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A questo punto l’eroe, vedendo arrivare la sorella disperata, non riesce a trattenere
l’estrema indignazione che prova per questa scena e trafigge la fanciulla e la uccide
pronunciando parole leggendarie.
“Raggiungi il tuo fidanzato, tu che hai dimenticato i fratelli sia morti che vivi, tu che
hai dimenticato la patria che oggi ha prevalso anche a costo della morte del tuo
fidanzato e in questo stesso modo perisca qualsiasi altra donna che pianga il nostro
nemico”
Risvolto giuridico interessante : pur nel culmine di questa giornata di eroismo e
gioia collettivo, l’Orazio si tende responsabile di un gravissimo delitto.
Sulla folla scende il silenzio perché il popolo (senatori e plebe) è esterrefatto e
indignato per la reazione incontrollata e inconsulta dell’Orazio; certo, è il loro eroe ma
ha appena ucciso la sorella.
L’Orazio viene condotto davanti al Re per essere giudica, viene tratto a processo: il Re
convoca l’assemblea del popolo e dichiara l’istituzione di una magistratura, istituzione
dei duumviri perduellionis, perché questi dovranno giudicare Orazio per tradimento.
ACCUSA che viene formulata davanti al popolo nei suoi confronti: ALTO TRADIMENTO e
non omicidio.
L’alto tradimento risultava punito da una lex horrendi carminis: prevedeva una
punizione spaventosa - stabilisce che i duumviri debbano giudicare di alto tradimento,
se viene dichiarato colpevole potrà appellarsi al popolo (diritto di provocatio) per
sovvertire l’esito della condanna. Se questo tentativo non vada a buon fine e quindi la
sentenza rimanga confermata, allora al reo deve essere coperto il capo e deve essere
appeso con una fune ad un arbor infelix, ossia albero che non produce frutto (pianta
quasi maledetta perché non fa ciò che la natura richiede); deve, inoltre, essere
frustato fino alla morte.
Le sorti dell’Orazio rischiano di capovolgersi, tra salvatore della patria a traditore della
patria. Il processo si apre e i duumviri accertano le l’Orazio è colpevole e lo
condannano a subire la pena, MA prima che l’esecuzione abbia luogo lui si appella al
popolo – diritto di provocatio.
L’assemblea si riunisce e inizialmente non è molto bendisposta nei suoi confronti
PERO’ viene commossa dai discorsi del padre degli Orazi:
- “è un atto dovuto, come padre l’avrei fatto anch’io”, giusta la morte della figlia
- “ho già perso due dei miei figli, quello che mi rimane è quello a processo”,
argomento che fa leva sul sacrificio verso il bene comune e sulla pietà che deve
avere la patria nei confronti dell’ultimo superstite.
Il popolo finisce per assolvere l’Orazio, più per l’ammirazione che aveva l’assemblea
della famiglia.
Non viene quindi messo a morte MA il crimine che ha commesso deve in qualche
modo essere espiato: la collettività dà ordine di compiere sacrifici espiatori a spese
proprie e a vantaggio delle divinità + fa passare l’Orazio sotto ad una sorta di giogo
costituito da una trave che attraversava la strada con il capo coperto – umiliazione.
Giogo – simbolo di sottomissione, messo di solito ai buoi.
Altro retroscena di questa seconda parte: l’idea che, essendosi sostituito al padre e
agli organi della civitas, l’Orazio volesse prendersi un ruolo che non gli competeva –
quello di dittatore, di tiranno. C’era questo timore.
Orazio si è calato in un ruolo che non gli compete punendo la sorella traditrice della
patria (anche essa stessa): si è sostituito al padre e poi alla patria.
Preoccupazione che affiora molto spesso nella storia romana: es. Furio Camillo –
nominato dittatore romano (dittatura – magistratura con un tempo definito per
fronteggiare emergenze che derivino da attacchi esterni o disordini interni). Ebbe
grande successo ma osò entrare a Roma trainato da cavalli bianchi (simbolo assimilato
non al dittatore ma al tiranno agli occhi dei romani), per questo nacque il sospetto che
Furio volesse superare i limiti e lo mandarono quindi in esilio.
Garofalo nel saggio si occupa del quadro di Jacques Louis David, “Giuramento degli
Orazi”. 26 aprile 2021
SAGGIO Garofalo che si occupa del quadro di J. L. David “Giuramento degli Orazi”
Dipinto immerso in una specifica epoca storica
I tre gemelli con saluto militare giurano sulle spade tenute dal padre; il padre ha una
figura plastica che esprime determinazione e forza
Al lato opposto i sentimenti che prevalgono sono di tipo diverso: disperazione e
sconforto a cui si abbandonano le tre donne.
Uno dei bambini, pur tenuto in disparte e protetto, vuole assistere alla scena che
prepara lo scontro eroico dei tre ragazzi.
L’animo femminile non riesce a reggere la scena degli uomini.
Episodio non è a rigore della tradizione Liviana: J. L. David non rappresenta lo scontro
vero e proprio ma rappresenta l’episodio antecedente alla battaglia come a farci
vedere il prima della sfida che vedrà i tre orazi protagonisti.
J. L. David tiene conto della storia? I littori riportano a Bruto i corpi dei figli”.
Disamina di questo quadro e di quello de “ 28 aprile 2021
L’INDISPONIBILITÀ DEL CORPO
Partendo da una ricerca assegnata che riguardava un brocardo latino, la prof.ssa si è
accorta come in realtà possa aver avuto origine e significato diverso rispetto a quello
che gli viene tradizionalmente assegnato.
“nessuno sembra padrone del proprio corpo/delle proprie membra” si condensa questa
idea di indisponibilità del copro in forza della quale ciascuna persona non avrebbe una
proprietà/diritto reale/capacità di disporre del proprio corpo.
Incontrerebbe quindi dei limiti che impedirebbero di fare tutto ciò che si vuole di sé
stessi.
Ci viene in mente la regola consacrata all’art. 5 cc: vieta atti di disposizione del
proprio corpo quando incidano in modo sostanziale e irreversibile sulla funzionalità
del corpo e quando siano contrari all’ordine pubblico, al buon costume ecc.
«Gli atti di disposizione del proprio corpo sono vietati quando cagionino una
diminuzione permanente della integrità fisica, o quando siano altrimenti contrari alla
legge, all’ordine pubblico o al buon costume »
Questa regola impedisce all’individuo di fare ciò che desidera della propria materialità
corporea.
Ci vengono in mente anche altre regole o disposizioni da trarre non solo dal cc, ma
anche dal cp: «chiunque cagiona la morte di un
art. 579 cp omicidio del consenziente,
uomo, con consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni .»
«chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di
art. 580 cp,
suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, è punito, se il
suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni »
Se andiamo a vedere altri paesi, vediamo applicazioni di questo principio che appaiono
addirittura paradossali.
CASO: Regno Unito, House of Lords, Queen vs. Bentham
Rapinatore che simula una pistola, ci si chiede se possedere due dita che simulano
una pistola può essere un’aggravante? Nessuno può essere considerato proprietario
delle proprie membra e quindi non possiede nemmeno le due dita, ecco che allora non
è possibile attuare l’aggravante.
Applicazione del principio che viene direttamente richiamata ed effettuata per questo
scopo di dirimere un caso concreto piuttosto singolare.
CASO: 2010, Consiglio di Stato Colombiano.
Problema della donazione organi, in particolare trarre proventi economici dalla vendita
di propri organi.
CASO: Italia, Cassazione penale, ordinanza Antinori (ginecologo), n. 39541/2016
Ha asportato contro la volontà delle dirette interessate degli ovuli per poi farne
oggetto di fecondazione e successivo impianto.
Come si inquadra la fattispecie delittuosa rispetto all’esportazione contro il diretto
interessato di parti del corpo? Ci si è chiesti se si possa, ad esempio, parlare di un
furto; o ho arrecato solo una lesione?
Le parti del copro umano diventano cose solo dopo essere state separate: es. ovulo,
placenta, rene, sangue ecc. Ma non sono tali, queste parti, finché sono ancora unite al
resto della persona.
Di conseguenza il prelievo forzoso non rientra nei delitti contro il patrimonio come la
rapina, MA ricade nei delitti contro la persona e in particolare nelle lesioni personali
della diretta interessata. Il ginecologo pregiudica l’integrità psicofisica.
CASO: Corte Costituzionale 2019 Dj Fabo
- Kant
- Documento romano/latino
- Richiamo che si fa al tema dell’indisponibilità del corpo sul tema della tortura
(Beccaria)
1500 Francesco Casoni, di Oderzo, affrontò il viaggio per studiare giurisprudenza a
Padova. Laureato in diritto canonico e civile. Fu autore di un’opera, di un trattato che
faceva riferimento ai giudizi e alle pene e alle torture che erano in voga ai suoi tempi.
Si pensa che l’interessarsi al tema in maniera così scientifica lo preservasse da
ritorsioni e invece, una volta tornato verso Oderzo, fu a sua volta sottoposto ad
inquisizione e gli si prospettò concretamente il rischio di essere torturato.
In realtà poi a tortura non fu sottoposto perché considerato fisicamente incapace.
Accusa comunque piuttosto strumentale perché si era permesso di criticare una
pratica diffusa all’epoca.
Si imbatte anche lui nella regola di Ulpiano e ne desume che così come il diritto
interessato non dispone del proprio copro, così anche l’autorità pubblica non può
disporre. Nessuno può intromettersi nel rapporto tra l’interessato e proprio corpo.
L’opera di Casoni faceva sicuramente parte della biblioteca di Alessandro Manzoni
perché Manzoni cita questo giurista: questo significa che l’opera circolava anche a
distanza di due secoli. Questo collegamento interessa perché Beccaria (studioso di cui
abbiamo parlato prima) era imparentato con Manzoni.
MA
Possono i romani essersi posti il dubbio della proprietà/della dominus, della persona
sul proprio copro e membra?
Analizzando il brocardo di Ulpiano andiamo a vedere come questo sia inserito in un
frammento del Digesto in cui si dice: “l’uomo libero ha a proprio vantaggio, in nome
proprio, un’azione utile modellata su quella della lex aquilia” – l’uomo libero non può
esercitare direttamente l’azione delle lex aquilia ma una modellata su quella.
Ulpiano sta analizzando questo problema della concessione utile della lex aquilia: dice
perché nessuno è
che non è possibile dare all’uomo l’a