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Estratto del documento

Sadoc si allontana con Chelinde, ma nella fuga si imbattono in un gigante

che dichiara di voler risparmiare la vita di Sadoc se saprà rispondere a un indovinello

(in versi). Sadoc scioglie l’enigma. Il gigante ha avuto un rapporto incestuoso con la

figlia:

• Un giorno per la fame arriva a mangiare la

1Li arbres qe tu euz jadis fu une feme qe tu amoies de si

grant amor qe tu n'amoies ne dieu ne home ne riens sua stessa figlia

terrienne autant con tu fesoies lui. Et por ce diz tu en ta

devinalle qe tu l'amoies plus qe paradis. Tu demoras tant • 6Aprés avint qe aventure t'aporta ·I· jor en ton

avec lui et tant la gardas q'ele ot une fille de toi. 4La fille fu ostel, ou en autre, ne sai leqel. 7Et fuz adonc si

tant belle et tant avenant qe quant ele vint en aaige famillex et si morant de fain qe por ce qe tu ne

d'avoir conpaignie d'ome, la biauté de lui t'anorta et trovas maintenant viande preste a ta fain

t'esmut a tu cheussez avecquez lui charnelment et li estancher, tu coru a ta fille et la menjas. 8Ce

tollis la flor de son pucelaige. 5Et aprés ce la tenis grant

tens avec toi. fu le fruit de ton arbre. 9Or somes andui delivré,

car sanz doute c'est la droite senefiance de ta

• L’albero che avevi un tempo era una donna che tu amavi di devinalle”.

amore così intenso che superava quello per Dio, esseri

umani o qualunque cosa terrena. Per questo nell’indovinello • Poi avvenne che avventura ti condusse un giorno

dicevi di amarla più che lo stesso Paradiso. Tu rimanesti con

lei e tanto ne avesti cura che ebbe una figlia da te. La figlia in un rifugio e un giorno in un altro, non so quale. E

fu tanto bella ed avvenente che, giunta all’età di avere un fu allora così famelico e mezzo morto di fame al

uomo, la bellezza di lei ti colpì e sconvolse al punto che tu punto che, non trovando carne per placare la tua

giacesti carnalmente con lei e le togliesti il fiore della sua fame, corresti verso tua figlia e la mangiasti.

verginità. Poi la tenesti a lungo con te. Questi fu il frutto del tuo albero.

Apollo sposa la madre

• 3A l'andemain vindrent totes au palés a l'eure qe l'en i lor • Par ceste conte que vos avés oï,

avoit conmandé et s'asistrent par leens. 4Mes de totes qi poés vos entendre que li fils ocist

la estoient n'avoit il nule qi de beauté pasast Chelinde,

ne s'aparellast, et encore fu ele plus bele de totes choses son pere , e aprés la morte de son

qu'ele n'estoit, car sa biauté estoit mortie et pensive de

la mort Sadoc. 5Quant ele furent leens venues einssi conme je pere prist il sa mere a moillier. Il

vos cont, li rois issi de sa chambre a grant conpaignie de

chevaliers et vient ou palés et s'en ala par leens a regarder les ama sa mere come sa feme , et

unes et les autres. 6Et tant qu'il vint devant Chelinde et

maintenant dit que c'est la plus bele de totes celes qi leenz ele lui come son seignor.

estoient. 7 “Or me dites”, fet li rois a celz qi avec lui estoient,

“que vos sanble de ceste dame?”. 8 “Sire”, font il, “c'est la fin, Attraverso questo racconto che

c'est la plus dame de totes celes qi ceenz sont”.

L’indomani giunsero tutti al palazzo a l’ora stabilita e si sedettero

• avete ascoltato , potete sapere

all’interno. Ma di tutte coloro che erano presenti non vi era che il figlio uccise il padre e dopo

alcuna che potesse superare la bellezza di Chelinde, né che le si

avvicinasse. E sarebbe stata ancora più bella se la sua bellezza la morte di suo padre prese in

non fosse stata morificata dalla morte di Sadoc. Quando furono

venuti lì dentro come vi ho raccontato, il re uscì dalla sua stanza moglie sua madre. Amò sua madre

in compagnia di molti cavalieri, venne nel palazzo e si aggirava

all’interno guardando le une e le altre. E non appena giunse come sua sposa e lei lui come il

davanti a Chelinde subito dichiarò che era la più bella tra quelle

che si trovavano lì dentro. «Ditemi, disse il re rivolgendosi a suo signore.

coloro che erano con lui, che vi sembra di questa donna?» «Sire

è la più bella fra le presenti»

Ancora incesto •

• CARPENTRAS 158

3A 5Quant ele furent leens venues

einssi conme je vos cont, li rois issi • Quant eles furent leens venues en tele

de sa chambre a grant conpaignie maniere con je vos cont, li rois oissi de sa

chambre o grant compaignie de

de chevaliers et vient ou palés et chevaliers et vint au palais e ala par

s'en ala par leens a regarder les laiens a regarder les unes et les autres.

unes et les autres. 6Et tant qu'il vint • E tout maintenant qu’il la voit , il s’areste

devant Chelinde et maintenant dit e ausi font tuit li autre qui aveuc lui

que c'est la plus bele de totes celes estoient , quar il conoissoient tout

qi leenz estoient. 7 “Or me dites”, maintenant qu’il la voient que ce

fet li rois a celz qi avec lui estoient, estoient la plus bele de totes celes qi

“que vos sanble de ceste dame?”. 8 laienz estoient. “Or me dites”, fait li rois

“Sire”, font il, “c'est la fin, c'est la a ciaus qui avec lui estoient, “que vos

semble de ceste dame?”. 8 “Sire”, font il,

plus dame de totes celes qi “c'est la fin que ce est la plus dame

ceenz sont”. de totes celes qui saiens sont”.

Ma un giorno arriva a corte un uomo vestito di poveri abiti e Apollo lo riceve. Agostino rivela ad Apollo che come Edipo ha

ucciso suo padre e sposato sua madre, che Apollo è fratellastro di Cicorades, re di Cornovaglia, il figlio di Chelinde e Tanor.

Chelinde , lo accusa di essere una creatura diabolica e decide di farlo bruciare vivo, ma Apollo respinge questa proposta.

Tuttavia alla fine Apollo cede alle richieste della moglie che ordina di bruciare vivo Sant’Agostino. Tuttavia miracolosamente il

fuoco si spegne e Chelinde, colpita da un fulmine, è bruciata viva

• “Sire, qe li volez vous? C'est ·I· deables et ·I· enchanterres, 23Il demande a la roine: “Por qoi est ore ce feu apparillié

por ce ne voill ja qe il viengne en lieu ou nous soions, car il en celle praerie? 24Le savez vos?”. 25“Sire, oil bien”.

ne nous en porroit venir ce mal non”. “Ha, dame!”, fet li rois, 26Si li conte maintenant. 27“Ha, dame!”, ce dit li rois,

“vous dites mal. Ne vos chaille, mes lessez le venir, si orrai “mal avez fet. C'est pechié trop grant de metre a mort

ces paroles qui mult me plesant”. “Coment, sire!”, ce dit la home por noiant. Je ai doutance qe li dieu ne se

roine, “si me prisez ore si pou, qe vos encontre ma corroucent a vos”. “Sire”, fet ele, “ne vos chaille. Si li a

volenté, qe il ne vos plest mie, voulez fere chose dont nul pechié, mien soit. 32Mes souffrez qe je face ma

bien ne nous puet avenir, ne a vous ne a moi?”. “Dame”, fet volenté”. Et il s'en test atant, come cil qui l'amoit de si

il, “est donc tele votre volenté qe il ne vos plest mie qe je grant amor que a paine desdeist chose q'ele

tiengne parole a lui?”. vousist fer.

• Sire che volete? Questo è un diavolo, un mago, per questo • Apollo domanda alla regina: “perché è preparato il fuoco

non voglio assolutamente che venga dove siamo noi, non po' in quel prato? Ne sapete qualcosa?” “Certo sire” E gli

infatti venirne se non male “Ah Signora, risponde il re, racconta tutto. “Ah Signora avete agito male. E’ un

parlate male. Non vi opponete, ma lasciatelo venire, sentirò peccato troppo grave quello di mettere a morte un uomo

parole che molto mi piacciono” “Come sire, ribatte la regina, senza una ragione. Io temo che gli dei se la prendano con

mi avete così poco cara al punto che contro la mia volontà, voi. “Sire, non preoccupatevi. Se è un peccato, è mio. Ma

che non vi interessa, volete fare una cosa da cui non può

derivare nessun bene, né a voi né a me. “Signora quindi la permettete che io esegua la mia volontà”. E quello allora

vostra volontà è quindi che non gradite che io conversi con tace, come chi ama di un tale amore che a fatica si

lui” oppone a qualcosa che l’amata vuole fare.

Apollo si converte al cristianesimo. Intanto il re Gonsor d’Irlanda dà in sposa la maggiore

delle sue figlie, Gloriande ad Apollo e la più piccola , Gemie, a Cicoriades (figlio di Chelinde e

Canor)

• • Quando la regina vide che il re rinchiusa in tal modo dentro la torre, ne

15Li rois de Cornoalle avoit la plus joene, por ce qe plus joene estoit, et estoit sanz faille la plus belle des

deulz seurs, mes trop estoit malicieuse de son aige et savoit assez de l'ingromance et estoit apelee fu troppo dolente e corrucciata, si rende infatti conto che non avrebbe

Gemie. L'autre seur n'estoit mie si belle, mes mains avoit de mal en lui, et celle estoit apellee Gloriande. potuto vedere a suo piacimento colui che amava di così grande amore.

• Il re di Cornovaglia prese la più giovane, perché lui era più giovane, ed era certamente la più bella delle Alla fine, un giorno che il marito l’aveva raggiunta per dilettarsi con lei

due sorelle, ma era davvero maliziosa per la sua età e conosceva la negromanzia e si chiamava Gemie.

L’altra sorella era meno bella, ma anche meno cattiva e si chiamava Gloriande. non riuscì a nascondere il suo animo. “Sire , dice, vi prego di dirmi

perché mi avete rinchiuso in questa maniera. Credete forse che se

• Quant la dame voit que li rois l’avoit ensi enfermee ,

CURTIS p. 110 avessi intenzione di commettere follie, non le commetterei solo perché

ele en fu mout dolente, car or veoit ele bien qu’ele ne porroit mi avete rinchiuso in prigione? No di certo, riuscirei infatti comunque a

parler a celi qu’ele tant amoit. Au derrien ne pot ele celer son realizzare la mia folle volontà. Ed è sicuro che se mai ebbi nutrito tale

coraige volere, ora mi avete condotto verso cattivi pensieri dal momento che mi

• avete chiuso senza alcuna ragione.

23Quant la roine voit qe li rois l'avoit ainssint fermement enserree

dedens la tor, elle en fu trop durement doulante et corrouciee, car • TC N'oistez vos oncquez dire que feme ne peut nus garder puis que il ne

ore voit elle bien tout apertement que celui que elle tant li plest? Sachiez que prison ne me plez et que vos malvesement me

amoit, et de si grant amor, ne porroit elle veoir

Dettagli
A.A. 2023-2024
15 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/01 Filosofia teoretica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giovanninosc98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia dell'interpretazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Punzi Arianna.