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Estratto del documento

CAP 11 PROGETTI PER UN NUOVO ORDINE MONDIALE

Negli anni '30, la crisi economica globale causata dalla crisi americana del

1929 portò a un forte senso di depressione. Negli Stati Uniti, il presidente

Roosevelt fu eletto nel 1932 con un nuovo approccio chiamato "New

Deal", basato su una rifondazione del patto tra governanti e governati

basata sulla solidarietà reciproca come soluzione alla crisi. Voleva

promuovere valori di solidarietà collettiva. La sua strategia si basava sulle

teorie dell'economista Keynes, secondo il quale lo Stato doveva intervenire

per stimolare la domanda e ridistribuire le ricchezze. Roosevelt introdusse

l'Agricultural Adjustment Act,

programmi come che forniva sovvenzioni ai

National

produttori agricoli in cambio della riduzione della produzione, e il

Industrial Recovery Act, che incoraggiava le industrie a stabilizzare i prezzi

e garantire salari più alti per sostenere la domanda dei lavoratori. Queste

riforme economiche andavano di pari passo con il sostegno a una nuova

politica sociale che preludeva alla nascita del welfare state, con sussidi di

disoccupazione, salari minimi e servizi sociali.

Nel contesto dell'Unione Sovietica, lo stalinismo portò a una

modernizzazione forzata che inizialmente sembrò dare risultati positivi,

differenziando l'URSS dagli altri paesi colpiti dalla crisi economica.

Tuttavia, questa modernizzazione ebbe pesanti conseguenze sociali e

politiche. Sul piano sociale, la crescita collettiva si accompagnò a una forte

riduzione dei consumi individuali e a nuove forme di sfruttamento, come il

mito stacanovista. Sul piano politico, questa modernizzazione portò a una

svolta autoritaria, con il controllo del partito su tutte le sfere della vita

sociale e civile. Il dominio assoluto di Stalin portò alla creazione di una

struttura politica basata sul culto della sua personalità, sulla repressione

del dissenso e sulla brutale eliminazione di critici e dissidenti attraverso le

cosiddette "purghe staliniane". La principale forma di repressione fu

rappresentata dai campi di lavoro forzato chiamati Gulag. La

legittimazione del potere di Stalin fu sancita nella nuova costituzione

(1936) che dichiarava l'URSS una società socialista grazie alla lotta contro

i "nemici" capitalisti. L'egemonia di Stalin e gli interessi dell'URSS si

estesero anche nella politica internazionale del movimento comunista

rappresentato dalla terza internazionale, promuovendo la dottrina del

"social-fascismo" che accusava i partiti socialisti e democratici dei paesi

capitalisti di essere complici del fascismo o corrotti dal capitalismo.

11.3 L'affermazione di Hitler: In Germania, la crisi economica seguita alla

Grande Depressione del 1929 favorì l'ascesa del partito nazionalsocialista

di Hitler. Con l'appoggio finanziario delle forze conservatrici tedesche,

Hitler divenne il secondo partito tedesco nel 1930. Il nazismo aveva un

programma ideologico definito, basato sulla concezione della razza e della

superiorità tedesca. Hitler emulò Mussolini cercando l'approvazione delle

masse e l'istituzione di un Terzo Reich. Dopo essere stato nominato

cancelliere nel 1933, Hitler rese violenta la repressione del dissenso

comunista e limitò le libertà politiche e civili con l'emissione di 28 leggi

eccezionali. Successivamente, grazie a una legislazione che gli conferiva

poteri assoluti, eliminò le opposizioni politiche, sciolse i sindacati, abolì le

autonomie amministrative e impose un modello di stato centralizzato.

11.4 Il totalitarismo nazista: Le 28 leggi eccezionali segnarono la

transizione verso uno stato autoritario in Germania. L'uccisione dei

dissidenti politici interni al partito nazista nella "notte dei lunghi coltelli"

nel 1934 confermò la svolta autoritaria del regime. Con la morte del

presidente von Hindenburg, Hitler assunse la carica di presidente senza

nuove elezioni, consolidando il nazismo come un regime totalitario. Il

partito nazista controllava tutti gli aspetti della vita pubblica, mentre le

opposizioni politiche venivano perseguitate dalla Gestapo. La cultura

tedesca fu omologata ai principi del nazismo e gli ebrei furono oggetto di

persecuzione razziale attraverso le leggi di Norimberga del 1935. La

politica estera di Hitler mirava all'espansione a est, basandosi sull'idea del

Lebensraum (spazio vitale) e sulla presunta superiorità tedesca rispetto

alle popolazioni slave. Questa politica era giustificata anche dalla lotta

contro l'ebraismo internazionale e dalla difesa dell'Europa dai pericoli

11.5 Il fascismo italiano:

orientali e occidentali. L'Italia fascista, prima

dell'ascesa di Hitler, aveva già adottato un sistema di governo autoritario.

Il regime di Mussolini si basava sulla completa identificazione tra il partito

e lo stato, con poteri illimitati per il dittatore e la sua stretta cerchia

politica. Utilizzando intensamente la propaganda, il regime aveva ottenuto

un forte consenso. Tuttavia, la presenza della monarchia e l'influenza

sociale della Chiesa cattolica ostacolavano la piena identificazione delle

masse con il dittatore. Inizialmente, la politica estera italiana non mostrò

un carattere aggressivo come quella tedesca, ma successivamente

sviluppò ambizioni espansionistiche nei Balcani. Nel 1927 furono firmati

trattati di amicizia e collaborazione con Albania, Romania e Bulgaria,

seguiti nel 1927 da un accordo con l'Ungheria. Nel 1933, l'Italia, la

Germania, la Francia e la Russia stipularono un patto in cui riconoscevano

la necessità di revisione dei trattati di pace. L'obiettivo di Mussolini era

ottenere una collocazione internazionale più adeguata per l'Italia,

basandosi sulla tradizione romana di conquista e civilizzazione di popoli.

11.6 La svolta del 1935: La politica estera di Hitler mirava fin dall'inizio a

mettere in discussione gli equilibri internazionali. Il suo primo obiettivo era

modificare i termini e i confini stabiliti dal Trattato di Versailles. L'idea di un

nuovo impero che comprendesse tutti i tedeschi, inclusa l'Austria, era

stata già concepita nel XIX secolo. Nel 1934, Hitler pianificò di assassinare

il cancelliere austriaco Dollfuss per facilitare un colpo di stato e

l'annessione dell'Austria alla Germania, l'Anschluss. Tuttavia, l'azione

diplomatica di Mussolini impedì il successo di questo piano. Nel 1935,

Hitler promosse un plebiscito nella regione della Saar, occupata dalla

Francia e dal Regno Unito sotto il mandato della Società delle Nazioni dal

1920. La consultazione popolare sancì il ritorno della Saar alla Germania

con una larga maggioranza. Hitler ripudiò il Trattato di Versailles, ripristinò

il servizio militare obbligatorio e avviò il riarmo terrestre e aereo. Nel 1933,

la Germania si ritirò dalla Società delle Nazioni, segnando una rottura

diplomatica. Nel frattempo, la politica estera italiana si stava orientando

verso un espansionismo aggressivo. La Francia sfruttò l'annessione

dell'Austria da parte della Germania per convincere Mussolini a difendere

l'indipendenza austriaca. In cambio, nel gennaio 1935, fu siglato l'accordo

Mussolini-Laval, in cui la Francia acconsentiva alle aspirazioni italiane

sull'Etiopia. L'Italia invase l'Etiopia nel 1935, causando condanne e

sanzioni economiche da parte della Società delle Nazioni. Nonostante la

condanna, l'Italia occupò Addis Abeba e Mussolini annunciò la fondazione

di un impero italiano nell'Africa orientale. Il clima di razzismo e

l'opposizione aperta contro l'imperatore etiope segnarono il fallimento

della Società delle Nazioni. Nel frattempo, l'alleanza tra Italia e Germania

si consolidava con la firma dell'asse Roma-Berlino nel 1935, che avviava

una collaborazione anti-bolscevica e stabiliva una possibile spartizione

delle aree di influenza nei paesi danubiani.

11.7 Il Giappone imperiale e il nazionalismo militarista: anche il Giappone

cercò una sua via verso la modernità, ma la crisi economica globale del

1929 e la delusione per gli accordi navali sfavorevoli portarono alla

crescita di un malcontento nazionale. Nel contesto di una crisi sociale, i

militari assunsero un ruolo più prominente nella politica, promuovendo un

forte militarismo espansivo. Nel 1931, i militari giapponesi, senza un

ordine governativo, attaccarono e occuparono la Manciuria, scatenando

tensioni internazionali. Nel 1937, senza una dichiarazione ufficiale, il

Giappone iniziò una guerra contro la Cina. Questa politica aggressiva si

accompagnava a un'evoluzione autoritaria interna, con il dominio militare

riconosciuto formalmente nel 1940 e la soppressione degli altri partiti. Il

Giappone stabilì una rete di alleanze con l'Italia e la Germania, includendo

il patto anti-Comintern e il patto tripartito che definiva aree di influenza in

Europa e nell'Asia orientale.

11.8 Prove di guerra: Nel 1936, la Germania occupò militarmente la

Renania, violando i termini del Trattato di Versailles e mettendo fine a

qualsiasi possibilità di intesa internazionale. La guerra civile spagnola

scoppiò nello stesso anno, con le forze democratiche repubblicane che si

scontrarono con i ribelli nazionalisti guidati da Francisco Franco. Le

democrazie europee adottarono la politica del non intervento, mentre

Italia e Germania fornirono sostegno ai ribelli di Franco, utilizzando la

guerra come una prova generale per gli schieramenti futuri. La guerra

civile spagnola si concluse nel 1939 con la vittoria dei nazionalisti. Nel

periodo tra il 1936 e il 1939, Hitler espresse le sue intenzioni "imperialiste"

attraverso l'annessione dell'Austria e la richiesta di riappropriarsi della

regione dei Sudeti in Cecoslovacchia. Nel 1938, l'incontro di Monaco cercò

di risolvere la crisi, ma alla fine le richieste tedesche furono accettate,

causando ulteriori smembramenti del territorio cecoslovacco.

CAP 12 SECONDA GUERRA MONDIALE

Negli anni tra la conferenza di Monaco e l'inizio della seconda guerra

mondiale (settembre 1938-1939), si consolidò la percezione dell'inefficacia

delle democrazie liberali nel contrastare l'espansionismo nazista.

Nonostante le promesse di Hitler riguardo alla fine delle sue richieste

territoriali con la cessione dei Sudeti, la Germania nazista procedette

segretamente all'annessione del resto della Cecoslovacchia. Nel marzo

1939 fu istituito un protettorato tedesco su Boemia e Moldavia, e la

Slovacchia dichiarò la propria indipendenza sotto un regime filonazista. In

seguito, Hitler chiese l'annessione della città di Danzica e il controll

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A.A. 2024-2025
72 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VINCIDR10 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" o del prof Cirillo Giuseppe.