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Approfondimento sulla lezione "L'unico pornoanno di questo secolo"
"1969: l'anno in cui tutto è cambiato", titolava una recente mostra bolognese dedicata ai fatidici dodici mesi che chiusero gli anni Sessanta. C'erano foto dell'Apollo 11, di Woodstock, di Charles Manson, di Easy Rider, di Piazza Fontana, dei Beatles sul tetto della "Apple" e dei Rolling Stones ad Hyde Park. Ma il 1969 è anche "l'unico pornoanno di questo secolo". Così recitava sull'Intrepido una pubblicità dei celeberrimi "occhiali a raggi-X", l'invenzione di Harold von Braunhut che prometteva agli adolescenti italiani di spogliare alla lettera le donne con lo sguardo. Una promessa che gli spettatori ritrovavano al cinema, raccontata come nevrosi patologica e paradossale nell'ultimo episodio della commedia Vedo nudo di Dino Risi, costruito non a caso sulla vicenda di un pubblicitario.
Soixanteneufanneé érotique, come cantavano Gainsbourg “et son Gainsborough”, Jane Birkin, travoltidal successo e dallo scandalo di Je t’aime... moi non plus. Nell’estate del 1969, mentre ilprocuratore di Milano ordinava il sequestro e la distruzione del disco per “oscenità”, l’autoredi Eros e Civiltà e ideologo della contestazione, Herbert Marcuse, arrivava in Italia accoltocome una star da fotoreporter e giornali per una serie di incontri e conferenze.Collocato come spartiacque dei due decenni che innescano e celebrano il processo diradicale sessualizzazione della società, complice l’inevitabile richiamo alla posizione che ilKamasutra de nisce “congresso del corvo”, il 1969 è un anno emblematico per indagare irapporti tra erotismo e industria culturale. Muovendoci dentro generi e forme di erenti, inquesto articolo ci occuperemo di alcuni lm e discorsi in grado di dare un quadrosignicativo del contesto italiano, recuperando in ne la vicenda giudiziaria del Satyricon di Gian Luigi Polidoro, sequestrato per oscenità dalla magistratura nell’aprile del 1969, dopouna parallela battaglia legale con il coevo, ben più noto, Satyricon di Fellini.
Nel 1969 esce il primo numero di Cinesex, testimonianza signi cativa di una nuova culturavisiva dell’erotismo che attraversa media di erenti. La rivista rilancia una formula, qualequella del cineromanzo, che nel corso degli anni Sessanta era progressivamente caduta indisuso. Ma a di erenza del cineromanzo “classico”, quello erotico non funziona più solocome un prolungamento dell’immaginario cinematogra co sulla carta. Al contrario, “èl’esplosione dell’erotismo su riviste e fumetti a costituire il ricettacolo socioeconomicoideale entro il quale la forma cineromanzo trova una ricollocazione fruttuosa sul pianocommerciale”2nell’estate del 1970 con
La circolazione delle foto erotiche del delitto Casati-Stampa. Le immagini, assieme al diario personale del Marchese con le minuziose descrizioni degli accoppiamenti multipli di sua moglie, vengono pubblicate da diversi giornali come Men, Europeo, il quotidiano romano Il Messaggero. L'evento ebbe un impatto enorme nell'opinione pubblica dell'epoca e, da questo punto di vista, si può considerare una vicenda che chiude simbolicamente gli anni Sessanta e apre il decennio successivo. Quelle fotografie e quei diari non erano solo la testimonianza di un delitto passionale ma l'irruzione improvvisa nella cronaca e nella stampa generalista di un mondo di perversioni e pratiche sessuali di cui sin lì si era più che altro fantasticato.
Eros, cinema, politica
Tra il 1968 e il 1969 appaiono sugli schermi italiani una serie di produzioni che "determineranno la sionomia (erotica) del successivo cinema di genere nostrano, come l'esotico-erotico, il...
sexy-thrilling e il melodramma famigliare 'alla Samperi'". Gli anni Sessanta si erano aperti con l'attraversamento vittorioso de La dolce vita tra le maglie della censura cattolica, delle scomuniche, delle interrogazioni parlamentari. Volgendo al tramonto, preparavano il terreno a un altro decisivo episodio censorio legato al lmd'autore, ovvero il rigetto del sequestro disposto contro il Decameron di Pasolini. Un verdetto che nel 1971 spianerà la strada al cosiddetto lone decamerotico e alla commedia-sexy degli anni Settanta. "Nel momento in cui il trattamento censorio benevolo nei confronti del lm di Pasolini indica un cambiamento di politiche da parte delle commissioni ministeriali", scrive Giacomo Manzoli, "si ha una vera e propria esplosione produttiva di lm che orono una particolare ma uniforme messa in scena della rivoluzione sessuale". Ma, com'è ovvio, il casodel Decameron “determina solo il crollo di una barrierache vacillava evidentemente da parecchio tempo”5.
Nel 1969, oltre al già citato Vedo nudo, cui si richiama anche Dove vai tutta nuda?(Pasquale Festa Campanile), numerosi sono i lm italiani, o di coproduzione italiana, cheevocano nel titolo l’universo dell’eros e delle trasgressioni sessuali. In molti casi si tratta diallusioni forzate, promesse non mantenute. Ci sono lm di genere, come il thrillerpsicologico di Umberto Lenzi, Orgasmo, o Femmine insaziabili di De Martino, che titolo aparte poco hanno a che fare con l’erotismo, mostrando semmai all’opera una costruzionevisiva debitrice della pop-art e della cultura psichedelica. Ma il panorama di forme e generipraticati è assai variegato. Si avverte ancora l’onda lunga del reportage itinerante,inaugurato nel 1958 con gli incassi straordinari di Europa di notte di Alessandro Blasetti(Inghilterra nuda, Vittorio De Sisti;
L'isola delle svedesi, Silvio Armadio; Play Girl'70, Federico Chentrens). Ci sono le suggestioni esotiche sviluppatesi sulla scia del mondomovie di Jacopetti, come Africa segreta (Angelo e Alfredo Castiglioni, 1969), che riprende itemi di Africa addio (Gualtiero Jacopetti, Franco Prosperi, 1966), e la rappresentazione di una sessualità primitiva in cui la differenza etnica è oggetto di estetizzazione e di un trattamento pittoresco non privo, come è noto, di stereotipie razziste. C'è il noto film-inchiesta sul sesso, un "genere" che prende piede in Italia sulla scia del successo di Helga (Nel labirinto del sesso, Alfonso Brescia). Ma i segni della rivoluzione sessuale, nella sua complessa rete di temi politici, culturali, di costume, sono sparsi un po' ovunque. Emblematico un titolo come La donna a una dimensione, distribuito anche nel più esplicito La marcusiana, diretto da Bruno Baratti su soggetto di Massimo Mida.indottrinamento allaliberazione sessuale e alla lotta di classe impartito ai suoi due gli minorenni da una riccadonna annoiata. D’altronde, Marcuse e Reich, capisaldi della rivoluzione sessuale, entranoa vario titolo nel cinema italiano di quegli anni. Un lm come Indagine su un cittadino al disopra di ogni sospetto di Elio Petri (Premio Oscar nel 1971), li capitalizzerà con minorintellettualismo e maggior senso della narrazione.Nel 1969 i grandi autori come Fellini e Visconti guardano all’erotismo anzitutto attraverso lostratagemma culturale di una riflessione storica sulla decadenza (Satyricon, La caduta deglidei). Ma la decadenza onirica del basso impero e quella teatrale, melodrammatica dellaGermania hitleriano-viscontiana, si riverberano ben presto ai piani bassi in una pletora di“caldi notte di Poppea”, “vergini dell’impero”, “gladiatrici” e bordelli delle SS nei campi diconcentramento.Discorsi“Quali sono lereazioni del pubblico, e cioè dei consumatori di spettacoli cinematografici a questa ondata di cosiddetta liberalizzazione del sesso?”, si domanda il celebre psicanalista Cesare Musatti sulle pagine di Cinema Nuovo7. Vicino all’idea marcusiana di “tolleranza repressiva”, Musatti concludeva che per quanto sinonimo di libertà la diffusione dell’erotismo cinematografico innescava processi di regressione e depotenziamento sessuale negli spettatori; assuefazione nei maschi “voyeur” e insoddisfazione nelle donne – che nel discorso di Musatti occupano un ruolo ancillare – ovvero: “I maschi traggono sempre minore eccitazione da spettacoli che divengono abituali. E le donne, se i maschi non si eccitano, sono anch’esse private del loro particolare tipo di soddisfazione.” La psicanalisi, soprattutto nella sua versione politica, è una delle chiavi di lettura privilegiate per indagare il fenomeno erotico e, dove possibile,la si usa come strumento dilegittimazione culturale. “Il linguaggio dell’erotismo negli ultimi tempi si è formato su basipsicanalitiche in quanto è andato impostandosi come linguaggio del subconscio” scrive suCineforum, il direttore e fondatore della rivista, Camillo Bassotto, evocando lm comenEROSubianco di Brass (1969) o Un tranquillo posto di campagna (1968) di Petri, per poiprecisare che nel cinema popolare, come nel caso di La bambolona (Franco Giraldi, 1968),le fantasticherie del protagonista (Ugo Tognazzi) sono invece solo un pretesto per“speculazioni commerciali e operazioni che rasentano la pornogra a”9.9fi fi ff fi fl ff fi fi fi fi fi fi fi ff fi fiSe l’erotismo è messo al bando dalla cultura cattolica e dai conservatori che auspicano unamaggiore funzione repressiva dello Stato, la critica cinematogra ca di sinistra si trova inun’impasse. Da un lato non può non schierarsi a favore della rivoluzione
sessuale; dall'altro, fatica a difendere lm che non esibiscono alcun coe ciente di artisticità o di impegno. Il bagaglio teorico della scuola di Francoforte fornisce una via d'uscita. Il nudo, vale a dire, non va criticato perché "scandaloso" (come credono i conservatori) ma in quanto asservito alle dinamiche dell'industria culturale. L'erotismo e il sesso diventano il sintomo di un'orrenda "trasformazione in merce dell'arte cinematografica." Leggiamo per esempio la premessa a questa recensione (una stroncatura di Le Salamandre, di Umberto Rossi, che intrecciava questione razziale e lesbismo, peraltro con la benedizione di Michelangelo Antonioni presente alla prima del film): La "merce-film" non disdegna di unirsi alla "merce-sesso" sotto la santa benedizione del "dio-profitto" (...) Occorre tener conto che è la natura mercantile del cinema ad originare e giusticare l'attuale.Vocazione erotica; è quindi inutile blaterare contro la scurrilità di certe pellicole senza tener conto che le sudicerie di cui sono infarcite altro non sono che un elemento di attrazione per un pubblico specifico.