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Si deve a Rosenbach, nel 1884, la descrizione delle due tipiche
pigmentazioni delle colonie degli stafilococchi e la proposta di
S. aureus S. albus
un’appropriata nomenclatura: (giallo) e
Staphylococcus
(bianco). Il genere comprende oltre 20 specie
batteriche Gram-positive sferiche, riunite a grappolo, presenti
normalmente sulla cute, nelle ghiandole sebacee e nei bulbi
piliferi e sulle mucose degli animali a sangue caldo. Nell’uomo
gli stafilococchi fanno parte della microflora commensale delle
vie respiratorie e gastroenteriche, da cui possono invadere i
tessuti in seguito a ferite della cute o delle mucose.
Staphylococcus aureus è la specie più virulenta e di maggior
rilievo clinico in quanto può provocare un ampio ventaglio di
patologie: ascessi, orzaiolo, foruncoli, favi, infezioni ossee,
polmonite, endocardite, setticemia, tossicosi, gastroenterite.