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ARTERIE
- il cuore è irrorato dalle arterie coronarie
destra e sinistra, che costituiscono il
circolo coronario, al quale è di norma
destinato il 5% della gittata cardiaca
- le arterie coronarie e le loro ramificazioni
principali decorrono sulla superficie esterna
del cuore, accolte nel solco coronario e nei
solchi interventricolari anteriore e
posteriore, e spesso circondate da accumuli
di grasso
- i rami più sottili delle arterie coronarie si
approfondano nello spessore del miocardio e,
risolvendosi nelle reti capillari contenute nel
tessuto connettivo interstiziale, giungono
fino allo strato sottoendocardico
- la circolazione coronarica si svolge prevalentemente durante la fase diastolica del cuore, poiché
durante la sistole i rami coronarici sono compressi dall’aumentata tensione della muscolatura
cardiaca
- le arterie coronarie originano dall’aorta ascendente in corrispondenza dei seni aortici (di
Valsava) subito al di sopra delle valvole semilunari destra e sinistra della valvola aortica
(valvole coronarie)
- nella maggior parte dei casi la coronaria sinistra ha un diametro leggermente superiore a
quello della coronaria destra
- per convenzione si parla di arteria dominante in base all’origine dell’arteria interventricolare
posteriore: nella maggior parte dei casi c’è una dominanza destra, poiché l’arteria
interventricolare posteriore deriva dall’arteria coronaria destra, mentre nel 10% dei casi è
presente una dominanza sinistra
- le arterie coronarie vengono definite arterie terminali, in quanto fra di esse sono presenti
solo vasi molto sottili, insufficienti a stabilire un valido circolo collaterale; i principali
collegamenti tra l’arteria coronaria destra e l’arteria coronaria sinistra sono localizzati nel
setto interventricolare e a livello della parete anteriore degli atri
- il circolo coronario può essere studiato in vivo mediante un particolare esame radiologico
(coronarografia), eseguito previa iniezione di mezzo di contrasto con un catetere introdotto
nelle arterie coronarie
- arteria coronaria destra:
• dopo l’origine dal seno aortico destro, si dirige lievemente in basso e a destra
collocandosi nella porzione anteriore del solco coronario, tra l’auricola destra e la faccia
sternocostale del ventricolo destro; dopo aver circondato il margine acuto, continua il
suo decorso nel solco coronario della faccia diaframmatica fino alla crux cordis; qui si
piega in basso e con il nome di arteria interventricolare (discendente) posteriore segue
il solco interventricolare posteriore fino nei pressi dell’apice del cuore
• nei casi di dominanza sinistra si esaurisce prima di raggiungere la crux cordis
• durante il suo decorso fornisce numerosi rami collaterali: ramo per il cono arterioso o
arteria infundibolare (si distribuisce alla faccia sternocostale del ventricolo destro e in
particolare al cono arterioso o polmonare), rami atriali (2-3 che si distribuiscono alla
parete dell’atrio destro; il primo risale fino nei pressi dell’orifizio della vena cava
superiore come ramo per il nodo senoatriale), rami ventricolari (brevi e destinati alla
faccia sternocostale del ventricolo destro; di questi uno è più sviluppato e decorre lungo
il margine acuto fino quasi alla punta del cuore, il ramo marginale destro), rami
atrioventricolari (piccoli e si distribuiscono a limitate porzioni della faccia diaframmatica
dell’atrio e del ventricolo destro), ramo per il nodo senoatriale, arteria interventricolare
o discendente posteriore (è la continuazione dell’arteria coronaria destra; fornisce rami
per le porzioni limitrofe dei ventricoli destro e sinistro) e rami settali interventricolari,
che si distribuiscono al terzo posteriore del setto interventricolare
- arteria coronaria sinistra:
• dopo l’origine dal seno aortico sinistro, si dirige obliquamente in basso e a sinistra,
coperta dal tratto iniziale del tronco polmonare e immersa nel grasso che circonda
l’aorta; appena raggiunto il solco coronario a livello del margine dell’auricola sinistra, si
divide nei rami terminali di calibro pressoché uguale, l’arteria interventricolare anteriore
e il ramo circonflesso
• nel suo tragitto non fornisce rami significativi
• in circa il 30% dei casi in corrispondenza della biforcazione dell’arteria coronaria
sinistra ha origine un terzo ramo, l’arteria intermedia, che scende in basso obliquamente
sulla faccia sternocostale del ventricolo sinistro
• l’arteria interventricolare anteriore discende fino all’incisura cardiaca del margine destro
del cuore; è accompagnata per quasi tutto il suo decorso dalla vena cardiaca magna;
fornisce rami per la faccia sternocostale dei ventricoli destro e sinistro e per il setto
interventricolare (rami settali interventricolari); il ramo superiore di destra (ramo per il
cono arterioso) si distribuisce al cono arterioso, il primo ramo di sinistra (ramo laterale) si
distribuisce a buona parte della faccia sternocostale del ventricolo sinistro fino al
margine sinistro, e i rami settali interventricolari si approfondano nel setto
interventricolare al quale si distribuiscono nei due terzi anteriori
• il ramo circonflesso decorre nel solco coronario e si porta sulla faccia diaframmatica del
cuore, esaurendosi prima di giungere alla crux cordis; nei casi di dominanza sinistra
raggiunge la crux cordis e fornisce l’arteria interventricolare posteriore; emette vari
rami collaterali che si distinguono in rami atriali e rami atrioventricolari; nel 45% dei casi
il primo ramo atriale emette il ramo per il nodo senoatriale; fra i rami ventricolari il più
voluminoso è il ramo marginale sinistro, che seguendo il margine sinistro del cuore
provvede alla sua irrorazione fino alla porzione apicale
VENE
Il sangue refluo della circolazione
coronarica è raccolto dal seno
coronario, dalle vene cardiache
anteriori e dalle vene minime
- seno coronario: è un grosso e
breve vaso venoso situato nella
faccia diaframmatica del cuore,
accolto nella parte sinistra del
solco coronario insieme con il ramo circonflesso dell’arteria coronaria sinistra; si apre
nell’atrio destro in vicinanza del setto interatriale e dell’orifizio della vena cava inferiore; il
suo orifizio presenta una piega valvolare, la valvola del seno coronario (o valvola di Tebesio);
le vene che si raccolgono nel seno coronario seguono a ritroso il decorso dei principali rami
arteriosi e sono la vena cardiaca magna, la vena marginale destra, la vena obliqua dell’atrio
sinistro, la vena posteriore del ventricolo sinistro, la vena cardiaca media e la vena cardiaca
parva
- vene anteriori del ventricolo destro (o vene cardiache anteriori): in numero di 3-4
raccolgono il sangue dalla faccia sternocostale del ventricolo destro e, incrociando l’arteria
coronaria destra a livello del solco coronario, sboccano direttamente nell’atrio destro; una di
queste, più voluminosa, risale lungo il margine destro e prende il nome di vena marginale
destra (piccola coronaria)
- vene cardiache minime (o vene di Tebesio): venule che raccolgono il sangue da limitati
distretti del miocardio e si aprono senza un ordine preciso nella cavità cardiaca più vicina
mediante piccoli orifizi; sono più numerose in corrispondenza dell’atrio destro
VASI LINFATICI
- i vasi linfatici formano una ricca rete nello strato sottoendocardico che, attraverso il
miocardio, si scarica nella rete superficiale sottoepicardica, particolarmente sviluppata in
corrispondenza dei ventricoli
- i collettori decorrono sulla superficie del cuore accompagnando i principali rami arteriosi e
raggiungono i linfonodi mediastinici anteriori
Anatomia microscopica
La parete del cuore è costituita da tre strati che si susseguono dalla superficie alla profondità:
epicardio, miocardio ed endocardio
Epicardio
- riveste tutta la superficie esterna del cuore rendendola liscia e traslucida, e in corrispondenza
della base del cuore, prosegue per un certo tratto sulla radice dei grossi vasi
- rappresenta il foglietto viscerale del pericardio sieroso e, a livello del peduncolo vascolare, si
riflette nel foglietto parietale del pericardio sieroso, che tappezza la superficie interna del
pericardio fibroso: i due foglietti sierosi, viscerale e parietale, delimitano la cavità pericardica
- in superficie l’epicardio è costituito da mesotelio coperto da un velo liquido e provvisto di una
sottile lamina propria ricca di fibre elastiche; profondamente è congiunto al miocardio da uno
strato connettivale, lo strato sottoepicardico, che è in stretta connessione con il tessuto
connettivo interstiziale della muscolatura (nello strato sottoepicardico decorrono i rami
principali dei vasi coronarici, spesso circondati parzialmente da accumuli di grasso)
Miocardio
- rappresenta lo strato più spesso della parete cardiaca ed è costituito da una particolare
varietà di tessuto muscolare striato, il tessuto muscolare cardiaco
- si distinguono il miocardio comune, che rappresenta circa il 90% di tutto il miocardio e
costituisce la muscolatura cardiaca sia atriale sia ventricolare, e il miocardio specifico, che
costituisce il sistema di conduzione specializzato nello svolgere funzioni di pacemaker e di
trasmissione dell’impulso contrattile
- miocardio comune:
• è costituito da elementi mononucleati (cardiomiociti o cardiociti), che prendono stretto
rapporto con le ramificazioni degli elementi adiacenti mediante i dischi intercalari,
formando dei sincizi funzionali
• i cardiociti sono riuniti in fasci di dimensioni variabili che si inseriscono sullo scheletro
fibroso del cuore
• ciascun cardiocito, rivestito dal sarcolemma (che contiene specifiche proteine di
trasporto), è circondato da una rete di capillari a parete continua immersi nel tessuto
connettivo interstiziale
• i cardiociti presentano un nucleo centrale e contengono un elevato numero di mitocondri
e numerosi granuli di glicogeno
• l’organizzazione delle proteine contrattili è uguale a quella presente nelle fibre
muscolari scheletriche, ma i miofilamenti non si aggregano a costituire le tipiche
miofibrille ma sono raccolti in fasci più estesi; inoltre il reticolo sarcoplasmatico è meno
sviluppato, i tubuli T sono più ampi e sono presenti le diadi anziché le triadi (un tubulo T
contrae rapporto con una cisterna del reticolo sarcoplasmatico)
• nei dischi intercalari sono presenti i desmosomi, che mantengono la coesione fra i
cardiociti
• i cardiociti atriali (cardiociti mioendocrini) mostrano un maggiore sviluppo del complesso
di Golgi e del RER e contengono piccoli ammassi di granuli circondati da membrana (nei
granuli è presente un