vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
DIFFERENZE TRA LA VIA MOTORIA AUTONOMA E QUELLA SOMATICA
Il sistema somatico, o ‘della vita di relazione’, può essere sia volontario che involontario ma mirato
sempre ad azione specifica; si ha un motoneurone e
l’integrazione nel SNC, è sempre eccitatorio ed ha
effetto sul muscolo scheletrico. Il sistema autonomo o
vegetativo è involontario ed ha un’azione
prevalentemente diffusa che può essere sul muscolo
liscio, sul miocardio o ghiandole esocrine o endocrine;
può essere sia eccitatorio che inibitorio, ha una catena di
due motoneuroni e integrazione centrale e periferica.
I due sistemi condividono gli stessi input
sensoriali. Ad una prima osservazione può
sembrare che le due branche del sistema
nervoso autonomo funzionino come
antagonisti ma in realtà hanno una funzione
sinergica, e proprio il cuore è l’esempio più
famoso perché a livello del sistema simpatico
ha un effetto eccitatorio mentre per il parasimpatico ha una funzione opposta, capace con
l’acetilcolina di fermare i battiti. Tuttavia, la funzione sinergica di questi due sistemi sta nel regolare
la frequenza cardiaca al meglio in base a ciò che deve svolgere l’organismo in quel momento e quindi
la gittata cardiaca che deve essere convenuta per supportare tutto il sistema cardio-circolatorio.
Questa azione positiva e negativa delle due branche non è sempre la stessa, per esempio se andiamo
a vedere nell’intestino, il simpatico ha un effetto inibitorio e il parasimpatico un effetto eccitatorio. I
neurotrasmettitori coinvolti sono noradrenalina e adrenalina per il simpatico ed acetilcolina per il
parasimpatico; questi possono avere alcune volte un’azione inibitoria e altre eccitatoria. L’azione del
neurotrasmettitore non dipende dalla molecola stessa del neurotrasmettitore ma dal recettore con cui
questa interagisce.
SISTEMA NERVOSO AUTONOMO A LIVELLO DEL MIOCARDIO
Il sistema parasimpatico ha un effetto inotropo e cronotropo negativo, ha un’azione importante a
livello del cell pacemaker e sull’atrio. Mentre, il sistema simpatico ha effetto inotropo e cronotropo
positivo, agendo in maniera importante su cell pacemaker cardiaco, sull’atrio, su tutto il miocardio di
lavoro ventricolare e sulle coronarie.
La modulazione fisiologica del sistema simpatico si basa sull’effetto della stimolazione beta
adrenergica sul transiente di calcio e sulla forza di contrazione. Difatti, studi con indicatori di calcio
intracellulare (fatti con aequorina, una molecola di origine biologica responsabile della fluorescenza
in alcune specie di meduse) hanno evidenziato che in seguito all’attivazione dei recettori beta
adrenergici si ha un aumento dell’ampiezza e della velocità di declino del transiente di calcio,
responsabili degli effetti inotropi e lusitropi. La stimolazione colinergica antagonizza gli effetti della
stimolazione beta adrenergica attraverso recettori muscarinici M2 (effetto inotropo negativo a livello
degli atri), del sistema parasimpatico. I canali del Ca2+ di tipo L sono bersaglio diretto di antiaritmici
di classe VI (Ca-antagonisti, DHP) e indiretto di antiaritmici di classe II (beta bloccanti). Altro
meccanismo è quello di andare a de-sensibilizzare l’apparato contrattile; la stimolazione beta
adrenergica facilita il rilasciamento della forza indipendentemente dal gradiente di calcio. La
modulazione della contrattilità si realizza attraverso variazioni del transiente di calcio e della
sensibilità dell’apparato contrattile al calcio stesso. Questa regolazione avviene attraverso la
stimolazione dei recettori che attivano la PKA (stimolazione beta adrenergica). Inoltre, la contrattilità
viene regolata anche dall’aumento estrinseco della frequenza cardiaca che attiva un meccanismo
intrinseco omeometrico.
La fosforilazione della TnI può alterare la sensibilità al Ca2+ dei miofilamenti, riducendo la
sensibilità al calcio dei miociti cardiaci, con conseguenze sul controllo della funzione meccanica del
cuore e sulla sua alterazione in condizioni patologiche
AZIONI SIMPATICHE E PARASIMPATICHE SULLE CELLULE MIOCARDICHE
L’attivazione dei recettori Beta1 stimola, attraverso la subunità alfa di una proteina Gs (stimolatrice),
l’adenilato ciclasi alla produzione di adenosin-monofosfato ciclico (cAMP), che induce l’attivazione
di una proteinchinasi (PKA) che incrementa la disponibilità intracellulare di calcio. Ciò porta ad un
aumento della frequenza e della forza di contrazione. L’intero processo sarà invece inibito
dall’attivazione del recettore muscarinico (M2) per mezzo della subunità alfa di una proteina Gi
(inibitrice). L’azione inibitoria si avvale anche di fenomeni di iperpolarizzazione dovuti all’aumento
della conduttanza al K+, ATP e adenosintrifosfato.
CONTROLLO DELLA FREQUENZA CARDIACA
Fattori cronotropici (neurotrasmettitori, ormoni, fattori paracrini e autocrini, farmaci) possono
modulare la frequenza del cuore modificando la velocità di depolarizzazione del pacemaker, il max.
potenziale diastolico e la soglia di insorgenza del PdA. Il bersaglio principale dei fattori cronotropici
fisiologici è rappresentato dalla modulazione dell’intensità di If, che modifica la velocità di
depolarizzazione del potenziale pacemaker. Il SNA parasimpatico, con l’acetilcolina, ha come
bersaglio anche il potenziale diastolico attraverso l’attivazione della corrente Ik (Ach) con aumento
di Gk, si tratta di un’azione cronotropa negativa della stimolazione vagale.
REGOLAZIONE DELLA CONTRAZIONE
Andiamo a vedere più da vicino quello che è il meccanismo di regolazione del meccanismo contrattile
nel miocardio, come il calcio rientra a livello più generale nella regolazione della contrazione nel
muscolo striato. Come sappiamo il PdA sulla membrana attiva un aumento della concentrazione di
calcio che va ad attivare il meccanismo contrattile andando ad interagire con il sistema delle proteine
regolatorie e poi viene recuperato dal reticolo sarcoplasmatico. In figura è rappresentata la membrana,
i tubuli T (invaginazioni di membrana), il reticolo sarcoplasmatico che contiene grandi quantità di
calcio; ricordiamoci che il calcio è molto più concentrato all’esterno della cellula che non all’interno.
Tutti i tessuti muscolari hanno una variante di questo meccanismo di accoppiamento eccitazione-
contrazione, il meccanismo è abbastanza simile nel muscolo scheletrico e nel muscolo cardiaco e
profondamente diverso nel muscolo liscio. Il meccanismo molecolare della contrazione è molto simile
soprattutto nelle due tipologie di muscolo striato, ma anche sostanzialmente nel muscolo liscio, le
differenze più importanti si riscontrano a livello dei meccanismi cellulari di controllo della
contrazione.
Un miocita ventricolare è una cellula in cui il segnale elettrico che arriva dal tessuto di conduzione
si traduce in una cascata di eventi biochimici e cellulari, culminando in un'attività meccanica. Il
segnale elettrico di membrana è dunque strettamente connesso al segnale chimico citoplasmatico e,
infine, al movimento delle miofibrille, che rappresentano l'elemento meccanico.
Il collegamento fondamentale tra il segnale elettrico di membrana e il segnale chimico citoplasmatico
avviene attraverso un complesso scambio di informazioni tra il compartimento della membrana
citoplasmatica e il reticolo sarcoplasmatico. È proprio in questo scambio che si trovano molte delle
differenze principali tra muscolo scheletrico e muscolo cardiaco.
Nell’immagine è schematizzato l’accoppiamento
eccitazione-contrazione nel muscolo cardiaco, si vede il
calcio extracellulare entrare durante la contrazione
attraverso i canali del calcio di tipo L (che chiameremo
DHPR) e poi viene recuperato attraverso il reticolo
sarcoplasmatico, il calcio che viene liberato dal reticolo
andrà ad interagire con i miofilamenti per attivare la
contrazione muscolare.
È un fenomeno di membrana che media, vedremo in che modo, l’aumento della concentrazione di
calcio da cui dipende lo sblocco della possibilità di interazione delle teste di miosina con i filamenti
di actina e quindi la contrazione. Abbiamo quindi un segnale elettrico rappresentato dal potenziale
d’azione, un segnale chimico che sarebbe il transiente di calcio e un evento meccanico che sarà la
contrazione.
Vediamo tutto il complesso dei canali e trasportatori di membrana, vediamo i canali del calcio di tipo
L, si vede NCX, anche se non si vede c’è la pompa sodio-potassio e tutti gli altri canali che abbiamo
visto essere alla base del potenziale d’azione.
Ovviamente quando il calcio aumenta nel citoplasma, poi viene riportato a livello di base sia
attraverso la pompa SERCA ma anche attraverso lo scambiatore NCX che causa la fuoriuscita di
calcio contro l’ingresso di sodio che poi verrà portato fuori dalla pompa sodio potassio.
I meccanismi di accoppiamento eccitazione-contrazione nel
muscolo scheletrico e nel muscolo cardiaco sono simili, ma anche
molto diversi; la differenza fondamentale è che il PdA nel muscolo
scheletrico dura 1-2 ms, tutto il transiente di calcio avviene quando
il PdA è già finito; per quanto riguarda il muscolo cardiaco il
transiente di calcio, lo sviluppo di forza e il PdA si svolgono sulla
stessa base dei tempi e l’entità della corrente di calcio, abbiamo
visto essere responsabile di una lunga fase di plateau andando a
controbilanciare le correnti ripolarizzanti.
Mentre nel potenziale d’azione del muscolo scheletrico le correnti sono solo quelle classiche (sodio
e potassio), nel PdA cardiaco abbiamo visto essere presente una corrente di calcio entrante quindi
l’aumento del calcio citoplasmatico è anche dovuto ad un importante ingresso di calcio che si
mantiene per centinaia di millisecondi durante la fase di plateau; quindi un meccanismo che ci fa
pensare che la contrazione cardiaca dipenda fortemente dall’ingresso di calcio dall’esterno, mentre
nel muscolo scheletrico potrebbe anche non dipendere dal calcio esterno, e infatti questo è quello che
si osserva. Il target finale è l’attivazione del motore molecolare,
motore molecolare che è rappresentato dalle teste della
miosina, la miosina è un enzima della classe ATPasi, è
modulata allostericamente dall’actina (filamento
sottile), i filamenti sottili scorrono sulle teste di
miosina e in questo caso non ci sono proteine
regolatore, basta che ci sia ATP, l’ATP si lega sul sito
attivo sulla testa della miosina, l’interazione è
permessa e ci sarà distacco con spinta (power stroke).
La miosina e l’actina interagiscono, di base l’interazione è bloccata