Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 9
Storia del costume teatrale Pag. 1 Storia del costume teatrale Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 9.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia del costume teatrale Pag. 6
1 su 9
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il testo menziona anche l’attenzione alle questioni pratiche, come la gestione della luce sugli

abiti teatrali a seconda che gli spettacoli fossero all’aperto o in sale illuminate artificialmente.

Verdugale - calze rosse con sopra pantaloni a palloncino - scarpette leggere - camicia lunga

chiusa in vita con mestoli e pentole attaccati alla cintura.

Teatro del 600: Shakespeare, Inigo Jones (abiti fantasiosi- masque) e Molière.

La corte di Francia si caratterizza per costumi allegorici e pesanti, con dame vestite di abiti

ricamati e ornati di stellini e piume. Molière, figura chiave nel teatro francese, si impegna a

denunciare attraverso la sua arte l’assurdità e l’ostentazione dell’abbigliamento dell’epoca. Il

costume diventa uno strumento per criticare le imposizioni sociali legate alla moda.

Complessivamente, il costume teatrale durante il barocco europeo diventa un veicolo

espressivo per caratterizzare la spettacolarità attraverso la fantasia e la grandiosità. Le

icone teatrali emergenti riflettono l’ampia diversità di stili e approcci che caratterizzano

questo periodo ricco di fermento culturale e artistico.

La commedia borghese del settecento: durante il periodo barocco in Europa, che si estende

dalla fine del Cinquecento alla metà del Settecento, il mondo teatrale attraversa una fase di

notevole crescita e sviluppo. Gli attori e gli artisti teatrali, spinti dalla necessità di sostenersi

attraverso gli incassi degli spettacoli, diventano promotori di copioni, tecniche e immagini di

teatro che riflettono la complessità dell’epoca.

Nel XVIII secolo, la transizione dal barocco al rococò segna una svolta significativa nello

stile teatrale, anticipando il successivo passaggio al neoclassicismo alla fine del Settecento.

Il costume teatrale riflette questa evoluzione, abbandonando gli schemi tradizionali per

adottare abiti contemporanei e modelli settecenteschi più vistosi. Questo cambiamento

testimonia l’emergere di una sensibilità storica rinnovata, dove l’abbigliamento è

strettamente legato al personaggio e all’interpretazione del testo.

La supremazia culturale si sposta verso la Francia, dove Carlo Goldoni, un autore

fondamentale per il teatro italiano, si trasferisce nel 1726. La Comedie Italienne introduce

elementi visivi di genere motorio, come acrobazie e danze, insieme a giochi di

travestimento.

Riforma di Goldoni: commedia di genere, costumi che rispecchiano un carattere psicologico.

In Francia, l’impatto visivo nelle parti femminili è più dichiarato in senso tradizionale o in

direzione opposta verso un rinnovamento. David Garrick in Inghilterra rivoluziona il

posizionamento degli attori in scena, mentre i cantanti evirati in Francia influenzano l’estetica

del costume, imponendo resistenze alle interpretazioni femminili e condizionando la moda

teatrale.

L’autocoscienza degli attori riguardo al costume cresce, riflettendo un cambiamento nella

percezione dell’immagine e del ruolo dell’attore nella società. La Comedie Francaise

evidenzia diverse visioni sul costume, con attori che interpretano personaggi in modo

tradizionale e altri che abbracciano nuovi stili, in una fase di riforma più che di rivoluzione,

sollecitata dagli illuministi e guidata da figure come Voltaire.

Il Settecento vede anche una crescente diversificazione nel mestiere teatrale, coinvolgendo

non solo figli di attori, ma anche borghesi e persone colte. Questo periodo testimonia una

fusione più stretta tra la moda teatrale e quella civile, con alcuni dettagli costumistici che si

infiltrano nella moda quotidiana.

Nel complesso, il XVIII secolo è una fase di transizione e cambiamento nel mondo del

costume teatrale, parallelo alle trasformazioni culturali e sociali dell’epoca. La Francia, con la

sua influenza culturale, svolge un ruolo predominante, mentre gli attori diventano

protagonisti consapevoli della loro immagine e del ruolo che svolgono nella società.

Garrick: Il suo stile imporrà misura e gusto al proprio guardaroba e influenzando un po’

quello dei compagni. Garrick si limitava a non eccedere alla moda, ma non la tradiva per un

costume d’altri tempi.

L’Ottocento neoclassico e romantico: il costume teatrale viene inteso in quest’epoca come

recupero filologico. L’attore Joseph Talma è significativo per lo sforzo di rinnovamento del

costume teatrale. Entra in scena nei panni di Bruto con vestiti tipici del teatro romano, non

condiviso dalla sua compagnia ma apprezzato dai giovani del tempo. Lui sosteneva che la

verità dei costumi e delle scene permette di trasportare lo spettatore nel tempo e nel luogo

dei personaggi e fornisce all’attore i mezzi per dare al proprio ruolo una fisionomia

particolare.

Agli artisti e spettatori, i costumi del teatro antico erano ben noti grazie alla pittura e alla

scultura.

Dopo la rivoluzione francese l’abbigliamento subisce importanti modifiche. Le parrucche

vengono abbandonate a favore di pettinature varie che si ispirano ad un’antichità intesa

come ricerca di una purezza originaria. L’abbigliamento diventa neoclassico.

L’obbligo di recitare accanto a compagni con costumi tradizionali, pizzi, piume e, per le

donne, l’abito à panier, fu superato lentamente dalle attrici che si adeguarono a un

abbigliamento storico e storicizzato. Questo cambiamento va letto anche in relazione alla

condizione sociale delle donne attrici e alla loro crescente preoccupazione per l’immagine,

imponendo la moda più che subendola.

Con il teatro romantico, come evidenziato dal “Cromwell” di Victor Hugo del 1827, si

accentuò l’attenzione ai dettagli dei costumi, indicando abiti neri e costumi da cavaliere

eleganti ma non eccessivamente curati. L’abbigliamento femminile seguì una ricerca

filologica, abbandonando la moda in favore di vesti candide con braccia scoperte, capelli

raccolti attorno al capo con nastri e coroncine.

In scena c’è un mix di influenze a livello stilistico. Talma diviene famoso per l’appoggio di

Napoleone e anche dopo la sua caduta e introduce personaggi shakespeariani nel suo

repertorio. Le sue innovazioni vengono replicate in epoca romantica da altri attori.

Planche: inizio 800 da il via alla figura del costumista. Fu l’autore della prima enciclopedia

del costume. Erano tollerati i costumi anacronistici perché nel contratto di scritturazione

degli attori, non era la compagnia a procurare i costumi, ma l’attore stesso.

Nasce l’accessorio della professione dell’attore che è la cesta e il contenuto si chiama

corredo.

Cosa succede con la questione dell’anacronismo? Siamo in un periodo in cui si vuole

effettuare una ricerca filologica, quindi si inserisce Adelaide Ristori che affida la

progettazione dei suoi abiti a pittori illustri e la confezione alle sartorie. Viene modificato il

procedimento per l’acquisizione dei costumi. Dopo di lei c’è una maggiore concordanza da

parte degli attori su quali abiti comprare.

Durante i suoi viaggi e le sue tournée fa una ricerca di tipo filologico, nonostante questa

ricerca è di secondo piano. Però con lei avviene un cambio ideologico su chi e cosa dovesse

comprare gli abiti di scena. Lei per la sua compagnia compra gli abiti, le scenografie e le

attrezzature di tasca sua e quindi diventano un suo possedimento perché così era sicura

che tutte le loro rappresentazioni sarebbero state sempre uguali dal punto di vista

iconografico.

Sarah Bernhardt, considerata la rivale di Eleonora Duse, fu un’icona ispiratrice per artisti

come Nadar, incarnando l’ideale di una figura nobile e sottile. Jacque Doucet, il sarto

parigino che la seguiva, era un mecenate sensibile che frequentava l’ambiente colto di

Parigi, acquistando anche opere d’arte fuori dai canoni formali consueti.

Gli abiti di Sarah Bernhardt erano una rappresentazione programmatica della donna, con un

ruolo determinante nella recitazione attraverso la purezza formale e la bellezza plastica.

Anche i gioielli facevano parte della sua cultura teatrale. Bernhardt osò introdurre il tema del

travestimento di genere, interpretando con uguale tensione e per scelta ruoli femminili e

maschili. Gli abiti servivano a presentare il personaggio senza descriverlo, producendo

sottolineature pittoriche o ornamenti.

L’intervento di Paul Poiret, celebre couturier, in “Aiglon,” dove lei interpretava en travesti il

figlio di Napoleone, evidenziò una scelta di abiti che mescolavano bianco e decorazioni, con

pantaloni aderenti fermi al polpaccio e stivali di pelle. Nonostante la sua magrezza fosse

spesso oggetto di caricature, Bernhardt impose uno stile personale, sia nella vita che in

scena, caratterizzato da un’eleganza ridondante e sfarzosa che venne definita

“sarahberdhardtesque.”

Nell’Ottocento, il balletto guadagna popolarità tra il pubblico, trasformandosi in

un’espressione artistica apprezzata dagli spettatori e praticata da professionisti. Per i

ballerini, l’abito assume aspetti precisi e codificati, diventando uno strumento significativo di

una tecnica altamente formalizzata. La ballerina classica presenta un corpo slanciato ed

etereo, con i capelli raccolti a crocchia e divisi in cima al capo, lasciando liberi collo e spalle

per forme eleganti e mai naturalistiche.

Indossa un corpetto leggero senza le stecche tipiche dell’abbigliamento femminile, che

mostra un corpo allenato ed elastico, consentendo movimenti agili e slanci dal suolo. Le

scarpette a punta rigida, esternamente in raso nero o tenui colori in sintonia con il corpetto e

la gonna, hanno all’interno un rinforzo spesso in legno, invisibile agli spettatori, che permette

alla ballerina di elevarsi e danzare sulla minore superficie.

La gonna in tulle, cucita in vita, assume varie lunghezze durante il secolo, culminando nella

forma classica del tutù, corta ma con numerosi strati di tulle che conferiscono un aspetto

vaporoso e flessibile ai movimenti. I ballerini indossano calze coprenti sulle gambe,

estendendosi talvolta fino al bacino, simili a un pantalone aderente che evidenzia la

muscolatura. I costumi del balletto, nei toni del bianco, dal ghiaccio al rosato, diventano una

base tecnica su cui applicare decorazioni e accessori a seconda delle varianti coreografiche.

Teatro del ‘900: Mariano Fortuny fece della duse un simbolo di eleganza. A cura

dell’immagine di Eleonora Duse, artisti delle arti figurative, più che sarti d’alta moda,

crearono costumi teatrali e abiti privati. Mariano Fortuny, in particolare, rinnovò l’immagine di

Duse, creando un nuovo stile. Fortuny dedicò alla Duse abiti ricchissimi di ricami, intarsi,

passamanerie e applicazioni preziose. I tessuti, i colori e le forme geometriche trapezoidali e

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
9 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/05 Discipline dello spettacolo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Rseriale di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del costume teatrale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Mazzoleni Elena.