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Cartesio, due sostanze, ma sono due attributi dell’unica sostanza divina.

All’interno dell’attributo vi sono ancora i modi che sono delle manifestazioni

degli attributi.

Si distinguono i modi infiniti che sono le proprietà strutturali e permanenti degli

attributi che sono comuni a più cose. E i modi finiti che sono invece delle

manifestazioni particolari e transitorie degli attributi: una singola idea o

pensiero è un modo finito dell’attributo del pensiero, un singolo corpo è un

modo finito dell’attributo dell’estensione.

La differenza fondamentale tra gli attributi e i modi sta nel fatto che i primi,

visto che sono proprietà della sostanza infinita, risiedono nella sostanza stessa,

mentre i secondi, che riflettono soltanto le modalità in cui gli attributi si

possono manifestare, non sono contenuti nell' essenza della sostanza, rispetto

a quest' ultima essi sono semplici affezioni. Di conseguenza gli attributi devono

essere concepiti come proprietà eterne della sostanza, mentre nel caso dei

modi l'esistenza non é contenuta nell'essenza, ma essi dipendono dall'

attributo cui si riferiscono. Ad esempio: l'attributo del pensiero non é distinto

dalla sostanza e viene concepito di per se come necessario ed eterno, mentre

la singola idea finita non può né esistere né essere compresa senza il

riferimento all'attributo del pensiero .

L’uomo è un attributo della sostanza ossia di Dio e può rapportarsi con Dio sia

attraverso i modi infiniti ossia con una rappresentazione di tipo oggettivo, sia

attraverso i modi finiti con una rappresentazione di tipo soggettivo.

Dio, la sostanza, l’insieme degli attributi, è definito da Spinoza natura naturans

(natura naturante), cioè natura che dà origine alle cose, che è causa delle cose.

I singoli modi, cioè le sue creature, sono, invece, deus sive natura (natura

naturata), cioè l’effetto, la natura prodotta. Con ciò egli intende dire che la

natura è allo stesso tempo madre e figlia di se stessa.

In definitiva la Sostanza di Spinoza è Natura, è Dio. La Sostanza non è una

forza che genera le cose, ma è piuttosto un ordine geometrico del cosmo che

regola e struttura le cose secondo precise ed immutabili concatenazioni.

Da ciò deriva anche la scelta di un procedimento espositivo di tipo geometrico:

i modi sono infatti legati tra loro da rapporti causali necessari, così come in un

trattato geometrico le proposizioni sono congiunte tra loro da rapporti

necessari di antecedenza e conseguenza.

Questa di Dio come ordine geometrico comporta una radicale e serrata critica

al finalismo

Spinoza ritiene il finalismo un pregiudizio: gli uomini agiscono in vista di un

fine e poiché nella natura trovano a disposizione cose che sono loro utili e,

sapendo che queste cose non sono state prodotte da loro, sono certi che esse

siano state create per loro da Dio.

Nasce allora il pregiudizio che Dio crei queste cose per il loro uso per legare gli

uomini a se e per essere onorata da essi. Quando poi incorrono in cose nocive e

non utili le interpretano come punizioni divine per il loro comportamento,

sostenendo che la volontà di Dio é imperscrutabile e quindi evitando perfino di

trovare una spiegazione ragionevole. In questo modo gli uomini si costruiscono

un'immagine falsa di Dio dato che, attribuendogli fini da conseguire nell'uomo

e nella natura, lo considerano manchevole di qualcosa e quindi imperfetto;

spinoza concepisce invece un Dio sovra-personale non influenzato dai

sentimenti come l’uomo.

Nel passato avevano abbracciato posizioni finalistiche Platone e Aristotele.

Pensiero ed Estensione

Baruch Spinoza ritiene che pensiero ed estensione siano due realtà

qualitativamente diverse in quanto

lo spirito non può mai essere materiale o la materia spirituale. Da ciò deriva

che esse non possono influenzarsi direttamente ma secondo Spinoza hanno un

rapporto di corrispondenza (biunivoco) per cui a un oggetto di un insieme

corrisponde un solo oggetto dell'altro insieme, e viceversa.

Perciò secondo lui uno stato esistenziale può esprimersi simultaneamente sia in

termini fisiologici (estensione) che in termini psichici (pensiero). Ciò che

garantisce la correlazione tra pensiero e estensione è l’ordine unitario

dell’essere cioè la sostanza. Perciò pensiero e estensione sono due attributi

della medesima sostanza.

Finalismo Corrente filosofica che ritiene che tutti i fenomeni sono diretti alla

realizzazione di un fine.

L’Etica di Spinoza

La metafisica di Spinoza come visto è finalizzata all’etica poiché egli vuole

cercare di garantire

all’uomo quella serenità e beatitudine che ricchezze e onori non possono

garantirgli. Egli parte dal concetto della naturalità dell’uomo: l’uomo non è né

un eccezione né una creatura privilegiata come avevano detto alcuni filosofi in

precedenza, ma una formazione naturale come tutte le altre sottoposta alle

comuni leggi dell’universo. Le azioni umane non sono nient’altro che casi

particolari delle leggi universali perciò possono essere studiate. Le passioni

devono essere considerate con lo stesso metodo geometrico con cui vengono

considerati tutti gli altri modi della sostanza , "come se si trattasse di linee, di

superfici ,di corpi". Soltanto in questo modo l'uomo può conseguire una

conoscenza adeguata degli impulsi che lo inducono ad agire e riuscire a non

essere più schiavo. L’atteggiamento conveniente di fronte alle passioni è

comprenderle trattandole non come vizi ma come proprietà che appartengono

alla natura umana. I filosofi che le hanno condannate tentavano solo di

rappresentare una natura umana che non esiste.

Spinoza abbandona ogni atteggiamento moralistico di rifiuto degli appetiti

umani. Per lui è buono tutto ciò che è utile, "e contribuisce alla perfezione di un

essere ciò che ne aumenta la forza e la capacità di conservarsi”. Da queste

definizioni, egli costituisce una geometria delle emozioni o degli affetti ossia

quelle modificazioni del corpo che accrescono o diminuiscono la potenza di

questo e della mente, e quindi la capacità dell' uomo di essere e di agire.

Gli affetti si distinguono in azioni e passioni: le azioni sono gli affetti di cui

possiamo essere causa adeguata e nascono da idee adeguate (chiare e

distinte), mentre le passioni sono gli affetti che subiamo o patiamo e nascono

da idee inadeguate (oscure e confuse).

Gli affetti primari

Gli affetti primari corrispondono alle idee innate di Cartesio. Secondo Baruch

Spinoza l' impulso

fondamentale di ogni agire dell' uomo è lo sforzo (conatus) di autoconservarsi

ed accrescere la propria potenza. Se riferito alla sola mente, tale sforzo prende

il nome di volontà (voluntas), se riferito insieme alla mente e al corpo si chiama

invece appetito (appetitus). Quando è consapevole di se stesso l' appetito è

detto cupidità (cupiditas), ma non è considerato un difetto o una

degenerazione della natura umana, in quanto tende all' autoconservazione e

ne costituisce l' essenza stessa.

Accanto a questo ci sono altri due affetti: la letizia ossia l’emozione per la quale

l’uomo passa da una perfezione minore ad una maggiore e la tristezza per la

quale invece l’uomo passa da una perfezione maggiore ad una minore.

Gli affetti secondari

Da questi tre affetti primari o fondamentali derivano tutti gli affetti secondari o

le passioni

derivate. Il bene è tutto ciò che aiuta all’autoconservazione, mentre il male è

tutto ciò che ostacola tale processo. Poi vi sono l'amore e l'odio non sono altro

che letizia o tristezza accompagnate dall'idea di una causa esterna.

Libertà, Giustizia, Solidarietà, Sapienza e Cultura sono i valori più importanti

ma per stare veramente bene l’uomo ha bisogno anche di autostima e di

autoconsiderazione

Libertà e Schiavitù dell’uomo

Spinoza ritiene che se l’uomo è sottoposto alla legge comune

dell’autoconservazione e della

ricerca, di conseguenza vi è un determinismo naturale e il libero arbitrio non è

che un’illusione della mente, che deriva dal fatto che gli uomini sono

consapevoli delle loro passioni e delle loro azioni , ma ignari delle cause che li

conducono a questi.

L’uomo che non riesce a moderare e a reprimere queste passioni e ad essere

padrone di sé vivrà in balia della fortuna, in una condizione di schiavitù umana.

Fortunatamente però l’uomo è dotato anche della ragione che gli può

consentire di manovrare ed esercitare potere sulle passioni, ponendosi in

questo modo come soggetto attivo e non puramente passivo nella ricerca

dell’utile e vivendo in una condizione di libertà umana. Così gli uomini sono

liberi pur senza violare il determinismo naturale.

In questo senso la virtù è il riuscire a vivere secondo le leggi della propria

natura ma coscientemente e saggiamente: è una tecnica razionale del vivere

bene che si può raggiungere avendo conoscenza delle cose. Infatti le passioni

derivano da un idea oscura e confusa ma possono cessare di essere tali non

appena ce ne facciamo un idea chiara e distinta (diventano azioni).

Perciò Spinoza propone un’analisi degli affetti al fine di scoprire quali siano

conformi o difformi dalla ragione e a seconda che promuovano l’intensità e la

perfezione della vita o no.

Cconseguire la ricerca dell’utile razionalmente, sarà un bene sia per l'uomo,

che per la collettività.

I gradi della conoscenza umana

Baruch Spinoza articola il processo conoscitivo in tre stadi o momenti che

corrispondono a tre modi di concepire la realtà e di agire di fronte ad essa:

1) Il primo grado é quello della percezione sensibile o dell’immaginazione (fase

sensibile), in cui le idee sono raccolte in ordine casuale e confuso; senza essere

comprese o collegate, unite solamente attraverso i nomi comuni. È un genere

del tutto inadeguato e il suo corrispondente etico è la schiavitù delle passioni

ossia la situazione in cui l’uomo non comprendendole non riesce a moderare le

passioni ed è dunque in balia della fortuna.

2) Il secondo é il grado della ragione o dell’intelletto che conosce le nozioni

comuni a più cose ossia quelle idee chiare e distinte (modi infiniti) che

esprimono proprietà generali delle cose (modi finiti). Diversamente dal primo

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francescova di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Greco Giovanni.