Anteprima
Vedrai una selezione di 11 pagine su 48
Seminario dinamiche intrapsichiche e psichiche in contesti giudiziari Pag. 1 Seminario dinamiche intrapsichiche e psichiche in contesti giudiziari Pag. 2
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Seminario dinamiche intrapsichiche e psichiche in contesti giudiziari Pag. 6
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Seminario dinamiche intrapsichiche e psichiche in contesti giudiziari Pag. 11
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Seminario dinamiche intrapsichiche e psichiche in contesti giudiziari Pag. 16
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Seminario dinamiche intrapsichiche e psichiche in contesti giudiziari Pag. 21
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Seminario dinamiche intrapsichiche e psichiche in contesti giudiziari Pag. 26
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Seminario dinamiche intrapsichiche e psichiche in contesti giudiziari Pag. 31
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Seminario dinamiche intrapsichiche e psichiche in contesti giudiziari Pag. 36
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Seminario dinamiche intrapsichiche e psichiche in contesti giudiziari Pag. 41
Anteprima di 11 pagg. su 48.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Seminario dinamiche intrapsichiche e psichiche in contesti giudiziari Pag. 46
1 su 48
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LA RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI

Nelle lezioni successive approfondiremo i differenti contesti giuridici in cui può essere richiesto una valutazione psicologica, ma indipendentemente dall'oggetto di valutazione il lavoro peritale deve fondarsi su una efficace raccolta di informazioni più rilevanti ai fini della perizia stessa. Ovviamente i differenti contesti di intervento (es. collaborativo vs non collaborativo), l'età dei soggetti implicati, il tipo di quesito che è stato posto, influenzeranno le metodologie adottate, ma vi sono alcuni elementi comuni che è bene prendere in considerazione.

QUANTITÀ E QUALITÀ DELLE INFORMAZIONI

Innanzitutto occorre ricordare che la quantità e la qualità delle informazioni raccolte in ambito peritale è molto importante, sia ai fini di una prima sintesi valutativa sia per lo sviluppo dei successivi processi decisionali.

Quantità: Nell'indagine peritale dovrebbero essere...

Raccolte il maggior numero di informazioni possibili. La parzialità o ristrettezza delle informazioni raccolte può infatti condurre a inferenze indebite da parte di chi deve formulare delle scelte. Un eccesso di informazione tuttavia può ostacolare invece che favorire il processo decisionale, creando confusione.

Qualità: Prestare attenzione alla quantità delle informazioni raccolte non è sufficiente. Potrebbero infatti essere date molte informazioni ma poco rilevanti. Nell'iter peritale devono infatti essere raccolte informazioni necessarie e sufficienti a sostenere i processi cognitivi di integrazione e valutazione del consulente, ma anche utili a sviluppare il processo di rappresentazione del caso determinante al momento della decisione.

Bisogna porre la massima attenzione alle procedure e ai criteri di selezione ed organizzazione delle informazioni, consapevoli che ogni attività cognitiva si basa su operazioni di esclusione/inclusione di

alcuni elementi di realtà e si apre quindi al potenziale rischio di distorsione. L'analisi della realtà è inevitabilmente un processo selettivo, secondo criteri che si pongono a differenti livelli di consapevolezza, in relazione agli obiettivi, al contesto e ai costrutti mentali dell'osservatore. Nella raccolta delle informazioni in ambito peritale è necessaria una profonda consapevolezza dei modelli teorici e delle ipotesi diagnostiche che sostengono la raccolta delle informazioni e una loro chiara esplicitazione. Solo in questo modo è possibile confrontare le diverse rappresentazioni dei problemi che facilmente emergono nelle situazioni di conflittualità. Se nel setting terapeutico la compresenza di ipotesi differenti è funzionale al miglioramento dei livelli di benessere dei pazienti, in quello giuridico occorre individuare con chiarezza quelle più produttive sul piano euristico. La raccolta delle informazioni deve pertantoconsentire al perito di formulare ipotesi, verificarle e vagliarne di alternative. In aggiunta, non bisogna dimenticare che le domande poste dai clinici tendono inevitabilmente a modificare la percezione della realtà da parte dei soggetti valutati. Attraverso un processo dinamico di reciproci rinforzi, osservato e osservatore arrivano gradualmente a selezionare aspetti comuni della realtà, orientando insieme la propria attenzione selettiva. È in tale processo che il percorso diagnostico può trasformarsi in un percorso di cambiamento utilizzato anche in contesti terapeutici. Accanto agli scopi, alle ipotesi e ai contesti, anche gli strumenti scelti determinano il tipo di informazioni che è possibile raccogliere. Limiti e potenzialità degli strumenti psicologici devono essere ben chiari al perito al fine di adempiere al suo mandato. CARATTERISTICHE DELLE INFORMAZIONI -INFORMAZIONI COME DIFFERENZA: Bateson (1976) sosteneva che ciò che intendiamo per informazione è la differenza che fa la differenza.

informazione è una differenza che produce una differenza. Ciò implica che il significato di una data informazione si basa sul confronto con altri valori o informazioni di riferimento, a volte non del tutto consapevoli al soggetto e che risentono di variabili culturali. À es. "la signora ebbe un figlio molto giovane" à 15 anni sono per noi pochi, ma in altre culture possono non esserlo.

CARATTERISTICHE DELLE -INFORMAZIONI

INFORMAZIONI COME RIDONDANZA: La ripetizione sistematica di un elemento o di una sequenza di elementi permette di distinguere il rumore di fondo da ciò che ha significato. Tale ridondanza può avvenire mediante canali o in tempi differenti. In ambito giuridico, focalizzare l'attenzione sugli elementi ridondanti può portare all'individuazione delle informazioni significative, indipendentemente dall'approccio teorico del perito.

STRUMENTI DI RACCOLTA INFORMAZIONI IN AMBITO PERITALE

Indiretti: l'esame

di discussione durante il colloquio. Lo stile direttivo implica che l'operatore guidi attivamente la conversazione, ponendo domande specifiche e fornendo indicazioni sulle tematiche da affrontare. Questo approccio può essere utile quando si desidera ottenere informazioni precise e dettagliate, ma può anche limitare la libertà di espressione dell'interlocutore. L'OSSERVAZIONE STRUTTURATA L'osservazione strutturata è un metodo di raccolta dati che prevede l'osservazione sistematica di comportamenti e interazioni in un contesto specifico. Durante l'osservazione, l'operatore utilizza una griglia o un protocollo predefinito per registrare e categorizzare i comportamenti osservati. Questo metodo è particolarmente utile quando si desidera ottenere informazioni oggettive e ripetibili, ma può essere influenzato dalla presenza dell'operatore stesso e dalla sua interpretazione dei comportamenti osservati. IL TEST Il test è uno strumento di valutazione psicologica che prevede la somministrazione di compiti o quesiti specifici al soggetto. I test possono essere di diversi tipi, come test di intelligenza, test di personalità o test di abilità. Durante la somministrazione del test, l'operatore segue delle istruzioni precise e registra le risposte del soggetto. I test sono utilizzati per ottenere informazioni standardizzate e confrontabili tra diversi individui, ma possono essere influenzati da variabili come l'ansia o la motivazione del soggetto. In conclusione, il colloquio, l'osservazione strutturata e il test sono strumenti fondamentali nella raccolta di informazioni in ambito psicologico e giuridico. Ognuno di essi ha caratteristiche specifiche e può essere utilizzato in base alle esigenze e agli obiettivi della valutazione.

trattati durante la conversazione e di amministrare i turni di parola. Un conduttore direttivo rispetta cinque regole, che non vengono esplicitate ma sono inderogabili (Leonardi e Viaro 1999):

  1. stabilisce i temi della conversazione
  2. regola i turni di parola eventualmente anche interrompendo chi parla
  3. riassume, commenta e glossa i contenuti del discorso
  4. è l'unico in grado di sospendere e concludere la conversazione

Tale stile non preclude tuttavia l'assunzione di un atteggiamento di partecipazione empatica e di ascolto attivo, associato all'emissione di feedback non verbali, riprese ad eco, riassunti, etc, mirate a mettere a proprio agio l'ascoltatore e favorire il processo di comprensione. Serve però che il perito traduca in termini descrittivi la dimensione di fermezza e centratura sulle informazioni al fine di effettuare una raccolta ricca ma anche limitata nel tempo. Nel colloquio direttivo possono essere utilizzate differenti tipi di

domande:

  • Grammaticale:
    • Domande ad alternative (finite, comparative/indefinite)
    • Domande chiuse (si/no)
    • Domande parentetiche (es: è giusto?)
  • Contenuto:
    • Domande categoriche
    • Domande ipotetiche
    • Domande circolari
  • Sequenza conversazionale:
    • Domande tema
    • Richieste di correzione
    • Domande informative

Ciascun tipo di domanda ha effetti diversi sia sulla sequenza conversazionale sia sulla qualità delle informazioni che sono in grado di fare emergere. Le domande ad alternative ad esempio permettono di stringere progressivamente le differenze più rilevanti, ma richiedono un'analisi attenta delle alternative offerte perché non siano fuorvianti suggestive. Le domande ipotetiche generano nuove possibilità di organizzazione delle informazioni e vanno strategicamente utilizzate quando è utile sondare aspettative e prefigurazioni dei soggetti o quando si vogliono esplorare ipotesi alternative a quelle che guidano la raccolta delle informazioni.

presenza di più persona possono essere molto utili le domande circolari (Selvini et al., 1980), di approccio sistemico, che consistono nel chiedere ad uno dei presenti di valutare la relazione che intercorre tra le altre persone. I feedback (verbali e non verbali) degli interessati sono in questo caso le informazioni più rilevanti, che informano di più dei contenuti diretti espressi da chi risponde alla domanda. Occorre riflettere accuratamente sul tipo di informazione su cui si sta lavorando e il grado di falsificabilità intrinseco ai differenti tipi di informazioni. Tale aspetto risulta fondamentale in sede penale ad esempio, quando si è chiamati a valutare i contenuti di una testimonianza, come approfondiremo più avanti.

Informazioni mediate: Comprendono atteggiamenti, intenzioni, emozioni e sentimenti. Non sono verificabili in quanto formulazioni sintetiche e soggettive di stati interni. Sono frequenti nelle descrizioni degli stati intersoggettivi e

spesso tendono a sostituire quelle non mediate.

Informazioni non mediate: Comprendono eventi, comportamenti, contenuti verbali osservabili dal perito

INFORMAZIONI VERBALI E NON VERBALI CANALI DELLA COMUNICAZIONE

Verbale: LIVELLO del CONTENUTO Prevalentemente consapevole e controllabile

Vocale: TONO, VOLUME, VELOCITÀ e RITMO dell'ELOQUIO; PAUSE e SILENZI Relativamente consapevole e controllabile

Non verbale: GESTUALITÀ MIMICA PROSSEMICA Difficilmente consapevole e controllabile. 2 e 3 Veicolano INTENZIONI ED ESPRESSIONE EMOTIVA Il come prevale sul cosa.

FUNZIONI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE

  1. METAFUNZIONE RELAZIONALE

La CNV partecipa in modo attivo e autonomo insieme al sistema linguistico a generare e produrre i significati degli atti comunicativi. La CNV fornisce una rappresentazione spaziale e motoria della realtà, ma non veicola aspetti proposizionali, tipici del linguaggio. Ha inoltre dei limiti: presenta infatti un grado limitato di convenzionalizzazione e non vi

È un insegnamento sistematico dei sistemi non verbali di significazione. È infatti lasciata a forme di apprendimento latenti ed implicite, che si intracciano nelle interazioni quotidiane. Alla CNV è tuttavia affidata in modo predominante la componente relazionale della comunicazione (il COME è comunicato), associata ad una funzione di base o metafunzione. I segnali non verbali servono a generare e sviluppare la relazione interpersonale. Servono inoltre a mantenere e rinnovare le relazioni, rinegoziando ruoli e significati. Possono sancire il cambiamento in atto di una relazione durante l’interazione, o la sua estinzione e rottura. L’efficacia relazionale della CNV dipende dalla stretta connessione tra interazione e relazione. I sistemi NV qualificano le singole interazioni e influenzano i modelli relazionali in essere tra i partecipanti. I sistemi NV sono in parte appresi dalla cultura di appartenenza e modificabili nel tempo. 2) FUNZIONI PSICOLOGICHE a) Manifestazione

MANIFESTAZION

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
48 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marti17__ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Seminario dinamiche psichiche e intrapsichiche in contesti giudiziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Procaccia Rossella.