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GUERCINO (GIOVANNI FRANCESCO BARBIERI)
Matrimonio mistico di Santa Caterina, (1620), Berlino, Staatliche Museen
Egli è un po’ autodidatta, nato vicino a Ferrara, da bambino più piccolo aveva
già affrescato la casa. Guercino è un pittore intimamente probo, virilmente
sano, senza rozzezze; le sue opere si distinguono per gentile grazia morale, per
tranquilla e libera grandiosità, e per un che di particolare che consente,
all'occhio appena esercitato, di riconoscerle al primo sguardo. La levità, la
purezza e la perfezione del suo pennello sono stupefacenti. Per i panneggi usa
colori particolarmente belli, con mezze tinte bruno-rossicce, assai ben
armonizzanti con l'azzurro che pure predilige.
-In quest’opera: Si nota come lui è attratto dall’uso della luce, Madonna rivolge
lo sguardo alla santa.
Et in Arcadia Ego, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica, (1618-1622)
Può tradursi letteralmente: Anche in Arcadia io. Paradiso terrestre, esiste la
morte.
Filone misterioso, allegorico con forti contrasti di luce e con lo scopo di
creare cielo con colore livido. Teschio: simbologia della vanitas.
Sansone catturato dai Filistei, New York, Metropolitan Museum, (1619)
Si torna a pose contorte, i personaggi si ammucchiano, no composizioni
spaziose, idea di tornare ad una caotica di figure.
La toilette di Venere, Collezione privata, (1622-1623)
Qui si notano i puttini che portano i fiori e si occupano della toilette di
Venere, poi vi sono le ancelle e Guercino rompe la composizione dei
personaggi.
Vestizione di San Guglielmo d’Aquitania, Bologna, Pinacoteca Nazionale,
(1620)
Idea di apparizioni quasi teatrali, composizione divisa in due parti: parte
sopra, Madonna con bambino, parte sotto, Guglielmo nell’atto di deporre la
spada e ricevere l’abito monastico del vescovo. Le figure emergono grazie ai
tocchi di luce che le fanno risaltare, pose particolarmente azzardate,
teatralità dei gesti con apparizione dell’angelo sospeso sulle nuvole.
Cristo appare alla madre, Cento, Pinacoteca Civica, (1628-1630)
Apprezzato tanto dalla critica del passato, corpi costruiti, rapporto tra madre
e figlio, posa statuaria ( Cristo) e sembra che stesse facendo un passo,
movimento bloccato, ma l’idea del fluttuare c’è, drappeggio che avvolge il
Cristo, uso del fondo scuro.
La morte di Didone, Roma, Galleria Spada, (1631)
Dipinto rifiutato, non apprezzato, scena drammatica con figure che piangono
e figure indifferenti, idea di vestire alla moda barocca, si nota che non tutti i
personaggi partecipano alla drammaticità della scena e lasciano perplessi il
pubblico dell’epoca.
Aurora, Roma, Casino Ludovisi, (1621)
L’Aurora del Guercino è un affresco a tempera e rappresenta l’antitesi di
quella dipinta da Guido Reni nel Casino Rospigliosi raffigurante l'Aurora,
giovane Dea, che avanza su un carro tirato da due cavalli , mentre la notte
fugge davanti a lei e un genio in volo, incorona Aurora di fiori mentre un
altro, sul carro, sparge fiori tutt’intorno; da una parte, sul letto, è il vecchio
marito Titone; in alto, tre giovani donne raffigurano altrettante stelle, una
delle quali versa rugiada da un’urna.
Il carro di Eos passa velocemente sopra le architetture che vengono viste
con prospettiva illusionistica aperte verso il cielo. I colori sono purissimi e
culminano nella pezzatura del manto dei cavalli che con foga trainano il
carro. L’impronta barocca si unisce all’influenza della pittura veneziana.
L’artista vuole rappresentare non semplicemente il sorgere di un qualunque
nuovo giorno, ma allegoricamente l’alba di una nuova era di gloria per la
famiglia Ludovisi.
Roma, Casino Ludovisi: Si tratta di una palazzina cinquecentesca alla quale,
nel 1858, venne aggiunto un avancorpo su ogni braccio, conferendole così una
pianta cruciforme.
L’edificio è ciò che rimane della Villa Ludovisi fatta costruire nel 1662 dal
cardinale Ludovico Ludovisi sugli "horti Sallustiani", a testimonianza degli
antichi splendori. All’interno dell’edificio, nella Sala dell'Aurora, si ammira il
celebre affresco a tempera del Guercino, raffigurante l'Aurora che avanza su un
carro spargendo fiori.
Lunetta con la Notte ( rappresenta delle figure che dormono)
Ritratto di Papa Gregorio XV, Los Angeles, J.Paul Getty Museum, (1622-1623)
È stato uno dei suoi grandi committenti, ritratti che basano più alla
psicologia che ad altro.
Un altro esempio è: Ritratto di Fra Bonaventura, detto “ Il Pittorino”, si fa
ritratte di fronte alla biblioteca con un disegno del volto di una donna in
mano.
LUCA GIORDANO
È un pittore italiano, nasce a Napoli ed è conosciuto anche con il
soprannome di “Luca Fapresto”. Il soprannome era tuttavia dato anche per
la sua sorprendente velocità nel copiare i grandi maestri del Cinquecento,
tra cui Raffaello, Tiziano e Paolo Veronese, ma guardando anche al
naturalismo di Caravaggio e Jusepe de Ribera e agli apripista del barocco
come Pieter Paul Rubens, Giovanni Lanfranco e Pietro da Cortona.
San Gennaro intercede presso la Vergine, Cristo e il Padre Eterno per la
peste, Napoli Capodimonte, (1656)
Vi è forte drammaticità (vedi la scena che si svolge in basso), cambia la
luminosità, presenza di una gamma cromatica, si nota la nube che trasporta
San Gennaro verso la Vergine, composizioni complesse, articolate, gusto del
colore e della pittura.
Crocifissione di San Pietro, Venezia, Accademia, (1660 circa).
Dipinto proveniente dallo studio di José de Ribera che testimonia la precoce
maturità dell'artista napoletano in quanto eseguito a soli 28 anni. Lo stile di
pittura luminoso e fluido anticipa lo sviluppo della pittura veneziana del XVIII
secolo.
Scena drammatica, crocifissione issata in quel momento. San Pietro si fa
crocefiggere a testa in giù in segno di umiltà nei confronti di Cristo. Il cielo si
apre alla vista dei putti e lo scenario fumoso che contrasta con i personaggi
crea un effetto di continuo movimento e dunque di forte realismo.
Santi patroni di Napoli adorano il crocefisso, Napoli Capodimonte, (1660-
1661)
Il crocefisso è storto, composizioni molto intricate, con elemento che porta
disequilibrio, perdita di simmetria, senso di qualcosa che crolla.
San Michele Arcangelo, Berlino, Staatliche Museen, (1663 circa)
Movimento dato dal panneggio, posa traballante, idea di circolarità, si può
notare il rapporto d’intreccio dei corpi dei diavoli e dell’arcangelo che gli
cammina sopra.
Venere e Marte sopresi da Vulcano, Vienna, Akademie der bildenden Künste
Vulcano che arriva ( non che prima non si accorgeva) , forti contrasti di luce,
alcune parti dell’opera rimangono in ombra, È un tipo di iconografia
inusuale, che coglie il momento in cui Vulcano ha solo in parte imprigionato i
due amanti, legati nelle gambe, ma non del tutto impediti nei loro
movimenti. Il suo aspetto si distacca, sia nelle sembianze, sia
nell’espressione, da quello di Marte e Venere, che, pur sorpresi e intimiditi,
non hanno atteggiamenti di rancore. Sotto di lui sono poste le armi che
Marte ha tolto nel momento dell’incontro con la dea. Nel cielo un po’ scuro,
per le nubi che rendono turbato l’ambiente, si trova un gruppo di divinità,
verso le quali si rivolgono Venere e il puttino. Più lontano, non identificabili
individualmente, sono raffigurate molte altre divinità, maschili e femminili,
che sono accorse prontamente alla richiesta di Vulcano, per divertirsi alle
spalle dei due colpevoli.
Perseo combatte contro Fineo e i suoi compagni, Londra, National Gallery,
(1670 circa)
Scena di battaglia, corpi che si mescolano, le composizioni perdono
chiarezza, armonia ( come invece è presente all’inizio del ‘600), verso la fine
del ‘600, le composizioni diventano più complesse, confusionarie e
articolate. Perseo per sconfiggerlo, gli offre la testa della medusa girata.
Trionfo di Galatea, San Pietroburgo, Hermitage, (1675-1677)
Qui sembrano composizioni tizianesche, ma sempre con figure mitologiche;
intreccio di corpi che ricopre la composizione, angeli in cielo.
Giove e l’apoteosi dei Medici, Firenze, Palazzo Medici Riccardi, (1680-1690)
Ai lati della grande volta vi sono le Virtù Cardinali rappresentare da figure
allegoriche. Agli angoli, invece, si trovano illustrati i Vizi. Sui bordi prendono
posto otto episodi mitologici. Infine, al centro del soffitto vi sono quattro
storie tra le quali Giove e l’Apoteosi della dinastia dei Medici. In questo
episodio, il più importante, Giove assiste alla presentazione dei protagonisti.
Il dio si trova assiso in alto su di un cumulo di nubi, circondato da alcuni
personaggi tra i quali alcuni componenti della famiglia. Cosimo III de’ Medici,
Granduca di Toscana è rappresentato in piedi con un leone ai piedi. Su due
cavalli bianchi vi sono i suoi figli. L’intero affresco offre una lettura scenica di
tipo teatrale grazie ad alcuni espedienti compositivi che creano una sorta di
palcoscenico. Infatti, i numerosi gruppi di personaggi interagiscono e
catturano lo spettatore attraverso la loro gestualità enfatizzata e la
caratterizzazione fisica. Lo scopo principale divenne, così, quello di creare
un grande senso illusionistico di sfondamento architettonico e di
movimentare la scena mediante animate composizioni teatrali. Al centro del
dipinto, il cielo, le nuvole vaporose e i personaggi che si librano in volo, sono
dipinti con colori molto chiari. Le vesti dei diversi personaggi distribuiscono
su tutta la scena colori molto saturi e vivi che catturano l’attenzione di chi
guarda.
Trionfo di Giuditta, Napoli, Certosa di San Marino, (1702 circa)
Figure di santi che si ammassano,
ultimo capolavoro di Luca Giordano, l’eleganza, leggerezza di materia e
colore, luminosità
di quest’opera sono in contrapposizione con i colori forti tipici del barocco, e
sembra alleggerire di moltissimo la tematica biblica, facendo prevalere la
componente ornamentale. Una rappresentazione di grande potenza pittorica
completata da figure allegoriche, angeli, nuvole, ad amplificare la
leggerezza dell’affresco e la spinta verso l’alto in modo da elevare lo spirito
verso Dio rappresentato al centro della volta. A completare il complesso di
figure in movimento che danno la sensazione di un turbinio e il rapimento in
un vortice dello spettatore, gli israeliti che combattono e vincono gli
amaleciti, un popolo discendente da Sem, figlio di Noé. Giuditta è un
personaggio biblico che nel rinascimento ha avu