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DOTTI ESCRETORI

- il sistema dei dotti escretori è costituito dai dotti collettori e dai dotti papillari (o di Bellini)

- i dotti collettori, mediante un breve tratto riunente, ricevono lo sbocco dei tubuli convoluti

distali dei nefroni, decorrono rettilinei nei raggi midollari della zona corticale e giungono nelle

piramidi renali dove convergono fra loro per formare dotti più grandi, i dotti papillari, che si

aprono in corrispondenza dell’apice (area cribrosa) di ciascuna papilla renale

- il numero dei dotti papillari corrisponde al numero dei forami papillari dell’apice della papilla,

da 15 a 30

- i dotti collettori, nei raggi midollari e nelle piramidi, decorrono paralleli alle anse del nefrone

la parete è formata da un epitelio cubico semplice con cellule con

- dotti collettori → citoplasma chiaro e nucleo centrale sferico (cellule principali o cellule

chiare); le cellule intercalate o cellule scure, fraposte tra le cellule

principali, sono presenti nell’epitelio dei tratti riunenti (hanno una

matrice molto elettrodensa con abbondanti organelli e un complesso

sistema di pieghe della membrana plasmatica), e svolgono un

importante ruolo nel mantenimento dell’equilibrio acido-base, poiché

secernono idrogenioni nel liquido tubulare; la funzione dei dotti

collettori è quella di un ulteriore riassorbimento di acqua per azione

dell’ormone antidiuretico ADH che li rende permeabili (una mancanza

di questo ormone provoca poliuria)

hanno la parete costituita da un epitelio cilindrico semplice con cellule

- dotti papillari → alte con nucleo sferico in posizione centrale e rari organelli, ma sono

sempre presenti le pieghe della membrana plasmatica; all’apice della

papilla l’epitelio di rivestimento diventa un epitelio di transizione

Sviluppo

- vicino all’intestino posteriore, nel mesoderma

intermedio (che decorre posteriormente e

lateralmente all’embrione), vanno a

condensarsi e costituirsi le strutture che

daranno origine al rene definitivo

- lo sviluppo di questo apparato è strettamente

correlato a quello genitale, infatti si parla di

apparato urogenitale

- si hanno tre strutture che si sviluppano in

maniera successiva, delle quali l’ultima permane e si mantiene, che costituiscono i precursori

del rene definitivo, e sono pronefro, mesonefro e metanefro: il pronefro si sviluppa vicino alla

regione cervicale, il mesonefro più nella regione toracolombare e il metanefro più in basso, che

poi risalirà e si posizionerà definitivamente a livello lombare; tutte queste strutture originano

e si strutturano propriamente da cellule del mesoderma che si specificano (il rene si

costituisce da delle cellule che definiscono un epitelio, ma la cui origine è mesodermica)

- in corrispondenza di questo mesoderma intermedio

che dà origine al rene (nefrogenico) si sviluppano

questi tre abbozzi: il pronefro va incontro a una

degenerazione veloce (4°-5° settimana), mentre il

rene pienamente funzionale sarà presente nella

10°-12° settimana, quindi si tratta di eventi

abbastanza precoci; il mesonefro si va a costituire

come un dotto mesonefrico da cui originano dei

tubuli mesonefrici, che rappresentano delle

strutture dove si hanno degli abbozzi primitivi di

tubuli renali che poi andranno incontro a

regressione, ma tuttavia dal mesonefro origina

questa porzione che poi si va ad attaccare ad una

primitiva vescica, da cui si specificheranno

anteriormente le vie urinarie e posteriormente la

porzione terminale dell’intestino (questa regione

generale si definisce cloaca, è il punto di

convergenza tra le primitive vie urinarie e la

porzione finale del canale intestinale, ed è qui che

si andrà ad attaccare la proliferazione di cellule

originate dal mesonefro)

- da un diverticolo del dotto mesonefrico origina una

proliferazione di cellule che rappresenta un

abbozzo ureterale, che si approfonda nel

mesoderma vicino e man mano si va a ramificare

al suo interno e a stimolare il mesoderma

circostante a determinare uno sviluppo cellulare

che poi completerà lo sviluppo del rene: quindi il

rene definitivo come metanefro si sviluppa come un

diverticolo dal dotto mesonefrico che invade il

mesoderma e si ramifica nel suo contesto andando

a specificare la differenziazione delle cellule

circostanti che completeranno il parenchima renale

- andandosi a ramificare la gemma ureterale va a

costituire l’abbozzo di quelle che saranno la pelvi

con i calici renali, e poi man mano ancora i dotti

collettori, che invadono l’ambiente mesenchimale circostante e inducono le cellule a costituire

dei “cappucci” che si dispongono a ridosso delle porzioni terminali di queste gemme che

originano dal diverticolo (man mano si vanno a costituire, per l’apposizione di elementi cellulari

provenienti dal mesenchima circostante, la pelvi, i calici e i dotti collettori, e ancora

ramificandosi le strutture che andranno a costituire, al di sopra del dotto collettore, il nefrone)

- i "cappucci” daranno poi origine a delle proliferazioni di cellule che si allungheranno e

costituiranno il tubulo del neurone, la cui porzione prossimale (ansa di Henle) appartiene a

queste cellule del "cappuccio”; la porzione del dotto collettore (una parte del tubulo distale),

invece, appartiene alle diramazioni dicotomiche successive della gemma ureterale

- il nefrone quindi origina tutto in corrispondenza di queste porzioni terminali, queste vescicole,

che poi si allungano: per questo si ha il tubulo distale che rimane vicino al corpuscolo renale

da cui origina il tubulo prossimale, perché rappresentano strutture che originano nello stesso

punto, e poi l'ansa di Henle si allunga (infatti nella composizione finale del tubulo renale si ha

la porzione convoluta, la porzione del tubulo prossimale, l’ansa di Henle e poi il tubulo distale,

che riavvicina alla porzione convoluta il corpuscolo renale da cui è originato il tubulo

prossimale, da cui originano entrambi)

- le cellule mesenchimali si specificano anche in cellule stromali, del mesangio, di supporto e

endoteliali (una serie di specificazioni cellulari danno origine a tutte le cellule che costituiscono

le diverse porzioni del nefrone)

- nella porzione terminale la cosiddetta regione cloacale

viene poi incisa e diversificata grazie ad un setto

(urorettale) che cresce verso il basso e distingue

anteriormente la porzione urinaria dalla porzione

posteriore del canale intestinale (retto); questo setto

nell'adulto va a costituire, a livello della regione

perineale alla radice della coscia, il centro tendineo del

perineo, che distingue la porzione urogenitale anteriore

dalla porzione rettoanale posteriore

- il mesonefro, da cui origina la gemma ureterale, man

mano durante lo sviluppo viene riassorbito all'interno

della parete della vescica: la parete della vescica man

mano viene costituita dall'assorbimento di questo dotto

mesonefrico e dall’uretere che gemma da quest’ultimo,

soprattutto nella regione del trigono vescicale (regione

che anche dal punto di vista della struttura microscopica

si può distinguere rispetto al resto del corpo della

vescica, data la diversa origine embriologica)

- anche se regredisce per quanto riguarda la

composizione del rene definitivo, il mesonefro

partecipa in modo significativo alla conformazione

dell'apparato genitale (di entrambi i sessi), per

questo si parla di un'origine generale del cosiddetto

apparato urogenitale, perché derivano da strutture

in parte comuni che poi si differenziano e

specificano diversamente per i due apparati

VIE URINARIE

- le vie urinarie sono rappresentate da una serie di organi canalicolari che trasportano all’esterno

l’urina prodotta dai reni

- l’urina, all’uscita delle papille renali, viene raccolta nei calici (maggiori e minori); i calici si

riuniscono per formare un comune serbatoio, la pelvi o bacinetto renale, che a sua volta

continua con l’uretere, che convoglia l’urina definitiva nella vescica urinaria; l’ultimo tratto

delle vie urinarie è costituito dall’uretra, che nel maschio dà passaggio, nella sua seconda

porzione, anche allo sperma

Calici e pelvi renale

- i calici e la pelvi renale rappresentano la prima parte delle vie urinarie e trasportano l’urina

dalle papille renali all’uretere

- la pelvi renale è formata dalla riunione di grandi calici (o calici maggiori o di primo ordine), che

possono essere in numero di due o tre (calice superiore, calice inferiore e calice intermedio,

che, se presente, si trova in corrispondenza dell’angolo di

unione dei calici maggiori superiore e inferiore); la

lunghezza media dei calici maggiori è di 12-18 mm,

con variazioni comprese tra 3 e 26 mm

- i calici maggiori ricevono l’urina dai calici minori (o di secondo

ordine), che si trovano all’uscita della papilla renale e

corrispondono al numero delle papille stesse (da 8 a 18);

sono lunghi in media 10 mm e larghi 6-12 mm; si presentano

come piccoli condotti imbutiformi o cilindrici, che con

un’estremità slargata si fissano alla base di una papilla renale e con l’altra confluiscono, in

gruppi di tre o quattro, nei calici maggiori

- la riunione dei calici renali porta alla formazione della pelvi

renale, che si può presentare rigonfia (se il rigonfiamento a livello

della pelvi è più accentuato si definisce pelvi ampollare, nella

quale i calici maggiori mancano quasi del tutto e i calici minori

sboccano direttamente nella pelvi renale; nel caso della pelvi

dendritica o ramificata, invece, vi è una cavità di dimensioni

modeste, essendo i calici maggiori così lunghi da connettersi

quasi direttamente con l’uretere); ha la forma di cono schiacciato

in senso anteroposteriore e ricurvo con concavità rivolta verso il

basso; la sua ampiezza diminuisce gradatamente, assumendo

l’aspetto di un infundibolo

- i calici renali sono posti all’interno del seno renale, dove sono mascherati dal tessuto adiposo

del seno renale

- la pelvi con la sua estremità ristretta, rivolta in basso, sporge oltre l’ilo renale per continuare

al di fuori del seno renale nell’uretere: il passaggio tra pelvi renale e uretere viene definito

colletto dell’uretere

- i rapporti intrinseci riguardano le ramificazioni del cosiddetto peduncolo renale, formato

dall’insieme delle formazioni comprese fra i grossi vasi (vena cava inferiore a destra e aorta

a sinistra) e il seno renale; esso comprende l’arteria renale e le formazioni linfatiche e

nervose; il peduncolo renale è estensibile per l’elasticità dei vasi e si può spostare per la

mobilità dei grossi va

Dettagli
A.A. 2023-2024
44 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mariagiovannaproietti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia umana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Campus Bio-medico di Roma o del prof Carotti Simone.