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Azione patologica e significato clinico: può diventare resistente ad alcuni antibiotici. Sostanze
solubili (esotossine ed esoenzimi), Antibiotico-resistenza. Stafilococcìe (comuni infezioni da S.
aureus) generalmente suppurative, ed estremamente variabili per sede e per gravità. Le
localizzazioni più frequenti riguardano la cute, le ghiandole cutanee e i tessuti molli
sottocutanei. Si possono avere localizzazioni ascessuali anche più profonde, specifiche
infezioni d’organo, infezioni della ferita chirurgica e forme sistemiche.
Stafilococcie: infesioni da S. aureusa, producono pus (cellule degradate e batteri), sono
variabili in base all’organo e alla sede, gravità di manifestazione. (es: fruncolo..). Localizzate
in particolare nella cute, ghiandole cutanee, tessuti molli sottocutanei. Foruncoli, ascessi vari,
osteomieliti, endocarditi, polmoniti, infezioni di ferite batteriemie, ecc.).
Causa forma cliniche particolari come tossinfezioni alimentari: termo-resistenza per cibi ricchi
di zuccheri e lipidi in particolare. Il tempo di incubazione è breve e le manifestazioni insorgono
bruscamente dopo poche ore dall’ingestione di alimenti contaminati. I sintomi si risolvono
spontaneamente. S. aureus causa anche forme cliniche particolari che, diversamente dalle
comuni stafilococcìe, sono associate a specifiche tossine. Tossinfezione alimentare da S.
aureus (enterotossine). Sindrome da shock tossico (TSST-1). Sindrome della cute ustionata
(SSSS) (epidermolisina). SSSS: varietà di quadri clinici elevata. Eritema, epidermiolisi, e
desfogliazione strati superficiali epidermide, fino a necrosi epidermica.
Tossinfezioni alimentari: Ingestione di alimenti contaminati (elevata concentrazione di
enterotossina): carne salata, creme, gelati. Possono coinvolgere più persone (focolai
epidemici). L’enterotossina è resistente all’azione degli enzimi proteolitici digestivi ed è
termoresistente alla cottura. Effetti: Febbre, Vomito, Diarrea. Tempo d’incubazione: da 1 a 6
ore.
Storia: Prima ondata epidemica (ceppi penicillino-resistenti): Inizio nei primi anni ’50, seguito
da rapida diffusione in tutto il mondo. Durata: circa 10 anni. Occasionale e moderata
resistenza agli altri antibiotici. Le misure di controllo sono risultate relativamente efficaci.
Seconda ondata epidemica (ceppi meticillino-resistenti). Inizio insidioso e lento negli anni ’60-
70, solo negli anni ’80 il problema diventa generalizzato e globale (ceppi MRSA). È tuttora in
corso. Spesso multi-resistenza e resistenze ad alto livello. Le misure di controllo sono risultate
poco efficaci.
Diffusione S. aureus meticillino-resistente (MRSA): 1959 Introduzione della meticillina nella
pratica clinica. 1961 Primi sporadici isolamenti di MRSA (Gran Bretagna). 1962-75 Irregolare
diffusione di MRSA limitatamente ad alcuni ospedali europei. 1976-81 Epidemie ospedaliere
da MRSA sono segnalate anche al di fuori dell’Europa (Stati Uniti, Sud Africa, Giappone). 1982
L’emergenza di MRSA come patogeno nosocomiale è riconosciuta a livello internazionale. Anni
’80-2000 Aumenta l’importanza e la frequenza di MRSA come patogeno nosocomiale. Il
problema della meticillino-resistenza coinvolge anche stafilococchi coagulasi-negativi. Anni
2000 Emergenza di MRSA anche in infezioni comunitarie (CA-MRSA).
Emergenza MRSA come patogeno comunitario (CA-MRSA): Dalla metà degli anni ‘90, sono
stati segnalati in varie parti del mondo infezioni da ceppi MRSA a livello comunitario, in
pazienti senza fattori nosocomiali di rischio (CA-MRSA). Diversamente dai comuni ceppi
ospedalieri (HA-MRSA), i CA-MRSA sono spesso resistenti ai soli β-lattamici. La leucocidina di
Panton-Valentine è spesso associata ai CA-MRSA più virulenti (ma non è un marker di CA-
MRSA). I CA-MRSA possono causare infezioni gravi (p.es. infezioni primarie di cute e tessuti
molli, polmoniti necrotizzanti). Ma è una situazione in evoluzione. Alcuni CA-MRSA si stanno
spostando verso gli ospedali, e nel tempo le differenze fra CA-MRSA e HA-MRSA andranno
probabilmente sfumando MRSA dovuta ad un meccanismo di modificazione del bersaglio per
comparsa di PBP2a, che danneggia il legame solitamente. Nei ceppi meticellino sensibili
compare questa proteina legando le due sequenze e non può essere danneggiata dagli
antibiotici.
Elevata prevalenze del S. auresus da 25 a 50% in Italia, con condizioni anche più gravi in tutto
il mondo. È fondamentale il lavaggio delle mai.
VRSA: S. aureus resistente alla vancomicina. VRSA (vancomycin-resistant S. aureus) è
l’attuale denominazione di isolati caratterizzati da resistenza ad alto livello alla vancomicina,
in seguito al trasferimento in vivo dell’operon vanA (contenuto nel trasposone Tn1546) da un
enterococco VanA a un ceppo MRSA. Dal 2002 (primo isolamento di VRSA), sono stati
descritti finora 9 casi di infezione da VRSA negli USA (7 su 9 in uno stesso stato, il Michigan).
S. coagulasi-negativi (CNS): Le diverse specie umane di CNS possono comportarsi come
patogeni opportunistici sia a livello comunitario sia soprattutto a livello ospedaliero.
S. epidermidis: facilmente può contaminare materiali biologici per cui con i tamponi da ferita
si evita per eventuali contaminazioni, per difficile poi interpretazione ed eventuale diagnosi
errata. Può dare anche batteriemie (usare iù flacconi per valutare la reale presenza o meno
del battere). La specie più rappresentativa a livello cutaneo. Opportunista (coinvolto in
infezioni ospedaliere). Meticillino-resistenza e ridotta sensibilità ai glicopeptidi. Infezioni di
cateteri vascolari (biofilm). Emocolture. Infezioni di altri materiali e altri device (protesi
vascolari, ortopediche, valvolari,..). Infezioni di ferite chirurgiche post-operatorie. Endocarditi
su valvole native. Problemi di interpretazione dell’esame colturale. Coagulasi negativo e
catalasi positivo. Nelle infezioni nosocomiali gravi (sepsi, infezioni di CVC, ecc.) sono coinvolti
più spesso S. epidermidis (il più comune commensale, e il più specializzato a formare biofilm)
e S. haemolyticus (particolarmente capace di sviluppare resistenze). Una situazione a parte è
quella delle infezioni urinarie (cistiti) causate da S. saprophyticus come patogeno
convenzionale.
S. haemolyticus: Agente eziologico di infezioni nosocomiali. Dimostra resistenza acquisita ai
glicopeptidi (in vivo e in vitro). Coagulasi: NEG. Catalasi: POS.
S. saprophyticus: Non presenta particolare tendenza a sviluppare antibiotico-resistenza.
Coinvolto nelle infezioni urinarie comunitarie sviluppata capacità adesiva alle cellule uroteliali,
l’infezione colpisce in modo particolare donne in età fertile, in presenza di variazioni stagionali
e anche con significative differenze geografiche (in Europa l’incidenza è maggiore nei Paesi
nordici vs quelli dell’area del Mediterraneo). Coagulasi negativo. Catalasi positivo.
S. lugdunensis: Causa forme aggressive di endocarditi gravi. Causa di batteriemie, artriti, IVU,
infezioni da CVC (catetere vascolare), infezioni protesiche e biofilm.
Streptococchi: cocchi gram negativi, disposti singolarmente a coppie a catene di varia
lunghezza, immobili, aerobi e anaerobi facoltativi, dimensione di 1 micron. Diverse decine le
specie riconosciute appartenenti al genere streptococcus. Alcune specie sono comuni
commensali orali (colonizzano varie mucose umane e animali). Per la classificazione
Emolisi: alfa (incompleta; sfumatura verdastra dovuta ad un prodotto di trasformazione
metabolica dell’Hb in metaemoglobina), beta (completa; alone chiaro e trasparente), gamma
(assente).
Antigene di Lancefield o antigene C: polisaccaridico specifico per ogni gruppo di streptococchi.
Il carboidrato gruppo specifico, costituisce il 10% del peso secco della cellula, è un dimero di
N- acetilglucosamina e ramnosio. In base al tipo di antigene polisaccaridico che viene estratto
dalla cellule batteriche, gli streptococchi sono divisi in una ventina di gruppi identificati con le
lettere dell’alfabeto ad A ed H, da K ad M, da O a V. S. pneumonie non ha antigene
Le specie più patologiche: sono anaerobie tolleranti (alcune possono crescere in presenza di
ossigeno ma richiedono alti livelli di anidride carbonica, altre sono
Diffusione nel nostro organismo: in tutto l’organismo in particolare nell’area faringea, nasale,
intestinale e orofaringea, stomaco, duodeno, ileo, digiuno. Alcuni sono anche a livello vaginale
e uretrale.
S. pyogenes: uno dei più aggressivi dell’uomo. La scoperta fu negli anni 20 grazie a Dick
(ruolo nella scarlattina),
a catenelle o a coppie. Gruppo A di Lancefield, aerobi-anaerobi facoltativicome identificare S.
pyogenes in laboratorio: esame microscopico (vedere le catenelle), aspetto delle colonie, test
di sensibilità alla bacitracina (S. resistente o meno), esame colturale (con sangue di montone).
PRY test: per rilevare attività di . Si mette la colonia su un tampone e si aggiunge il substrato:
se è pyogenes vira e cambia colore, altrimenti è negativo quando non è pyogenes.
Strutture di superficie: funzionano come antigeni, favoriscono adesione alle cellule dell’ospite,
favoriscono l’invasione,
Determinanti di patogenicità: capsula con potere anti-fagocitario con acido ialuronico, ben
tollerato sebbene diverso da quello dell’ospite. Proteina M inibisce la via alternativa del
complemento bloccando la fagocitosi, e F. acido lipoteicoico e teicoico.
Principali sostanze solubili prodotte da S. pyogenes: tossine e esoenzimi (streptochinasi che
trasforma il plasminogeno in plasmina, streptodornasi (nucleasi), proteasi che attiva citochine
e chinine pro-infiammazione,
Streptolisina-O: labile all’ossigeno, lisa leucociti, cellule tissutali e piastrine, meccanismo: pori
transmembrana in seguito all’infezione si formano Ac vs streptolisina-O. Sterptolisina-S:
stabile all’ossigeno, non immunogena. Meccanismo: provoca rilascio contenuti lisosomiali
morte cellulare. Tossine eritrogeniche: superantigeni: effetti: febbre, citotossicità,
immunosoppressione esantema eritematoso (scarlattina). S-O è un potente
Habitat: l’uomo è quello naturale (mucose e cute), raro negli animali. 15-20% dei bimbi e
meno di 5% degli adulti che ospitano a livello orofaringeo lo S. pyogenes è asintomatico.
Bonificare il portatore: parei discordanti per i ceppi associati ai sintomatici per eventuali rischi
dei pazienti.
Malattie causate da S. pyogene: infezioni non invasive (isolamento da sito non stabile):
mucose come faringe, tonsille, otite media, sinusite, vaginite.. o cutanee come impetigine.
Scarlattina. Infezioni invasive. Sequele
Faringo-tonsillite:
Scarlattina: da faringite può scatenarsi il caratteristico esantema (eruzione cutanea
Complicazione della faringite. Periodo di incubazione di 1-2 gg. Rush eritematoso, d