esiste una scultura indipendente, queste capacità raggiungono il loro
culmine con la realizzazione di grandi templi che si concentrano intorno all'anno
1000. Il nostro punto di partenza: Templio inizio XI
sec, Khajuraho
LE PARTI DEL TEMPIO
Storia dell'arte dell'India 71
La parte essenziale del tempio: quella in fondo; questo templio è rivolto ad EST
(direzione più comune), ma la parte essenziale è sul lato OVEST che in un
tempio non può mai mancare
→ la CELLA con la sua sovrastruttura, prende il nome di PRASADA, dove si
trova l'immagine della divinità, è principalmente quadrata o rettangolare, questa
parte prende il nome di
GARBHAGRIHA → embrione, il dio che sta nella cella è il punto in cui tutto
nasce.
Si va dalla cella buia e si arriva verso l'esterno.
Il tempio che stiamo prendendo in causa appartiene alla tipologia del NORD, vi
sono diversi linguaggi → macrodivisione stile del Nord e del Sud, ovviamente vi
sono poi varianti.
Il tempio del Nord è chiamato NAGARA, TEMPIO CITTADINO, è caratterizzato in
primis
dallo SHIKARA, torre che si erge sopra la struttura della cella, hanno la forma di
una torre con un profilo circolare; notiamo un aspetto fondamentale
dell'architettura indiana: si basa sulla MOLTIPLICAZIONE degli stessi elementi.
In questo caso il tempio ha la torre con un modello di
SHEKARI→ più composito, sul corpo centrale si dispongono gli
URASHIKARA, ossia i pinnacoli.
Se si accede pian piano troviamo delle sale
Storia dell'arte dell'India 72
→ vi è il MANDAPA all'ingresso (padiglione), lo spazio tra il mandapa principale
è chiamato Antarala, un vestibolo, spazio tra il mandapa e la cella.
Il tempio è sopraelevato, su una grande piattaforma che si chiama
JAGATI, mentre il piano di calpestio del tempio si chiama
Adishtana (elemento solido che alza il tempio cero e proprio).
Un altro elemento è il corridoio per la Pradakshina, i muri della cella non
coincidono con i muri esterni, ma vi è lasciato un corridoio → serv