Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LE STRUTTURE RICETTIVE NELL’EPOCA DEL GRAND TOUR
Quando, nel Cinquecento, iniziò a diffondersi la moda del viaggio d’istruzione, le locande erano ormai una presenza
consolidata in tutte le principali città europee. Tuttavia, i diari di viaggio raccontano che, rispetto all’epoca medievale, le
strutture ricettive avevano fatto pochi progressi, pur con significative differenze a livello geografico.
Le locande tedesche erano considerate le più pulite, mentre quelle inglesi tra le migliori al mondo. I giudizi erano spesso
critici nei confronti di quelle di Francia e Italia. Faceva eccezione Roma, dove la presenza della gerarchia ecclesiastica e
l’afflusso costante di pellegrini di ogni estrazione sociale avevano favorito lo sviluppo di un sistema ricettivo più
organizzato.
La qualità dell’offerta ricettiva risultava molto disomogenea. Nei centri minori e lungo le principali vie di comunicazione, il
livello delle strutture era generalmente piuttosto basso. Al contrario, nelle grandi città come Verona, Ferrara, Bologna e
Venezia, l’ospitalità era di livello più alto, con alberghi di buona qualità, sebbene spesso accessibili solo a chi poteva
permettersi costi più elevati.
Nel Seicento, accanto agli alberghi e alle locande di livello intermedio, iniziarono a comparire le prime strutture destinate
a ospiti facoltosi. Un esempio significativo fu Genova, dove si verificarono due dinamiche differenti:
• da un lato, molte abitazioni monofamiliari si trasformarono in locande, nelle quali i proprietari cercavano di
ricavare il maggior numero possibile di alloggi (spesso sacrificando la qualità del servizio);
• dall’altro lato, venne inaugurato il primo albergo “di lusso”, il Santa Maria, progettato per offrire maggiore
comfort e dotato di spazi adeguati a ospitare ospiti illustri (con servizi particolari, come l’alloggiamento per
carrozze di grandi dimensioni).
Questo segnò l’inizio dello spostamento della clientela più prestigiosa verso strutture professionali specializzate,
determinando l’abbandono progressivo delle residenze nobiliari come luogo di soggiorno per i viaggiatori più ricchi.
Fino ad allora, gli ospiti più agiati erano accolti in case private, secondo un sistema regolato dal governo di Genova, che
assegnava l’ospitalità ai palazzi più prestigiosi della città.
I Rolli di Genova, originariamente chiamati Rolli degli alloggiamenti pubblici, erano le liste delle splendide dimore
appartenenti alle più nobili famiglie genovesi, selezionate per ospitare le alte personalità in transito nella città in occasione
delle visite di Stato nella Repubblica di Genova. Ancora oggi, i Rolli rappresentano il meglio dell’architettura aristocratica
del centro storico genovese, tanto da essere stati riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Genova si arricchì di magnifiche facciate decorate in stucco, marmo o pittura, con atri grandiosi, splendidi giardini con
fontane e ninfei. Gli interni erano impreziositi da grandi saloni affrescati, sontuosi arredi, pregiate collezioni e ricche
quadrerie. Queste lussuose dimore attirarono l’attenzione di artisti raffinati, tra cui il grande pittore fiammingo Pieter
Paul Rubens, che agli inizi del Seicento raccolse i disegni dei palazzi genovesi in un volume, proponendoli come modello
abitativo per la nobiltà di tutta Europa.
Lo splendore e il numero dei palazzi portarono alla nascita di un sistema di ospitalità pubblica unico nel suo genere,
regolato da un Decreto del Senato del 1576. Con questo provvedimento, venne istituito un elenco ufficiale dei palazzi di
pregio, i cui proprietari erano obbligati a ospitare a turno le visite di Stato.
L’assegnazione del palazzo avveniva in base al rango dell’ospite: più elevato era il suo grado di nobiltà, più sontuosa doveva
essere la dimora e più prestigiosa la famiglia incaricata di accoglierlo.
Tra il Cinquecento e il Settecento, nonostante la presenza di numerose locande e alberghi, molti viaggiatori preferivano
continuare ad alloggiare in case private, una soluzione più economica e confortevole, soprattutto per le lunghe
permanenze.
In epoca più recente, l’offerta ricettiva si trasformò con l’affermazione dell’hotellerie di lusso. Tra la fine del Settecento e
l’inizio dell’Ottocento, sorsero i primi grandi alberghi, caratterizzati da architetture sontuose, innovazioni tecnologiche e
consumi di lusso. Queste nuove strutture, inizialmente riservate a viaggiatori di rango elevato, contribuirono ad attrarre
anche gli ospiti più agiati, che in precedenza preferivano appunto alloggiare in residenze private. L’ospitalità di lusso,
dunque, si spostò progressivamente verso strutture pubbliche specializzate, segnando un’evoluzione significativa
nell’accoglienza turistica.
La Francia fu il primo paese in Europa a dotarsi di un’hotellerie di prestigio. Questi edifici monumentali, di valore pubblico,
avevano lo scopo di valorizzare il territorio, così come nei secoli precedenti avevano fatto castelli e ville palladiane.
Un esempio emblematico è l’Hôtel du Louvre, realizzato a Parigi nel 1854 da una società per azioni appositamente
costituita, che riuniva alcune delle più importanti figure dell’imprenditoria francese.
LA NASCITA DEL TURISMO MODERNO - DALLE TERME AI MARI FREDDI
IL TURISMO TERMALE INGLESE
Il turismo moderno può essere ricondotto a un cambiamento nei ritmi di lavoro e nei tempi di vita, all’interno del quale i
momenti di svago assumono un’importanza crescente. Sia l’offerta sia la domanda di servizi per il tempo libero, entrambe
figlie della rivoluzione industriale e della specializzazione economica, si concentrano in determinati periodi dell’anno e in
luoghi specifici, le cosiddette città del loisir.
Lo sviluppo del turismo moderno è anticipato dalla prima rinascita termale in Gran Bretagna a partire dalla fine del
Seicento. Questa fase ebbe inizio, grosso modo, con la Rivoluzione industriale e raggiunse il suo massimo sviluppo tra la
metà del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, sia per il numero di città termali, sia per le loro dimensioni. Possiamo quindi
affermare che la rivoluzione industriale abbia gettato le basi per la nascita del turismo moderno, che si fonda qui in
particolare grazie alla villeggiatura, in questo caso, però quella termale. Come sappiamo, il turismo termale risale ancora
ai tempi dell’antica Roma, e appunto per l’estensione del dominio romano, i centri termali erano sparsi per tutta l’Europa.
La località più famosa dell’antichità era Baden, in Baviera, la cui sorgente termale era chiamata Aquae Aureliae e vi
costruirono numerosi bagni, tra cui un balineum, riservato ai soldati, i cui resti sono ancora visibili. È interessante notare
come, proseguendo nella storia, stiamo in realtà riprendendo gli stilemi romani; si tratta di un’evoluzione e non di
un’innovazione.
Le terme non sono un turismo nuovo, ma risale ancora in epoca greco-romana, con le villeggiature prima in campagna,
poi nei pressi dei bagni termali, per lo svago e il benessere dei frequentatori. Anche la città di Bath infatti, era proprio una
fonte termale che risaliva all’epoca romana. C’era stato un periodo, attorno all’anno Mille, in cui le terme europee erano
cadute in disuso, questo a causa dello stretto controllo operato dalla morale cristiana, che vedeva nei bagni una forma di
promiscuità inaccettabile, volendo per questa ragione vietarle.
Dopo l’anno Mille si assisterà poi ad un forte boom economico, che portò alla rinascita dei centri urbani e al ripopolamento
delle aree abitate. Questo benessere economico, come già era accaduto in epoca romana, porta molti nobili a desiderare
di allontanarsi momentaneamente dalle città, in favore di luoghi dove rilassarsi. Contestualmente a questo desiderio di
svago, la reputazione delle terme verrà restaurata attorno al 1200, momento in cui la Chiesa, ispirandosi all’episodio
biblico del battesimo di Gesù, iniziò a ravvisare una positività nell’esperienza termale, che appunto ricreava l’immersione
della carne in acque purificate. Questa ricreduta da parte della Chiesa cattolica rese possibili una nuova popolarità delle
terme, che ripresero ad essere molto frequente grazie al nuovo valore morale appena assunto e grazie ai benefici fisici
noti. L’ondata di apprezzamento per le terme si diffonde di buon grado in tutta Europa, tranne che in un paese in
particolare: in Inghilterra, a causa del conflitto tra il papato ed Enrico VIII (per le visioni sul divorzio) le terme non furono
promosse come forma di svago. Questo a causa della riforma anglicana del 1534, era quindi necessario allontanarsi dai
voleri della Chiesa cattolica; se quindi le terme venivano promosse dal papato, gli inglesi allora non potevano frequentarle.
Tale divieto si rivelò controproducente anche sul piano politico, poiché offriva un pretesto per espatriare, soprattutto verso
i territori della cattolicissima Spagna. Per questo motivo, alla fine del Cinquecento, la proibizione fu revocata e la Corona
avviò una vasta opera di promozione delle fonti termali nazionali. In questo contesto iniziarono ad affermarsi i primi centri
termali inglesi, tra cui Bath, Buxton e Bristol Hotwell.
Le terme, come sappiamo, si sviluppano come centro di rilassamento e benessere, ma sarà con l’avvento di studi scientifici
e medici, che avvaloreranno l’importanza delle terme, che la fama dei bagni si svilupperà ancora di più. In Gran Bretagna,
la città termale per eccellenza è senza dubbio Bath, la cui storia come centro di villeggiatura ha origine con il primo trattato
medico di William Turner (1562) sulle proprietà terapeutiche delle acque termali. I fondamenti scientifici affermano che
le terme abbiano effettivi terapeutici per il corpo, comincia allora un gigantesco movimento di gente che vuole andare
alle terme, e ritorna quindi la villeggiatura. La nobiltà inglese dell’età moderna necessita di rifugiarsi in campagna per
salvarsi dagli affanni della vita cittadina e politica; ciò avviene principalmente nelle ville private sparse per il Paese, il
cambiamento che si genera però è uno spostamento dalle villeggiature in campagna a luoghi presso fonti termali. In questo
cambiamento si può ancora una volta ravvisare un eco di ciò che era successo anche in epoca romana: la nobiltà comincia
a spostarsi a frotte verso le località termali, soggiornando per lunghi periodi (settimane o addirittura mesi).
Le terme si instaurano come una forma di turismo e intrattenimento ben gradite poiché portano anche dei buoni flussi
economici anche in situazioni difficoltose come il biennio 1665-1666,