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CARTINA SU ELEARNING

Questa è una età che vede il ritorno dei sovrani spodestati dalle armate napoleoniche grazie al congresso di Vienna. Questa procedura viene fatta sulla base del principio del legittimismo, ovvero si va a guardare la dinastia presente prima dei francesi e si rimette sul trono dopo la caduta di napoleone salvo eccezioni.

Dal punto di vista del diritto questa operazione non sempre porta alla restaurazione degli ordinamenti pre-napoleonici poiché questi in alcuni casi i sovrani ripristinano la legislazione precedente a napoleone ma in altri casi i sovrani mantengono i codici napoleonici depurandoli con gli articoli in contrasto con la tradizione italiana oppure si fanno portavoce di processi codificatori nel proprio stato. La situazione italiana era quindi variegata anche dal punto di vista dei regimi giuridici adottati. Quando si adotta la codificazione questa viene ad essere interpretata secondo lo spirito romantico di quel tempo (800 romanticismo); questo

Il codice è visto come una rielaborazione della vecchia tradizione romanistica.

Esempi di codificazione in Italia:

  • Regno delle due sicilie → Il primo regno pre-unitario che adottò la codificazione fu il regno delle Sicilie nel 1819 con una codificazione autoctona. Questo codice è diviso in 5 parti e ognuna di queste costituisce un codice del modello napoleonico. Tiene conto di 2 esigenze:
    • Prendere dal cc napoleonico tutto quello che non contrasta i principi della tradizione.
    • Contribuire all'ammodernamento delle strutture dello stato (monarchia amministrativa).
  • Il fatto che il regno delle due sicilie adotti il codice sdogana definitivamente l'idea di codice; grazie a questo il codice non si pone rivoluzionario ma si pone a modello delle varie monarchie.
  • Ducato di parma → È un ducato di dimensioni limitate ma non è meno importante di altri ducati perché secondo il principio di legittimismo sarebbe dovuto spettare ai Borbone-Parma ma
viene assegnato alla figlia dell'imperatore d'Austria (Francesco II) e seconda moglie di Napoleone. I Borbone-Parma ottengono il ducato di Lucca. Qui abbiamo un codice civile molto più originale di quello delle due Sicilie perché quest'ultimo è modellato su quello napoleonico, inoltre quello parmigiano viene fuori dopo i lavori di 4 commissioni nel 1820 tenendo presente l'esempio francese ed austriaco. Altra novità è che nella codificazione parmigiana non c'è il codice di commercio perché inserito all'interno del codice civile, quindi abbiamo una sorta di anticipazione rispetto al codice civile del 1942 italiano. Regno lombardo-veneto → Nel regno lombardo veneto, sotto il dominio dell'Austria, abbiamo in vigore l'ABGB tradotto e tutta la codificazione austriaca. Il fatto che si fosse adottato il modello codice sotto gli Asburgo, costituisce anche qui un argomento a favore per la codificazione. Stati che continuano adutilizzare il diritto comune romano canonico: Stato pontificio → dove il papa si trovava ad essere oltre che autorità universale, sovrano particolare; in questo stato si dovevano fare i conti con un diritto canonico che era dettato per la chiesa universale ma proveniva dallo stesso soggetto che era anche signore di quello stato. Anche nello stato pontificio ci furono però dei tentativi di riforma. Dopo l'esilio il pontefice nominò 3 commissioni per la formazione di nuovi codici; una per l'ambito privatistico, una per l'ambito penalistico e la terza per il codice di commercio. La commissione del codice di commercio fu la più fortunata perché si limitò a tradurre il codice di commercio francese. Ci furono problemi soprattutto nell'ambito civile e di fatto non si arrivò mai ad un codice perché c'erano dei contrasti con la disciplina universale. Si deve aspettare Gregorio XVI per avere il regolamento.

legislativo e giudiziario per gli affari civili, regolamento che si vuole distinguere dal codice sia per il nome che per il contenuto; è una sorta di consolidazione e non un codice.

Toscana → si ha la stessa situazione dello stato pontificio anche se, al suo ritorno, Ferdinando III nomina una commissione che doveva procedere alle riforme legislative e al codice civile ma questa non dà vita al nuovo codice quindi rimane il sistema di diritto comune ma semplificato. Il diritto comune viene semplificato perché si aboliscono gli statuti municipali, viene mantenuto il codice di commercio napoleonico e viene mantenuto il regime delle ipoteche del codice francese.

Nel 1853 abbiamo un codice penale ben fatto con al suo interno la pena di morte abolita poi nel 1859 con il governo rivoluzionario che caccia i Lorena.

Ducato di Modena → con la restaurazione tornò alle costituzioni modenesi del 1771. Queste rimarranno fino agli anni '50 perché sul finire

di questi abbiamo l'ultima codificazione pre-unitaria che rimane incompiuta. Ducato di Massa → vede un ritorno all'antico e l'ultima duchessa di Massa ripristina nel 1815 il sistema di diritto comune con delle innovazioni cercando di conformare questo ducato alle riforme avvenute a Modena con le costituzioni modenesi perché la duchessa era la madre del duca di Modena; alla morte della duchessa il ducato di massa era destinato ad essere unito a Modena. Ducato di Lucca → i Borbone-Parma, anche se contrari a Napoleone, mantengono i codici napoleonici. Ovviamente i codici vengono depurati degli istituti che non andavano bene con il comune sentire e con la duchessa cattolica. Questo ducato termina nel 1847 con la devoluzione; verrà incamerato da quello di toscana. Il Regno di Sardegna presenta una situazione giuridica molto complicata perché non si limita ad avere sul trono i Savoia ma il loro ritorno comporta degli accrescimenti territoriali cheEmanuele I, Carlo Felice, che promulgò nel 1827 il Codice Civile della Sardegna, basato sulle consuetudini medievali e sulle giudicature presenti sull'isola. Nel frattempo, nel resto d'Italia, si stava diffondendo il Codice Napoleonico, che aveva un approccio più moderno e uniforme al diritto privato. Pertanto, nel 1865, con l'Unità d'Italia, si pose il problema di uniformare le legislazioni dei vari stati italiani. Fu così che nel 1865 venne promulgato il Codice Civile italiano, che si ispirava principalmente al Codice Napoleonico, ma che integrava anche alcune disposizioni del Codice Civile della Sardegna. Questo nuovo Codice Civile italiano, che è ancora in vigore oggi, ha rappresentato un importante passo avanti nella modernizzazione del diritto privato italiano, introducendo principi come l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e la libertà contrattuale. In conclusione, i sovrani del regno di Sardegna e successivamente del regno d'Italia hanno dovuto affrontare la sfida di armonizzare le diverse legislazioni presenti nel territorio, cercando di mantenere alcuni elementi tradizionali ma anche di introdurre principi moderni.

Emanuele che nel 1827 promulga il codice feliciano, una consolidazione delle normative dettate per la Sardegna. Abbiamo 3 regimi di diritto privato diversi per il regno. Quando Carlo Alberto sale nel 1831 avverte l'esigenza di procedere ad una codificazione che rendesse il Piemonte al pari degli altri stati europei; nel 1837 viene promulgato il codice albertino. Il codice albertino è un codice civile molto pedissequo rispetto al codice napoleonico ma segna questa linea di rottura con l'ancient regime. Dopo il cc seguono il codice penale, di procedura penale e di procedura civile. Il codice albertino vale, però, solo per gli stati di terra ferma; la Sardegna resta esclusa da questa codificazione.

Legislazione dopo l'unità d'Italia. Quando si ha la proclamazione del regno di Italia, e si ha quindi l'unità politica del paese, si devono fare i conti con la pluralità di regimi giuridici, inoltre i piemontesi avevano esteso il

proprioterritorio portando con sé i propri codici. Nel 1859 nel regno di Sardegna, il parlamento conferisce pieni poteri al governo per affrontare la seconda guerra di indipendenza; in questa occasione il governo ne approfitta per riformare i codici ma rimangono il codice albertino e il codice di commercio (cp, cpp, cpc nuovi). I piemontesi vincono la seconda guerra di indipendenza e conquistano la Lombardia; si pone il problema di quale codice dare alla Lombardia perché questa aveva già il suo codice civile, che era quello austriaco. La stessa questione si propone con la conquista degli altri territori; si ha l'estensione dei 5 codici sardi tranne che in toscana che rimane con il diritto comune ed il codice penale del regno di Sardegna. Nel sud invece vengono estesi il codice penale e il codice di procedura penale ma non viene esteso il codice albertino. Di fronte ad una situazione giuridica così complicata si inizia a riflettere sulla necessità di unaanni di storia unitaria.

Anni di storia. L'ambito penalistico è complicato perché si fronteggiavano 2 idee riguardo al diritto penale:

  • Serviva a garantire l'ordine costituito (visione repressiva).
  • Pur avendo una funzione di tutela del diritto pubblico si doveva tener conto anche della tutela del soggetto.

Questi orientamenti hanno anche 2 diverse vie nell'ambito legislativo; da una parte abbiamo il codice toscano revisionato nel '59 che mirava ad una visione liberale e dall'altra abbiamo il codice sardo del '59 che era nella tradizione (prevedeva pena di morte). Il governo all'inizio era orientato per scegliere il codice sardo ed estenderlo anche alla toscana ma c'era il problema della pena di morte. Il giurista Stanislao affermò che si potesse levare la pena di morte; la camera si espresse a favore mentre il senato si espresse contro. Nelle argomentazioni del senato la pena di morte doveva essere mantenuta perché il

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Publisher
A.A. 2022-2023
79 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AlexyaM13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Landi Andrea.