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IV A

Non facciamo pasticci degni di Titta Rosa!

Sperimento è una cosa, avanguardia altra cosa.

IV B

Sperimento significa rinnovato giudizio: l'avanguardia epigona è soltanto uno sfizio.

Sul medesimo numero della rivista, e nell'ambito della stessa inchiesta, Pagliarani, incluso da Pasolini nell'antologia del '60, prende posizione nettamente a favore dell'avanguardia e di un certo tipo di 'neoermetismo'. Anche definisce Pasolini come il 'portabandiera'.

Leonetti, compagno d'avventura in 'Officina', si avvicina progressivamente alla nascente neoavanguardia. Non esiste più quindi una zona 'comune' nella quale possano convivere e intrecciarsi le diverse posizioni, e 'Pasolini si ritrova, suo malgrado, ostaggio di un inevitabile antagonismo' (S. Giovannuzzi, Pasolini, Moravia, cit.).

Anche la sua collaborazione al 'Menabò' è contraddistinta da sistematiche

frecciate all'aneoavanguardia, sentita come fondamentalmente regressiva e reazionaria, legata allarestaurazione borghese e al neocapitalismo che dice di voler combattere. Ad essa oppone,promuovendola con saggi e interventi critici, l'opera di due poetesse: Amelia Rosselli eSandra Mangini. L'intento è quello di "non abbandonare il campo della sperimentazione all'aneoavanguardia" al Gruppo 63.Si vedano in questo senso gli Epigrammetti pubblicati sulla rivista "il Caffè" del febbraiogià nell'orbita1962, preceduti da una serie di testi (Frammenti di diario 1961) di Poesia informa di rosa, e adesso pubblicati nel Meridiano come appendice a La religione del miotempo.Del resto, come osserva Pasolini, già La religione del mio tempo si pone come necessariachiusura di un periodo, quello degli anni Cinquanta, ormai sentito come superatodall'evoluzione della società: "La religione del mio tempo esprime la crisi

degli annisessanta… La sirena neo-capitalistica da una parte, la desistenza rivoluzionaria dall’altra: e ilQuando l’azione politica si attenua, o sivuoto, il terribile vuoto esistenziale che ne consegue.fa incerta, allora si prova o la voglia dell’evasione, del sogno […] o un’insorgenza moralistica(la mia irritazione contro certa ipocrisia delle sinistre: per cui si tende ad attenuare,classicisticamente, la realtà)».P.P. Pasolini, Salinari: risposta e replica, Vie Nuove., XVI (16 novembre 1961), n. 45.

Il cinemaQuando esce la Religione del mio tempo, Pasolini ha già iniziato le riprese del film Accattone,la cui proiezione ufficiale avviene il 31 agosto 1961 alla Mostra del cinema di Venezia. Illavoro per il cinema costituisce un punto di snodo fondamentale anche per la sua opera poeticae narrativa, dal momento che gli suggerirà soluzione stilistiche che metterà a frutto anchenelle opere letterarie.In questo senso

trovato affascinante il linguaggio del cinema), la possibilità di superare questa parete simbolica e di entrare direttamente in contatto con la realtà. Nel cinema, le immagini in movimento, i suoni, le luci, tutto concorre a creare un'esperienza sensoriale completa, che va al di là delle parole. Ecco perché ho abbandonato la scrittura e mi sono dedicato al cinema, perché volevo esprimere me stesso e il mio rapporto con il mondo in modo più diretto e immediato. Il cinema mi ha permesso di superare i limiti della parola e di comunicare con il pubblico in un modo più profondo e universale. E credo che sia proprio questa la vera magia del cinema: la capacità di trasmettere emozioni e idee senza bisogno di parole, attraverso l'immagine e il suono.»sognato un'idea cara a vari linguisti, vale a dire una semiologia totale della realtà) con la realtà stessa, la possibilità di raggiungere la vita in modo più completo. Di impossessarmene, di viverla mentre la ricreavo. Il cinema mi consente di mantenere il contatto con la realtà, un contatto fisico, carnale, direi addirittura sensuale". Il cinema diviene il vettore di espressione più importante di Pasolini dagli anni '60 in poi e si rifletterà anche in ambito letterario sia per la tecnica del montaggio sia per i vari riferimenti intertestuali tra cinema-romanzi. Il cinema diventa un modo più fisico per entrare in contatto con la realtà. Intersezioni tra la Ricotta, Poesia in forma di rosa, Alì dagli occhi azzurri, Il vangelo secondo Matteo, Bestemmia – Alì dagli occhi azzurri volume composito che si caratterizza come laboratorio testuale più che come una raccolta di prose (al pari diPoesia in forma di rosa, che non può definirsi se non come un laboratorio poetico) accoglie la sceneggiatura de La ricotta e incunaboli dellesceneggiature di Notte brava, Accattone, Mamma Roma, oltre ai versi disposti a croce di Profezia (1962-1964) inclusi nella prima edizione di Poesia in forma di rosa. Nella Ricotta Orson Welles (personaggio/regista) legge dalla sceneggiatura di Mamma Roma (pubblicata da Rizzoli nel 1962) e testi poetici che poi saranno pubblicati in Poesia in forma di rosa col titolo Poesie mondane. Tra Accattone e La ricotta, Pasolini avvia un progetto (mai terminato, ma che serpeggia per tutto l'arco degli anni Sessanta) dal titolo Bestemmia. Il proprio incunabolo di Alì dagli occhiazzurri reca proprio il titolo Bestemmia; e lo stesso titolo è attribuito da Pasolini al testo poetico a cui confessa di lavorare in Progetto di opere future (in Poesia in forma di rosa). Si tratta di un "poema in forma di sceneggiatura" di cui

anticiperà un brano nel 1967 (su "Cinema e film"). Per l'argomento trattato (Bestemmia, un ragazzo del sottoproletariato che accetta il martirio della crocifissione per trasformare la sua vita in exemplum. Bestemmia è un ragazzo che accetta la crocifissione unendo l'ambito del sacro e profano in cui si mette in discussione la rigidità delle gerarchie ecclesiastiche che non piace a Pasolini che legge Iacopone da Todi e Francesco, dato che preferisce il cristianesimo povero (ambito che fa dai 'soggetto' anticipa o prosegue anello con la sua ideologia comunista), Il vangelo secondo Matteo, il cui primo incunabolo risale alla realizzazione della Ricotta.

9/11/2021 La ricotta Tommaso Subini, Pier Paolo Pasolini. La ricotta, Torino, Lindau, 2013.

Una scheda del film con utili informazioni è presente anche sul sito del Centro Studi.

Pasolini: http://www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it/molteniblog/pier-paolo-pasolini-la-ricotta-1963-sinossi-e-commenti/

Nel 1962 Pasolini stipula un contratto con i produttori Giuseppe Amato e Roberto Amoroso per la realizzazione di uno dei quattro episodi del film La vita è bella. Pasolini scrive una sceneggiatura ispirata ad un fatto di cronaca accaduto sul set di Barabba (1962) di Richard Fleische: un malore coglie una comparsa infreddolita durante le riprese della crocifissione. Il film però non viene realizzato (Amoroso incolpa Pasolini per il ritardo nella consegna della sceneggiatura).

La sceneggiatura viene quindi rilevata da Alfredo Bini, che ha già prodotto Accattone e Mamma Roma. A pochi giorni dall'inizio delle riprese Amoroso rivendica la proprietà del soggetto. La questione viene ampiamente riportata sui giornali dell'epoca, e la stampa conservatrice adduce come motivazione da parte del produttore anche la

«vocazionesacrilega» dell'opera: «Amoroso non era disposto a buttare all'aria dei milioni per consentirea Pasolini di proseguire la sua polemica con la Chiesa, la borghesia italiana, i capitalisti, gliangeli e i santi». Le versioni della sceneggiatura della Ricotta sono 4, la prima si intitola Le fave ed è conservataal Gabinetto Vieusseux di Firenze. Il nome del personaggio del giornalista è Pasquale Pedote,noto magistrato che aveva fatto condannare Franco Citti in un processo celebrato nel 1962. La seconda versione è quella consegnata a Amoroso, di cui si conoscono soltanto alcuni branitrascritti nella citazione con cui Amoroso trascina Pasolini in tribunale. La terza versione si conserva in due esemplari dattiloscritti depositati alla Cineteca di Romae alla Cineteca di Bologna. A quest'altezza cronologica il progetto era già stato rilevato daBini. E' con questa versione che Pasolini si reca sul set. Tra il

copione di Bologna e le riprese si colloca il soggiorno presso la pro civitate christianaottobre, nel corso della quale Pasolini viene 'folgorato' dall'idea di trarre undi Assisi, il 3-4film dal Vangelo di Matteo. Il soggetto del nuovo film si interseca alle riprese della Ricotta,avvicinando ancora di più la figura del personaggio del regista alle prese con un film su Cristo,a Pasolini stesso.Infine abbiamo la versione letteraria della sceneggiatura pubblicata in Alì dagli occhi azzurri,nel 1965, che presenta numerosi interventi per tradurre lo stile tecnico della sceneggiatura inun racconto e un'ulteriore sostituzione dei nomi determinata dalla vicenda giudiziaria in cuiil film è coinvolto addirittura prima che siano terminate le riprese (in particolare scompare ilnome di Pedote).–La ricotta la vicenda processualeIl 10 novembre 1962, prima che le riprese siano terminate, Amoroso, sapendo che Bini starealizzando il film, cita Pasolini

In giudizio per inadempienza contrattuale. La tesi sostenuta dall'accusa è che Amoroso si sia rifiutato di produrre il film perché offeso nel suo senso religioso; da tale offesa Pasolini si difende affermando di star lavorando a un film "profondamente religioso, di quella religiosità che non ammette compromessi". Il film è Il Vangelo secondo Matteo. Terminate le riprese della Ricotta, infatti Pasolini torna ad Assisi con la richiesta di collaborazione, che si tramuta in un accordo firmato l'8 febbraio alla presenza di Bini (produttore del film), del consulente ecclesiastico Francesco Angelicchio e di un fotografo dell'ANSA. La notizia viene ripresa e commentata dai giornali, scatenando la reazione della destra, che si lega al complesso panorama politico che precede le elezioni del 28 aprile 1963 (è l'inizio del governo di centro-sinistra che poi sarà guidato da Aldo Moro). Prima della distribuzione il film ottiene

Il nulla osta da parte della censura del Ministero del Turismo e dello Spettacolo (il film è vietato ai minorenni), ma pochi giorni prima dell'uscita nelle

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A.A. 2021-2022
220 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MARGRO171097 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura moderna e contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Spignoli Teresa.