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L’ ANTISEMITISMO
Il fulcro del nazismo fu certamente l’antisemitismo.
Il nazista – tipo era un membro della classe media, di religione protestante,
abitante in provincia e non in città e generalmente giovane.
Hitler ebbe l’abilità nell’intercettare i problemi principali della popolazione dopo la
grande crisi economica e indirizzò questo rancore e frustrazione verso un odio di
razza che colpiva direttamente gli ebrei.
I nazisti, dunque, consideravano gli ebrei una “razza” a sé che, secondo la visione
darwinistica distorta, lottavano per la sopravvivenza attraverso l’espansione a spesa
delle altre popolazioni.
Gli ebrei diventarono per i cittadini bianchi e biondi della Germania nazista, il nemico
assoluto colpevole di tutti i mali del paese, della disoccupazione e della sconfitta
militare della Prima Guerra Mondiale.
Inoltre i nazisti credevano che una razza superiore, come la razza tedesca definita
ariana
“ ” non solo fosse coerente con le leggi della natura ma avesse anche il diritto e
l’obbligo di sottomettere e sterminare quelle inferiori.
Importante ricordare è anche il fatto che pur considerando gli ebrei i loro principali
nemici, le teorie ideologiche del nazismo presero di mira altri gruppi, destinandoli alla
i Rom, i Polacchi, i Testimoni di Geova, gli
prigionia o allo sterminio, come:
Omosessuali, i dissidenti politici, i prigionieri di guerra sovietici e gli Asociali .
O PERAZIONE BARBAROSSA
I disegni espansionistici hitleriani erano sempre indirizzati verso l’Unione Sovietica,
considerata nemico per eccellenza per il forte contrasto ideologico.
Il patto di non aggressione era stato utilizzato da Hitler solo per avere mano libera in
Polonia, ma di fatto, lo scontro era stato semplicemente rimandato.
Il 22 giugno 1941 la più grande macchina da guerra dell’epoca si rovesciò per ordine
di Hitler contro l’Unione Sovietica.
Circa tre milioni e mezzo di soldati tedeschi sfondarono le linee sovietiche lungo tre
direttrici e a fine luglio si aggregò anche un corpo di spedizione italiano (sessantamila
uomini):
Mussolini intendeva in qualche modo pareggiare l’umiliazione subita in nord Africa e
riaffermare il suo rango di “primo alleato”, ma le divisioni italiane non svolsero mai
una funzione strategica nell’operazione.
(che ridere) settentrionale),
I tre gruppi d’armate miravano a Leningrado (fronte Mosca (fronte
centrale), meridionale).
Kiev e Caucaso (fronte
Si trattava di una linea di invasione estesissima, oltre duemila chilometri, spaccata in
due dalle impenetrabili paludi del Pripjat. 75
A est, nelle regioni occupate, i nazisti misero in pratica una guerra di sterminio. Sul
fronte russo il conflitto assunse un carattere distruttivo anche nei confronti dei civili.
L’URSS non andava conquistata ma distrutta.
Il disegno di Hitler prevedeva infatti la costruzione di un sistema di dominio con al
vertice la Germania, in posizione subordinata i paesi alleati e infine quelli occupati
militarmente da sfruttare.
Tuttavia per tutta la durata della guerra Hitler non seppe stabilire quale fosse la
priorità strategica dei tre fronti (sebbene considerasse più importanti le risorse
agricole ed energetiche piuttosto che prendere Mosca).
Vastità del fronte e incertezza strategica significarono dispersione delle forze,
allungamento delle linee di rifornimento e demoralizzazione dell’esercito.
La contrapposizione dell’Armata Rossa era esigua al confronto, soprattutto perché
era stata presa di sorpresa: Stalin, nonostante avesse dei sospetti sulle intenzioni di
Hitler, pensava di poter guadagnare tempo rinviando il conflitto fino al 1942.
Inoltre non concepiva come la Germania potesse permettersi di aprire il fronte
orientale senza aver prima liquidato la Gran Bretagna: piuttosto, Stalin si preoccupava
di un potenziale attacco giapponese alla Siberia (che non arrivò, essendo che il
Giappone preferì attaccare l’America).
Altro fattore di svantaggio per i sovietici erano gli effetti delle Grandi Purghe: per
evitare episodi di “bonapartismo” (ambizioni politiche dei militari), Stalin aveva
eliminato quarantamila ufficiali, e
aveva appena cominciato a riorganizzare il suo apparato militare, composto
da ufficiali poco
immaginativi e timorosi.
Tutto questo contribuisce a spiegare il fulminante successo dell’attacco tedesco
nelle prime settimane di guerra: le truppe del Reich avanzarono su tutti i fronti,
grazie alla velocità dei carri armati che chiusero i reparti dell’Armata Rossa in enormi
sacche.
Nell’estate 1941 i tedeschi presero Novgorod sul fronte nord, avviando il tragico
Leningrado
assedio di (un milione di morti in tre anni), giungendo a fine novembre
Mosca
alla periferia di .
Contrariamente a quanto si aspettava Hitler, però, l’Unione Sovietica non collassò.
Anzitutto, civili e soldati non abbandonarono il regime e scelsero, salvo rare
eccezioni, di non salutare l’ingresso dei nazisti con simpatia: causa di questo
atteggiamento furono i massacri di civili e prigionieri a opera dell’esercito tedesco,
scatenati contro i “subumani” slavi quasi come contro gli ebrei.
A cementare la lealtà dei cittadini contribuì la svolta nazionalista di Stalin, che si
appellò non solo ai “compagni”, ma anche ai “fratelli”: la resistenza all’invasore non
era combattuta in nome dell’ideologia comunista, ma della tradizione grande-russa.
Nei paesi caduti in mano ai nazisti, le popolazioni civili diedero vita a movimenti
partigiani antitedeschi -> fenomeno tipico della Seconda Guerra Mondiale.
Inoltre, i generali tedeschi non avevano considerato la capacità del nemico di
sostituire rapidamente uomini e mezzi perduti: buona parte dell’industria
militare sovietica era infatti ancora intatta.
Infine, mentre il Reich doveva impiegarsi su più fronti, l’Unione Sovietica poteva
concentrarsi nella difesa della patria (vantaggio sia logistico che morale). 76
La prima svolta nella campagna russa si ebbe nel dicembre 1941, quando i sovietici,
bloccate le avanguardie tedesche a ridosso di Mosca e rinforzati dalle truppe
siberiane, passarono
alla controffensiva su tutti i fronti: Hitler ordinò alle sue truppe di non arretrare,
aumentando così
le perdite e minando il morale di ufficiali e soldati.
Il contrattacco sovietico non diede i risultati sperati, ma sancì la fine delle speranze
tedesche di distruggere il nemico prima che la guerra lampo si trasformasse in guerra
di logoramento: Hitler subiva un’altra sconfitta strategica.
S HOAH
La Shoah, la distruzione degli ebrei d’Europa si compie durante la guerra. Si
compie tra il 1941 ed il 1945, in coincidenza con l’operazione Barbarossa.
Fin dal 1934 e poi in maniera più istituzionale dal 1935 con le leggi di Norimberga,
era cominciata la persecuzione degli ebrei in Germania e poi nei paesi ad essa
assoggettati.
C’era una segregazione razziale, gli ebrei erano esclusi dagli spazi pubblici
destinati ai tedeschi come quelli dei mercati, del lavoro, dell’istruzione ma anche delle
famiglie, erano proibiti i matrimoni misti ad esempio.
Sin dal giorno dopo l’avvento di Hitler era cominciata la persecuzione e la
segregazione degli ebrei ma la vera e propria guerra di sterminio comincia durante
la guerra, quando il fronte militare si spingerà verso est.
Con l’occupazione di territori dell’Europa dell’est importanti, a partire dalla Polonia
all’Unione Sovietica, aumentava il numero di ebrei presenti sul territorio e di
conseguenza, aumentava il numero di morti.
La Shoah non comincia con la persecuzione diretta ma com’è stato detto, comincia
in base al movimento del fronte tedesco verso territori ricchi di ebrei, come
nel caso di Kiev, in una strage durata poche settimane ma che porta all’uccisione di
60.000 ebrei.
Cominciava così un processo di distruzione fisica e sistematica, un processo però che
si rivela caotico. Alcuni ebrei saranno uccisi sul posto fucilati, altri nelle camere a gas,
altri furono deportati nei campi di lavoro schiavisti, campi di vero e proprio sterminio.
La particolarità però è che era uno sterminio non progettato sulla carta, ma
affidato allo spirito d’iniziativa dei militari e dei capi delle SS, affidato alle
iniziative dei singoli in una sorta di competizione estrema per chi sapeva meglio
mettere in pratica gli insegnamenti hitleriani.
La strage fu un processo caotico e poco strutturato.
Il dibattito è rimasto dunque aperto su cosa fu il processo di distruzione degli ebrei
d’Europa, se fu l’effetto secondario della guerra mondiale che spinse l’esercito a far
fuori in maniera frettolosa gli ebrei che incontrava sulla sua strada, oppure il
coronamento di un obiettivo razziale programmato dagli inizi.
anche
La risposta è che la guerra in realtà fu una guerra contro gli ebrei.
Fu una guerra che cominciava con il dominio e la schiavizzazione di un popolo
appartenente alla famiglia slava come nel caso dei polacchi ed in quanto tale desinato
ad essere sfruttato dalla potenza ariana.
guerra di sterminio,
Fu anche una una guerra che voleva fare piazza pulita di un
elemento razzialmente indesiderato come quello ebraico. Gli ebrei per la loro storia
erano un popolo restio all’identificazione con la sacralità della nazione, dello
stato-nazione che non prevedeva dunque la diaspora. La guerra contro gli ebrei 77
muove proprio dal fatto che questi, andavano contro il principio nazionalista del quale
il nazismo era intrinseco.
La guerra contro gli ebrei comincia con le leggi razziali del 1935 ma esplode proprio
durante la guerra.
I -
L NON STATO TEDESCO E LE FUCILAZIONI DI MASSA
Lo stato hitleriano, nell’immaginario collettivo, è simbolo di ordine e organizzazione.
In realtà è uno stato dove vige il libero arbitrio come si può vedere proprio nel caso
dello sterminio.
Hannah Arendt , la quale scriverà molto sui totalitarismi, prenderà alcuni esempi per
far capire come lo stato in realtà, non funzionasse affatto in modo ordinato e
Eichmann.
strutturato, come ad esempio quello del piccolo contabile del male
Quest’ultimo viene descritto nella sua efficacia in quanto elemento determinante che
alimentava la mostruosa macchina della morte tedesca. Eichmann riuscirà ad
arrivare ai vertici non per motivi ideologici o di capacità, ma perché più male si
faceva e più si saliva e si può evidenziare anche in uomini comuni dell’esercito che
si prestavano alle fucilazioni di massa di interi villaggi.
La dittatura di Hitler incentivava il caos