Estratto del documento

DANIEL

STERN

Esponente dell’Infant research:

Uno dei primi che lavora in laboratorio per fare ricerca sulle relazioni precoci, attraverso

l’utilizzo di videocamere e videoregistrazioni

“Condussi le necessarie ricerche in un momento in cui le telecamere erano da poco

diventate strumenti di osservazione più facilmente accessibili: fui quindi in grado di vedere e

rivedere le videoregistrazioni che mostravano insieme madre e bambino, rallentando,

accelerando e fermando le immagini quando volevo.

Era come avere a disposizione un potente microscopio che mi dava improvvisamente la

possibilità di osservare le più piccole interazioni della coppia madre-bambino nel corso del

loro svolgimento ”

Il mondo interno del bambino

“Cosa succede, per esempio, nella mente del vostro bambino quando guarda il viso

della mamma, o quando osserva una semplice chiazza sul muro o le sbarre del suo

lettino? Cosa prova quando ha fame o è triste?

E quando è sazio? E quando gioca con la mamma? Come vive la separazione da lei?”

(Stern, 1990, p. 3).

Bambino come portatore di stati mentali: genitore deve avere la capacità di avere in mente il

bambino.

Il mondo interno della madre

Ne La costellazione materna riporta cosa avviene nella mente della madre quando sta per

arrivare il figlio, ma anche quello che il bambino porta.

“...Organizzazione psichica nuova e peculiare”, che caratterizza la gravidanza e la

nascita del bambino (Stern, 1995).

Già prima che nasca il bambino, l’asse organizzativo dominante della vita psichica materna

orienta le preoccupazioni della donna verso:

- se stessa nel ruolo genitoriale;

- la propria madre;

- il bambino.

In questo contesto, i pensieri e le emozioni vengono polarizzati su quattro temi specifici:

● vita-crescita: riguarda la sopravvivenza e lo sviluppo del bambino (“sarò in grado di

crescere il bambino?”);

● relazionalità primaria (“sarò in grado di amare e interagire con il bambino?”);

● matrice di supporto (“sarò in grado di sostenere e proteggere il bambino?”);

● riorganizzazione dell’identità (“questa esperienza come cambierà la mia vita?”)

Gravidanza

Evento a forte valenza bio-psico-sociale che innesca cambiamenti significativi in molte

aree della vita della donna (affettiva, sessuale, relazionale, professionale, fisica).

Rimaneggiamento ampio e profondo dall’assetto identitario della donna, che richiede

accomodamento e flessibilità, quindi di essere aperto al cambiamento.

Transizione alla genitorialità:

La donna crea nella propria mente uno spazio adatto a contenere sia l’idea del proprio

bambino che l’immagine di se stessa come genitore

→ La genitorialità è una crisi di transizione normale

Già durante la gravidanza si sviluppano i presupposti organizzativi del sistema di

accudimento, ossia della modalità con la quale si accudirà il bambino.

Le rappresentazioni materne

La preparazione di uno spazio mentale in cui ci si prefigura come genitori e si immagina il

bambino è fondamentale.

Il modo in cui una donna rappresenta se stessa come madre ed il modo in cui si

rappresenta il proprio bambino ha un’influenza enorme non solo sulle modalità di cura e

di accudimento, ma anche sul modo in cui il bambino si svilupperà e costruirà

relazioni significative.

La continuità tra le caratteristiche del mondo rappresentazionale del genitore e il sistema di

cure del bambino rappresenta un fattore di rischio o protezione per lo sviluppo infantile.

Il modo in cui il genitore pensa il bambino non lo trasmetterà magicamente al bambino alla

nascita, ma poi il modo in cui si distacca o meno e sta dentro o no alla relazione, il bambino

lo sentirà attraverso il comportamento che gli viene trasmesso e con cui viene accudito.

Questo mondo rappresentazionale potrà quindi essere un fattore di protezione (nel caso in

cui la madre si sia immaginata con sensibilità il bambino e se stessa come genitore), oppure

di rischio (nel caso in cui questo non fosse avvenuto) per il bambino.

Si va a valutare attraverso interviste semi-strutturate il modo in cui il quasi-genitore si vede

come genitore e il modo in cui i quattro temi di prima (vita-crescita, relazionalità primaria,

matrice di supporto, riorganizzazione dell’identità) stanno già o meno nella mente del

genitore.

Alcuni genitori che non si rendono conto che diventeranno genitori o che sta per nascere un

bambino come individuo, come se ci fosse uno scollamento; una distanza che porterà a

sviluppare stili di accudimento disfunzionali, o almeno sicuramente non sensibili.

Progressione dei sensi del Sé del bambino

Ne Il mondo interpersonale del bambino Stern si focalizza sulla complessità soggettiva e

oggettiva dell’esperienza vitale del bambino, proponendo una teorizzazione che si

inserisce nella moderna teoria delle relazioni oggettuali.

Per Stern il bambino sa fare moltissime cose già appena nato.

Il senso del Sé emergente

(dalla nascita al 1° mese di vita)

Sin dalla nascita, il bambino presenta una predisposizione sociale innata (è un partner

attivo nella relazione con l’altro perché è predisposto ad esserlo), mediata dallo sguardo, dal

sorriso, dal pianto e dall’attivazione dell’apparato visuomotorio:

La ricerca attiva della stimolazione sensoriale e la manifestazione di precise

inclinazioni e preferenze sono sostenute dai comportamenti sociali della madre.

Il bambino è particolarmente incline a farsi guidare dalla risposta interattiva dell’altro, ha

molte competenze che orientano il comportamento dell’adulto che lo accudisce.

In questo periodo, l’interesse verso il mondo esterno aumenta parallelamente alla

maturazione:

● degli schemi motori;

● dei processi sensoriali;

● della stabilizzazione del ritmo circadiano (ciclo sonno-veglia).

Nella forma del senso del Sé emergente sono implicati tre processi mentali innati:

PERCEZIONE PERCEZIONE PERCEZIONE DEGLI

AMODALE FISIOGNOMICA AFFETTI VITALI

Percezione amodale (o transmodale):

capacità di trasferire l’esperienza percettiva da una modalità sensoriale all’altra

Per sintetizzare questa capacità Stern prende come riferimento gli studi di Meltzoff e Borton

in cui a due gruppi di neonati di 2 mesi veniva messo in bocca un ciuccio senza dargli la

possibilità di vederlo: ad un gruppo veniva dato un ciuccio liscio, all’altro gruppo veniva dato

un ciuccio con delle stimolazioni.

Poi a tutti e due i gruppi di bambini si facevano vedere i due ciucci: i

bambini passavano più tempo a guardare il ciuccio che avevano

tenuto loro in bocca.

Questo significa che il nostro sistema percettivo-sensoriale è fatto in modo tale da rilevare,

già alla nascita, le qualità percettive di una fonte esterna e di passarla in un’altra modalità

sensoriale (es. da tattile a visiva).

Percezione fisiognomica:

capacità di rilevare degli attributi affettivi dalle percezioni sensoriali

Forma di percezione transmodale tra vista, udito e affetto

(es. il fatto di vedere una forma e di attribuirla al suo affetto sottostante, come si fa con i volti

arrabbiati o felici delle macchine)

Qualcosa che si percepisce a livello sensoriale, si connota anche sul piano affettivo: è una

nostra predisposizione sociale innata ad attribuire una connotazione affettiva ad un

elemento che è prettamente percettivo.

Percezione degli affetti vitali

Gli affetti vitali vengono fatti rientrare nella dimensione indefinita e onnicomprensiva del

livello di attivazione (arousal), in quanto: non trovano posto nella terminologia esistente o

nella nostra classificazione degli affetti. Queste qualità sfuggenti si esprimono meglio in

termini dinamici, cinetici, quali "fluttuare", "svanire", “esplodere”, “crescendo”, “decrescendo”.

es. una canzone che ti fa commuovere, qualcosa di viscerale che ti fa venire i brividi,

quando ti trovi davanti ad una persona e vi sentite profondamente capiti, il silenzio che dice

tutto, quello che sentiamo quando stiamo CON e non solo insieme a qualcuno (quando si è

con qualcuno veramente)

I bambini sperimentano queste qualità dall’interno e nel comportamento degli altri.

La definizione di affetti vitali non ha una terminologia nella lingua, è il senso di attivazione

interna di quell’emozione globale e diffusa che è difficile da spiegare, il sentirsi sentito,

quell’emozione forte che la senti e basta.

Il senso del Sé nucleare

(dal 2° al 4° mese di vita)

Presuppone la presenza di:

● Un Sé agente:

Volizione che precede l’atto motorio; consapevolezza del bambino di essere l’autore

delle proprie azioni, fondata su feedback propriocettivi (comincia ad essere in grado

di fare lui delle cose e di esserne consapevole, si sente agente).

● Un Sé coeso (sensazione di essere una singola unità dotata di confini):

Capacità di cogliere la coerenza del movimento, della struttura temporale, del profilo

di intensità.

● Un senso storico (ossia, sensazione di continuità dell’esperienza):

Si basa sulla memoria.

● Un senso affettivo:

Capacità di memorizzare sensazioni interne di arousal, qualità del sentimento

specifico e feedback propriocettivi di particolari mimiche.

Il principale organizzatore di questo senso del Sé è la MEMORIA.

Rappresentazioni di Interazioni Generalizzate (RIG)

Il mondo rappresentazionale del bambino viene costruito a partire dalle esperienze di

interazione che il bambino immagazzina nella memoria implicita (attiva fin dalla nascita):

Il bambino percepisce l’esperienza interattiva come un’unità che contiene al suo interno

un insieme di percezioni, sensazioni, affetti e azioni e che riguarda soprattutto esperienze di

regolazione del Sé.

Rappresentazioni Interne Generalizzate:

Memorie prototipiche che costituiscono la sintesi della storia delle interazioni con

l’Altro e che includono tutti gli attributi significativi dell’esperienza soggettiva.

Fanno riferimento a delle scene vissute che si ripetono (bagnetto, pappa, cambio pannolino,

festa compleanno); le RIG sono tutte memorie che costituiscono la media delle specifiche

memorie in cui si è fatta quella cosa; non è la singola cosa che è successa quel giorno di

quell’anno, ma è la rappresentazione prototipica dell’esperienza interattiva relazionale con il

bambino e del modo in cui costruiva il sé e regolava i propri affetti in base all’esterno…

non sono l&rsquo

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher violette26 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Trentini Cristina.
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