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Materiali fotografici su pellicola e altri supporti
Ci sono tre tipi principali di materiali fotografici su pellicola: nitrato di cellulosa, acetato di cellulosa e poliestere. Questi vengono utilizzati come supporto per negativi, diapositive, film, microfilm e altro ancora.
Il nitrato di cellulosa, il primo tipo di pellicola, è instabile e infiammabile. A temperatura ambiente o bassa, si deteriora lentamente e rilascia continuamente gas, che può causare la combustione spontanea della pellicola.
L'acetato di cellulosa, che sta gradualmente sostituendo il nitrato di cellulosa, si decompone lentamente a temperatura ambiente e emette gas con un odore simile all'aceto. Questo tipo di pellicola può distruggersi completamente.
Il poliestere, invece, è un materiale ininfiammabile ed è raccomandato per registrazioni fotografiche di lunga durata.
I dischi in vinile, realizzati in PVC (polivinilcloruro), possono degradarsi chimicamente se esposti a radiazioni UV o calore. Per ottenere stabilità, vengono aggiunte sostanze chimiche alla resina durante la fabbricazione. Questo processo impedisce la degradazione e li rende resistenti ai funghi.
I nastri magnetici, invece, hanno una durata molto breve.
Per quanto riguarda i dischi ottici, è importante fare attenzione.
Flessioni energiche o ad applicare punte aguzze sulle superfici, che rendono illegibili parti del disco. Dovrebbero essere immagazzinati in ambiente non polveroso, fresco a circa 20 gradi, moderatamente asciutto con UR di 40%. Maggior calore e umidità determinano ossidazione di strati metallici riflettenti, sbiadimento di colori e deterioramento. Non vanno lasciati al sole.
I supporti scrittori sono tavolette, papiro, pergamena, carta. Il formato fisico è il rotolo o il codice. Poi il digitale.
Le tavolette sono superfici di materiale duro (legno) per ricevere scrittura direttamente o su strato di gommalacca (no cera), possono essere semplici (sottili, di betulla o intaglio, scritte a inchiostro o con calamo penna) o cerate (spesse, abete e larice, parte centrale incavata o circondata da cornice e riempita di gommalacca fusa, scritte a graffio con stilo metallico, adatto a scrivere con punta metallica e eradicare con spatola opposta; usate fino a tutto il medioevo per esercizi scolastici.
brogliacci d'autore, conti privati o pubblici). Il papiro è il primo fra i materiali scrittori di più ampia e duratura diffusione nella produzione di ambito mediterraneo, il suo uso per la scrittura è legato al mondo egizio ove affonda radici nel III millennio, i più antichi testimoni greci sono di IV. La sua manifattura inizia da scortecciatura e taglio del fusto, privato della scroza e tagliato in strisce sottili (phylirae), operazione semplice perché il fusto è a sezione triangolare, ricavate le strisce da 3x12 disposte l'una accanto all'altra con minima sovrapposizione; al primo strato ne viene sovrapposto uno in senso trasversale dando luogo al foglio, poi pressato e battuto per aderire. La pianta contiene linfa collosa che funge da collante. Asperità della superficie vengono eliminate con martello o zanna di animale per facilitare lo scorrimento del calamo. Infine la carta di papiro viene cosparsa con resine per preservare da.umidità e insetti. Il papiro è posto in vendita in forma di rotoli, formati incollando i fogli in successione orizzontale; erano predisposti per la scrittura con fibre orizzontali all'interno e le fibre verticali all'esterno perché per la scrittura greca e latina quelle orizzontali erano più adatte allo strumento scrittorio. Lo scriba classico scriveva senza ausilio di linee tracciate con regolo come guida o segni a limitare le righe, infatti con spesso pendenza a destra. Nelle colonne di scrittura il testo si svolge continuamente senza divisioni di parole con scarsa punteggiatura. Per leggere un rotolo si usano entrambe le mani, la dx per tenerlo la sx per srotolare e arrotolare procedendo con la lettura. Il rotolo è arrotolato attorno a un bastoncino di legno su cui si lega un cartellino con indicato nome di autore e titolo di opera. Il papiro si diffuse di più in ambito mediterraneo e fino al II d.C. il suo uso fu incontrastato. Con la
In occidente si ha una concorrenza, fino al prevalere di questa nel IV. La pergamena è un materiale di origine animale ottenuto da pelli ovine, bovine e caprine, sviluppato dalla tarda antichità come supporto mai esclusivo del libro greco-latino fino a fine XIV quando è sconfitta dalla carta. Non è una superficie compatta ed uniforme, alcune caratteristiche di aspetto, colore, consistenza tradiscono origine animale (distinzione tra lato carne e lato pelo). Le dimensioni delle pelli variavano in funzione delle specie, età, dimensioni di capi e tecniche di allevamento (max 60-75x80-95).
La carta inventata in Cina è un supporto così innovativo che la sua cultura scritta diventa la più diffusa e potente, con cinque secoli di vantaggio sulle tecniche in uso in altri paesi. L'affermazione di carta su papiro e pergamena si spiega con carattere burocratico delle grandi monarchie musulmane, centralizzate, che governavano grandi territori.
Dal XII l'Europa acquista la carta araba e in Italia Amalfi e Genova si rivelano due grandi mercati, ma la carta rimane supporto musulmano che suscita diffidenza, prodotto alquanto mediocre meno affidabile della pergamena. A metà XIII nasce nuova tecnica di fabbricazione della carta in Italia centrale al crocevia delle vie delle tecnologie avanzate e delle banche del nord, della tradizione araba dal sud, dei mercati e transitari con flitte a est e ovest. I fabbricanti di Fabriano producono carta secondo procedimento nuovo: la carta italiana si impone sulle piazze europee per la buona qualità. Si producevano diversi formati, regolarizzati su 4: imperiale (725x500) per libri grandi; reale per confezione di libri giuridici; mezzano; rezute (440x310) anche nei nostri libri odierni. La filigrana è un disegno ottenuto con un filo metallico cucito ad una delle due metà della forma, collocata tra due filoni o sorretta da un filone sospeso o volante per sostenere.meglio la filigrana e impedire di spostarsi quando la forma viene utilizzata nellafabbricazione della carta: serviva come marchio di fabbrica e a distinguere le diverse qualità della cartaevitando frodi o inganni. Nel 1844 un tessitore sassone, Keller, deposita un brevetto per la preparazione di una pasta a base di legnoche sostituirà la precedente pasta di stracci, ora permette una produzione di massa che rende più accessibileed economica la carta a tutti. La carta prodotta con fibre di legno collate con l'allume e la colofonia sideteriora, il foglio ingiallisce, perde flessibilità, diventa fragile e friabile e si sbriciola al tocco perché corrosoda acido che altera le strutture delle fibre di cellulosa che assicurano la coesione. Per scrivere nell'antichità classica si usavano stilo (asticella dura con estremità appuntita e una a spatola perpareggiare la cera), calamo (su papiro e pergamena) e penna. Gli inchiostri siCaratterizzano per natura (principi di composizione), ingredienti specifici di ogni tipologia e proporzione di essi. Gli inchiostri neri usati nei manoscritti medievali erano al carbone o metallo-gallici. Il medioevo conosceva due tipi di sostanze colorate (pigmenti naturali come estratti vegetali come ocre e zafferano; artificiali, prodotto di reazione chimica come azione di acido su metallo come il bianco di piombo).
L'anello di congiunzione materiale fra vecchia forma del rotolo e il libro in veste di codice sono le tavolette. L'affermazione del codice avverrebbe a partire dal I e II d.C. nel mondo romano in connessione con l'impiego già attestato della pergamena. Il cambiamento avviene per ragioni pratiche (maggiore capienza, meno costi, più maneggevole e comodo, più semplice reperire i passi specifici), ideologiche (forma libraria più modesta, di classi popolari, terreno privilegiato di diffusione del cristianesimo, limitatamente alfabetizzate).
Il codice è un libro formato da fogli piegati in due (bifogli, due metà chiamate carta o foglio) e riuniti in uno o più fascicoli, cucito con un filo lungo la linea di piegatura. Le categorie dimensionali di Petrucci sono: libri da banco (grandi da leggere o consultare senza spostarli dal luogo di conservazione), da bisaccia (medi, trasportabili), da mano (usabili ovunque). Il libro a stampa dal 1450 al 1550 ha un secolo creativo, fino al 1800 è l'era del consolidamento in cui si perfezionano i risultati raggiunti prima, fino a fine '900 il periodo è di grandi innovazioni tecniche, che hanno mutato sia metodi di produzione e distribuzione sia abitudini di produttori e lettori. Il periodo digitale è in fieri ancora. Nel primo periodo il procedimento tipografico avviene in un laboratorio con ausilio di caratteri, torchi, matrici xilografiche, corde e spaghi, legna e candele, carta, inchiostri, operai (torcolieri, compositori, correttore, aiutanti).in linea di massima 1 torchio con 4/5 operai (1 o 2 compositori, 2 torcolieri, 1 apprendista). La produzione del libro a stampa dipende dai fattori materiali e persone e avviene in varie fasi (lavoro intellettuale, imprenditore-produttore, lavoro manuale, vendita). Il punto di partenza è la scelta e la preparazione del testo da riprodurre, un'operazione culturale e commerciale con obiettivo di mediare il passaggio dalla copia alla stampa con interventi preventivi, ordinatori e correttori ed evitare che si aggiungano errori nel corso della composizione e nel caso correggerli. Il lavoro di preparazione varia in base all'exemplar da esaminare (manoscritto, autografo, copia di uno scriba, edizione precedente), lingua e periodo. I testi possono essere classici, testi in volgare, di autori viventi, altri. Le figure coinvolte sono autore, editore e tipografo; il compositore sceglie i caratteri prendendoli dagli appositi cassettini per riprodurre il testo dell'esemplare che hadanneggiarsi. Una volta completata l'imposizione, il blocco veniva inserito nel torchio tipografico e la stampa poteva iniziare. Durante il processo di stampa, l'inchiostro veniva applicato sulla forma e poi trasferito sulla carta tramite la pressione del torchio. Dopo la stampa, le pagine venivano separate e il processo poteva essere ripetuto per le successive forme o pagine. La tipografia è stata la principale tecnica di stampa utilizzata fino all'avvento della stampa digitale. Oggi, sebbene sia meno diffusa, la tipografia continua ad essere apprezzata per la sua bellezza e per il suo valore storico.Che i caratteri subissero spostamenti. Poi si tiravano le bozze e venivano corrette dall'autore o correttore. Ad ogni torchio lavoravano 2 operai, un tiratore (o torcoliere: applica il foglio altimpano, lo copre chiudendo la fraschetta, fa scorrere il carrello in avanti fin sotto