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Nel secondo dopoguerra è necessario affrontare un'urgenza abitativa non indifferente.

La guerra distrugge molte città e quindi sopraggiunge la necessità di ricostruire il mondo e con lui l'intera struttura sociale e il modo di abitare. Gli architetti in questo periodo hanno il compito di dare risposte urgenti a una società che deve ricominciare da capo e a una ricostruzione che in Europa continuerà velocemente.

Le Corbusier - Unité d'habitation (Marsiglia 1947-53)

L'ultima fase della carriera di Le Corbusier è stata dedicata alla sua riflessione sull'urbanistica portando a dei cambiamenti radicali. L'architetto studia il rapporto dialogico e dialettico tra prima e dopo guerra. Le Corbusier ha una grande fede nel processo tecnologico e allo stesso tempo però ha una sfiducia sulla macchina e sulla tecnica dopo che queste hanno mostrato come possono distruggere città e popolazioni.

È un edificio

costruito a Marsiglia costruito su un terreno verde. E' un esperimento che fa come modello per dimostrare la sua idea di urbanistica per la ricostruzione nell'immediato dopoguerra. MUTAMENTO RADICALE DELL'URBANISTICA.

Quella dell'Unité d'habitation è un'urbanistica cristallina e razionale di abitazioni in un singolo blocco residenziale. Come una calamita racchiude e incorpora case per 1800 abitanti. L'idea era quella di densificare un alto numero di abitanti che normalmente sarebbero sparsi in un ampio territorio, così da creare una città in una città. Nei suoi viaggi formativi in Europa e in Italia Le Corbusier ha l'occasione di studiare il modo di vivere dei monaci italiani in piccole unità abitative nei monasteri. Ha la capacità di guardare al passato cogliendone l'essenza e poterla applicare al presente. A confronto, il transatlantico offre una grande modernità, che contiene al suo

interno un microcosmo unico nel suo genere, dove si ha il massimo sfruttamento dello spazio senza sprechi. Con l'Unité d'habitation i 5 punti dell'architettura si sono modificati:
  • L'edificio è sempre sollevato da terra per l'idea di salubrità, ma ci sono dei grandi casseri che sorreggono la struttura.
  • Non vi è più la facciata libera perché la struttura è diversa, l'edificio rispecchia la presenza di decine di celle abitative che si incastrano all'interno di questo scheletro. La facciata rispecchia la sua struttura interna.
  • Vengono introdotte le rue corridor, vie interne che riprendono quelle delle città dove vi sono collocati dei servizi pubblici.
Questo edificio è importante perché diventa un modello per questo tipo di strutture architettoniche. In mezzo all'edificio c'è una zona vuota, un corridoio di distribuzione interna attraverso il qualesi può raggiungere tramite una scala interna. Il tetto piano dell'Unité è accessibile e può essere utilizzato come spazio esterno per attività ricreative o come giardino. Ogni appartamento ha anche un bagno completo con doccia e vasca da bagno. Gli interni sono caratterizzati da finiture di alta qualità e materiali moderni, che conferiscono agli alloggi un'atmosfera elegante e contemporanea. L'Unité offre inoltre servizi comuni come una lavanderia e un parcheggio sotterraneo. La posizione dell'edificio è ideale, vicino a negozi, ristoranti e mezzi di trasporto pubblico.

d'habitation è occupato da piccoli edifici che ospitano funzioni collettive, come un asilo, diventando un grande spazio collettivo. Sul tetto le forme non sono più geometriche, ma indugiano molto di più all'organicità e alle curve. Vi è un cambiamento progettuale nei lavori di Le Corbusier, c'è una maggiore libertà espressiva dichiarando un diverso atteggiamento nei confronti dell'architettura. Il cemento diventa un materiale espressivo. Nel caso dell'Unité d'habitation il cemento viene colato in casseforme in legno che lasciano la loro impronta sul cemento. L'Unité d'habitation diventa un modello a cui fare riferimento.

Le Corbusier - Plan Obus (Algeri, 1930)

Aveva concepito una grande struttura dove ingegneria e architettura dialogavano dove erano ospitati decine di migliaia di appartamenti fronte mare. In cima alla struttura c'era un'autostrada mentre sotto di essa degli

appartamenti frontemare.

Il CIAM era il congresso internazionale architettura moderna, da cui i giovani architetti hanno iniziato a prendere l'eredità giunta da prima della guerra e a soppesarla, chiedendosi se le teorie del passato potessero continuare ad essere usate o andassero rivoluzionate. Questo è il concetto su cui si basa l'architettura degli anni '50.

Il CIAM 10 vede la fondazione del "Team X", un gruppo di giovani architetti che mette in discussione l'eredità lasciatogli da grandi maestri criticandone un eccesso di astrazione e mancanza di considerazione dell'individuo. Dove è finita la considerazione dello spazio comune come le piazze, le vie, i mercati...?

Allison + Peter Smitshon

Coppia di architetti che lavorò nel panorama artistico della Londra degli anni 50.

Smitshon - Robin Hood Gardens (Londra, 1969-72)

I due architetti avevano l'incarico di creare un complesso abitativo che doveva ospitare molte

famiglie nella periferia londinese con il tentativo di ottimizzare le funzioni corporee ma anche creare un ambiente dove le persone possano vivere felicemente. L'idea alla base del progetto è quella di spezzare in due l'edificio aggiungendo al centro una parte verde in rilievo in modo che crei una collina. L'obiettivo era quello di creare uno spazio riconoscibile, che possa diventare un luogo di identificazione per i suoi abitanti. L'idea era quella di creare una collina artificiale dove si affacciassero i due corpi di fabbrica, scanditi da una logica di prefabbricazione e al taglio degli appartamenti. La circolazione è all'esterno prendendo esempio dalle case a ballatoio. L'idea era quella di avere delle strade nel cielo, delle strade ponte; delle strade con uno spazio allargato che vadano a definire uno spazio di circolazione ed uno spazio dove gli abitanti possano uscire e condividerlo come fosse uno spazio comune, collettivo. Il tentativo

Era quello di portare alcune caratteristiche delle città storiche all'interno di un edificio completamente diverso, mediato però tra esigenze economiche e demografiche che rendono però necessario una densità abitativa molto alta senza voler perdere le caratteristiche del passato. C'è un dialogo con situazioni che poi si incroceranno con situazioni politiche di carattere sociale ed economiche.

Minoru Yamasaki - Pruitt-Igoe (Saint Louis, Missouri 1954)

È stato un complesso abitativo ambizioso ma fu demolito nel 1972 perché immagine simbolo di fallimento dell'architettura delle ampie residenze. È stato la risposta ad una forte necessità portata dalla carenza abitativa. Il progetto era quello di unire gruppi sociali diversi facendoli vivere insieme, in un grande complesso di case popolari pensate per i ceti meno abbienti. Gli edifici erano pensati con sistemi collettivi di appoggio con servizi che andavano ad are ancora

più qualità abitativa rispetto alle vecchie abitazioni che sono state sostituite dal complesso. Alla fine il Pruit-Igoe divenne un complesso ad esclusiva popolazione nera, anche come risposta alla crescente discriminazione razziale.

La mancanza di solidi e l'inesistente volontà di mantenere un livello abitativo decente porta il complesso nel degrado più totale che vide come unica soluzione l'abbattimento del complesso.

Reyner Banham scrisse un libro su le cosiddette "Mega strutture", infrastrutture così grandi da poter essere considerate città nella città. C'è un tentativo degli architetti degli anni 70 di creare ecosistemi abitativi completamente indipendenti dalla città effettiva.

Mario Fiorentino - Corviale (Roma, 1972)

Nella periferia romana venne progettato il Corviale, un edificio lungo 1km, un vero e proprio segno territoriale, un'opera infrastrutturale in cui condensare la vita di

centinaia di famiglie. Ci sono 3 corpi, l'idea è quella di avere tutta una serie di servizi a corredo dell'edificio che possano dar vita a una piccola città. Concentrando tutto in un unico organismo fu possibile sacrificare meno spazio verde. Uno dei problemi del Corviale fu la mancanza di servizi al suo interno e l'incompiutezza dell'opera. L'architetto Fiorentino progetta anche il quartiere Tiburtino, creando un'architettura a dimensione paese, un'architettura tradizionale, creando dei blocchi volutamente sfalsati. Fiorentino progetta anche il quartiere di San Basilio, anche questo sullo stile del Tiburtino. Nella megastruttura è presente un'articolazione dei percorsi che cerca una complessità del passato. In tutti questi edifici vengono fuse ingegneria, urbanistica e architettura per creare delle megastrutture popolari. Le Vele di Scampia L'approccio all'edificio è fondamentalmente utopistico, conl’idea di poter gestire una densità abitativa non indifferente all’interno di una struttura architettonica complessa. Il progetto è complesso dal punto di vista urbanistico, compositivo e funzionale. Vi è un sistema di ballatoi centrali e scale che distribuiscono agli appartamenti. C'è un ipotetico schema mega strutturale con il tentativo di ricreare in piccola scala il centro storico napoletano. I lastroni che compongono i vari solai hanno al loro centro delle passerelle quasi sospese, reso possibile grazie ad un sistema strutturale complesso. Si presenta però la difficoltà di far corrispondere la teoria alla pratica, l'utopia alla realtà. Non verranno mai portati alcuni servizi, il progetto comporta molti problemi dovuti da una gestione politica, che dipende da svariati problemi. Un degrado diventato celeberrimo grazie alla cronaca. Ma per il degrado che hanno avuto questi luoghi non c'è un colpevole. Possiamocercare di contestualizzare un progetto del genere all'interno di una ricerca architettonica sul tema dell'abitare collettivo. Si può imputare una colpa rispetto a progetti che poi non funzionano perché poi non vengono realizzati per come erano stati pensati? Dove sta la nostra responsabilità come progettisti nel garantire che i nostri progetti siano realizzati e funzionino come previsto?
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
6 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/08 Scienza delle costruzioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher leticia2001 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza delle costruzioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Svizzera italiana - Usi o del prof Balbi Gabriele.