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2. LE TEORIE SULLA COMUNICAZIONE

Harold Lasswell identifica cinque elementi che si ritrovano in qualsiasi modello di comunicazione: la fonte di un

messaggio, il messaggio stesso, il canale con cui il messaggio è trasmesso, e coloro che ricevono il messaggio.

Tuttavia, affinché il processo di comunicazione sia dinamico, cioè che vada al di là della trasmissione di un singolo

messaggio, è opportuno introdurre un quinto elemento, il feedback, ovvero la reazione o la risposta di coloro che

hanno ricevuto il messaggio. Facendo un esempio, in un modello del genere, la fonte potrebbe essere un candidato

alle elezioni, il cui messaggio potrebbe consistere in un certo numero di proposte politiche, il canale potrebbe essere

un intervista televisiva e il destinatario (audience) potrebbero essere tutti gli elettori che seguono la trasmissione. Il

feedback consiste nell’approvazione/disapprovazione delle proposte o del candidato.

Il canale usato per il feedback può assumere diverse forme: quella che ha più probabilità di verificarsi consiste nel

comportamento di voto di coloro che hanno assistito a quella trasmissione, ma può darsi che alcuni prendano contatto

con il candidato per esprimere il proprio punto di vista. Questo esempio evidenzia una serie di problemi: in esso non

viene operata alcuna distinzione tra comunicazione interpersonale e comunicazione di massa. Lasswellda per scontato

che la comunicazione è un processo di persuasione, e che i comunicatori intendono influenzare l’audience, anche se

la propaganda può anche non raggiungere il suo scopo. Anche negando la natura propagandistica di tutti i messaggi

politici, molti intendono influenzare la propria audience. Un’ulteriore problema è costituito dal fatto che non ci sono

definizioni convenzionalmente accettate di molti termini comunemente utilizzati, come per esempio l’uso dei termini tra

“canale” e “medium”…alcuni li utilizzano in maniera intercambiabile ,altri li considerano nettamente distinti.

Ovviamente la comunicazione può manifestarsi in diversi modi.

John Fiske divide i media in tre categorie: presentazionali, rappresentazionali e meccanici.

I media presentazionali comprendono la voce dell’individuo, la faccia e il corpo nell’uso della parola, e il comunicatore

e il medium. I media rappresentazionali comprendono tutti i testi scritti e stampati, fotografie, ecc..che hanno una loro

esistenza indipendente dal comunicatore. I media meccanici comprendono telefono, radio, film, televisione, ecc..

Altri due studiosi, Shannon e Weaver, sottolineano che il processo di comunicazione è soggetto a quello che

definiscono “rumore”, cioè un’interferenza nel processo di comunicazione che influenza/distorce il messaggio. Essi

distinguono tra “rumore meccanico” e “rumore semantico”; il primo ha solitamente un’origine fisica, e non è

intenzionalmente emesso dalla fonte con lo scopo di influenzare il messaggio ( per es. ricezione debole dei segnali

radio, interferenze telefoniche). Il rumore semantico si riferisce invece ai problemi della lingua, agli accenti, a

differenze socio-culturali. In entrambi i casi il messaggio non è ricevuto esattamente nella forma in cui è stato inviato, e

dunque può essere travisato.

La possibilità che il messaggio venga frainteso mette in luce altre variabili importanti nella comunicazione: codifica,

decodifica e percezione. Tutti i messaggi devono essere messi in un codice adattabile al canale/medium usato;

affinché il messaggio sia compreso, il codice deve essere comprensibile sia per colui che invia il messaggio sia per il

destinatario. Ovviamente la forma di codice più comune è il linguaggio, ma ce ne sono molte altre (gesti, tono di voce,

uso degli occhi e dei simboli,..). I messaggi non devono solo essere messi in codice, ma hanno bisogno di essere

decodificati e questo dipende dalla capacità di comprendere il codice originale da parte degli individui destinatari. 35

Questo pone in evidenza anche la questione della percezione, sia di chi trasmette un messaggio sia del destinatario,

poiché influenzano la codifica e la decodifica, nel senso che il trasmittente interpreta l’informazione prima di comporre

un messaggio e colui che lo riceve interpreterà l’informazione del messaggio nel momento in cui la riceve.

Un importante teoria a riguardo della comunicazione politica è stata introdotta da Katz e Lazarsfelddenominata la

TEORIA DEL FLUSSO. Secondo quest’ultima i messaggi inviati attraverso i mass media non hanno un impatto diretto,

ma mediato attraverso degli opinion leader al cui giudizio si affidano gli individui in quanto appartengono a gruppi

socio-economici simili. In questa maniera viene a stabilirsi un legame tra comunicazione interpersonale e

comunicazione di massa . Uno sviluppo logico di questa teoria è rappresentato dal MODELLO MULTIFASE, secondo il

quale esiste una serie di relazioni tra media, individui e gruppi. L’importanza di entrambi i modelli sta nel fatto che essi

mettono in luce il contesto sociale della comunicazione e non considerano l’audience (destinatari) quali soggetti

passivi e destinati soltanto a ricevere i messaggi dei media.

3. LE CARATTERISTICHE DELLA COMUNICAZIONE POLITICA

La maggior parte della comunicazione politica viene effettuata attraverso canali sociali, e i messaggi politici non

sempre sono differenziati dagli altri messaggi. La comunicazione politica, come nel caso della comunicazione negli

altri contesti, agisce sia verticalmente che orizzontalmente, cioè, in maniera gerarchica tra governanti e governati e

lateralmente tra individui e gruppi. Ne consegue che individui e gruppi diversi avranno network e modelli di

comunicazione differenti. Per esempio, i titolari di cariche politiche hanno dei network di comunicazione estesi e molto

sensibili ai fenomeni politici(colleghi, membri della burocrazia, propri sostenitori politichi od oppositori, leader di

pressione, oltre che un pubblico indistinto). Al contrario, coloro che fanno parte del pubblico in generale avranno, per

ciò che riguarda la comunicazione politica, network molto più limitati, più dipendenti dai mass media.

Quali sono dunque i canali della comunicazione politica? Sono 3 i principali: mass media, gruppi di pressione e partiti

politici. I MASS MEDIA sono molto importanti per la diffusione capillare dell’informazione politica, soprattutto

attraverso la televisione. I media giocano un ruolo importante anche nella formazione dell’opinione pubblica, portando

a conoscenza del pubblico i punti di vista di individui e gruppi. I GRUPPI DI PRESSIONE e i PARTITI POLITICI

rivestono molta importanza nei rapporti tra politici e burocrati, tra tipi diversi di attivisti politici e tra quest’ultimi e settori

specializzati dell’opinione pubblica. Anche i contatti tra individui e gruppi sono importanti, specialmente se si applica la

teoria del flusso a due fasi, secondo cui gli opinion leaders agiscono come canali di informazione, fonti di pressione

sociale per favorire l’adesione a determinate norme.

4. I FATTORI CHE INFLUENZANO LA COMUNICAZIONE POLITICA

La comunicazione politica viene influenzata da una serie di fattori – fisici,tecnologici, economici, socio-culturali, politici.

Le barriere fisiche sono sempre state significative (montagne, deserti, mari, distanze incolmabili) . Questo è stato vero

soprattutto in passato, quando la tecnologia limitata e le poche strade significavano che la mobilità geografica era

ristretta e che nelle società le varie comunità erano isolate l’una dall’altra. Lo sviluppo tecnologico ha sicuramente

ridotto molti di questi problemi fisici. Le moderne tecnologie hanno facilitato lo sviluppo dei mass media, così che

l’informazione può essere trasmessa a poco prezzo, a grandi distanze e a grande velocità. Nonostante ciò, importanti

fattori fisici permangono tutt’oggi; per esempio, molte comunità (anche nei Paesi capitalistici avanzati) restano

relativamente isolate a causa del problema dei fusi orari. Paesi come Stati Uniti, il Canada (con 4, 5 se non di più fusi

orari), hanno network di comunicazione frammentati, che influenzano la radio e la televisione, nonché la distribuzione

dei quotidiani. La trasmissione simultanea, per ovvi motivi, attraverso tutto il paese NON è possibile e questo

fenomeno ha favorito la crescita di network radiofonici e televisivi frammentati sia negli Stati Uniti che in Canada. I

modelli di comunicazione sono influenzati anche dallo sviluppo economico: società meno sviluppate tendono ad avere

network di comunicazione più frammentati (nei paesi del terzo mondo magari). Anche i fattori politici influenzano la

comunicazione politica, in particolare dal grado in cui il network di comunicazione è soggetto a controllo politico, da

parte del governo. In molte società i mass media sono sottoposti a vari livelli di censura, in modo più evidente nei

sistemi totalitari o autoritari. La Germania nazista , ad esempio, esercitava uno stretto controllo sui mass media e sui

mezzi di riproduzione delle informazioni (stampa). Ad ogni modo, il controllo dell’informazione è rilevante in tutte le

società, la censura esiste quasi dappertutto, anche se in forme diverse e limitato a ciò che viene considerato osceno:

sono POCHI i governi che cercano di controllare il meno possibile le informazioni circolanti.

5. COMUNICAZIONE POLITICA: NUOVI TREND NELLE CAMPAGNE ELETTORALI

Negli ultimi 15 anni, in Italia e nelle altre democrazie occidentali, si è sviluppato un importante dibattito sui

cambiamenti della comunicazione politica. Sintetizzeremo alcuni punti del cambiamento delle forme di comunicazione

politica nel lungo periodo, e della trasformazione delle campagne elettorali. 36

[TAB.8.1] LE TRE ETA’ DELLA COMUNICAZIONE POLITICA

Kavanagh e Blumler(in un loro articolo) analizzano e propongono di guardare ai cambiamenti delle forme di

comunicazione politica secondo una prospettiva temporale, individuando 3 grandi fasi, dal secondo dopo-guerra fino

ai nostri giorni: anche se la loro analisi si rifà al contesto anglo- americano, queste tre fasi possono essere applicate

anche all’esperienza europea:

1. La prima fase (dal dopo-guerra fino agli anni ’50). Negli anni subito a seguire il conflitto, a dominare la scena politica

erano soprattutto i partiti la cui azione nasceva sulle fratture e dinamiche sociali tipiche degli anni della ricostruzione.

La comunicazione politica era subordinata ad un sistema di istituzioni molto SALDE, in cui i partiti svolgevano le

principali funzioni di trasmissione tra il sistema politico e i cittadini. La risposta di questi ultimi alle comunicazioni di

natura politica era caratterizzata da selettività e da rafforzamento delle opinioni e atteggiamenti che già manifestavano

attraverso una forte adesione di “appartenenza”.

2. La seconda fase (dagl

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A.A. 2024-2025
51 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/11 Sociologia dei fenomeni politici

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chivraaa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei fenomeni policicliche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Tumminelli Giuseppina.