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LUKES

Lukes è partito dal concetto di pluralismo. Lukes si basa sulla scienza politica americana degli anni '70 (a lui contemporanea), che è stata dominata da una serie di correnti negli anni precedenti, tra le quali troviamo proprio il pluralismo, di cui il massimo esponente è Robert Dahl.

Quando Dahl si accinge a elaborare la sua teoria pluralista la società era già sottoposta a una grande quantità di cambiamenti, e si assiste alla nascita del pluralismo di interessi che costituisce il punto di partenza per l'azione politica. Dahl parte per la sua analisi dalla teoria elitista, criticandola e superandola alla luce di una serie di cambiamenti sociali. Per verificare la validità della teoria elitista, secondo Dahl, devono essere presenti tutte queste situazioni contemporaneamente:

  1. Al vertice della società c'è una sola élite.
  2. In tutti gli scontri tra interessi è identificabile l'interesse

Rappresentato dall'élite.

In tutti gli scontri la posizione delle élite di potere deve risultare vincente.

Se queste situazioni si verificano contemporaneamente significa che è presente una democrazia poliarchica o poliarchia, ovvero sono al potere i gruppi di interesse.

Se non sono presenti queste tre condizioni ciò significa che l'elitismo è superato, non rappresenta più la società.

L'obiettivo di Dahl è quello di studiare il processo decisionale, e con questo fine crea la cosiddetta "scatola di Dahl" in cui la scatola rappresenta il processo decisionale politico; prima di essa si trovano gli input, che influenzano gli argomenti che entrano nel processo decisionale; e dopo di essa si trovano gli output, ovvero ciò che emerge dal processo decisionale.

Le dimensioni del potere

Le critiche di Lukes al pluralismo sono rappresentate da 3 dimensioni del potere:

1° dimensione del potere (visione uni-dimensionale),

costituita da decisioni osservabili derivanti da comportamenti concreti e osservabili; 2° dimensione del potere (visione bi-dimensionale), costituita dal "non prendere decisioni (decision-making)" derivante dai comportamenti concreti nascosti. Questo si manifesta spesso come controllo sull'agenda politica, ovvero l'ordine di priorità con cui il sistema politico decide di trattare certi temi, motivo per cui molte questioni sono pregiudicate già prima del processo decisionale, poiché vengono eliminate già dal punto di partenza. 3° dimensione del potere (visione tri-dimensionale), costituita dai comportamenti latenti, ad esempio se A esercita potere su B quando agisce in modo contrario agli interessi di B. Questa definizione consente a Lukes di prendere le distanze da una visione del potere di natura consensuale, e di sottolineare invece quanto gli interessi abbiano un ruolo centrale. Ma la domanda di fondo rimane "come".

studiare ciò che non accade?”GRAMSCIGramsci si occupa di analizzare il potere in termini di praticabilità e di possibilità, e non ricerca invece la sua definizione. L'autore si ispira al pensiero di Marx e Lenin per il materialismo storico, e a Croce per l'idealismo.In particolar modo, riprende da Lenin il concetto di egemonia.L'egemonia è una categoria che può avere tre funzioni:

  1. In chiave storico-analitica è utile a leggere le dinamiche di conflitto fra classi e delineare le tendenze del mutamento socio-politico;
  2. In chiave politica indica la strategia da perseguire per raggiungere la liberazione della classe proletaria;
  3. Inoltre, è anche stata interpretata come una teoria generale i cui riferimenti interessavano tanto il proletariato quanto la borghesia.

Gramsci inizia a questo punto a criticare l'utilizzo di meccanismi coercitivi come mezzo di ottenimento del consenso in politica, e comincia invece

l’esaltazione dell’utilizzo della cultura, la quale è in grado di penetrare lo spirito degli individui avvicinandoli in questo modo ad un certo stile di vita e ad un certo tipo di valori, e pseudocultura distingue contestualmente una (ovvero l’indottrinamento esercitato cultura autentica. negli apparati istituzionali come le Università) e una In particolar modo, l’egemonia viene utilizzata da Gramsci come categoria analitica per descrivere la situazione italiana precedente all’avvento del fascismo. Nello specifico, quella della borghesia industriale italiana viene descritta come una “egemonia limitata”, come causa dell’arretratezza in termini capitalistici dell’Italia. L’egemonia secondo Gramsci è una forma non violenta di esercizio del potere. Quaderni del Carcere Egemonia: articolazione polisemica nei In quest’opera Gramsci va ad analizzare più approfonditamente il concetto di egemonia, come categoriapolitico-teorica con connotati polisemici. Attribuisce ad essa una prima caratteristica, ovvero il suo essere solo uno aspetto del dominio, e più nello specifico sostiene che una classe sia dominante nei confronti delle classi avversarie ma non nei confronti delle classi alleate. Gramsci descrive inoltre l'egemonia come un'azione tesa alla direzione che determinati soggetti esercitano al fine di assorbire le élites delle classi nemiche. Con questa seconda considerazione Gramsci sostiene il verificarsi di un vero e proprio fenomeno di attrazione psicologica fra la classe dominante e coloro che rappresentano gli intellettuali/le élites delle classi avversarie, per una questione di senso di appartenenza. Perfeziona inoltre la definizione di egemonia introducendo un altro elemento fondamentale oltre a quello di esercizio del potere, e cioè quello del consenso. Si giunge così alla definizione del concetto di egemonia di Gramsci: l'egemonia.

È la direzione politica esercitata consensualmente e che si avvale degli apparati egemonici sia di carattere pubblico che di carattere privato.

Inoltre, dall'analisi dell'autore risulta che la forma di governo migliore per la proliferazione dell'egemonia è il regime parlamentare, caratterizzato da tre modalità di azione:

  1. Consenso
  2. Forza
  3. Frode/corruzione

Gli strumenti dell'egemonia:

A) Intellettuali

Possiedono funzione organizzativa rispetto all'egemonia di una classe sociale e il suo dominio statale.

B) Apparati egemonici

Hanno funzione persuasiva, ovvero il ruolo di persuadere gli individui al consenso permanente, funzione svolta dalle scuole nella società moderna.

C) Partito politico

Ha funzione di aggregamento, con l'obiettivo di far nascere una relazione fra dirigenti e diretti.

FOUCAULT

Foucault ha contribuito nella sociologia dei fenomeni politici con la definizione del concetto di genealogia, ispirandosi alle teorie di

Nietzsche. La genealogia si differenzia da altre discipline come la metafisica e lo strutturalismo che intendevano dare un senso e una causa a tutti i fenomeni, poiché essa invece si pone in primo luogo come opposizione allo spiegamento e alla ricerca dell'origine delle cose. Inoltre, per Nietzsche, la genealogia ha una grande componente storica, una storia fatta di errori e che rifiuta qualsiasi ricerca di verità e di origine ideale/metafisica, ricercando invece gli elementi storici che ci hanno permesso di giungere ai fenomeni moderni.

In definitiva, per Foucault la genealogia è consapevolezza storica, prospettiva, interpretazione.

Genealogia, sapere e potere. Foucault sostiene che per il genealogista il sapere è inserito nei rapporti di potere. Non esistono relazioni di potere senza costituzione di un campo di sapere e non esistono campi di sapere che non presuppongano relazioni di potere.

Il potere disciplinare. Il potere disciplinare è più di un

potere che reprime comportamenti devianti, è un potere che plasma la realtà cercando di eliminare alla radice i comportamenti devianti. Esso è stato perfezionato nelle prigioni, nelle fabbriche, nelle scuole, nei manicomi… e ha come fine quello di produrre un essere umano utile, funzionale e produttivo, basandosi sulla credenza che la disciplina sia la "fabbrica" degli individui, ovvero individui quiescenti al potere, che non mettono in atto nessun comportamento che potrebbe minacciarlo.

Il Panopticon, elaborato da Bentham, è un esempio di potere disciplinare e rappresenta il modello di carcere ideale, all'interno del quale un controllore che si trova al suo centro può controllare tutti i carcerati grazie alla sua struttura circolare, senza che questi sappiano se in quel momento sono guardati o meno.

Questo modello è una perfetta metafora per concepire il potere disciplinare nelle società moderne.

La bio-politica

La bio-politica rientra nelle discipline del corpo. Simboleggia il riassorbimento della vita nel suo insieme all'interno del potere, e ciò riguarda tutte le sfere della vita dell'individuo, anche le più intime come quella sessuale. In questo modello, qualsiasi forma di manifestazione personale, qualsiasi forma di disordine deve essere ricondotta alla normalità stabilita e controllata.

Seconda parte

La comunicazione politica

La comunicazione politica consiste nella trasmissione di informazioni politicamente rilevanti da una parte all'altra del sistema politico. Per la definizione di Karl Deutsch, la comunicazione è l'elemento fondamentale per la comprensione della politica; senza di essa non esisterebbero né la società né la politica.

La comunicazione politica è una branca separata della disciplina della comunicazione in quanto esistono messaggi specificamente politici, come ad esempio: discorsi dei politici, manifesti elettorali,

sito a un messaggio mediatico sono influenzati in modo passivo e uniforme. Secondo questa teoria, i media hanno il potere di manipolare le masse e di controllare l'opinione pubblica. Un'altra teoria importante è quella dell'agenda setting, secondo la quale i media non tanto influenzano le opinioni delle persone, ma piuttosto determinano quali argomenti siano considerati importanti e degni di discussione pubblica. I media, attraverso la scelta e l'enfasi data a determinati temi, possono influenzare l'agenda politica e indirizzare l'attenzione del pubblico su determinate questioni. Un'altra teoria ancora è quella della spirale del silenzio, secondo la quale le persone tendono a conformarsi all'opinione dominante per paura di essere emarginate o isolate socialmente. I media, attraverso la rappresentazione di opinioni prevalenti, possono influenzare il modo in cui le persone si esprimono e si comportano pubblicamente. Infine, la teoria della democrazia deliberativa sostiene che la comunicazione politica debba essere un processo di discussione e confronto tra cittadini, finalizzato alla formazione di un'opinione pubblica informata e consapevole. Secondo questa teoria, i media devono fornire spazi di dialogo e confronto, promuovendo la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica. In conclusione, la comunicazione politica svolge un ruolo fondamentale nella società contemporanea, influenzando l'opinione pubblica e contribuendo alla formazione delle decisioni politiche. Le teorie sulla comunicazione offrono strumenti di analisi per comprendere come i media influenzino la politica e come la politica si avvalga dei media per comunicare con il pubblico.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
26 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/11 Sociologia dei fenomeni politici

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiara.cdm50 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei fenomeni politici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Marchetti Maria Cristina.