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UGO GROZIO
Ugo Grozio, autore olandese molto famoso, è considerato il fondatore delle teorie del giusnaturalismo moderno. Vive tra il 1583 e 1645 e la sua opera più famosa è "Del diritto della guerra e della pace".
Grozio, ovviamente, si confronta con le teorie in vigore nel suo tempo e, in particolare, egli si discosta dalla scolastica di San Tommaso. Grozio parte dal razionalismo impegnandosi a dare una dimensione secolarizzata alla sua teoria: egli vuole costruire una teoria politica e giuridica in cui vengano spiegati i rapporti tra potere politico e singoli individui, tra stato e stato, senza il bisogno di ricorrere ad alcuna idea religiosa o teologica.
Egli basa invece l'ordine giuridico, sia all'interno di uno stato, sia quello che potremmo iniziare a chiamare una prima forma di ordine giuridico internazionale (rapporti fra stati: il diritto della guerra e della pace che si fanno tra stati), su una
Scienze Giuridiche della Sicurezza e della Prevenzione -
Anno Accademico 2022/2023 - Sofia Rakut
STORIA DEL DIRITTO MODERNO E CONTEMPORANEO (Prof. Michele Pifferi)
La concezione volontaristica e razionalizzata, ossia sulla concezione che l'ordine giuridico sia espressione della volontà dei soggetti e della loro capacità di operare scelte razionali, cioè guidate dalla ragione dell'uomo. Sarà anche che dio ha dotato gli uomini di ragione permettendogli di contraddistinguersi dalle altre creature, ma quest'ultima è comunque autonoma rispetto alla confessione religiosa: la ragione dell'uomo è un motore per la costruzione di un ordine che non è vincolato alla religione.
Qual è l'aspetto da cui Grozio parte?
Grozio parte dalle guerre di religione che stanno caratterizzando l'Europa del suo tempo: stati che si fanno la guerra per decenni giustificandosi con la religione, nonostante intanto queste producano morti, crisi economiche e demografiche.
Secondo Grozio, fino a
quando si fonda, si costruisce un ordine giuridico e politico sulle premesse teologico-religiose, non si uscirà mai da questa condizione di conflitto che sta attraversando l'Europa. Perché l'idea della religione come chiave di identificazione di uno stato e di un ordine giuridico porta quello stato, inevitabilmente, a entrare in conflitto con gli altri stati che hanno una religione diversa. Pertanto bisogna sforzarsi di trovare dei valori, dei concetti, delle idee giuridiche, dei diritti che siano condivisibili da tutti, da tutte, almeno, le persone di buon senso, le persone colte, le persone disposte a fare un ragionamento intellettualmente onesto, a prescindere dalla religione. È necessario, a tal fine, individuare un ordine basato su regole che provengono dalla natura dell'essere umano, dalle caratteristiche dell'essere umano come persona, e dunque di tutti gli esseri umani come persone. Si tratta di regole che partono dalla ragione dell'uomo.Dalla capacità di ogni uomo di usare la propria ragione e di agire in un modo che è congruente, conforme, ragionevolmente compatibile con la ragione degli altri. Se tutti gli uomini sono dotati di ragione e usano la propria ragione, dovranno almeno trovarsi d'accordo su alcune regole di base, che tutti condividono, perché sono regole che, usando semplicemente la ragione, tutti arrivano a riconoscere e su cui non si può non essere d'accordo anche se cattolici, protestanti, calvinisti, anglicani etc. Regole che, dunque, indipendentemente dalla propria religione vengono condivise da tutti gli uomini.
LE DISTINZIONI, I BINOMI DI GROZIO
Dunque Grozio distingue la legge naturale e la legge positiva:
- La legge positiva è quella posta da un legislatore, la legge che un legislatore ha emanato. I legislatori cambiano, hanno, a seconda dei momenti storici, idee politiche diverse, e ragionano per criteri di opportunità, urgenza e interesse. Pertanto
Le leggi positive sono mutevoli, sono variabili, cambiano;
la legge naturale, basata sulla ragione dell'uomo, su quello che ogni uomo in quanto essere razionale è in grado di capire e condividere. Le leggi naturali sono stabili, immutabili, sempre vere e non cambiano a seconda del momento storico o dell'interesse politico del periodo. La legge naturale va oltre il legislatore ed è insita nella ragione dell'uomo.
Questo ragionamento porta Grozio a distinguere anche la legge naturale dalla legge divina:
- la legge divina è data da dio quindi è una legge posta. Dio è pur sempre un legislatore, anche se onnipotente;
- la legge naturale, invece, è diversa perché non è voluta/posta da qualcuno, come dio, ma è insita nell'uomo.
DE IURE BELLI AC PACIS
Le distinzioni che Grozio opera tra la legge positiva e la legge naturale, la legge divina e la legge naturale, lo portano a elaborare alcune idee nel suo testo.
più importante, pubblicato nel 1625, Del diritto della guerra e della pace (dal latino De iure belli ac pacis).
Una frase, in particolare, all'interno di questo testo rende Grozio molto famoso a quel tempo esponendolo all'accusa di essere un eretico: "L'ordine naturale rimarrebbe tale anche se osassimo supporre, come ipotesi assurda, che Dio non esista".
La censura e l'inquisizione che accusa Grozio in quanto, leggere una frase del genere nel 600', scandalizza molto: è inconcepibile immaginare, nella sua epoca, di costruire una teoria politica partendo dal presupposto che Dio non esiste.
Non bisogna però, erroneamente, pensare che Grozio non sia credente e che egli non si disinteressi della religione, perché la sua riflessione piuttosto afferma che: dal punto di vista della teoria politica, bisogna immaginare delle regole, dei principi che portino ad un ordine giuridico che sia valido e condiviso da tutti anche se, ipotesi assurda,
si immaginasse che dio non esiste. Solo così quell'ordine può essere fondato sulla ragione dell'uomo e non sulla religione permettendo di evitare il rischio di entrare in conflitto con chi appartiene a confessioni religiose diverse. Dunque l'idea di ordine naturale di Grozio non risente l'influenza della religione, che neppure dio può cambiare, perché le regole di ciò che è giusto e ingiusto sono regole che hanno la stessa validità assoluta di una regola matematica: come 2+2 = 4 e non è discutibile, così bisogna riuscire a identificare un minimo condiviso di valori e principi, che sia una piattaforma comune indiscutibile da cui partire a prescindere dalla propria confessione religiosa. PRINCIPI DELL'ORDINE NATURALE PER GROZIO - L'ideadell'uomo politico, dell'uomo tendenzialmente incline alla vita sociale (ereditata da Aristotele che chiamava, in greco, l'animale politico - zoon politikon), che Grozio traduce nel latino in appetitus societatis, è il desiderio, l'istinto alla vita sociale che appartiene ad ogni uomo, il quale lo porta a vivere all'interno di comunità ordinata. Questa inclinazione alla socievolezza è intesa come dimensione del singolo, non del gruppo, non delle corporazioni, non dell'idea medievale della società divisa in ceti.Un altro principio è quello che porta ciascuno ad astenersi dall'invadere la sfera dei diritti altrui, di ciò che appartiene agli altri (c.d. alieni abstinentia ossia il divieto di togliere agli altri ciò che appartiene agli altri). Non c'è bisogno di un legislatore che lo dica, e tanto meno c'è bisogno di una regola teologica o morale imposta da una certaconfessione religiosa, perché ogni uomo razionale ha dentro di sé la consapevolezza di dover rispettare questa regola di non invadere, di non usurpare ciò che è di altri. Il diritto dunque, basandosi già su questi due essenziali principi, appena enunciati, diventa una qualità morale della persona, una dimensione di ogni uomo razionale dotato di ragione, ed è una dimensione che si proietta sull'individuo stesso, come libertà, e sulle cose, come proprietà. Dunque si riconosce, come come regole che appartengono alla ragione dell'uomo, l'idea che ciascuno abbia una sfera propria di libertà che lo porta, per scelta, a voler vivere in associazione con altri e che ci sia il riconoscimento del fatto che non si possa ledere, turbare, danneggiare la proprietà altrui. Questi due concetti di libertà e proprietà sono i due concetti chiave della convivenza sociale secondo un diritto naturale che.
Grozio identifica come fondato sulla ragione dell'uomo: ogni uomo semplicemente in quanto dotato di ragione, senza bisogno di caratterizzarsi per altro, solo per la sua ragione riconosce che esiste un fondamentale nucleo di libertà di ciascuno e che esiste il diritto di proprietà degli altri che deve rispettare.
PACTA SUNT SERVANDA
Gli uomini hanno questo istinto alla socievolezza è all'astenersi dall'interferire con l'esercizio altrui della proprietà, ma come si formano le comunità politiche e da quali regole sono governate?
Un altro principio naturale che Grozio identifica che regge, sia i rapporti all'interno di uno stato, tra sovrano e cittadini, sia i rapporti reciproci tra i vari stati, è il principio pacta sunt servanda, ossia il principio dei patti che devono essere rispettati.
È un principio secondo Grozio di diritto naturale perché è un fondamento razionale che deriva dalla ragione degli uomini.
vincolando i soggetti ad obbedire alla legge del sovrano che, a sua volta, diventa fondamento della legge che il sovrano emana. Perché ciò accade? Perché i cittadini stipulano, in qualche modo, un accordo con il sovrano: al sovrano chiedono sicurezza, di mantenere l'ordine, di mantenere la pace all'interno della comunità, e in cambio promettono di rispettare le regole che quel sovrano dà. C'è un accordo tra i cittadini sudditi e il sovrano e quell'accordo, che legittima, che dà forza al potere del sovrano, è un accordo che deve essere rispettato. Gli accordi devono essere rispettati tra privati, tra sudditi cittadini e sovrano, tra sovrano di uno stato e sovrano di un altro stato, etc. Per cui, se si stipula un trattato di pace e si definiscono dei confini, non si ha titolo legittimo per invadere quei confini, per dichiarare guerra solo perché ci si vuole espandere, in quanto i patti devono essere rispettati, anchenei rapporti tra stati e ciò non è altro che una regola di diritto naturale. Se, per Grozio, il diritto naturale si proietta sul singolo individuo come libertà e quindi l'uomo razionale è pensato come un essere libero, nel contesto degli stati sovrani il diritto naturale si applica alle relazioni tra di essi. Questo significa che gli stati devono agire in conformità con i principi del diritto naturale, che includono il rispetto reciproco, la non aggressione e il rispetto dei diritti umani. Inoltre, il diritto naturale impone agli stati di risolvere le controversie pacificamente e di cercare il bene comune.