DEMOGRAFICI E FAMILIARI
-CAMBIAMENTI
-Invecchiamento della popolazione: ci sono più pensionati rispetto ai lavoratori attivi
-famiglie più piccole: meno gli vuol dire meno contributi per nanziare il welfare in futuro
-Maggiore partecipazione femminile al lavoro: aumenta la domanda di servizi- asili nido e assistenza agli anziani
-nuove ondate migratorie: bisogna garantire servizi sociali anche i nuovi arrivati
-Indebolimento dello Stato nazionale: con la globalizzazione e integrazione europea gli Stati hanno meno potere
nel decidere le proprie politiche economiche
= le regole europee sui conti pubblici, come patto di stabilità, impongono limiti alla spesa pubblica
-Globalizzazione e competizione: la competizione con i paesi emergenti, dove i costi di lavoro sono più bassi,
spinge a ridurre i costi scali per le imprese, limitando le risorse disponibili per il welfare
Citazione di Abbalea creare regole per
-Parla del cambiamento nel ruolo dello Stato= invece di occuparsi dei problemi, si concentra nel
gestire gli interventi
lascia che siano le società civili/organizzazioni non pro t/comunità locali, a decidere cosa fare e a
-allo stesso tempo,
mettere in pratica le azioni necessarie
= questo processo rappresenta l’emergere di una nuova forma di governance: un sistema che ridisegna i con ni tra ciò
che è competenza pubblica (Stato) e ciò che è lasciato ai privati
= tuttavia queste trasformazioni sono molto lente e richiedono decenni per realizzarsi completamente
I DISTRETTI INDUSTRIALI
= aree territoriali dove si trovano piccole medie imprese che lavorano nello stesso settore e collaborano
-L’idea è stata descritta da Beccatini 1979 che li ha de niti come un’entità caratterizzata dalla presenza attiva di una
comunità di persone ed imprese in una zona speci ca -requisiti perché un distretto industriale funzioni:
1. Processo produttivo divisibile in più fasi indipendenti per consentire la specializzazione per fasi
2. Produzione essibile= la domanda per i prodotti non deve essere di massa ma varia e personalizzata
-Ciò richiede forme di organizzazione essibili, capaci di adattarsi ai cambiamenti
3. tecnologie che permettono di ridurre i costi senza dover produrre grandi quantità (macchine a controllo numerico)
produzione è decentrata:
A di erenza del modello fordista, la
impresa specializzata in una fase speci ca
-Ogni
-Le diverse fasi della produzione avvengono contemporaneamente in imprese diverse
-solo un numero ridotto di aziende a rapporti diretti con il mercato nale ed esse ricevono ordini, decidono la
quantità e qualità dei beni e ne a dano la realizzazione ai produttori di fase
-è essenziale un’elevata collaborazione tra le imprese perché devono coordinarsi per completare il prodotto
particolarmente di use
= negli anni 70 erano in alcune aree dell’Italia centrale e nord orientale conosciute anche come
terza Italia. In queste regioni le imprese hanno sviluppato settori tradizionali (moda, tessile, arredamento)
-sono stati riconosciuti per la prima volta anche dal legislatore italiano nel 1991
Cosa favorito l’a ermarsi dei distretti industriali?
1. capacità di rispondere alla domanda in modo essibile grazie a:
tecnologie
-Nuove come la macchina controllo numerico per adattarsi ai cambiamenti della domanda
-Collaborazione tra imprese per rispondere velocemente in modo e cace alle richieste del mercato
2. Risorse cognitive: si sviluppano conoscenze e abilità che vengono trasmesse nel tempo, legate all’esperienza diretta
-know-how di uso: le persone e le aziende condividono un modo simile di lavorare, fatto di abilitare artigianale e
competenze speci ca
3. Economie esterne all’impresa ma interne all’area
-Marshall parlava di atmosfera industriale, un contesto locale che o re vantaggi a tutte le imprese - includono:
usione rapida di conoscenze
-Di
-Manodopera specializzata
-Servizi locali
4. Presenza di speci ci fattori istituzionali:
artigianale:
-Tradizione la storia delle città con la loro tradizione artigianale ha creato una cultura imprenditoriale
forte e di usa
e mentalità imprenditoriale:
-Agricoltura in passato i sistemi agricoli come la mezzadria hanno favorito la essibilità
del lavoro e l’accumulo di piccoli capitali, facilitando la nascita di imprese familiari
locale:
-Governo le amministrazioni locali, in uenzate da valori cattolici hanno promosso ducia e cooperazione
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tra le imprese, creando un clima favorevole agli a ari
5. Relazioni industriali:
-Cooperazione invece di con itto
-Enti locali: le amministrazioni o rono servizi come formazione professionale, asili nido per i gli..
locali:
-Banche il sistema bancario è composto da piccole banche territoriali che conoscono le aziende e si crea
un rapporto di ducia che permette alle imprese di ottenere nanziamenti più facilmente
6. Vantaggi competitivi nelle esportazioni:
-Lira debole: negli anni passati una moneta italiana più debole rispetto ad altre valute rendeva i prodotti italiani più
convenienti sui mercati esteri- ciò ha favorito l’espansione delle esportazioni di prodotti made in Italy
La costruzione sociale del mercato: riguarda il modo in cui le imprese locali collaborano, condividono conoscenze e si
sviluppano grazie a istituzioni/norme sociali/tradizioni radicate sul territorio
1. Istituzioni per lo sviluppo locale:
dalle istituzioni locali:
-Supporto aiutano le imprese a crescere e innovare
del sapere pratico:
-Condivisione le istituzioni facilitano lo scambio di conoscenze grazie all’esperienza diretta
comuni per le imprese:
-Servizi le istituzioni forniscono servizi alle imprese (infrastrutture, formazione..)
2. Caratteristiche del mercato del lavoro:
regole rigide all’inizio
-poche nelle relazioni tra imprenditori e lavoratori
nel tempo:
-Cooperazione si sono sviluppate relazioni industriali più cooperative
3. Dimensione normativa
e ducia:
-Cooperazione collaborazione possibile grazie a un senso di ducia reciproca
locale:
-Identità le comunità locali hanno identità forti, legate a tradizioni che ra orzano i legami tra le imprese
territoriale:
-Radicamento le imprese sono attività economiche ma anche parte integrante della comunità
diretti:
-Contatti le persone si conoscono di persona, si scambiano info in modo informale e veloce, creano
un’atmosfera industriale basata sulla ducia e sulla collaborazione
4. Fattori cognitivi:
artigianale:
-Tradizione i distretti hanno radici in antiche tradizioni artigianali che hanno permesso di sviluppare
competenze speci che
tecniche e professionali:
-Scuole presenza di scuole locali che formano i lavoratori specializzati
con istituti di ricerca
-Collaborazione
Tessuto istituzionale stabile (path-dependency):
- le istituzioni locali seguono percorsi consolidati nel tempo, che
ra orzano la stabilità e continuità del modello dei distretti
DIFFICOLTÀ NEI DISTRETTI INDUSTRIALI
= hanno dovuto a rontare di coltà a causa della globalizzazione e concorrenza internazionale
-Molte imprese sono riuscite ad adattarsi mantenendo competitività
S de dalla globalizzazione e dalla concorrenza internazionale
1. -Concorrenza dai paesi a basso costo: paesi con manodopera economica hanno prodotto beni simili
- aumento dell’o erta: le imprese dei distretti hanno dovuto ampliare la loro o erta per rispondere alla concorrenza
proponendo più prodotti o puntando sulla qualità e innovazione
Internazionalizzazione delle imprese=
2. per rimanere competitivi hanno scelto di internazionalizzarsi all’estero con:
-Produzione all’estero: hanno aperto stabilimenti in paesi con costi di produzione più bassi
-Collaborazione con grandi imprese internazionali: sono entrata a far parte delle catene globali del valore
Combinare tradizione locale e vantaggi globali
3. -Innovazione nel modo di produrre: sviluppare prodotti in Italia ma produrli all’estero per ridurre i costi
-Oltre la manifattura: puntano su attività che creano più valore come ricerche e sviluppo, marketing..
Es. DIESEL= in passato composti da piccole imprese artigianali; ora invece molte aziende si sono evolute in marchi
globali con strutture più complesse e attività diversi cate- ha portato a una di erenza della struttura sociale
dei distretti, con meno artigiani tradizionali, ma più manager e professionisti specializzati
Mantengono alcuni vantaggi
4. -Punti di forza nei settori tradizionali: mostrano performance migliori rispetto all’imprese che non fanno parte di un
distretto, soprattutto in settori come la moda e l’arredamento
* altri settori invece non sono riusciti a mantenersi competitivi a causa della concorrenza internazionale
MODELLI PRODUTTIVI FLESSIBILI DEL POST FORDISMO (più essibile e tecnologico)
LE TRASFORMAZIONI IN DIREZIONE POST-FORDISTA DELLE GRANDI IMPRESE
Modelli di produzione essibile=
1. prendono spunto dai sistemi produttivi tedeschi e giapponesi
-le aziende che producono su larga scala iniziano ad utilizzare tecnologie digitali e metodi più essibili (neo
-taylorismo informatico)
Meno separazione tra progettazione ed esecuzione=
2. prima chi progettava e chi realizzava erano due persone
-ora si cerca di integrare le fasi per rendere il sistema dinamico e favorire l’innovazione
Organizzarsi secondo i principi just-in-time:
3. -produzione su misura: lotti piccoli e diversi cati
-eliminazione degli specchi: si riducono scorte, tempi morti, materiali inutilizzati
-miglioramento continuo (kaizen)= migliorare sempre di più la qualità
-operai polivalenti= i lavoratori sanno svolgere più funzioni
-maggiore collaborazione tra operai e dirigenti per ottimizzare produzione
Organizzazione più snella e decentralizzata:
4. decisioni strategiche restano ai vertici dell’azienda / i dipartimenti di
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ricerca e sviluppo diventano unità più autonome
Apertura all’esterno=
5. alcune fasi vengono a date a fornitori esterni specializzati
-si crea un modello a “raggera”= impresa madre al centro ma si connette in rete con PMI locali
Maggiore radicamento nel territorio=
6. le imprese non sono più realtà isolate,a entrano a far parte di un ecosistema
locale di aziende e lavoratori
-fattori immateriali come cultura aziendale/competenze diventano fondamentali per la competitività
Importanza delle regole istituzionali
7. (sopratutto in Giappone)
-le leggi e pratiche aziendali giapponesi favoriscono cooperazione tra operai e dirigenti - es.
=impiego a vita, sindacalismo c
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