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Cosa conta oggi più di ieri nella determinazione del voto?

Oggi le campagne elettorali sono molto importanti, in quanto diventano parte cruciale di ciò che ne subirà il voto, in modo inevitabile. Contano sempre di più i leader politici, partiti che vengono così trasformati in partiti a espressione dei vari leader.

Teoria della issue yield (De Sio e Weber)

I partiti adottano un comportamento strategico al fine di massimizzare le loro prestazioni elettorali, enfatizzando in campagna elettorale i temi di policy che offrono loro dei vantaggi competitivi. I vantaggi sono tanto maggiori quanto più un certo obiettivo tematico è condiviso largamente (se non unanimemente) dall'elettorato del partito ed è anche condiviso dall'elettorato in generale, e infine quanto più il partito è ritenuto credibile per realizzarlo. Al contrario, gli svantaggi sono tanto maggiori quanto più su un certo obiettivo.

L'elettorato del partito è diviso, anche l'elettorato in generale è diviso e il partito non è ritenuto credibile. Ne consegue che in campagna elettorale i partiti, al fine di massimizzare il proprio consenso, sono incentivati a enfatizzare i temi che offrono loro vantaggi più altri e ad evitare quei temi che invece presentano svantaggi.

Temi imperativi e posizionali

Esistono due tipi di temi (issues):

I temi imperativi (valance issues) riguardano obiettivi condivisi dall'intero elettorato (ad esempio lotta alla corruzione, sicurezza nazionale).

I temi posizionali (positional issues) sono quei temi per cui esistono, in termini di preferenze degli elettori, due obiettivi rivali (ad esempio più welfare vs meno tasse).

Tabelle pdf "elezioni 2018 opinione pubblica" riguardanti le issues. [Tabella n.2].

L'indice sintetico di issues yield (IY) esprime, per ciascun partito su ciascun obiettivo politico, quanto è favorevole.

la combinazione di rischi (di perdere elettori esistenti) e opportunità (di conquistare nuovi voti). Più alto è il valore di IY, più l'obiettivo tematico è favorevole a quel determinato partito. L'indice è applicabile a temi sia imperativi che posizionali.

Per concludere: L'opinione pubblica italiana mostra di considerare prioritari i temi imperativi. Tuttavia, non per tutti i partiti le strategie ottimali sono quelle incentrate sui temi imperativi. Sugli obiettivi posizionali gli elettori mostrano una certa ambiguità o ideologica, preferendo posizioni di sinistra sull'economia e posizioni di destra sull'immigrazione. L'ambiguità ideologica non è una caratteristica solo dell'elettorato nel suo complesso, ma anche della maggior parte dei singoli elettorati dei principali partiti.

12/04/2021

La partecipazione al voto (1948-2018)

Quando si parla di partecipazione al voto, si intende il rapporto tra

Coloro che sono andati alle urne e il corpo elettorale. L'andamento in Italia può essere diviso in tre fasi:

  1. Dal 1948 al 1976 l'andamento è alto e stabile, siamo intorno al 92% di media, livello molto alto anche più del resto d'Europa. Ciò era permesso dalla fazione ideologica intrinseca nel popolo e anche dovuto al momento storico e dalla causa, non contano tanto i temi o la capacità dei leader, ma la questione diviene di "appartenenza".

  2. La fase della transizione, anni 80-90 gli anni della 'Seconda Repubblica', con una graduale diminuzione della partecipazione al voto, vi è anche una discontinuità dovuta a modifiche regolamentari, vi è ad es. l'introduzione dei residenti all'Estero (non tutti sono disposti però a tornare in Italia per votare).

  3. Che va dal 2001 al 2018, con la scomparsa di molti partiti e di quella fazione ideologica. È inoltre possibile osservare

(affluenza 2018) come visia una maggiore affluenza nelle province del centro, piuttosto che in quelle del sud. Itanes (comitato che analizza il voto in Italia) denota quali siano le variabili socio-demografiche, socio-economiche che influiscono sull'astensione. Perifericità sociale, condizioni economiche e protesta. Cosa c'è dietro all'astensione: In presenza di condizioni economiche negative gli elettori tendano a spostarsi sia verso l'astensione sia verso un voto di protesta. Non tutti gli elettori deboliti economicamente si ritirano dalle urne, in quanto una parte importante di essi sceglie il voto di protesta. Diversamente, rispetto ai tratti politici le indicazioni sono più chiare: gli astenuti risultano apatici, cioè poco interessati alla politica e al contempo poco populisti. Esprimono sentimenti freddi, di distanza, che caldi di rabbia. Questa connotazione specifica, più che la maggiore perifericità sociale di chi non.

Vota, c'è dice che nel 2018 l'astensione si è svuotata della componente critica allapolitica che è invece transita sulla protesta (ossia sul voto al M5s e in parte alla Lega).

13/04/2021

Le elezioni politiche 2018: i risultati e i flussi di voto

Il risultato del Senato è molto simile a quello della Camera ed è la prima volta che accade, in quanto spesso i risultati non sono similari ed era stata richiesto l'intervento del PdR.

Prima delle elezioni vi erano diverse ipotesi sulla formazione del futuro governo: M5s-PD; M5s-Lega; M5s-Fi; PD-Fi-Lega, non raggiungono la maggioranza: CD (coalizione di centrodestra); PD-Fi-Centristi. È parso quindi subito chiaro, come senza il M5s non potesse di fatto nascere alcun governo.

Vi è stata poi una cosiddetta "apocalisse del voto mainstream" tra il 2008 e il 2018.

I flussi di voto sono conseguenti da vari fattori che vanno dall'uso dei social (intesa come arena di interazioni),

le affermazioni dei vari leader, l'uso dei sondaggi (che consente di ricostruire le preferenze di voto), l'uso di dati a livello aggregato (permette di stimare il comportamento in senso individuale del soggetto)

Riprendere 14/04/2021

Il Rosatellum: un sistema misto con quali conseguenze?

Al momento della sua introduzione nel novembre 2018, vi era incertezza circa gli effetti che avrebbe prodotto il sistema elettorale della legge Rosato.

Secondo alcuni il peso preponderante della componente proporzionale (quasi 2/3 dei seggi complessivi) avrebbe fatto sì che gli effetti del nuovo sistema elettorale fossero quelli tipici di un sistema proporzionale.

Secondo altri, invece, la presenza di un congruo numero di collegi uninominali con la formula plurality, avrebbe consentito al nuovo sistema elettorale di dare un'impronta maggioritaria alla competizione elettorale.

Chi ha avuto ragione, alla luce delle elezioni del 2018?

(TABELLA) Ipotesi: proporzionale o

maggioritario?Coordinamento strategico nei collegi?Coordinamento specifico verso M+1 da parte di partiti ed elettori?Partiti hanno fatto coalizioni per selezionare e sostenere candidati comuni

Nonostante numero esiguo di collegi, è stato sufficienteo No, varianza geografica (anche perché la legge vietava) Alla fine, nei collegi sono 3 i competitori, ciascuno dei tre più o meno in grado di prevalere in almeno una zona (centrosinistra fa eccezione per incapacità di riaggregare Leu) Quindi, coordinamento strategico dell'élite c'è stato (sistema elettorale ha definito le coalizioni

Elettori? Sono quindi gli elettori a dovere scremare a M+1, non votando nei collegi chi non è competitivo (il tripolarismo potrebbe nascere da somma di bipolarismi nei collegi o meno) Focus su Leu: va peggio dove il centrosinistra è competitivo? Forse sì? Effetto altamente significativo della competitività del centrosinistra

solo, ma anche di altri partiti come la Lega e Fratelli d'Italia. Questo ha portato ad una frammentazione del panorama politico italiano, con la nascita di nuovi schieramenti e la scomparsa di vecchi partiti. Il centrosinistra, composto principalmente da Partito Democratico e Leu, ha subito una penalizzazione in termini di voti a causa di questa frammentazione. Infatti, quanto più il centrosinistra è vicino al centrodestra, tanto più bassa è la capacità di Leu di ottenere i voti del suo bacino potenziale. Questo fenomeno è particolarmente evidente nei collegi in cui il centrosinistra è competitivo per la vittoria e che erano particolarmente competitivi nel 2018. In questi casi, l'effetto di penalizzazione su Leu è ancora più forte. Tutto ciò conferma ulteriormente l'esistenza di effetti maggioritari causati dalla legge elettorale Rosato sugli elettori. Da un punto di vista storico, si è passati da un sistema politico polarizzato ad un bipolarismo, in cui il centro-sinistra e il centro-destra si contendono il potere. Questo cambiamento è stato determinato principalmente dall'ascesa del Movimento 5 Stelle, che ha saputo catalizzare la protesta elettorale non solo in Italia, ma anche in altri paesi europei. In conclusione, la frammentazione del panorama politico italiano ha avuto un impatto significativo sul successo elettorale del centrosinistra e in particolare di Leu. La presenza di effetti maggioritari e la competizione con il centrodestra hanno ridotto la capacità di Leu di ottenere voti nel suo bacino potenziale.erano più soddisfatti dei due centri, si arrivò quindi ad una sorta di tripolarismo. Le conseguenze dei terremoti elettorali 2013-2018. Il sistema partitico si sta de-istituzionalizzando? L'istituzionalizzazione di un sistema partitico "è il processo attraverso il quale le interazioni tra i partiti diventano stabili e prevedibili nel corso del tempo" (Casal Bértoa 2014). Dunque, i 3 indicatori in base ai quali è possibile rilevare empiricamente il livello di istituzionalizzazione di un sistema partitico sono: 1. Stabilità (misurata attraverso l'indice di volatilità) 2. Prevedibilità (misurata attraverso l'indice di innovazione) 3. Tempo (di cui si tiene conto adottando una prospettiva diacronica) Dove procedere con tale rilevazione? Dove si concretizza un sistema partitico (dove c'è interazione tra partiti), nelle 3 arene (elettorale, parlamentare, governativa) in cui quindi, i partiti.roale, parlamentare e governativo - ci permette di comprendere meglio la dinamica del sistema politico italiano. Durante la prima repubblica, il sistema partitico era relativamente stabile e prevedibile, con un'istituzionalizzazione dei partiti. Tuttavia, con l'avvento della seconda repubblica, si è verificata una maggiore volatilità e instabilità, evidenziata dall'aumento dell'indice di volatilità nel 1994, durante il periodo di Tangentopoli e l'entrata di nuovi partiti nella scena politica italiana. Un altro picco di instabilità si è verificato nel 2013 con l'entrata in scena del Movimento 5 Stelle. Questa instabilità si riflette anche nell'arena parlamentare, dove i voti si traducono in seggi e i partiti interagiscono per formare il governo. Alcuni partiti accedono al governo, mentre altri rimangono all'opposizione. In conclusione, l'analisi di questi indicatori ci aiuta a comprendere meglio la complessità e la dinamica del sistema politico italiano.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
35 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher antlup di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sistema politico italiano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Chiaramonte Alessandro.