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Gli psicoanalitici recenti hanno sviluppato variazioni alle teorie di

Freud.

Kris (1952-1976) diceva che il processo base della creatività è la

regressione, che le persone creative sono in grado di ricreare uno

stato di mente simil-bambino nel quale le idee inconsce diventano

più accessibili alla mente cosciente. Egli credeva che la mente del

bambino pensa in maniera riflessiva, risolve i problemi, e la

creatività può essere utilizzata con lo scopo, sotto il

controllo di chi la crea. Ha definito due fasi del processo

creativo:

1. fase di ispirazione derivante dall’inconscio

2. fase di elaborazione diretta al conscio

Kubie (1958) ha esteso la teoria psicoanalitica in due scoperte

significative:

1. creatività ha le sue origini, non nell’inconscio, ma nel

preconscio, tra l’inconscio e conscio. Questo è lo stato che

possiamo, ad esempio, sperimentare tra il sonno e la veglia

2. ruolo delle neurosi che, secondo Kubie, distorcono la

creatività – se i bisogni inconsci sono predominanti, le

persone vengono bloccate nei comportamenti ripetitivi che

potrebbero assomigliare alla creatività ma in realtà non lo sono

veramente

Jung (1972) credeva nell’importanza di esperienze personali

e la mente inconscia nel descrivere la produzione creativa.

Ma credeva anche che le idee creative importanti arrivano da

un’influenza maggiore rispetto a quelle nella mente di un

singolo individuo. Ha esaminato i percorsi nel comportamento

umano, nella storia, nei miti, che trascendono dal tempo o dalla

cultura. Credeva che tali percorsi possono essere spiegati

attraverso l’inconscio collettivo, visto come una serie di

percorsi ereditati che si sono evoluti attraverso la storia umana e

predisponendo le persone a pensare in un determinato modo. E le

persone che sono più in grado di entrare all’interno di questo

inconscio collettivo sono quelle più capaci di produrre l’attività

creativa ad altissima qualità.

Rothenberg (1990) e Miller (1990) erano particolarmente

interessati nelle relazioni tra i traumi e neurosi subite,

soprattutto nell’infanzia, e la creatività.

Rothenberg ha identificato i processi specifici del pensiero che

credeva che venivano usati dalle persone creative. Il primo

janussiano

processo è quello che vedeva come una procedura

conscia e razionale, in cui gli opposti vengono considerati

simultaneamente e considerati equamente veri. Il secondo

omospaziale

processo di Rothenberg è quello , in cui due o più

entità occupano lo stesso spazio allo stesso momento. Questo

processo porta allo sviluppo delle metafore. E con una serie di

omospaziale

sperimenti, ha dimostrato che il processo può, almeno

in parte, essere insegnato…

Anche se Rothenberg era interessato nei processi inconsci, la sua

descrizione della creatività lo caratterizza come essere sotto

controllo conscio da parte del creatore – il controllo sano, logico

delle connessioni mentali illogiche.

C - Teorie comportamentali e associazioniste.

Gli psicologi associazionisti vedono le attività umane come risultato

di una serie di stimoli e risposte ad essi.

Skinner credeva che gli individui agiscono solo in base alla loro

storia di rinforzamenti passati. Se le azioni erano seguite da

conseguenze piacevoli, era probabile che venivano ripetute. Se non

erano piacevoli, era molto improbabile che una persona le avrebbe

ripetute ancora. Ogni azione viene vista come risultato della storia

precedente del creatore e gli stimoli e risposte che ha vissuto. E

quindi non esiste, secondo lui, un comportamento o idea veramente

originale, esse sono solo il prodotto inevitabile delle esperienze

uniche di ciascuno.

Mednick (1962) vedeva le cose allo stesso modo come Skinner,

stimoli e risposte, ma ha teorizzato che le idee creative

risultano da un particolare tipo di risposta – il mettere

insieme delle idee remote, non collegate. Questo processo è

influenzato da vari fattori:

individui devono avere gli elementi necessari nel proprio

 repertorio

devono avere una rete complessa di associazioni con lo

 stimolo – più alto è il numero di associazioni diverse per uno

dato stimolo, maggiore è la probabilità che le idee remote

vengano connesse

Altri comportamentisti , come Glover e Gary (1976) hanno

studiato gli effetti dei premi sul comportamento. Hanno trovato che

specifici tipi di pensiero creativo (fluidità, flessibilità,

originalità, elaborazione) aumentano quando sono premiati.

Negli ultimi anni però questa influenza dei premi è stata fortemente

contestata, particolarmente in compiti che richiedono il pensiero

divergente, motivazione intrinseca e creatività.

D - Teorie umanistiche.

Queste teorie non sottolineano né le neurosi né rinforzo come forze

predominanti nella psicologia umana. Invece, esse si concentrano

sulla normale crescita e lo sviluppo della salute mentale. Esse

vedono la creatività come culminazione di uno sviluppo

mentale ben strutturato.

Maslow (1954) ha definito la gerarchia dei bisogni umani che può

essere riscontrata nelle persone, a partire da bisogni fisiologici fino

a progredire ai bisogni per la sicurezza e salute, amore e

appartenenza, stima personale e auto-compimento. In cima alla sua

gerarchia troviamo la auto-attualizzazione dell’individuo come

essere umano pienamente funzionale.

Ma non è riuscito a collegare le sue idee riguardo la creatività con i

comportamenti apparentemente insalubri di creatori come Wagner

o van Gogh. E per spiegare questi, ha definito due tipi di

creatività:

1. talento creativo speciale, indipendente dalla bontà o salute

del carattere

2. creatività auto-attualizzante, come manifestazione della

salute mentale e movimento dell’individuo verso la cima del

suo albero gerarchico

Secondo Maslow, le persone che hanno un alto livello di auto-

attualizzazione tendono di fare tutto in maniera creativa.

Sono più spontanee e espressive rispetto alla media, più

naturali, e con meno inibizioni. L’abilità di esprimere

liberamente le proprie idee è essenziale per questo tipo di creatività

e può essere paragonata alla innocente, felice creatività dei

bambini. Le persone con questo tipo di creatività non hanno paura

dello sconosciuto e sono meno influenzabili dalle opinioni altrui.

Rogers (1961) vedeva anche lui la creatività come

conseguenza della crescita umana, attraverso l’interazione

di un individuo con l’ambiente circostante.

La prima caratteristica individuata da Rogers è stata l’apertura

alle nuove esperienze. Credeva che gli individui creativi sono

liberi di difese psicologiche che gli proibiscono di esplorare il loro

ambiente. Quindi, questi individui sono sempre pronti a vivere

esperienze fuori dalle categorie tradizionali, di considerare nuove

idee e di tollerare l’ambiguità.

La seconda caratteristica individuata da Rogers è la

valutazione interna delle esperienze, ossia fidarsi del

proprio giudizio della propria prestazione e non di quello

che dicono gli altri. Sia in positivo che in negativo. La prestazione

viene giudicata di essere soddisfacente quando lui personalmente si

sente felice, e questo è l’unico parametro per valutarla.

La terza caratteristica di Rogers è l’abilità di giocare con

elementi e concetti. Di immaginare possibili combinazioni e

di generare ipotesi anche pazze.

Quando sono presenti tutte e tre queste caratteristiche, può

svilupparsi il naturale tratto umano della creatività.

E - Creatività e interazioni sociali .

Lo sviluppo della creatività nel tempo ha avuto relativamente poche

ricerche. Uno dei studiosi però è stato Vygotsky negli anni 1930.

Egli credeva che l’immaginazione creativa nasce nel gioco dei

bambini, nel loro utilizzo degli oggetti attraverso il gioco

simbolico. E considerava che questo è la chiave per lo sviluppo

dell’immaginazione. Lui ha definito due tipi di immaginazione:

1. immaginazione riproduttiva, dove l’individuo immagina

cose dalla memoria

2. immaginazione combinatoria, dove l’individuo combina gli

elementi delle esperienze precedenti nelle situazioni o

comportamenti nuovi

Ma nonostante l’importanza delle esperienze da bambini, queste

secondo Vygotsky erano solo la fase iniziale, in quanto

l’immaginazione di un adulto è sicuramente più ricca rispetto a

quella di un bambino. Quindi l’immaginazione del bambino si

sviluppa, raggiungendo la maturità nell’età adulta. Questa creatività

adulta è un processo di pensiero diretto consciamente in cui

l’individuo cambia e combina le idee nelle specifiche condizioni

sociali per creare le opere d’arte, invenzioni o conclusioni

scientifiche.

Lo sviluppo di questa creatività è influenzato da linguaggio

interno, educazione e il pensare in concetti. Secondo lui,

qualsiasi inventore, anche un genio, è sempre una pianta

che cresce in un determinato tempo e ambiente. La sua

creatività nasce dai bisogni che incontra sul suo percorso,

anche attraverso l’apprendimento e interazione con le altre

persone.

Vera John-Steiner (2000) è la teorica contemporanea influenzata

dalle idee di Vygotsky. Lei asserisce che i processi o idee creative

non si sviluppano negli individui ma attraverso le interazioni tra gli

individui all’interno del loro contesto socio-culturale.

F - Intelligenza e cognizione .

La correlazione tra la creatività e intelligenza è: DIPENDE. Secondo

le teorie più accettate, sotto un certo livello di IQ (120) c’è una

correlazione forte e positiva tra la creatività e intelligenza. Sopra

invece, questa correlazione non esiste. Una persona altamente

intelligente può essere più o meno creativa.

Guilford (1959, 1986, 1988) ha costruito la Struttura

dell’Intelletto, un modello complesso di intelligenza che

include 180 vari componenti, combinati in funzione del

contenuto, operazioni e prodotto. Ogni componente può essere

associata con una particolare abilità intellettuale. Questo modello

include anche il pensiero divergente, ossia dare più risposte

possibili a una data domanda, come uno dei processi base

dell’intelligenza. I componenti del pensiero divergente includono la

fluidità (generazione di molte idee), flessibilità (generare diversi tipi

di idee dalle prospettive diverse), originalità (generare idee inusuali)

e elaborazione (

Dettagli
A.A. 2025-2026
14 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ggiovanni.ciocca di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Toscano Mario.