Anteprima
Vedrai una selezione di 12 pagine su 54
Psicologia dello sviluppo concorsi scuola secondaria tfa Pag. 1 Psicologia dello sviluppo concorsi scuola secondaria tfa Pag. 2
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo concorsi scuola secondaria tfa Pag. 6
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo concorsi scuola secondaria tfa Pag. 11
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo concorsi scuola secondaria tfa Pag. 16
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo concorsi scuola secondaria tfa Pag. 21
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo concorsi scuola secondaria tfa Pag. 26
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo concorsi scuola secondaria tfa Pag. 31
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo concorsi scuola secondaria tfa Pag. 36
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo concorsi scuola secondaria tfa Pag. 41
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo concorsi scuola secondaria tfa Pag. 46
Anteprima di 12 pagg. su 54.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia dello sviluppo concorsi scuola secondaria tfa Pag. 51
1 su 54
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LA TEORIA PERIFERICA

• James (1884): ha definito l’emozione in

termini operazionali come il “sentire” i

cambiamenti neurovegetativi che hanno

luogo a seguito dello stimolo elicitante,

cioè “non tremiamo perché abbiamo

paura, ma abbiamo paura perché

tremiamo; non piangiamo perché siamo

tristi, ma siamo tristi perché piangiamo”.

LA TEORIA PERIFERICA

• James ha stravolto l’impostazione

classica, secondo la quale noi piangiamo

perché siamo tristi e non viceversa.

• L’emozione costituisce il conseguente

piuttosto che l’antecedente dei

cambiamenti fisiologici periferici prodotti

dalla situazione elicitante. 7

LA TEORIA PERIFERICA

• Importanza fondamentale dell’attivazione

fisiologica (arousal) e delle risposte

biologiche per poter definire come

emozione un determinato processo

psichico.

• James sosteneva che ad ogni emozione

corrisponde uno specifico programma

nervoso.

LA TEORIA PERIFERICA

• Numerose critiche:

- Teoria imprecisa e approsimativa

- Prospettiva esclusiva che vede solo nelle

afferenze viscerali l’origine delle

emozioni. 8

LA TEORIA CENTRALE

• Cannon (1927): i centri di attivazione, di

regolazione e di controllo delle emozioni non

si trovano in sedi periferiche come i visceri,

ma nella regione talamica del cervello.

• Cannon ha individuato una serie di risposte

neurofisiologiche che covariano alla

comparsa dell’emozione e che

comprendono, tra le altre cose, l’aumento

della frequenza cardiaca, l’aumento

dell’attività delle ghiandole sudoripare.

• Cannon sostiene che tutte le emozioni

presentano invece le stesse configurazioni di

risposte fisiologiche.

LA TEORIA COGNITIVO-

ATTIVAZIONALE

• Schachter e Singer (1962): dimensione più

psicologica nello studio sperimentale delle

emozioni.

• L’emozione è la risultante dell’interazione fra

due componenti distinte:

- una di natura fisiologica, con l’attivazione

diffusa dell’organismo (arousal);

- l’altra di natura psicologica, con la percezione

di questo stato di attivazione e con la sua

spiegazione in funzione di un evento emotigeno

plausibile. 9

LA TEORIA COGNITIVO-

ATTIVAZIONALE per

• Entrambe queste componenti sono necessarie

l’attivazione di uno stato emozionale, ma non sono

sufficienti:

• L’emozione è quindi la risultante dell’arousal e di due

atti cognitivi distinti, uno che riguarda la percezione e

il riconoscimento della situazione emotigena, l’altro

che stabilisce una connessione tra questo atto

cognitivo e l’aurosal stesso.

• La percezione dell’attivazione fisiologica e la sua

interpretazione determinano il tipo di emozione

provata: si hanno infatti tipi di emozioni diverse

quando l’attivazione fisiologica è attribuita a tipi

differenti di eventi.

LA TEORIA DELL’APPRAISAL

• Frijda, 1986: capovolgimento rispetto a quello che è il

pensiero della psicologia ingenua, la quale ritiene che

le emozioni si oppongano ai processi razionali e sono

interpretate come passioni, di breve durata, simili ad

attività istintuali.

• Per contro, le teorie dell’appraisal hanno posto in

evidenza che le emozioni sono strettamente correlate

ai processi cognitivi.

• Emozioni come conseguenza di un’attività di

valutazione della situazione da parte dell’individuo in

riferimento ai suoi scopi, desideri, aspettative, sorgono

in risposta a situazioni che vengono valutate come

importanti per il soggetto. Eventi che soddisfano scopi

e desideri, attivano emozioni positive, eventi ritenuti

dannosi o pericolosi attivano emozioni negative. 10

LA TEORIA DELL’APPRAISAL

• Dimensione soggettiva di ogni emozione, in quanto due

individui che valutano in modo diverso le situazioni,

proveranno emozioni diverse. Da questo punto di vista le

emozioni vanno considerate come risposte soggettive

dotate di un alto grado di flessibilità e variabilità.

• Le emozioni variano secondo alcune dimensioni

continue, quali la valenza edonica

(piacevolezza/spiacevolezza), la novità o meno degli

eventi elicitanti, il livello di attivazione, il grado di

controllo degli stessi, la compatibilità o meno con le

norme sociali di riferimento. Queste dimensioni spiegano

le diverse emozioni, poiché ognuna di esse è spiegata e

caratterizzata da un differente sistema di criteri di

valutazione. LA TEORIA

PSICOEVOLUZIONISTICA

• Tomkins (1962) e Plutchik (1962):si rifanno alla teoria di

Darwin

• Ritenevano che le emozioni fossero strettamente associate

alla realizzazione di scopi universali, connessi con la

sopravvivenza della specie e dell’individuo.

• Otto comportamenti di base necessari per la sopravvivenza

della specie umana: il mangiare, il rifiuto (per esempio di

sostanze pericolose), la protezione (dai pericoli), la

distruzione (per eliminare eventuali ostacoli al raggiungimento

di scopi), la riproduzione, la reintegrazione (per recuperare

rapporti protettivi importanti), l’orientamento (verso stimoli

nuovi), l’esplorazione. Da questi otto bisogni fondamentali

derivano le otto emozioni fondamentali o primarie (paura,

rabbia, gioia, tristezza, fiducia, disgusto, anticipazione e

ansia) che a loro volta generano tutte le emozioni secondarie. 11

LA TEORIA

PSICOEVOLUZIONISTICA

• Questa impostazione è stata ripresa soprattutto

da Ekman (1972, 1989, 1992) e Izard (1978,

1989, 1992), i quali, sviluppando questa teoria,

hanno sottolineato soprattutto la tesi innatista

delle espressioni facciali delle emozioni. In tale

prospettiva, le espressioni facciali delle emozioni

sarebbero universali, così come gli antecedenti

emozionali sarebbero universali e comuni a tutti

gli individui; inoltre, le emozioni avrebbero un

insorgenza rapida e una durata breve.

LA TEORIA COSTRUTTIVISTA

• Averill (1980, 1985), Harrè (1986), Lutz (1988) e

Mandler (1990): teoria in netta contrapposizione con la

teoria psicoevoluzionista.

• Secondo questa ipotesi, le emozioni non sono dei

processi naturali, bensì dei prodotti culturali e sociali.

Le emozioni sono in sostanza delle risposte apprese

che servono a regolare le interazioni sociali fra gli

individui. Ogni cultura ha quindi proprie configurazioni

di emozioni, poiché esse derivano dalle pratiche sociali

e dalla condivisione di specifici sistemi di credenze e

valori. Le emozioni sono in sostanza una sorta di

codice acquisito tramite l’educazione, costituiscono

degli script che guidano l’organizzazione del

comportamento degli individui. 12

LA TEORIA COSTRUTTIVISTA

• E’ attraverso la socializzazione e le pratiche di acculturamento che

si arriva ad acquisire le regole delle emozioni, in base alle quali il

soggetto sa come gestire le proprie esperienze emotive.

• I sistemi di valutazione sono appresi a partire dall’infanzia, e

consistono nell’attribuire a specifiche situazioni determinati

significati che si basano sui valori e le credenze di una data

comunità.

• Le espressioni facciali delle emozioni sono così codici comunicativi

convenzionali appresi durante l’infanzia e possono variare da

cultura a cultura. Secondo questo approccio, quindi, le emozioni

svolgono fondamentali funzioni socioculturali: il significato

funzionale di un emozione va trovato all’interno del sistema

socioculturale di riferimento.

• Questa teoria è quella che è maggiormente accolta dagli psicologi

dello sviluppo.

LE TEORIE SULLO SVILUPPO

DELLE EMOZIONI

Per delineare l’ordine e il tempo di comparsa

delle emozioni:

• la teoria differenziale

• la teoria della differenziazione

• la teoria componenziale

• la teoria dei sistemi dinamici

• la teoria funzionalista 13

LA TEORIA DIFFERENZIALE

• La teoria differenziale ritiene le emozioni categorie discrete

e processi innati distinti, e ammette la presenza di alcune

emozioni primarie già nell’età neonatale. Secondo tale

prospettiva, le emozioni primarie, che sono innate e

universali, emergono già strutturate come totalità, seguendo

un programma maturativo pre-programmato (Izard, 1978;

1994).

• Izard afferma infatti che:

programmi neurali innati e universali distinti per

esistono

ciascuna emozione primaria;

soggettiva e l’espressione facciale di ciascuna

l’esperienza

emozione manifestano proprietà permanenti fin dalla

nascita;

processo emotivo è funzione del sistema nervoso

il

centrale;

emozioni compaiono secondo un programma maturativo

le

innato;

emozioni si combinano in configurazioni complesse.

le LA TEORIA DELLA

DIFFERENZIAZIONE

• La teoria della differenziazione sostiene che le emozioni si

differenzino nel corso dello sviluppo infantile da un iniziale stato

di eccitazione indifferenziato grazie all’incidenza dominante

delle influenze esercitate dalla cultura di appartenenza. l primo

studio sistematico a favore di questa ipotesi, è stato condotto da

Bridges (1932), che, attraverso una ricerca descrittiva, è giunta

alle seguenti conclusioni:

le diverse emozioni si sviluppano da uno stato emotivo

indifferenziato;

le reazioni comportamentali ed espressive si modificano

attraverso l’apprendimento;

le reazioni emotive differenziate sono scatenate, attraverso

l’apprendimento, da classi diverse di stimoli e situazioni, a

seconda dello stadio evolutivo in cui si trova il bambino. 14

LA TEORIA COMPONENZIALE

• Secondo la teoria componenziale le emozioni si sviluppano da

forme semplici, inscritte biologicamente nell’individuo, a

configurazioni complesse.

• Questo sviluppo avviene mediante tre distinti livelli di

elaborazione:

il livello senso-motorio, costituito da un insieme di programmi

espressivo-motori innati e da sistemi di attivazione cerebrale, che

costituiscono la capacità di base di risposte emozionali fin dai

primi giorni di vita;

il livello schematico, che è caratterizzato dalla creazione di

“schemi”, che consentono al bambino una rappresentazione

concreta delle situazioni emotive;

che prevede che il bambino, crescendo,

il livello concettuale,

sviluppi la capacità di riflettere sulle proprie risposte all’ambiente e

di individuare le regole emotive appropriate e di utilizzare le

strategie

Dettagli
A.A. 2025-2026
54 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ggiovanni.ciocca di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Rossi Marco.