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Formula per indicare la produttività del capitale:

Pr = Q/PK

La produttività può aumentare perché aumentano gli input oppure perché aumenta la produttività dei fattori o entrambe.

Il fattore lavoro:

Quando si parla del fattore lavoro in una società vi è da fare una distinzione fra diversi tipi di popolazione:

Popolazione attiva: coloro che producono e consumano.

Popolazione passiva: coloro che consumano ma non producono.

Il rapporto di dipendenza è un rapporto tra le due popolazioni che è dato in percentuale mediante questa formula:

Rapporto di dipendenza (%) = Popolazione non attiva x 100 / Popolazione attiva

Differenza fra società pre-industriali e industriali:

Analizzando i giovani di età compresa fra 0-14 anni si riscontra che nelle società industriali risultano come popolazione non attiva tra il 65-70% mentre nelle pre-industriali rappresentano all'incirca il 90%. Ciò significa che nelle

società industriali il peso della non attività si sposta gradualmente verso la classe più anziana mentre nelle società pre-industriali i giovani rappresentano la principale classe non attiva poiché la speranza di vita non era così alta e l'enormità di fanciulli da allevare in alcune regioni europee dati i 30 anni di vita dai quali scaturiscono il problema dell'abbandono infantile e dell'infanticidio.

Nelle attuali società moderne consideriamo popolazione attiva quella fascia d'età che va tra i 14 e i 65 anni, questo è dovuto perché l'obbligo scolastico in molte regioni è ai 15 anni e il tetto massimo d'età per svolgere determinate mansioni è 65 anni. La classe attiva lavora dall'alba al tramonto senza poter raggiungere la produttività del 50-60%.

Nelle economie pre-industriali i livelli

La produttività del fattore lavoro è relativamente modesta. Le ragioni sono molte e per semplicità le raggruppiamo in tre gruppi:

  • Presenza di beni capitale sfruttando magari ancora l'energia animale nei campi.
  • Bassa efficacia dei beni capitali i quali non riuscivano a aumentare in maniera adeguata la produttività.
  • Mancanza di istruzione della massa lavoratrice.

La mancanza di istruzione nell'epoca pre-industriale è dovuta al costo duplice poiché vi era da sostenere il costo dei libri (costo diretto) e se chi doveva studiare si trovava in età lavorativa la persona costa all'economia, non solo per quello che consuma, ma anche per quello che non produce, un reddito mancato per il sistema economico e rappresenta un costo alternativo, anche denominato costo opportunità.

Il costo totale di chi doveva studiare quindi è dovuto dalla somma di costo opportunità e costo diretto.

L'investimento nella preparazione scolastica, come nella costruzione di una fabbrica, può essere considerato come un investimento nel "capitale umano". Se uno studente studia poco, è l'equivalente di una fabbrica costruita male: gli effetti si vedranno quando comincerà a lavorare. In passato, nelle società pre-industriali, non vi erano molti investimenti nel capitale umano a causa della povertà diffusa. Si praticava solo l'apprendistato pratico, che permetteva di formare e allo stesso tempo produrre, abbattendo così completamente il costo opportunità.

Quando si parla di capitale, è importante fare una distinzione tra capitale fisso e capitale terra. Il capitale fisso è quel capitale che può essere riutilizzato per più cicli.

produttivi ad esempio l’aratro, il badile, le macchine tessili ecc. Anche gli animali possono essere considerati come capitale fisso quando vengono impiegati nella produttività, ad esempio i buoi impiegati come fonte energetica anziché essere mandati al macello. Capitale circolante: capitale circolante inteso come tutto quel capitale ad unico utilizzo, ad esempio il pollame impiegato come mezzo di sostentamento per la popolazione, il quale viene prodotto e poi mandato al macello, consentendo solo un unico utilizzo. Le differenze di capitale fisso nelle epoche possono essere determinanti, osservando ad esempio i mulini che per svolgere il loro lavoro veniva impiegata una grande quantità di schiavi. C’è da osservare anche il fatto della posizione geografica, poiché dovevano essere costruiti affianco a corsi d’acqua oppure in posizioni geografiche dove vi erano venti costanti. Fattore terra: ci riferiamo prevalentemente al terreno coltivabile.

Nell'età pre-industriale, anche le risorse del sottosuolo ebbero un ruolo come depositi minerali di argento, mercurio, zolfo, rame e ferro.

In età industriale, l'impiego del carbone fossile. Infine, rientrano nelle risorse naturali le fonti energetiche. Pensiamo allo sfruttamento dei venti nella costruzione di navi a vela o per i mulini a vento, oppure ai corsi d'acqua per costruire macchine ad avviamento idrico.

Mercato come categoria logica:

Il mercato come categoria logica è inteso come il luogo e il momento nel quale vengono scambiati beni o servizi in cambio di un corrispettivo che sia moneta circolante o altro tipo.

La prima persona che si è fermata ad analizzare il mercato è Adam Smith, filosofo scozzese. Egli, nella sua opera "La ricchezza delle nazioni" del 1776, definisce le merci come quei beni che sono prodotti non per il proprio consumo, ma sono destinati ad essere venduti.

sul mercato in cambio di altri beni. Smith notifica che l'essere umano è scambista per natura e si identifica in un produttore parziale anzi che totale poiché troverà sul mercato tutto il resto che gli è necessario. Nel mercato dei beni (e dei servizi) le famiglie sono compratrici e le imprese sono venditrici, mentre nel mercato dei fattori della produzione le famiglie sono venditrici e le imprese compratrici. Nei due mercati si possono individuare due tipologie di flussi: reale e monetario. Nei flussi reali le famiglie offrono sul mercato l'uso dei fattori della produzione (ad esempio, i lavoratori offrono e non domandano lavoro!) alle imprese che, utilizzandoli, producono beni; questi ultimi, a loro volta, sono venduti alle famiglie nel mercato dei beni. Dunque i fattori della produzione fluiscono dalle famiglie alle imprese, mentre i beni fluiscono dalle imprese alle famiglie. Nei flussi monetari le famiglie spendono moneta per acquistare beni dalle imprese.

Queste utilizzano parte del ricavato per pagare i salari ai lavoratori, la rendita ai proprietari terrieri, gli interessi ai prestatori di capitale; ciò che rimane sono i profitti, distribuiti ai proprietari delle imprese, che, come individui, fanno pur sempre parte del settore delle famiglie.

Quindi la spesa per beni fluisce dagli individui alle imprese e il reddito, in forma di salari, rendite, profitti e interessi, fluisce dalle imprese agli individui.

Curva di domanda di mercato:

È quel grafico che indica quanta merce viene richiesta dal mercato ad un determinato prezzo.

Curva offerta di mercato:

È l'equilibrio il quale pone in condizione la quantità del bene che i compratori vogliono e possono acquistare alla quantità del bene che i venditori vogliono e possono vendere.

Punto di equilibrio:

È l'intersezione tra la curva di domanda di mercato e la curva offerta di mercato che pone il prezzo di equilibrio e la quantità di equilibrio.

Efficienza

ed equità nello scambio di mercato: Come sottolineato da alcuni economisti nel 19^ e 20^ secolo come Warlas ed Edgenwhort la situazione di equilibrio in un mercato è anche una situazione di efficienza. In un sistema economico una situazione di efficienza è tale che posizione di ogni soggetto non può essere migliorata senza il peggioramento di un altro soggetto. Non ci troveremmo in una posizione di efficienza se nella società attraverso uno scambio si potesse migliorare la posizione di un soggetto senza peggiorare la posizione di un altro soggetto; il mercato per come lo abbiamo descritto fino ad ora nella sua situazione finale conduce sempre in una situazione di equilibrio finale. Scambio efficiente = scambio nel quale entrambi i soggetti riescono a ottenere un miglioramento della loro posizione. Scambio inefficiente = scambio nel quale una delle due parti si trova in una condizione non desiderata o svantaggiosa rispetto a quella ricercata. Iniqua dotazione dei

beni= se supponiamo una situazione iniziale dove un soggetto ha tutti i beni mentre l'altro non è provvisto di niente la situazione di scambio non si manifesta poiché la situazione dei beni si trova già in equilibrio efficiente.

I fallimenti di mercato:

fallimento del mercato: significa che il mercato non porta alla situazione di equilibrio che abbiamo spiegato in precedenza e, se anche necessariamente detto che sia efficiente. Se questa è la situazione reale, allora è necessario che vi sia un ente esterno al mercato che sopperisca alle sue manchevolezze come, ad esempio, il governo centrale, le amministrazioni pubbliche locali, le associazioni o i club, in modo tale da avvicinare quanto possibile il mercato alla situazione ottimale (equilibrio + efficienza).

Il commercio influenza positivamente il commercio?

PIL= Prodotto interno lordo necessario per monitorare il valore complessivo dei beni e dei servizi all'interno di una suddetta area.

geografica in un certo intervallo di tempo. Il PIL non è così importante per capire quanto sta bene in una popolazione poiché questo dipende dalla distribuzione della ricchezza quindi se avessimo un PIL in aumento del 10% in un anno non è impattante sul bene della popolazione perché non ci aiuta a capire la ricchezza generata in che classe sociale si è andata a depositare, però un PIL in crescita è buono per i redditi e per l'occupazione degli abitanti. Il PIL può essere definito anche come la somma di tutti i compensi (redditi) erogata dal sistema delle imprese agli individui offerenti il servizio dei fattori produttivi. Il PIL può essere monitorato in tre modi: - PIL nominale espresso in euro correnti: influenzato dagli andamenti dei prezzi correnti in un suddetto periodo (inflazione) così ottenendo il PIL reale. In pratica il calcolo del PIL reale risponde alla seguente ipotetica
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
12 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Fedebotto di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del commercio e della navigazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Bianchi Alberto.