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VALUTAZIONE DEL COSTO AMMORTIZZATO

Significa tener conto di ogni differenza tra il valore nominale a scadenza e valore attuale di un credito e procedere ad ammortizzare tale differenza lungo la vita del credito stesso. In presenza di IVA si procede come illustrato nel PC OIC n.15, esempio illustrato 1A, nell'appendice.

ECCEZIONI: QUANDO NON SI APPLICA IL CRITERIO DEL COSTO AMMORTIZATO

Non si applica questo criterio quando gli effetti sono irrilevanti; questo può avvenire per due motivi: o il costo del denaro è basso, o l'intervallo temporale è breve (es. i crediti a breve termine). Per i bilanci abbreviati, dunque per le imprese di medio-piccole dimensioni, Art. 2435-bis CC. Per i bilanci delle micro-imprese, Art. 2435 CC ter.

LA SVALUTAZIONE CREDITI

Devo tenere conto anche della probabilità di non riscossione dei crediti che ho. Al fine di stimare il fondo svalutazione crediti, una società deve...

valutare se sussistano degli indicatori che facciano ritenere probabile che un credito abbia perso valore. I principi contabili danno qualche idea di indicatore: - Significative difficoltà finanziarie del debitore - Mancato pagamento degli interessi o del capitale - Sussiste la probabilità che il debitore dichiari fallimento o attivi altre procedure di ri-strutturazione finanziaria Ci può essere una crisi economica nel settore della clientela. Ci sono poi due approcci possibili: 1. Fare la verifica per ciascun credito, vedere se verrà pagato o meno, verificare l'andamento degli anni scorsi anche nella centrale rischi tenuta presso la Banca d'Italia. 2. Fare la verifica sintetica a livello di portafoglio crediti; ad esempio se nei tre anni precedenti ho perso il 3% io vado a svalutare per il 3%. Qualunque sia il modo in cui arrivo a determinare le presunte perdite su crediti, io devo andare ad inserirle in bilancio perché devo rettificare.

in CE quel ricavo e perché nel-lo SP i crediti li devo indicare al netto dei fondi di rettifica. Dunque, sotto il profilo contabile:

133 La voce interessata sta nel CE: -> non ha il codice alfanumerico di riferimento perché non ha una collocazione in bilancio

Negli anni successivi:

*Esempio: 134 L’impresa Alfa vanta crediti commerciali per 3 milioni di euro e un fondo svalutazione cre-diti pari a 130mila euro. In data 15 aprile un credito dal valore nominale di 450mila euro si riscuote per:

Hp a) 380mila euro

Hp b) 200mila euro

Hp a):

Hp b):

135 LA SVALUTAZIONE CREDITI PER IL FISCO

Art. 106, comma 1 e 2, Tuir La svalutazione dei crediti per il fisco: è deducibile annualmente nel limite dello 0,50% del valore nominale dei crediti com-merciali in bilancio E’ deducibile finché il relativo fondo ha raggiunto il 5% del valore nominale dei crediti- commerciali in bilancio, è una soglia limite Se in un esercizio l’ammontare complessivo delle svalutazioni eccede

Il 5% del valore nominale dei crediti, l'eccedenza concorre a formare il reddito dell'esercizio stesso. Le variazioni in questo caso sono a livello di dichiarazione dei redditi. LA SVALUTAZIONE DEI CREDITI TRA CC E FISCO Il fondo svalutazione crediti si divide in due parti:
  1. Una parte che il fisco mi riconosce = il fondo dedotto, per la parte di accantonamenti che rientrano nei limiti di cui all'art. 106
  2. Una parte che il fisco non mi riconosce = fondo non dedotto, pari alla differenza tra accantonamenti civilistici e accantonamenti deducibili ex art. 106
NB: il fondo non dedotto, in caso di successivo utilizzo a copertura di perdite su crediti, genera una variazione in diminuzione in dichiarazione dei redditi, onde evitare di perdere definitivamente la quota di accantonamento non dedotta al momento dello stanziamento. Esempio: L'impresa Alfa al 31.12. Vanta crediti commerciali per 10 milioni di euro. Stima un rischio di perdite su crediti per 80mila.

Quindi:-> In sede di dichiarazione dei redditi viene effettuata una variazione in aumento (da utilenetto ad imponibile) per 30mila euro, riferita alla parte di accantonamento non deducibilein quanto superiore allo 0,50% ammesso dal TUIR.L'anno successivo, in data 31.03, l'impresa Alfa riscuote un credito del VN di 350milaeuro per 260mila euro, rilevando una perdita per 90mila euro.

Quindi:-> In sede di dichiarazione dei redditi viene effettuata una variazione in diminuzione (dautile a reddito imponibile) per 30mila euro, riferita alla parte di perdita assorbita dal fondosvalutazione crediti non dedotto.

LE PERDITE SU CREDITI PER IL FISCO

Art. 101, comma 5, Tuir

Le perdite sui crediti sono deducibili:

  • limitatamente alla parte che eccede l'ammontare complessivo delle svalutazioni e degli- accantonamenti dedotti nei precedenti esercizi

Ci sono una serie di condizioni:

  • se risultano da elementi certi e precisi
  • In ogni caso, se il debitorie è assoggettato a

procedure concorsuali- In ogni caso, quando:- - il credito è di modesta entità ed è decorso un periodo di sei mesi dalla scadenza del pagamento- o il diritto alla riscossione del credito è prescritto- o i crediti sono cancellati dal bilancio in applicazione dei principi contabili

INTERESSI DI MORA

Siamo nell'attivo circolante, in particolare ci stiamo sempre occupando dei crediti.

Esiste, a livello nazionale, una norma (che ha recepito una direttiva europea) posta a tutela della parte contrattuale più debole che obbliga al rispetto di certe scadenze nel pagamento di crediti e debiti commerciali; laddove questo non avvenisse scatta in automatico il pagamento di interessi di mora per ritardata liquidazione.

In particolare il d.legislativo 231 prevede che la maturazione degli interessi di mora si maturino automaticamente dal giorno successivo alla scadenza del termine di pagamento.

*Esempio:

La Alfa spia vanta crediti commerciali per 300mila euro

scaduti in data 30/09/x verso laBeta S.r.l: il tasso per l'interesse di mora è pari all'8%. In data 31.12.x: si rilevano interessi di mora di competenza -137. Si svalutano tali interessi del 50% -> 300mila x8%, rapportato a 3 mesi

INTERESSI DI MORA E FISCO

In deroga ai principi generali (al principio della competenza economica) gli interessi di mora concorrono alla formazione del reddito imponibile nell'esercizio in cui sono percepiti o corrisposti.

OPERAZIONI IN VALUTA

Come trattare, al 31.12, tutte quelle poste che sono entrate nel nostro sistema amministrativo in una valuta corrente diversa dall'euro, quindi quelle che potremmo chiamare "differenze di cambio".

Usiamo sempre la trattazione dell'OIC, e partiamo dalla rilevazione iniziale:

- L'Art. 2425 bis CC, comma 2 dice che: i ricavi e proventi, i costi e gli oneri relativi a operazioni in valuta devono essere determinati al cambio corrente alla data nella quale la relativa operazione

è compiuta.*Esempio:In data 15 ottobre è stato fatto un acquisto di merci da un fornitore inglese per 120milasterline. Regolamento a 90 gg, quindi pagamento fissato al 15 gennaio. Ipotizziamo che algiorno dell’operazione il tasso di cambio sia 1 GBP = 1.0955 EUR.Quindi la scrittura è:-> siccome è una importazione non c’è iva. L’importo è dato da 120mila * 1.0955.138*

Esempio2:In data 31.10 vendiamo merci ad un cliente USA per 200mila dollari. Regolamento a 90gg, 31 gennaio. Il tasso di cambio al giorno dell’operazione è 1 USD = 0.9043 EUR.Quindi anche in questo caso:-> 200mila USD * 0.9043

ESEMPIO 3:In data 15.11 viene acquistato un impianto da un fornitore svizzero per 300mila CHF. Re-golamwnto a 60gg, 15 gennaio. Il tasso di cambio al 15.11 è 1 CHF = 0.9149 EUR.Quindi:-> 300mila CHF * 0.9149

VALUTAZIONI E RILEVAZIONI SUCCESSIVE DI OPERAZIONI IN VALUTAArt. 2426 CC comma 1, punto 8 bis

attività e le passività monetarie in valuta sono iscritte al cambio a pronti alla data di chiusura dell’esercizio. Il problema: se io ho rilevato un debito verso fornitori al giorno in cui è sorto ad un determinato tasso di cambio, quel cambio può cambiare e quindi ci può essere la variazione del debito verso fornitori. Quindi il CC mi dice che tutto quello che è espresso in valore monetario deve essere valutato secondo il cambio ufficiale in essere al 31.12. I conseguenti utili o perdite su cambi devono essere imputati al CE e l’eventuale utile netto è accantonato in apposita riserva non distribuibile fino al realizzo (potrebbe esserci una ulteriore variazione del cambio). Le attività e passività in valuta non monetarie devono essere iscritte al cambio vigente al momento del loro acquisto. Quindi quello che non è monetario ed è in bilancio al 31.12 mantiene il valore che gli avevo dato al momento in.

cui l'ho inserito.*Esempio:139Al 31.12 andiamo ad analizzare unicamente le voci monetarie, dunque crediti e debiti:-> il dollaro vale di più; se ho un credito in dollari ed il dollaro si apprezza ci guadagnodalla variazione del tasso di cambio, quindi ho un utile.-> la sterlina ha perso valore rispetto all'euro; se ho un debito in sterline quindi ci ho gua-dagnato, perché il mio debito in euro vale meno.-> il franco svizzero si è rivalutato, avendo io un debito in franchi svizzeri allora questavolta ci perdo.Quindi:1 -> non vado comunque a toccare il CE, il valore di ricamo è fissato al giorno in cui av-viene l'operazione, devo andare a rivedere l'attività monetaria conseguente, ovvero adesempio il credito verso clienti!!!2 -> il mio debito vale meno in euro ed in particolare il debito verso fornitori si è abbassa-to di 672 euro, quel meno davanti al 672 rappresenta per noi un utile.1403 -> a fronte di

Un tasso che ha fatto apprezzare il franco svizzero, il debito verso fornitorivale di più per 1200 euro. Ecco che andiamo a definire il nostro utile o perdita su cambi riferito al 31.12 mettendoinsieme tutte le oscillazioni di valore delle attività o passività correnti in valuta:

Questo è un percorso extracontabile, quindi ora lo dobbiamo rilevare nel nostro sistema amministrativo:

-> il C17-bis è una voce ad hoc

-> E l'impianto? Come incide la variazione del tasso sul relativo costo d'acquisto?

Dobbiamo valutare al 31.12 solo le attività e le passività monetarie. Tutto quello che è co-sto sospeso, SP o anche ricavo diventa definitivo al momento della rilevazione.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
60 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 08b di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Bilancio d'esercizio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Bagnoli Luca.