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La pena di morte
Allora capiamo perché l'Illuminismo si afferma a partire dal 1748; data convenzionale in cui viene pubblicata un'opera che farà grande successo, cioè lo Spirito delle leggi di Montesquieu. Egli comincia a razionalizzare alcune forme di Stato e teorizza la separazione dei poteri. Ma sul penale vi sono 2 trattati, uno scritto da Voltaire e prende nome di "trattato sulla tolleranza", 1763. Egli era un opinion maker, uno scrittore, non un giurista. Questo saggio sulla tolleranza prende spunto da un caso terribile di giustizia penale a Tolosa, il caso di Jean Calas. Egli nel 1762 viene trovato morto; solo che la sua famiglia è ugonotta, che è il modo francese di chiamare i protestanti, e quindi sono oggetto di mancanza di pubblica fede e di grandi pregiudizi (si pensa che siano cattivi). Il papà, in buona fede, fa un errore terribile. A quel tempo avere un parente che si suicida mette una macchia sulla famiglia.Poi loro sono ugonotti, quindi voleva risparmiarsela. Quindi toglie il corpo dalla corda e lo prepara come se fosse stato aggredito da un rapinatore. Quando partono le indagini i giudici vedono che non è vero e che non ci sono le evidenze. Il padre ad un certo punto ammette di aver spostato il corpo e i giudici però si fanno l'idea, a questo punto, che è stato il padre.
Inoltre, la gente pettegola diceva che questo ragazzo frequentava ambienti cattolici e si voleva convertire (però non sappiamo se è vero). La magistratura aveva bisogno di trovare un colpevole, inoltre sono protestanti e il padre lascia dei segni che possono essere utilizzati contro di lui e quindi viene condannato a morte, con la modalità più atroce che ci sia, cioè la pena esacerbata (cioè una pena che ti portava a morire dopo atroci sofferenze). È stato punito con la pena della ruota di carro, in cui sono stati messi dei chiodi e lo lasciano
giraresopra per ore e giorni. Uno dei figli, il fratello del morto, vuole riabilitare la memoria del padre e si rivolge a Voltaire, uno scrittore che aveva molto credito dell'opinione dell'epoca e tutti lo leggevano; poi era molto diretto, molto caustico contro la nobiltà e la chiesa. Allora ha preso le carte, ha ricostruito il processo e ha dimostrato che non era il colpevole. Dopodiché è andato al consiglio del Re a Parigi e ha ottenuto la riabilitazione di questo uomo. Quindi il caso Calas giuridicamente è finito bene, per il povero uomo no. Però almeno, è un innocente che è servito a scrivere un'opera particolarmente ispirata. Si chiama "della tolleranza" perché Voltaire ritiene che in quell'ambiente sia stata l'intolleranza verso i protestanti a creare questo clima contro tale famiglia e che i giudici l'abbiano incoraggiata. Ci voleva attenzione da parte dei giudici. I giudici non usavanoAttenzione: perché ad esempio cambiavano ogni 3 anni (la rota dei giudici). Quindi purtroppo, senza coscienza alcuna, trovavano più comodo accontentare l'umore della folla, soprattutto lavandosene le mani chiamando dei periti, i quali purtroppo spesso confermano queste voci assurde come successo per la peste di Milano. L'anno successivo al 1763, c'è il botto in Europa costituito da un libretto uscito anonimo nel 1764 a Livorno, dove, come a Venezia, c'era una prassi di libera stampa, cioè la Chiesa non poteva rompere a chi scriveva. Però chi l'ha scritto ha pensato di non mettere il nome e cognome nella prima edizione (anonimo quindi). Questo libretto si chiama "dei delitti e delle pene", scritto da Beccaria, anche se gli studi più moderni dicono che l'apporto di Pietro Verri sia stato significativo. Il vero merito di Beccaria, dicono gli studiosi, è stato quello di usare un linguaggio chiaro e moltoconvincente. Perché ha avuto successo? Scrive un centinaio di pagine, che ebbero la fortuna, nel giro di 2 anni, di essere tradotte in francese da parte di un abate (gradino più basso della gerarchia ecclesiastica; infatti, tutti gli ecclesiastici che aderiscono alla Rivoluzione francese sono abati), Morellet. Se però lo andiamo a leggere egli cambia l'ordine dei capitoli; Beccaria non dice niente perché pubblicarlo in francese vuol dire che tutti gli intellettuali europei (compresi i russi; il francese era diventata la lingua moderna degli intellettuali) lo avrebbero letto e tale opera avrebbe avuto successo. Nel giro di qualche anno Voltaire prende quest'opera e ne fa delle osservazioni, dei commenti. E allora il sigillo di Voltaire, vuol dire il sigillo della gloria di quest'opera, che a Parigi ha talmente tanto successo che chiamano Beccaria in Francia; arriva ai confini con la Svizzera però egli non si sente di affrontare la folla, ha unapaura terribile. Questo non toglienulla al suo successo.Quest’opera contiene tante cose, però è soprattutto conosciuta per la lotta contro la pena dimorte e contro la tortura. Questo fa sì che vengano dimenticate altre parti molto importanti,ad esempio il diritto di punire dello Stato. Perché lo Stato ha questo potere di punire?Glielo abbiamo dato noi con il contratto sociale; quindi, è un giuscontrattualista. glidaremo a questo nostro stato quella parte di potere minima che basta per esercitareefficacemente il diritto di punire. Ma se gliene diamo troppi questo stato rischia di diventareautoritario.Beccaria dice che oggettivamente la pena di morte è inefficace e giuridicamenteinammissibile. Potere di punire dato con il contratto sociale; ma se io do il potere di punireminimo per poter reprimere i crimini, in questo potere minimo non ci posso mettere la vitaperché è la massima prerogativa che ho.Poi dice che è inefficace.
Ai tempi di Beccaria non c'era la statistica giudiziaria, però egli dice, guardando i dati empirici, che dove la pena di morte è applicata, i reati non diminuiscono; anzi al contrario si crea un clima di violenza diffusa e vengono incoraggiati. Dice inoltre che le pene devono essere proporzionate. Perché se il rapinatore fa una rapina senza ammazzare nessuno e gli danno la pena di morte e se ammazza gliela danno ugualmente, egli ammazzerebbe. Alla fine, dice che ci potrebbero essere 2 casi in cui ci può essere la pena di morte, però sono casi tanto marginali che nessuno può dire che egli ammetta la pena di morte. Sono 2 casi riconducibili a Rivoluzioni di tipo positivo, repubblicano ad esempio, in cui la presenza di un capo fazione opposto è talmente ingombrante che si può indurre alla pacificazione se lui non accetta. Poi quando Beccaria farà parte della commissione del Codice penale austriaco cambierà idea.
che la pena di morte non deve essere applicata nemmeno in questo caso, perché aveva paura che il Codice austriaco la introducesse, e infatti la adottò perché poi chi firma le leggi è l'imperatore. Contesta tutti i casi in cui è prevista la tortura:- Un reo che dice di non essere il colpevole. Non è uno strumento di accertamento della verità, ma è uno strumento per affermare una bugia, la falsità, perché basata sulla resistenza e sulla forza, e chi resiste alla forza forse sono più i criminali, che non le persone normali che non hanno mai provato la violenza e quindi non sono capaci di resistere.
- La seconda motivazione per cui si può chiedere la tortura è la confessione dell'azione dei complici. Il ragionamento di Beccaria era lo stesso; se questa persona ha resistito o ha già confessato il suo bene primario che è la vita, per i complici, magari non ne ha davvero, ma siccome...
Non gliene frega niente a questo punto, incolperà qualsiasi persona che gli venga in mente.
E poi c'è il terzo motivo per cui si può sottoporre alla tortura, cioè chi ha già subito una condanna penale e vuole testimoniare con una deposizione (un infame si dice), perché non è credibile. Ma c'è un modo per dare valore positivo alla testimonianza anche se si è infami, ed è la purgazione dell'infamia, cioè una tortura, sotto la quale se si ribadisce la testimonianza vuol dire che quella cosa è veramente successa.
Beccaria ebbe fortuna una seconda volta perché un sovrano, Pietro Leopoldo, applicò le sue riforme. Egli è il fratello dell'attuale imperatore Giuseppe II (primogenito), ed è Granduca di Toscana. Vuole passare alla storia come un sovrano illuminato, allora fa una riforma nel 1786, che in effetti è il primo provvedimento normativo in cui viene
abolita la pena di morte e la tortura. "Per gli amici" viene chiamata leopoldina, e non è un codice, ma è composta da un centinaio di articoli, anche abbastanza sconnessi. All'interno di questa norma usa ufficialmente le parole usate da Beccaria in "dei delitti e delle pene". Quindi è veramente una vittoria dell'illuminismo. Tant'è vero che ancora adesso l'Italia si pregia di essere il primo paese del mondo ad aver abolito la pena di morte (il primo ad avere una norma ufficiale; anche se non sappiamo se la pena di morte era applicata ovunque nel mondo). È vero che non c'erano norme, ma la cosa importante è che i giudici creavano una prassi scrivendo delle opere di dottrina, ad esempio si chiamavano practice o practica. Quando questi libri hanno questo nome, vuol dire che descrivono come si fa il processo penale in quel tribunale. Quindi a parte la Costituzione Carolina, il diritto penale e il diritto.Il processo penale italiano ed europeo, ma soprattutto italiano, è frutto della dottrina e i giudici si adeguano ad essa. Solo che con la dottrina i giudici possono dire colpevole o innocente perché nella dottrina si trova tutto. Quindi di fronte ad una sentenza troviamo molte citazioni della dottrina, e poche citazioni di norme. Vediamo come con l'arrivo dei codici moderni, se si risolve questa situazione.
L'ultima pena esacerbata applicata in questa città contro un certo Poggioli Ciabattino, che aveva compiuto due omicidi per motivi di rapina; è stata ben descritta ed è avvenuta nel 1768; per cui c'è stata tutta una specie di processione dal luogo in cui avvenuta il reato e fino a piazza grande in cui questo reo si è visto spaccare le ossa, tagliate le mani e quello che gli avrebbero fatto dopo perché lo avrebbero poi squartato, cioè tagliato a pezzi, bruciato e poi buttato nel fiume.
Queste sono le pene esacerbate.
che fanno parte di un clima che può essere repressivo, terrorizzante e in più se lo accoppiamo