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DISTINZIONE TERMINOLOGICA:
Approccio di corso della vita è un approccio sociologico. È vero che questo ha a che fare anche
con la dimensione psicologica e evolutiva dell’individuo, ma qui si osserva la sua personalità, ma la
traiettoria che lo ha portato lì.
La sociologia studia le traiettorie di vita sociali e strutturali che possono aver portato le persone in quella
situazione e con quei risultati dell’invecchiamento.
Approccio dell’arco della vita è un approccio psicologico e significa osservare l’evoluzione di
personalità dell’individuo nei diversi momenti della propria vita e biografia. Come l’evoluzione verso una
personalità psicologica adulta.
la psicologia studia l’intimo dell’individuo, la sua personalità.
La soluzione è la costruzione di un approccio di corso della vita orientato alla comprensione di come
diverse coorti di persone, cioè persone che sono nate in determinati periodi, abbiano delle traiettorie
diverse ma bisogna anche aggiungere la dimensione generazionale, cioè andare oltre il fatto di essere
semplicemente nati in una stessa data e in uno stesso arco di tempo, ma bisogna cogliere il legame
culturale che c’è tra le persone.
FONDAMENTI DEL CORSO DELLA VITA
Berger & Luckmann sono coloro che parlano di realtà come costruzione sociale, cioè significa che in fondo
quello che si vive è collegato al modo di pensare diffuso, il nostro modo di percepire la realtà è fortemente
condizionato dal punto di vista sociale.
E un’altra cosa che dicono è che, gli esseri umani, dalla nascita alla morte, sono incompleti sul piano
delle determinazioni biologiche e si caratterizzano per un’apertura verso il mondo significa che noi
siamo sempre in cambiamento e allo stesso tempo si è costantemente attratti e esposti ai fattori circostanti e al
mondo attorno a noi, in questo nostro cambiamento la struttura sociale in cui siamo inseriti ci condiziona.
Questo ha a che vedere con una iperdinamicità delle nostre strutture mentali e delle nostre strutture
biologiche cioè ha a che vedere con il concetto di Neotenia è un termine biologico, significa che noi siamo
incompleti dal punto di vista biologico, cioè siamo perennemente e continuamente in formazione dal
punto di vista biologico (ES: tra mille anni gli esseri umani biologicamente saranno completamente diversi =
componente neotenica).
E a questo proposito, Berger & Luckmann ci dicono quindi di stare attenti, perché come noi percepiamo la
realtà e come noi ci percepiamo all’interno della realtà dipende dal modello di costruzione sociale, la
biografia individuale dipende da quelle che sono le strutture sociali che ci condizionano.
(ES: si può anche dire agli anziani di continuare ad attivarsi, ma le persone non sono in grado di farlo e quindi
hanno una agentività bassa quando hanno un titolo di studio basso, poca salute, poche risorse economiche…
quindi vediamo come la struttura limita le persone tanto da impedirgli di attivarsi).
DIVERSI PARADIGMI NELL’APPROCCIO DI CORSO DI VITA
1) Il Paradigma personologico che è il paradigma di corso della vita interpretato da Elder
Elder nello studio “Children of the great depression” in cui lui per qualche anno ha osservato
l’invecchiamento di alcune persone.
Lui aveva preso un campione di anziani nati a Berkeley tra il 1928-29 cioè nel periodo della grande
depressione (crollo della borsa di Wall Street) anziani nati a Oakland tra il 1920-21
e poi ha studiato gli
quindi 10 anni prima.
I punti di partenza sono diversi
Lui osserva come la grande depressione (1929) potesse aver influito sull’invecchiamento, osservato in
quegli anni, del suo campione.
E scopre che:
Quelli nati a Berkeley tra il 1928-29 cioè quelli nati precisamente nell’anno della grande depressione:
- Non avevano delle grandi differenze intergenerazionali ma c’erano delle differenze
intragenerazionali; cioè differenze dovute al genere cioè meno partecipazione nel mercato del lavoro
rispetto agli uomini, al titolo di studio, dovute alla classe sociale e alla deprivazione.
- E inoltre si è notato che la grande depressione non aveva avuto su di loro una grande influenza e
dei grandi effetti perché questi anziani erano troppo piccoli per aver subito gli effetti della grande
depressione.
Quelli nati a Oakland tra il 1920-21, cioè nati 10 anni prima, e che quindi durante la grande
depressione del 1929 hanno già 10 anni:
- In questo caso la grande depressione aveva avuto più effetti e influenza sulle persone
- Sono nate delle conseguenze di vulnerabilità suol piano psicologico (perché sono aumentate le
demenze, declini cognitivi) e soprattutto le donne sono più vulnerabili sul piano psicologico perché
hanno dovuto crescere prima del tempo, sono state sottoposte ad una maggiore deprivazione, sono
state costrette ad assumersi più presto le responsabilità familiari, erano più escluse e meno
consapevoli.
Quindi questo e vento della grande depressione, ha impattato tantissimo sulle biografie di queste
persone.
2) Il Paradigma istituzionale riferimento a come il sistema sociale produce delle norme che possono
fa
essere formali o informali che danno delle conseguenze sui risultati dell’invecchiamento.
Cioè si focalizza sulla costruzione sociale delle fasi della vita (formazione, produzione e ritiro dal lavoro)
le norme formali formalizzano l’invecchiamento sociale come può essere definire qual è la
maggiore età o qual è l’età minima del pensionamento.
Le norme informali invece definiscono convenzioni e aspettative sociali che dicono come si deve
essere (per esempio i modi di vestire dopo una certa età perché ci sono dei codici da seguire, usare
colori tenui e non sgargianti per le persone anziane)
NOTE METODOLOGICHE PER LO STUDIO DI UNA GENERAZIONE
la generazione è un aggregato culturale e non statistico.
Un aggregato statistico è una coorte cioè si osserva delle persone definendo degli aggregati per età con
riferimento ad un determinato fatto (una coorte di immatricolazione, c’è un riferimento ad un fatto cioè
l’iscrizione all’università e l’aggregazione delle persone riferite a questo fatto) (un’altra coorte o dato statistico
può essere anche l’anno di nascita, saranno persone nate in un determinato anno e in un dato periodo); è una
generazione potenziale cioè sono gli altri che gli osservano da fuori, mentre loro osservarsi fra di loro non gli
interessa; quindi è una generazione in sé cioè persone che sono nate nello stesso periodo ma che non hanno
particolare consapevolezza di questo a livello culturale, non si sentono diversi dagli altri che sono nati in periodi
diversi.
Per avere una generazione, bisogna trasformare questo concetto di generazione potenziale e
statistica, che è la coorte ad una dimensione e aggregazione culturale quindi significa che le
persone che sono nate in quel periodo o anno si devono riconoscere per omogeneità, e quindi devono
dire “noi siamo quelli che sono nati negli anni 80”
Secondo Mannheim la generazione è un insieme di persone, tra loro prossime per età, che condividono
una stessa posizione nella storia e quindi sono nati in riferimento ad un certo fatto, vivendo9, seppur da
prospettive eterogenee (diverse), gli stessi eventi sociali e culturali in una specifica fase della vita
generazione effettiva o generazione per sé cioè avere la consapevolezza di essere nati in quel periodo e di
avere determinati tratti culturali comuni an tutte quelle persone che sono nate nello stesso periodo.
Per fare questo secondo Mannheim occorre avere una consapevolezza diffusa (zeitgeist = fantasma del
tempo).
Che è la consapevolezza delle persone di essere e sentirsi diversi dagli altri proprio perché sono nati in quella
fase e perché hanno sperimentato quelle cose, ma è difficile che la consapevolezza dipenda dall’anno in cui si è
nati perché appena si nasce non si sa bene cosa sta accadendo, ma la consapevolezza si ha rispetto alla
giovinezza e gioventù, quando si è giovani, infatti è la fase distintiva in cui in cui si sviluppa la
consapevolezza di una generazione, Quindi L’aspetto rilevante è che questa consapevolezza
generazionale si definisce in una fase di età c he va dai 15 – 17 ai 23-24 anni.
Questa consapevolezza non è sempre garantita, dipende anche dal livello di frammentazione sociale,
soprattutto nei boomer di 1 coorte, di solito hanno un elevato livello di consapevolezza diffusa generazionale,
ma ci sono delle differenze da paese a paese, per esempio in America i boomer sono molto consapevoli e sono
una potenza, in base a diversi contesti nel mondo ci sono diversi livelli di consapevolezza.
Però la consapevolezza generazionale implica di avere un riconoscimento (mi riconosco che sono nato in un
periodo in cui sono accaduti certi fatti) ma questo non elimina le differenze di pensiero, quindi nella
consapevolezza generazionale ci possono essere maggiori o minori conflitti o continuità rispetto alle
generazioni precedenti.
Quindi c i possono essere delle generazioni cumulative cioè che riprendono e condividono i sistemi di valori
delle generazioni precedenti.
Oppure ci possono essere delle generazioni di rottura cioè generazioni che sono polemiche rispetto alle
generazioni precedenti e che quindi rifiutano le generazioni e il mondo che li ha preceduti, che vanno contro ai
modelli valoriali di generazioni precedenti che c’è un maggior livello di
ed è proprio in queste generazioni
consapevolezza diffusa qui ritroviamo pienamente i Boomer di 1° coorte
E all’interno di questa minore o maggiore consapevolezza generazionale, ci possono essere dei contrasti o
differenze intragenerazionali, cioè all’interno della stessa generazione.
Questo significa che all’interno di una stessa generazione possiamo avere diverse unità generazionali
che possono essere in accordo o in disaccordo tra di loro e sia verso generazioni precedenti (ES: nel 68
c’erano studenti di sinistra e studenti di destra che si picchiavano tra di loro, ma in mezzo a questi due estremi
c’erano altri studenti) quindi questi studenti (estremisti) che erano minoranze attive cioè sono un unità
generazionale che ha un elevato livello di agentività, ha un elevata forma di rivendicazione e quando
trasforma la consapevolezza generazionale in consapevolezza politica; e queste minoranze attive anche
da anziani si