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Umberto Riva, Lampada Veronese, Barovier & Toso, 1984
Umberto Riva, Lampada Sospesa, Barovier & Toso, 1988
Lampada sospesa, in cui si mischiano diverse suggestioni, analizza il tema della luce anche a piccola scala, lavorazione del vetro a Venezia molto attuale. Ripresa della tradizione di Murano in chiave moderna, vetri illuminati, riflessione sulla potenzialità dei materiali. La riflessione su carta è fondamentale ma poi c'è un confronto con la realtà. Gioco di pesi e contrappesi, leggerezza e gravità. Gioia per rendere complesse le cose, non tendenza alla semplificazione delle cose, ma idea di rendere complesso un dettaglio. Ricorrenza del trio di elementi, 3 elementi sostengono un elemento di ottone, figura ricorrente determina dinamismo. Dialogo tra dimensione artigianale del vetro soffiato e la dimensione industriale.
Umberto Riva, Casa Ferrario, Osmate 1975
Dialogo tra la tela e il disegno di una casa, piccola abitazione in mezzo al bosco
In cui si fondono le due anime dell'oggetto industriale e della cura del dettaglio tipicamente artigianale. Impianto esagonale di partenza, angoli ottusi si sfidano su dimensione angolare. Architettura rivestita di eternit, rapporto particolare con profilo ondulato dell'eternit gioco di luce e ombra sulla superficie. Stadio della ricerca, della sofferenza del cercare la forma finale e la chiarezza rappresentativa che vuol dire chiarezza costruttiva.
Umberto Riva, Casa Berrini, Taino 1966
Casa a contatto con la natura e con le alpi. Tenta di mettere insieme una reinterpretazione di un'architettura locale, cascine lombarde caratterizzate da grandi pilastri. Pilastri in cemento armato sorreggono la grande copertura inclinata, una sovrastruttura che protegge e una struttura quasi autonoma all'interno della quale si sviluppano gli spazi della casa. Metafora navale di una prua della nave che sembra arenata su questa collina, gioco di materiali, cemento a vista con casseforme da
Cui deriva la finitura. Dialogo tra cemento e legno ripresa dall'opera di Le Corbusier. Ballatoi che percorrono tutto l'edificio e si sale come su un transatlantico, spazio di sosta con panchina. L'intradosso presenta uno strato di colore, rapporto tra colore e architettura come grande tela.
Le Corbusier, Maison Jaoul, Neuilly-sur-Seine, 1951
Dialogo tra cemento e legno.
Umberto Riva e Bianca Bottero, Edificio Residenziale in via Paravia, Milano 1965
Frutto di una cooperativa di architetti che costruiscono un edificio residenziale in periferia di Milano, non si tratta di una architettura borghese ma di un edificio residenziale nella periferia. Viene concessa una grande libertà compositiva a Riva. Uso cemento armato, rigore logico e gerarchico. Proporzioni e geometrie delle travi e delle parti portanti e portate, gioco di giunti e di spessori. Tema del confine e della cornice data e l'idea all'interno di qualcosa che può mettere in discussione le geometrie date.
Strutturato intorno a una scala a ferro di cavallo centrale, profilo organico della scala adiacente, riferimento Edificio per uffici in corso Europa di Luigi Caccia Dominioni 1953, in cui c'è una galleria organica, un gioco di penetrazione all'interno di una geometria ortogonale. Nell'espressione di Umberto Riva emerge la durezza del cemento armato a vista e l'utilizzo del colore sul soffitto, arancione e blu. Il colore crea una complessità prospettica, di geometrie che si contraddicono. Dimensione dello spazio interno, terreno di incontro. Tensione tra la cornice dell'edificio e lo spazio interno, ortogonalità dello spazio esterno, rivoluzione delle superfici interne, i muri creano angoli acuti e ottusi, dinamismo interno. Umberto Riva ha un attico per la sua famiglia. Le pareti non toccano mai la facciata, tema dell'incompletezza della forma, architettura come radiografia di una incompiuta ricerca di una forma. Non completare la forma architettonica.
Lo spazio è fluido e unico tra la zona giorno e le varie stanze. Gli arredi fissi non arrivano al soffitto, il quale diventa una grande tela, dove campi colorati aggiungono un ulteriore dettaglio interpretativo all'architettura. C'è un tentativo di reinventare alcuni luoghi della casa per arricchirne il significato, come il corridoio, la porta, la finestra, la soglia, il tavolo, il camino. Si presta molta attenzione al dettaglio e agli spazi non ovvi. La finestra viene ripensata, il balcone diventa uno strano filtro tra interno ed esterno, non una superficie rettilinea, ma si decompone in vari segmenti. C'è un'altra finestra a oblò e un'altra vicina al soffitto che illumina il soffitto colorato. Il tavolo in cemento viene gettato sul posto, quindi è fisso e funziona da partizione tra due aree della casa. Il tavolo ha una forma trapezioidale. È un filtro tra interno ed esterno, una riflessione sulla soglia e sulla transizione di questo confine, un filtro come una lunga panca che ricorda l'opera di Le Corbusier nell'Unité.
d'Habitation.Ignazio Gardella, Casa Borsalino, Alessandria 1948Case economiche per operai, attraverso una rotazione di alcune stanza ottiene uno spazio interno diversificato,modulare lo spazio interno.Nicolas De Stael pittore apprezzato da Riva, uso varie sfumature di colore, divisione della tela in campi colorati. Riva, Lampada E63
Lampada in plastica, forma a becco del paralume.Umberto Riva, Casa Frea, Milano 1982
Dimensione dello spazio interno, ripensare agli interni. Casa a schiera, muratura in mattoni. Un contenitore, tensionepropria della metodologia operativa di Riva. Architettura molto rigida, lavora con frammenti di pareti quasi mai parallelerispetto all'involucro dato. Creando una narrazione all'interno dello spazio, la stanza da rettangolare viene falsificata,modificata dalle geometrie di Riva. Operazione di decostruzione e ricomposizione formale. Finestra reinterpretata,allargamento della vetrata anche sulle pareti adiacenti come fossero delle vetrine.
finestra diventa un elemento a zigzag. Rivestimento in legno della parete divisoria, tema della luce ricorrente. Una specie di balcone veranda con telaimetallici, la scala si distacca dalle pareti, è leggera metallica.
Umberto Riva, Casa Insinga, Milano 1987
Pianta scomposta in due parti trapezioidali, il corridoio deve essere percorso per raggiungere il cuore della casa.
Pannello azzurro sulla porta segna l'inizio di un percorso cinematografico, corridoio composto da diversi elementi che costituiscono un unicum spaziale, scala circolare porta la terrazzo, non cerca una uniformità della superficie, crea frammentazione, sottolinea ogni singolo ramo. Diversa giacitura del pavimento con linea nera segna stacco tra le due parti della casa. Il tavolo riprende il trapezio, il triangolo, in legno, tavolo che doveva essere apribile, si ribalta sul muro, collegamento tra arredo e muro della casa. Oblò di vetro sul tavolo mostra la struttura del tavolo, si vedono due
pezzistrutturali di legno convergenti. Nella zona giorno, il camino è al centro della stanza, organizza lo spazio.
Frammentazione della prospettiva che viene deformata con geometrie acute e ottuse. Linee sul soffitto in gesso, che quando la luce arriva sul soffitto viene schermata da questi spessori che creano un gioco di luce e ombra sul soffitto.
Pannello azzurro sul mobile del soggiorno che segna la fine del percorso, architettura non come una serie di prospettive centrali statiche, ma architettura dinamica, architettura come movimento, come una serie di episodi che dialogano l'uno con l'altro. Scala muro con mattoni a vista e mosaico sul pavimento.
Umberto Riva, Casa Miggiano, Otranto, 1990
Rapporto tra nuova creazione e edilizia preesistente. Casa costruita ex novo che allude in maniera diretta all'organicità dei centri storici medievali, volumi discordanti, forme con sezione variabile, camini con forme differenti, finestre non concordanti. Pianta quasi
quadrata a cui viene sottratta una parte a forma di becco, spazio che allude alle corti tipiche dell'edilizia della Puglia, corte come elemento tipologico e tipico della regione reinterpretato però da Riva. Idea di rendere complessa la percezione dello spazio. La scala è un trapezio, predilizione per linee spezzate, soffitto usato come una tela, inclinazione del soffitto, con fenditure tra le due lastre convergenti. Le diverse altezze delle finestre corrispondono alle diverse altezze in sezione.
Umberto Riva, Casa Fedele, Lecce, 2004
Casa ricavata da una costruzione esistente, architettura fatta con la pietra locale, crea un patio interno che da luce. Edificio oggetto di stratificazioni di secoli di storia, diventa un abitazione, fusione tra le due anime costruito da Riva e preesistente.
Umberto Riva, Exhibition "Paesaggio: La natura fra sito e artificio", XVII Triennale di Milano, 1988
Lavora sul tema dello spazio espositivo, sul tema del museo, forma come
Il risultato di un pensiero profondo. "Paesaggio la natura fra sito e artificio". Tema sulla tensione di una cornice con carattere industriale del Palazzo della Triennale, reticolo di pilastri crea uno spazio anonimo con campate flessibili. Tre spazi diversi con tre forme apparentemente casuali, che però rispondono a necessità espositive. Le pareti non arrivano fino al soffitto, c'è un contrasto tra l'ortogonalità dello spazio del museo e le linee sghembe di Riva. Umberto Riva, Exhibition "Friederick Kiesler. Arte Architettura Ambiente", Triennale di Milano, 1996. Allestimento con pareti sghembe ma dialogando con le opere da esporre, e grande spazio centrale dove c'è l'opera più importante. Fili metallici appesi al soffitto portano luce e creano un ulteriore reticolo che gioca con queste forme. Idea rivoluzione museografica: dialogo tra l'architetto dell'allestimento, tra l'edificio esistente.L'oggetto della mostra e i curatori della mostra.
Umberto Riva, Allestimento a Palazzo Barbaran da Porto, Vicenza
Pareti frammenti spezzati, riflessione tra contenitore e contenuto, elementi ricorrenti, gioco di inclinazioni che non concludono il gioco di forme. Elementi espositivi dei tavoli mai conclusi, lastra di vetro non conclusa, senza una gamba.
Umberto Riva, Exhibition Carlo Scarpa a Vicenza 2004
Uso del legno povero, per dare linee orizzontali, richiamo sottile all'architetto.
Umberto Riva, Exhibition Vincenzo Scamozzi, Palladio Museum a Vicenza 2003
Riva, Exhibition Le Corbusier e l'Italia al MAXXI di Roma 2012
Dialogo con Zaha Hadid progettista del museo. Crea elementi triangolari mai conclusi, pannelli affiancati creano un insieme di elementi sui quali viene posta l'opera, utilizzo del legno, perché evoca le casseforme del cemento in legno.
Le Corbusier, Cabanon, Roquebrune-Cap-martin, 1951
La sua cellula abitativa, vicino al mare, interpretazione
dell'unità abitativa minima fatta per se stesso. Luogo in cui stanudo e nuota al largo della costa.
Umberto Riva, La petite Chambre, Triennale di Milano 2016
Reinterpretazione del Cabanon, piccola installazione, con zona bagno separata dal resto come un o