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SECONDO PARZIALE
Il mercato del lavoro
Distinguiamo tra:
1. Occupati → coloro che svolgono attività lavorativa con sul ne di trarne guadagno, (In Italia il 39,5% è
nella posizione di occupato, vuol dire che c’è un alto tasso di dipendenza), questi possono essere:
• →
dipendenti persone con impiego salariato
• →
Indipendenti persone che svolgono lavoro autonomo in proprio, imprenditori
2. Persone in cerca di occupazione → chi, privo di lavoro retribuito, lo cerca attivamente, questi possono
essere:
• →
disoccupati in senso stretto chi ha perso lavoro
• →
Inoccupati persone in cerca di prima occupazione
• Altre persone in cerca di occupazione
In alcuni paesi, come l’Olanda per esempio, il lavoro part-time viene usato per ra orzare il lavoro femminile,
mentre inItalia le persone lavorano part-time senza volerlo in determinate situazioni.
popolazione attiva (forze di lavoro) →
• somma degli occupati e delle persone in cerca di occupazione
Popolazione inattiva →
• è composta da persone in età lavorativa e non: persone sia in età lavorativa in
cerca di occupazione ma senza esperienza lavorativa (il 22% in Italia
che sono donne).
Tasso di attività → rapporto percentuale tra forze di lavoro e
popolazione totale (tasso lordo) o soltanto in età lavorativa (tasso
netto).
Tasso di disoccupazione → rapporto percentuale tra le persone in
cerca di occupazione e le forze di lavoro. Indica quante persone non
trovano lavoro ogni 100 che lo cercano.
Tasso di occupazione → rapporto percentuale tra occupati e
popolazione totale (tasso lordo) o soltanto in età lavorativa (tasso
netto). Indica:
• il livello della domanda di lavoro da parte del sistema produttivo
• il grado di benessere economico (reciproco, indice di
dipendenza = numero di persone a carico di ogni lavoratore
occupato).
Dal rapporto CNEL sul MDL (mondo del lavoro)
Nonostante la scarsa crescita del PIL, il numero degli occupati (dipendenti e indipendenti) è aumentato no
a raggiungere quota 23 milioni e 580 mila con un incremento anche della componente femminile, che non
può ancora ritenersi soddisfacente e che, tuttavia, per la prima volta supera la quota di 10 milioni.
Per Banca d’Italia l’incremento della occupazione, e il calo del tasso di inattività, si spiegano in ragione del
minor costo del lavoro rispetto agli altri fattori produttivi (innovazione e beni energetici) e alla fragilità delle
catene di approvvigionamento nella fase post Covid.
Inoltre, anche il fattore demogra co ha giocato un ruolo di primo piano: è infatti cresciuta la popolazione
occupata nella fascia di età 50 – 64 anche per e etto delle riforme del sistema pensionistico degli ultimi
anni che hanno ridotto in modo signi cativo le uscite per anzianità e ritardato quelle per vecchiaia.
Il mercato del lavoro italiano presenta ancora rilevanti criticità soprattutto con riferimento alla occupazione
femminile e giovanile (tra le più basse in Europa con un divario nel 2023, rispettivamente di 13,7 e 16,2
punti percentuali rispetto alla media europea), ai tassi di lavoro sommerso (tra i più alti in Europa), alla
occupazione della componente vulnerabile del mercato del lavoro e delle persone con disabilità in
particolare.
In particolare, l’Italia registra un tasso di occupazione inferiore di 15,9 punti percentuali rispetto alla
Germania, di 6,9 punti percentuali rispetto alla Francia, di 3,9 punti percentuali rispetto alla Spagna (dati
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Eurostat, anno 2023, classe di età 20-64 anni), nonché di 15,5 punti percentuali rispetto al Regno Unito e di
11,2 punti percentuali rispetto agli Stati Uniti (dati OCSE, 2022).
Altrettanto critico è l’andamento dei tassi di occupazione se letti in una prospettiva territoriale, con un tasso
di occupazione del 69,8% nel Nord del Paese, del 66,1% nel Centro Italia e del 48,6% nel Mezzogiorno
(ISTAT, IV trimestre 2023, classe di età 15-74 anni). Il Mezzogiorno resta quindi l’area con il più basso tasso
di occupazione, inferiore di 13,3 punti percentuali rispetto al tasso nazionale, ma anche l’area con il più alto
tasso di disoccupazione e di inattività soprattutto della componente femminile.
Rispetto alla media europea, il tasso di inattività riferito alla popolazione italiana con età compresa tra i 15 e
i 74 anni è superiore di circa 8 punti percentuali (Italia 41,6%, Europa 34,5% nel IV trimestre 2023). Con
riferimento al IV trimestre del 2023, l’Italia si colloca al secondo posto per tasso di inattività a confronto con
gli altri paesi europei, superata soltanto dalla Romania (43,3%).
Genere
Concetto utilizzato nelle scienze sociali per indicare le rappresentazioni dell’identità maschile e femminile,
l’essere uomo o donna, correlate a modelli di relazione, ruoli, aspettative, vincoli o opportunità diverse; ai
ruoli che i generi hanno ricoperto nel mercato del lavoro, alle speci cità di settore e di modi di
partecipazione al lavoro retribuito, anche in relazione ai ruoli di lavoro non retribuito.
Segregazione orizzontale e verticale →
Con segregazione occupazionale intendiamo la concentrazione (o l’esclusione) di alcuni lavoratori in (da)
particolari settori, occupazioni o quali che in base alla loro appartenenza a un certo gruppo e non in base
alle loro caratteristiche produttive e a quanto possono apportare in quel settore/ occupazione.
segregazione orizzontale →
Con si intende “la sotto-rappresentanza o la sovra-rappresentazione di un
determinato gruppo di lavoratori in occupazioni o settori, non giusti cabile da alcun criterio oggettivo”.
segregazione verticale →
Con si indica la concentrazione di determinati gruppi di lavoratori ai livelli più
elevati di responsabilità. Glass ceiling
Si parla sempre più spesso di con il quale si indica o so tto di cristallo la situazione per cui
l’avanzamento di carriera di una persona viene impedito per barriere di prevalente origine discriminatoria
che si frappongono come ostacoli di natura sociale, culturale, psicologica. Questi ostacoli sono
apparentemente invisibili, ma insormontabili.
Generazione → Un insieme di persone che è nato e vissuto nello stesso periodo ed è stato esposto a degli
stessi eventi. Lo sguardo attraverso la generazione ci permette di dar conto del tempo e dei mutamenti che
sono intercorsi nei modi di partecipazione al mercato del lavoro.
Modello italiano → Sebbene con tendenze non sempre univoche nel corso dei decenni, attualmente il
tasso di occupazione delle donne e dei giovani continua a d essere il più basso e quello di disoccupazione
più elevato rispetto alla maggiorate dei paesi. Le donne iniziamo a lavorare più tardi anche a 27 anni e
questo ha un forte impatto sulla maternità.
In Italia il numero di laureati è molto basso e in particolare nelle discipline STEM vi è bassa partecipazione
femminile. Lo svantaggio delle donne rispetto agli uomini nei ritorni occupazionali è più ampio nelle
discipline Socioeconomiche e giuridiche e raggiunge il massimo nelle lauree STEM.
Anche il tasso di occupazione femminile in Italia è molto basso e quindi il tasso di disoccupazione femminile
è alto.
Intersezionalità → Termine utilizzato per indicare per descrivere la sovrapposizione di diverse identità
sociali e le relative possibili particolari discriminazioni, oppressioni, o dominazioni.
Tasso di occupazione femminile aumentato di 15 punti in 40 anni e il divario rispetto agli uomini calato di 23
punti.
Il gap rispetto a uomini più ampio per donne:
• con gli (28,5 punti vs 23,1 senza gli)
• del Mezzogiorno (23,5)
• di età compresa tra 15 e 34 anni (22,8 punti) →
Donne di età tra 25 e 49 anni con gli sotto i 6 anni tasso di occupazione 53,4% (vs 71,9% senza gli);
nel Mezzogiorno 34,1% vs 60,8% Centro e 64,3% Nord. 18
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Le cause possono essere imputate a:
• Scarsa disponibilità servizi per la prima infanzia
• Carenza investimenti in politiche per la conciliazione/condivisione
• Organizzazione rigida del lavoro
• Ripartizione squilibrata carichi di lavoro domestico e di cura
The global gender gap report 2023 Sono pochi i giovani italiani che
vivono da soli; non c’è un sistema di
trasporto che vada a supportare i
fuori-sede, si tende ad aprire sedi
nuove che possano facilitarli. Non ci
sono le condizioni nanziarie per i
giovani di poter vivere da soli. Il
tasso di occupazione giovanile è
inferiore rispetto alla media europea
dato anche dal fatto che i percorsi di
studio non facilitano e spesso non
permettono la possibilità di lavorare
e studiare contemporaneamente. Il
tasso di disoccupazione dei giovani
italiani è maggiori rispetto alla media
europea.
(Su slide ci sono dei report con percentuali, non ho capito se sono da sapere)
Freni e fragilità
NEET →
• Giovanni che non studiano e non lavorano 1
milione tra i 30 e i 34anni, 29,1% vs media EU 18,1 (dato
peggiore in Europa insieme a Grecia)
Pochi laureati →
• (27% vs 40% UE)
Bassa valorizzazione nel MdL →(sottoinquadramento
• e
basso reddito)
• Saldo negativo laureati verso l’estero
• Alto rischio di povertà →(quando assumono responsabilità
familiari)
L’ingresso del mondo del lavoro da parte dei giovani è caratterizzato da:
Rischio intrappolamento →
• chi entra in una determinata posizione di lavoro fa fatica a intraprendere
percorsi di mobilità e cambiare posizione.
• Strategia di attesa → chi ha le possibilità aspetta di poter entrare in una posizione che soddisfa le
proprie aspettative in modo tale di non ricadere nell’intrappolamento.
• Posticipazione transizione alla vita adulta → in quanto l’ingresso al mercato del lavoro è sempre più
tardivo.
• Insicurezza lavorativa → sia da un punto di vista soggettivo che oggettivo. Si parla di insicurezza relativa
a autonomia abitativa, economica e psicologica.
• L’uscita dalla famiglia di origine → in molti casi non è solo posticipata, come emergeva da precedenti
ricerche in Italia, ma è spostata molto in avanti ed è più «sognata» che progettata. Autonomia economica
spesso temporanea.
• Mancanza di autonomia → non determina esclusione sociale; supporto famigliare come fattore di
disuguaglianza. 19
fi
Lavoro autonomo e forme della rappresentanza
Tasso di sindacalizzazione → numero di iscri