Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
IMPOSSIBILE FINZIONALE
occasionalità X X X
plurivocità X X X
veridicità/fedeltà X X
autenticità X
co-autorialità
- Anche nel caso delle interviste immaginate a più alto grado di finzionalità, lo scrittore non può affrancarsi
completamente dalle regole del genere imposte dalla stampa: l’autore moderno non può non operare in raccordo
con il contesto mediatico
- L’intervista immaginata è una forma che finge di perseguire le regole di mediazione della stampa, proprio perché
sono quelle portanti nel processo di socializzazione di uno scrittore, ma le innesca in un genere più antico: la
comunicazione letteraria, incentrata sul rapporto tra i testi e i lettori, e servita dall’industria editoriale, deve
scendere a patti con l’industria dei media
- L’intervista immaginata simula l’impalcatura di un discorso mediatizzato che si svolge sotto il pieno controllo dello
scrittore ma, contemporaneamente, lo riduce a un esercizio letterario, che infatti insegue altri scopi
- Se è stato scritto che, tramite la forma finzionale dell’intervista, «la letteratura si vendica, appropriandosi di ciò
che gli è stato rubato» (Yanoshevsky, L’Entretien littéraire, 2018), la vendetta ha allora per oggetto una forma:
l’intervista mediatica.
TIPI DI INTERVISTATORI
- scrittore-intervistatore: ≠ autore “autentico”, nell’intervista impossibile interpreta il ruolo dell’intervistatore
inefficace (Eco, Sanguineti), del maschilista reazionario (Carpi) o del novello inquisitore (Santucci), mentre
nell’auto-intervista mostra come un’intervista dovrebbe essere condotta
- scrittrice-intervistatrice: = autrice “autentica”
- scrittrice biografa
L’INTERVISTA IMPOSSIBILE TRA TESTO E PARATESTO
Le interviste agli scrittori sono state definite un epitesto pubblico mediatizzato: «un paratesto che si situa fuori
dall’opera (in uno spazio accessorio), ad esempio sui giornali, alla radio, alla televisione...; non ha un’autonomia
testuale rispetto all’opera e viene utilizzata per spiegare o promuovere i testi, ma non è un testo letterario in sé.
Possiamo anche definirla come un meta-testo, cioè un testo che parla di altri testi, li commenta, li interpreta» (cfr.
Gérard Genette, Soglie, 1987)
Le Interviste impossibili sono invece un genere creativo vero e proprio:
SOCIOLOGIA DELLA LETTERATURA | Prof. Guido Mattia Gallerani – aa. 2022/2023
- Gli scrittori delle Interviste impossibili lavorano in solidarietà con il mezzo tecnologico della radio: il testo lavora
con le voci, i suoni, ecc.
- In questo caso, il loro ruolo di coinvolgimento con il medium di massa non è semplicemente informativo, ma
produttivo
- Le Interviste impossibili citano altri testi (che servono a far parlare i personaggi intervistati), ma non dipendono da
essi: spesso la libera creatività dell’autore riscrive il discorso dei personaggi storici o romanzeschi e addirittura li
trasforma in altro
DIFFERENTI FORME DELL’INTERVISTA IMPOSSIBILE
1. intervista come simulazione di un saggio storico (storia individuale di re e regine, che fanno la grande Storia): es.
Spaziani con Caterina di Russia
2. intervista come incontro critico, da parte di uno/a studioso/a con il suo autore o la sua autrice prediletto/a: es.
Bellonci con Lucrezia Borgia
3. intervista come scoop giornalistico che porta all’ascolto del pubblico un personaggio dantesco grazie all’autore
camuffato in un inviato della stampa: es. Eco e Sanguineti
4. intervista come riflessione sul canone letterario: ragionare, anche tramite la parodia e il disconoscimento del
celebre autore, sull’importanza o sulla fortuna postuma di uno scrittore. Es. Arbasino con Pascoli
5. intervista come riscrittura dell’opera letteraria: es. Risi con Carroll (a scopo serio) e Arbasino con Pascoli (a scopo
parodico).
L’ANACRONISMO DELL’INTERVISTATO
«Ci serviamo dell’antichità come di uno specchio magico, da cui speriamo di ricevere indietro il nostro proprio volto»
(Cangiano)
Il personaggio anacronistico dell’Intervista impossibile si ribella alla nostra lettura, prendendo spesso il sopravvento.
La compresenza di passato e futuro significa l’incontro espressivo tra la nostra tradizione culturale e le preoccupazioni
dell’attualità. Può servire a mostrare:
1. la necessità di un’interpretazione rinnovata, che non finisce mai (Bellonci con Lucrezia Borgia): forma «seria»
2. la modernità insita nel personaggio (Caterina di Russia come modello che anticipa il femminismo): forma «seria»
3. Il potenziale finzionale del personaggio, che può dare luogo ad altre storie e riscritture, composte alla luce
dell’attualità (un’altra identità per Francesca da Rimini o Beatrice contro la loro origine dantesca, l’eredità di Pascoli
degenerata nella canzone popolare, ecc.): forma parodica
ANALISI DELLE INTERVISTE IMPOSSIBILI
INTERVISTA DI UMBERTO ECO A BEATRICE
Ascoltando la registrazione, si percepisce un effetto ironico nella differenza degli stili vocali: la vera voce di Eco si
rivolge in italiano all’altro personaggio, il cui ruolo è impersonato dall’attrice Isabella Del Bianco che usa l’accento
fiorentino ed espressioni colloquiali. Sentendo l’intervista di Sermonti a Marco Aurelio, interpretato da Carmelo Bene,
Lidia Motta ricorda l’«accostamento delle due voci: l’una artisticamente elaborata e l’altra piattamente realistica, che
conferiva alla situazione una sottolineatura ironica e in certi casi esilarante». Altri esempi illustri sono quella di Guido
Ceronetti con Attila, in cui l’autore si presenta con la sua voce umile e infantile, mentre Attila discorre con un tono
virile segnato dalla retorica fascista, con inflessioni copiate dal modello di Mussolini; Andrea Camilleri con Federico II
di Svevia (non andata in onda) gioca sulla contrapposizione di italiano e calata siciliana. Questi artifici vocali
amplificano, però, una parodia che sovraintende alla composizione di questi colloqui ed è rivolta verso entrambi gli
interlocutori.
Nell’intervista impossibile di Eco, possiamo intanto riconoscere, dietro il divertente scambio di battute, la presenza
dell’opera di Dante: tutte le interviste immaginarie «giocano con l’intertesto degli scrittori», appunto perché si
rivolgono, per costruire il discorso dell’intervistato, all’enorme massa documentaria lasciata dal personaggio o
riportata da altre fonti: sono questi intertesti della memoria collettiva che, grazie alla radiodiffusione, ascoltiamo
riemergere in una voce umana identificabile.
SOCIOLOGIA DELLA LETTERATURA | Prof. Guido Mattia Gallerani – aa. 2022/2023
Da un lato, l’operazione di Eco consiste nel manipolare le fonti originali per costruire una figura parodica dalla Beatrice
dantesca. La Beatrice di quest’intervista diventa un carattere mondano, dotato di una capacità di autoanalisi
anacronistica, improntata alla critica femminista del sistema patriarcale e attrezzata con letture recenti, come le
inchieste della rivista Effe, se non addirittura trasformata in una pasionaria della “sinistra” dell’aldilà. La donna appare,
cioè, più informata dello stesso intervistatore, nonché più “contemporanea”. In sostanza, le sue risposte diverrebbero
un testo tanto pronunciato da Dante quanto impronunciabile dalla “sua” Beatrice. Dietro la sua parodia, affiora una
stratificazione più complessa e problematica, perché il suo discorso si compone di piani temporali sovrapposti.
Dall’altro lato, Eco l’interroga, alla lettera, come se fosse la donna medievale cantata da Dante e finisce per
rappresentarsi come un intervistatore inadeguato: crea, insomma, una parodia dell’inviato della stampa.
Il periodo storico in cui viene ideata la trasmissione può spiegare meglio questo contrasto tra gli interlocutori: un
rapporto inversamente proporzionale per cui, all’eccesso di informazioni possedute da Beatrice, corrisponde una
riduzione delle capacità pratiche dell’intervistatore, che dovrebbe governare il colloquio secondo le proprie intenzioni.
INTERVISTA DI SANGUINETI A FRANCESCA DA RIMINI
- Con che mezzo è realizzata la comunicazione con l’aldilà? Quali sono gli effetti ottenuti?
La comunicazione tra i due interlocutori è di natura telefonica: Francesca risponde direttamente dal secondo cerchio
dell’inferno e dal girone dei lussuriosi nel quale deve scontare la sua pena eterna. Durante il dialogo la comunicazione
telefonica è più volte caratterizzata da una fastidiosa interferenza, che serve innanzitutto da connotazione umoristica
della scena: Francesca afferma che la linea telefonica è disturbata perché l’apparecchio potrebbe essere stato messo
sotto sorveglianza. Inoltre, la finzione di un’interazione telefonica con l’aldilà permette all’intervista impossibile di
mostrarsi come una comunicazione semplice e naturale, quasi quotidiana.
- Che scopo hanno i rumori ambientali?
I rumori ambientali presenti possono essere distinti in due tipologie: da un lato quelli che rappresentano un chiaro
riferimento all’aldilà in cui è collocata Francesca da Rimini, come ad esempio il rumore del vento che inquadra la
comunicazione in un luogo preciso dell’inferno dantesco (secondo cerchio), dall’altro i rumori caratteristici di una
conversazione telefonica che permettono di esplicitare all'ascoltatore le modalità di contatto tra intervistatore e
soggetto intervistato e le relative dinamiche. Dall’ascolto, può anche sembrare che Francesca risponda dalla cabina di
un telefono pubblico, la cui porta spesso si apre facendo penetrare quel vento infernale, caratteristico del girone dei
lussuriosi, che disturba la comunicazione.
- La storia di Francesca da Rimini subisce un’attualizzazione?
La storia di Francesca da Rimini riportata nell'intervista presenta chiari riferimenti testuali al quinto canto dantesco
che vengono però inseriti in un più ampio contesto di attualizzazione, in quanto sia le proprietà di linguaggio, sia il
modo di porsi nei confronti dell'interlocutore vengono avvicinate alla sfera del contemporaneo. Ad esempio,
l’intervistata si serve di un lessico moderno, pronunciando termini come “aggravante”, “premeditazione”, “ergastolo”
che provengono dal discorso della cronaca giornalistica e giudiziaria. Anche altri riferimenti (garage, dependance,
yacht, edizioni di libri del Settecento), proiettano la sua vicenda più avanti nella storia. Infine, Francesca trasla la storia
d’amore in un’epoca nel