LA CONFERENZA DI BANDUNG
Con la Conferenza di Ginevra si apre un periodo di pace relativa nel sud-est
asiatico, durante il quale si tiene, nell’aprile 1955 a Bandung, la “conferenza
afro-asiatica”, lanciata dai leader dell’India indipendente, dell’Indonesia e della
Cina. Vi prendono parte 29 paesi appena usciti dall’esperienza del colonialismo
(rappresentavano il 54% della popolazione mondiale dell’epoca), che in seguito
diverranno le nazioni “non-allineate”, in chiave anticolonialista e anti guerra
fredda.
Questa proposta emerge dalla constatazione che, fino a quel momento, i
provvedimenti di natura politica riguardanti l’area del sud-est asiatico erano
stati presi dalle potenze coloniali senza un riscontro da parte dei paesi oggetto
di quei provvedimenti.
Dalla conferenza emerge, dunque, un impulso alla cooperazione, espresso
attraverso i cinque principi di coesistenza pacifica (sempre nell’ottica di
ottenere una condizione di indipendenza rispetto alle potenze occidentali):
1) il mutuo rispetto della sovranità e integrità territoriale
2) il principio di non aggressione
3) il principio di non ingerenza negli affari interni
4) l’uguaglianza e la cooperazione per il raggiungimento di obiettivi di
reciproco vantaggio
5) la coesistenza pacifica
Alla conferenza si condanna, quindi, ogni tipo di imperialismo, sottintendendo
anche quello sovietico.
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Nell’URSS, sotto Chruscev, si guarda a questo movimento come ad
un’opportunità in termini di legami economici. Al contrario, gli USA cominciano
ad aumentare la propria cooperazione con paesi asiatici come il Giappone, con
l’obiettivo di sostenere regimi amici in chiave anticomunista.
In generale, si assiste ad un declino dell’influenza europea nella regione, a
partire dai Paesi Bassi che si ritrovano costretti a lasciare l’Indonesia, dopo
l’ascesa del leader nazionalista indonesiano Sukarno, sostenuto anche dal
movimento comunista, che promuove l’Indonesia come una nazione
democratica – ideale che verrà meno nel 1966 quando Sukarno verrà deposto e
sarà instaurata una dittatura militare.
Nel frattempo, i francesi sono costretti a lasciare il Vietnam a seguito della
Conferenza di Ginevra, e anche la presenza in Cambogia e Laos viene ridotta.
La Gran Bretagna continuerà a mantenere una presenza in Malesia, fino al suo
ritiro definitivo dal sud-est asiatico negli anni a seguire, al fine di spostare i
propri interessi espansionistici in altre aree del mondo e lasciare l’Asia agli USA.
LA GUERRA DEL VIETNAM E IL COINVOLGIMENTO DEGLI USA
La Conferenza di Ginevra aveva diviso il paese in due:
- Vietnam del nord, governato dai comunisti e sostenuto da URSS e Cina
- Vietnam del sud, controllato da un governo filoccidentale sostenuto
dagli USA
Già nel 1955, nella zona sud, ha inizio una guerriglia in chiave anticomunista
da parte dei Vietcong e vi è un’escalation di violenze che portano ad un
maggiore coinvolgimento degli USA in sostegno al governo del sud.
Nel 1964, il presidente statunitense Johnson prende due provvedimenti
cruciali: bombardare il Vietnam del nord e inviare numerosi contingenti
americani nel Vietnam del sud, a fronte del timore che il comunismo potesse
prendere il sopravvento nel sud-est asiatico dopo l’ascesa di Sukarno in
Indonesia.
Sono gli anni in cui gli USA si trovano all’apice del proprio interventismo
militare, ma anche in cui emerge una forte opposizione al coinvolgimento
americano nella guerra. Cambia anche la posizione di Cina e URSS: a seguito
del processo di apertura intrapreso da Chruscev e contestato dalla Cina – che,
al contrario, aveva iniziato ad assumere un ruolo di leadership nei confronti dei
paesi non allineati, considerandosi una potenza imperialista –, viene meno la
loro alleanza strategica.
Nel 1968 gli USA introducono la cosiddetta dottrina Nixon, secondo la quale
gli americani avrebbero dovuto mantenere gli impegni stabiliti dai trattati con i
paesi del sud-est asiatico, ma si sarebbero dovuti svincolare da un punto di
vista militare dai conflitti interni che stavano riguardando i paesi della regione.
Così, nel 1973 hanno luogo gli accordi di Parigi, in cui si determinano le
condizioni per il ritiro degli USA dal Vietnam, lasciando il governo del sud
vulnerabile nei confronti della guerriglia interna e della minaccia costituita dal
Vietnam del nord. La guerra, difatti, termina solamente due anni più tardi.
L’ASEAN E LA ZOPFAN
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1956-57: cinque Stati iniziano a costruire un percorso di cooperazione che
prevede un nuovo approccio nelle politiche dei paesi del sud-est asiatico, che
esula la presenza delle grandi potenze. I paesi coinvolti sono Filippine,
Indonesia, Singapore, Malesia, Tailandia.
L’8 agosto 1967 si incontrano in Tailandia e costituiscono l’ASEAN (Association
of Southeast Asian Nations). Nel 1971 viene proclamata la nascita della
ZOPFAN (Zone of Peace, Freedom and Neutrality), con cui si richiedeva a Cina
e URSS l’inizio di una politica di riconoscimento della neutralità dei paesi
coinvolti oltre che una non polarizzazione del sud-est asiatico nelle loro lotte di
potere, in modo che questa regione non fosse più teatro di conflitti
confidence building
In questo modo viene creata una piattaforma di per ciascun
paese, attraverso il rafforzamento di norme internazionali per la convivenza
pacifica e l’estraniamento dai conflitti occidentali.
6) IL CONTESTO INDIANO
Tendenzialmente si pensa all’induismo come l’essenza della storia indiana; si
tratta di una concezione prettamente in ottica coloniale, da una prospettiva
europea.
1498-99: Vasco de Gama scopre una nuova via per l’India attraverso il mare
(prima i commerci avvenivano solo via terra), e i portoghesi cominciano ad
insediarsi lungo la costa del subcontinente indiano stabilendo delle basi
commerciali.
Ben presto i portoghesi iniziano a stabilire dei contatti con le popolazioni locali,
dando inizio ad una vera e propria espansione territoriale attraverso forme di
diplomazia coercitiva, esercitate anche da parte dei missionari cristiani. Le
comunità cristiane nascenti entreranno presto in conflitto con le comunità
musulmane.
In questo modo, i portoghesi diventano la forza navale principale dell’Oceano
indiano.
Tutte queste non sono altro che le premesse all’ascesa dell’East India
Company (EIC) nel subcontinente indiano, dove il commercio era già
un’attività fiorente. L’ARRIVO DELLE POTENZE COLONIALI
Nel ‘600, l’impero Moghul da monarchia centralizzata si trasforma in una serie
di province autonome governate da autorità locali che si rifacevano
all’imperatore Moghul.
In questo periodo arrivano anche le compagnie commerciali olandesi e
britanniche, e si assiste all’ascesa degli olandesi a scapito dei portoghesi, più
focalizzati sulle indie occidentali (Sudamerica).
Gli olandesi prediligono la costa orientale dell’India, importante collegamento
tra vari territori del sud-est asiatico; il commercio era basato su prodotti come
spezie, cotone, indaco, tinture, ecc.
Nel 1613 vi è l’arrivo della EIC britannica, una compagnia commerciale
costituita da azionisti che facevano parte del governo britannico; non era una
compagnia di stato, ma riesce ad ottenere da parte della corona il monopolio
del commercio con l’Oriente, in cambio di una somma pagata annualmente.
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La East India Company entra subito in competizione con la compagnia
olandese, ma ottiene importanti concessioni da parte dell’imperatore Moghul,
riuscendo ad espandersi sia sulla costa occidentale che orientale e ottenendo il
permesso di costruzione di magazzini circondati da fortificazioni (soprattutto
nel momento in cui i rapporti con i governanti Moghul iniziano a farsi più
complessi). L’interesse dell’EIC, dunque, era principalmente economico, ma
l’espansione economica va pari passo con l’espansione militare.
Verso la fine del ‘600, i favori dell’impero Moghul e dei sultani che
controllavano ciascun governo locale iniziano ad essere contesi con la
compagnia francese, che al contrario era finanziata dallo stato. Nel 1673 i
francesi di insediano a Pondicherry, riuscendo a far passare il proprio dominio
coloniale in città quasi come un evento positivo. 16.03.2022
L’INDIA SOTTO IL CONTROLLO COLONIALE
La politica coloniale comincia fin da subito ad aver un fortissimo impatto su
società ed economia locali, soprattutto nella regione indiana del Bengala.
Britannici e francesi erano già in conflitto in Europa, e le loro dispute si
spostano anche nel sud-est asiatico, all’interno del mondo coloniale; lo
sgretolarsi dell’impero Moghul favorisce, infatti, l’avvento delle compagnie
commerciali europee, grazie alla stabilità politica che l’impero aveva garantito.
Le principali compagnie attive nel sub continente erano quelle inglesi e
francesi, che iniziano ad ottenere dei privilegi commerciali (possibilità di
costruire magazzini, porti e infrastrutture varie in cambio del pagamento di
tasse annuali) grazie agli accordi con i nobili locali.
Nel corso del ‘700, hanno luogo diversi scontri a cui prende parte l’East India
Company britannica. Figura centrale dal punto di vista militare – con obiettivo
l’affermazione territoriale dell’East India Company – è quella di Robert Clive,
un generale inglese che perseguirà una vera e propria campagna militare per
l’affermazione del dominio della compagnia inglese come entità politica e non
solo economica nell’ambito del sub continente indiano (a scapito dei francesi).
1) 1746-1763: tre guerre del Carnatico, combattute tra le due compagnie
europee, inglese e francese, sostenute da rispettive alleanze con sovrani
del sub continente indiano. I francesi risulteranno sconfitti, mentre gli
inglesi prenderanno il controllo del Deccan. nawab
2) 1757: battaglia del Plassey tra East India Company e il (sovrano)
del Bengala
3) 1764: battaglia di Baksar tra East India Company e la coalizione che si
era creata tra il sovrano del Bengala e l’imperatore Moghul
Sono battaglie importanti in quanto segnano l’inizio di una conquista vera e
propria dell’Inghilterra dei territori indiani. All’EIC viene riconosciuto il diritto a
(diwani),
riscuotere e amministrare le imposte diritto che solitamente era
l’imperatore a conferire ai sovrani.
Tra il 1788 e il 1792, l’EIC si allea con i Maratti per sconfiggere e conquistare il
regno di Mysore, una vera e propria potenza nell’India meridionale. Questo
Sotto Tipu Sultano
conflitto porta alla sconfitta del (sultano del regno Mysore) e
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al
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