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PROSPETTIVA CULTURALISTA
Esemplificativa della posizione culturalista è la posizione di Hess, che considera
la mafia non come una forma di criminalità organizzata ma come una forma di
comportamento che risponde ad una subcultura specifica della società locale,
che si traduce in una conformità assoluta alle norme dell'omertà.
Un secolo prima Franchetti aveva fornito una spiegazione più articolata del
fenomeno osservando che l'uso della violenza in Sicilia assume prevalentemente
due forme:
1.brigantaggio e malandrinaggio
2.mafia
Queste due non si escludono a vicenda ma si pongono su una sorta di
continuum lungo il quale si trovano quei particolari modi di esercizio della
violenza che si manifestano nella realtà sociale. Franchetti definisce la mafia
come “sistema sociale extra legale” osservando che la situazione della Sicilia non
si distingue dalle altre regioni per l'elevato numero di delitti, quanto per un uso
diffuso e spregiudicato della violenza, accettato a livello sociale come un mezzo
di risoluzione dei conflitti e come strumento di ascesa sociale. La posizione di
Franchetti assegna al fenomeno mafioso una sua specificità distinguendolo dalla
cultura diffusa: quella dei malfattori viene infatti definita una “classe con
industria e interessi suoi propri, una forza sociale di per sé stante” se si riduce la
mafia a mero dato culturale ed etnico la dimensione organizzativa risulta difficile
da cogliere. Diversi autori decidono infatti di evitare di appiattire la loro visione
rendendola eccessivamente culturalista nonostante si dia grande rilevanza ai
fattori culturali.
Un modo di vedere la mafia con i suoi aspetti organizzativi tenendo conto degli
elementi culturali è quello di considerare la mafia come un Network → in questo
modo si dà rilevanza al fatto che la mafia sia costituita da un fitto reticolo di
relazioni diadiche che si basano su rapporti di parentela, amicizia e clientelismo.
PROSPETTIVA ORGANIZZATIVA
La prospettiva organizzativa è opposta a quella culturalista e vede la mafia
innanzitutto come un fenomeno organizzativo. Già nel secolo scorso era
possibile osservare la presenza diffusa di vere e proprie associazioni mafiose alle
quali molto più efficacemente che ad un presunto codice d’onore potrebbe
essere collegata la regola dell’omertà e del silenzio, indispensabile per garantire
la vita stessa dell’associazione.
La caratteristica della prospettiva organizzativa non è quella di negare relazioni
con i caratteri della cultura ma piuttosto ritenere questi come non determinanti
nella definizione del fenomeno, almeno nella sua configurazione attuale.
Le cosche mafiose presentano una struttura organizzativa che si sviluppa sia
verso l'interno sia verso l'esterno.
L'organizzazione interna è apparentemente semplice ma si rivela più complessa
se si tiene conto dei rapporti tra le varie cosche e delle relazioni esterne, per
esempio quelle con il mondo della politica o dell'imprenditoria. Spesso si è
parlato di controllo del territorio ma per lungo tempo è sfuggito come tale
controllo potesse divenire operativo e non si è compreso che esso richiede una
qualche struttura organizzativa minimamente formalizzata.
Inoltre si è commesso l'errore prospettico di considerare il familismo ritenuto
tipico della società meridionale come un ostacolo alla costituzione di
organizzazioni più ampie.
La famiglia invece può essere ad esempio considerata come il nucleo normativo
ed organizzativo che dà alla cosca la sua singolare solidità nei confronti
dell'esterno.
Rifiutare l'approccio culturalista dunque non implica negare la rilevanza di valori,
norme, identità e rappresentazioni ma significa piuttosto non assumerli come
punto di partenza e come espressione dell'essenza di una società, cercando
invece di mostrare in che modo questi fattori vengono prodotti e riprodotti,
concretizzando nelle azioni degli individui.
Nella relazione su mafia e politica della COMMISSIONE ANTIMAFIA si legge che
Cosa Nostra è un'organizzazione formale, dotata di regole e di capi, di un esercito
armato e di potenti circuiti finanziari (struttura unitaria di cosa nostra). Tuttavia
accanto a cosa nostra esistono nella stessa Sicilia altre organizzazioni mafiose
indipendenti, il cui raggio d'azione è circoscritto a livello locale. Peraltro anche
all'interno di Cosa Nostra le singole famiglie godono di una relativa autonomia
per quel che concerne le attività che ricadono nel territorio di propria
competenza.
Il fenomeno mafioso non può essere ricondotto ad un modello omogeneo ma si
presenta molto differenziato a seconda dei diversi contesti spaziali e temporali. I
gruppi mafiosi adottano specifici modelli di azione e di organizzazione in luoghi
e tempi diversi.
Il problema della definizione del concetto di mafia:
Si registrano numerose ipotesi di lettura e di spiegazione del fenomeno molto
differenziate e spesso contrastanti.
La mafia è un fenomeno multidimensionale, motivo per cui le varie definizioni
non si escludono a vicenda; dunque ciascuna delle caratteristiche indicate può
avere una sua rilevanza teorica ed empirica. Si ritiene dunque che per delimitare
il fenomeno e fissarne i tratti distintivi sia pur sempre necessaria una precisa
scelta di campo, il problema è quello di tenere sempre presente le diverse
dimensioni, con le prospettive di analisi che possono esplicitare.
Partendo da queste premesse possiamo definire la mafia come un fenomeno
multidimensionale sia a livello formale, cioè nelle diverse modalità in cui può
manifestarsi, sia a livello sostanziale cioè nelle diverse sfere in cui può
concretamente operare.
Nella nostra analisi faremo riferimento alla seguente concettualizzazione
•La mafia può essere considerata un network di organizzazioni criminali la cui
attività è finalizzata al conseguimento di guadagno, sicurezza e reputazione;
•Si manifesta come fenomeno di società locale, radicato tradizionalmente in un
preciso contesto territoriale, dove si riproduce e dal quali si diffonde
essenzialmente attraverso l'impiego di capitale sociale disponibile nelle reti dei
singoli mafiosi;
•La sua configurazione si può associare alla particolare forma di un'industria della
protezione privata;
•I principali mezzi di cui fa uso consistono essenzialmente nell'esercizio della
violenza, effettivo o potenziale, nella strumentalizzazione di specifici codici
culturali tradizionali e nella manipolazione delle relazioni sociali e politiche, con
la capacità di procurarsi all'esterno la cooperazione, attiva o passiva, di altri attori
sociali e di instaurare rapporti di scambio nei circuiti politici e istituzionali.
•Gli individui che ne fanno parte costituiscono una società segreta con precisi
vincoli di lealtà e con una definita gerarchia di comando;
•La sua peculiare formula organizzativa comprende due dimensioni che si
combinano tra loro in maniera variabile nel tempo e nello spazio, quella di
organizzazione di controllo del territorio, da cui deriva il suo potere e agire
politico e quella di organizzazione dei traffici illeciti, che la caratterizza come
impresa che opera a cavallo dei mercati illegali e di quelli legali. L'intreccio di
queste due dimensioni, in contesti spaziali specifici e in circostanze storiche
date, definisce il grado di centralizzazione o di dispersione del network, così
come i margini di libertà e autonomia dello spazio di azione delle unità che lo
compongono.
•Si mostra infine particolarmente adattiva rispetto al mutamento sociale e
condiziona in modo rilevante il regolare svolgimento della vita sociale, politica ed
economica della comunità locale in cui è inserita.
La mafia come fenomeno di società locale
Negli studi tradizionali sulla mafia è molto frequente la distinzione dicotomica
tra mafia vecchia e mafia nuova, tra mafia tradizionale e mafia moderna.
Il mafioso è investito da un continuo processo di rinnovamento: da sempre si
assiste ad un cambio di uomini sia ai vertici che alla base delle organizzazioni
mafiose e periodicamente una mafia nuova si sostituisce a quella vecchia
attraverso meccanismi di avvicendamento nelle cariche e nelle funzioni.
A periodizzare la storia della mafia è lo spazio che lo stato e le élite sociali
decidono di lasciare loro aperto o chiuso. È stato mostrato come il fenomeno
mafioso si sia manifestato in aree di relativo sviluppo economico, come la Piana
di Gioia Tauro in Calabria o la conca d'oro Palermitana, caratterizzata fortemente
da possibilità di sviluppo incentivata dalla presenza dell'agricoltura intensiva di
esportazione.
Risulta fuorviante dunque connettere la mafia alla povertà e all'arretratezza in
quanto essa storicamente è mossa dalle opportunità di sviluppo in cui poi si
affermerà come risposta alle esigenze di regolazione politica, economica, sociale.
La mafia come fenomeno di società: questa caratteristica è confermata dal fatto
che tra le attività tipiche dei gruppi mafiosi quella che più li contraddistingue è
l’estorsione.
L'affermarsi del sistema estorsivo è un elemento fondamentale per il
funzionamento e la regolazione della signoria territoriale della mafia.
L'estorsione è una attività vincolata ad un preciso contesto organizzativo ed è
sempre legata al livello locale.
A differenza di altre attività illegali la sua organizzazione consiste in una rete di
relazioni più che in un bagaglio di conoscenze e di tecniche di produzione o
commercializzazione e spesso non necessita di disponibilità finanziarie iniziali.
L'estorsione rimane comunque solo la manifestazione più ampia della
dimensione locale della mafia e del carattere politico del suo potere che è
delimitato a livello spaziale, venendo esercitato all' interno di un territorio
circoscritto.
I reticoli dei singoli mafiosi sono radicati nella società locale e si caratterizzano in
origine per essere poco estesi ma molto densi, ovvero a maglie strette e con
scarsa specializzazione dei contenuti relazionali, poiché riguardano relazioni in
cui vengono scambiate risorse di diversa natura.
Ovviamente la diffusione al di fuori delle aree tradizionali ha prodotto una
maggiore estensione, diversificazione e dispersione spaziale delle reti personali
del mafioso. Tuttavia il successo del modello mafioso in un nuovo contesto
dipende dalla capacità di creare a livello locale grappoli di relazioni ad alta
densità ed elevato ra